Negli Stati Uniti le vendite al dettaglio in aprile sono rimaste invariate sui livelli di marzo, nonostante i consistenti guadagni di potere d’acquisto delle famiglie derivanti dalla discesa dei prezzi della benzina, che probabilmente sono stati utilizzati per incrementare ulteriormente i risparmi.
Se i dati sull’occupazione (+223mila unità) e sull’attività manifatturiera confermano che l’economia americana ha ripreso vigore all’inizio del secondo trimestre, quelli sulle vendite suggeriscono che il suo ritmo di espansione sarà però lento e graduale.
Dopo i risultati deludenti della crescita del PIL nel primo trimestre (+0,2% annualizzato e con il concreto rischio di ulteriori revisioni al ribasso), ciò lascia poco spazio all’ipotesi di un rialzo dei tassi di interesse da parte della FED prima della fine dell’anno.
|
Il PIL italiano è aumentato dello 0,3% nel primo trimestre 2015 sul quarto. Si tratta del primo incremento dal terzo trimestre 2013. Tale variazione è migliore delle stime CSC (+0,2%) e segnala la fine della seconda recessione dall’inizio della crisi. L’acquisito nel 2015 è di +0,2%.
L’incremento del PIL è frutto di un contributo positivo della domanda nazionale (al lordo delle scorte) che ha più che compensato quello negativo della domanda estera netta. L’ISTAT non ha diffuso il dettaglio delle componenti, ma vi sono indicazioni che supportano l’ipotesi del proseguimento del recupero dei consumi (immatricolazioni di autovetture, ordini interni dei produttori dei beni di consumo, fiducia). Sarebbe, inoltre, continuato il graduale recupero degli investimenti totali, grazie soprattutto a quelli in macchinari e mezzi di trasporto che sarebbero aumentati in linea con quanto registrato nel quarto trimestre (sono migliorati la produzione di beni di investimento e gli ordini interni dei produttori di beni strumentali).
I dati disponibili e gli indicatori anticipatori delineano un'accelerazione nei trimestri successivi, quando si dispiegheranno appieno gli effetti positivi di cambio, tassi, petrolio e accelerazione della ripresa nell'Eurozona (+0,4% nel primo trimestre) che per l’Italia rappresenta oltre il 40% dell'export. Nei prossimi mesi, inoltre, si concentrerà anche l'impatto di EXPO 2015 e Giubileo.
|
Accelera la crescita dell’Eurozona nel primo trimestre 2015 (+0,4% sul quarto 2014, +1,0% rispetto a un anno prima), grazie agli effetti del calo dei prezzi delle commodity, in particolare del petrolio, di un cambio favorevole e del QE della BCE, i cui benefici non si sono, peraltro, ancora del tutto dispiegati.
Sorprende positivamente la Francia dove il PIL cresce al tasso più elevato da quasi due anni (+0,6% sul quarto 2014, +0,7% annuo), sostenuto, in particolare, dai consumi (+0,8%) ma frenato ancora dagli investimenti (-0.2%). Rallenta visibilmente la Germania (+0,3% dopo il +0,7% del quarto trimestre 2014) dove è stato, però, positivo il contributo di consumi e investimenti, sia in macchinari sia in costruzioni. Prosegue ai ritmi più rapidi da inizio 2007 l’espansione in Spagna (+0,9%).
Negativo è stato, sia in Francia che in Germania, il contributo del settore estero, per il traino esercitato sulle importazioni da consumi e scorte. In particolare, esso ha sottratto ben 0,5 punti percentuali alla crescita in Francia dove le importazioni sono aumentate a ritmi ben superiori (+2,3%) a quelli delle esportazioni (+0,9%), penalizzate dal rallentamento della domanda da parte dei paesi emergenti.
|
L'11 maggio 2015 il Centro Studi Confindustria e Prometeia hanno presentato a Expo la sesta edizione della ricerca “Esportare la dolce vita”: le opportunità per le esportazioni di beni belli e ben fatti (BBF) nei nuovi mercati (o mercati emergenti). I beni BBF sono costituiti da prodotti di fascia medio-alta dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria e oreficeria-gioielleria.
La ricerca è stata condotta con il contributo delle Associazioni, ANFAO, ANICA, Assocalzaturifici, Confindustria Alberghi, Federalimentare, FederlegnoArredo, Federorafi e Sistema Moda Italia. Quest'anno hanno collaborato al rapporto anche ICE, ANICA China desk e Netcomm, oltre che, come sempre, l'Area Internazionalizzazione di Confindustria.
Nel rapporto sono presentate le previsioni al 2020 delle importazioni dei nuovi mercati, dal mondo e dall’Italia, di BBF.
In questa edizione ci sono approfondimenti sul turismo e sul settore audiovisivo come veicoli di promozione dei prodotti BBF.
Inoltre, c’è un importante approfondimento sulla Cina, che è il nuovo mercato più promettente per il BBF. Con la collaborazione dell’ICE è stata effettuata un’indagine presso esperti e distributori cinesi di BBF italiano per valutare la percezione del made in Italy e i suoi punti di forza e debolezza. Infine, con la collaborazione di Netcomm è stato analizzato il settore del commercio elettronico cinese.
Entrare nei nuovi mercati è una grande sfida per le PMI italiane, ma ciò che si è osservato, attraverso le analisi condotte per Esportare la dolce vita negli ultimi sei anni, è che molte ce l’hanno fatta vincendo forze contrarie che inizialmente sembravano insuperabili.
In un’ottica di lungo termine alcuni nuovi mercati (si pensi alla Cina, ma non solo) costituiscono anche l’arena competitiva dove confrontarsi con i migliori concorrenti internazionali e i luoghi nei quali intercettare le tendenze che, anche solo per la forza della demografia, sono destinate a diventare globali.
Il rapporto è destinato al sistema associativo e quindi non è divulgabile al di fuori della cerchia degli associati, fatta eccezione per la stampa
Nella libreria del CSC, nella cartella Esportare la dolce vita 2015, trovate l'edizione italiana e l'edizione inglese del rapporto e le presentazioni del convegno.
|
Lo stock di prestiti erogati alle imprese italiane è aumentato dello 0,2% mensile a marzo, dopo il forte calo di febbraio (-0,5%; dati destagionalizzati dal CSC). Il parziale allentamento della stretta dell’offerta tra fine 2014 e inizio 2015, segnalato dalle indagini qualitative, è coerente con l’attenuazione della caduta dei prestiti che si sta registrando (-0,1% mensile in media nel primo trimestre, dopo -0,3% nel 2014 e -0,5% nel 2013). È urgente, però, per accompagnare la ripresa economica, invertire la rotta e favorire la risalita del credito (-13,1% dal settembre 2011, pari a -120 miliardi di euro).
Buoni segnali vengono dai tassi pagati dalle imprese sulle nuove operazioni. Sono scesi in media al 2,3% a marzo, da 2,4% a febbraio (erano al 3,5% nel marzo 2014). Nell’ultimo mese si sono ridotti in particolare quelli per le piccole aziende (3,1%, da 3,3%), mentre sono rimasti stabili per le grandi (all’1,8%). I minori tassi riducono il costo per interessi a carico delle imprese e stimolano la risalita della loro domanda di credito.
|
Il CSC stima un incremento della produzione industriale dello 0,1% in aprile su marzo quando c’è stato un aumento dello 0,4% su febbraio, comunicato oggi dall’ISTAT.
Rispetto a settembre 2014, precedente punto di minimo, i livelli di attività sono superiori dell’1,5%.
Nel primo trimestre si è avuto un progresso dello 0,3% sul quarto 2014, quando si era registrato +0,2% sul terzo (rivisto all’insù dal -0,1% indicato precedentemente).
La variazione acquisita nel secondo trimestre del 2015 è di +0,6% (+0,5% ereditato dal primo). Gli indicatori qualitativi anticipatori segnalano un ulteriore rafforzamento dell’attività nel trimestre in corso: la componente ordini totali del Markit PMI manifatturiero - in area di espansione per il terzo mese consecutivo - indica in aprile una robusta crescita, superiore rispetto a quella rilevata in marzo (indice a 54,8, da 54,5) e sostenuta soprattutto dalla domanda interna; la componente ordini esteri mostra comunque un andamento molto positivo.
|
I risultati delle elezioni parlamentari nel Regno Unito forniscono una maggioranza assoluta di governo al paese, a sorpresa rispetto alle aspettative per un testa a testa tra conservatori e laburisti, che non avrebbe garantito la formazione di un governo stabile.
Quando lo scrutinio non è ancora ultimato in 4 collegi elettorali, i conservatori del premier in carica David Cameron hanno conquistato 327 seggi alla Camera dei Comuni, 2 in più della metà di quelli disponibili (650) e 23 in più rispetto alle elezioni del 2010. Il rinnovo della coalizione con i libdem, che hanno ottenuto solo 8 deputati (-48 rispetto al 2010) a questo punto potrebbe solo servire a rafforzare una maggioranza di governo già esistente.
Le elezioni tolgono, dunque, il velo di incertezza che minacciava il proseguimento della sostenuta ripresa dell’economia britannica e sanciscono una continuità di governo che premia la leadership che ha condotto il paese fuori dalla crisi, portandolo a crescere del 2,6% nel 2014, con un tasso di disoccupazione tornato ai livelli di metà 2008.
|
In aprile il PMI composito per l’Italia (che sintetizza la dinamica nel manifatturiero e nel terziario) segnala una netta accelerazione dell’attività rispetto a marzo (53,9 da 52,4, valore più alto da dieci mesi), delineando un rafforzamento dell’espansione nel secondo trimestre rispetto al primo (51,6 il livello medio tra gennaio e marzo).
Al miglioramento del PMI manifatturiero si è associato il progresso dell’indice nel terziario, per il secondo mese consecutivo in area espansiva (53,1, top da giugno 2014). Tra le componenti, i nuovi affari segnalano l’aumento maggiore in dieci mesi, da due sopra la soglia neutrale di 50; sono stati, inoltre, rilevati incrementi occupazionali per il terzo mese di fila, al ritmo più rapido da fine 2007. Tali indicazioni mostrano il proseguimento di una dinamica positiva della domanda interna italiana, in linea con il significativo incremento delle vendite di auto in aprile (+2,5% su marzo).
Nell’Area euro, secondo il PMI composito, l’attività ha continuato a espandersi a un ritmo analogo a quello rilevato in marzo (53,9 da 54,0), quando l’indice aveva raggiunto il livello massimo da undici mesi. Tra le principali economie europee la Spagna ha registrato la dinamica più vivace (59,1), seguita dalla Germania (54,1); in Francia l’attività complessiva risulta in marginale recupero (50,6).
|
Uno sciopero di sei giorni e mezzo dei conducenti di treno (iniziato ieri pomeriggio per i treni merci ed esteso da oggi a domenica mattina ai treni passeggeri) potrebbe costare all'economia tedesca 500 milioni di euro, ovvero 0,1 punti percentuali di PIL nel secondo trimestre. Tra i settori più colpiti il chimico e il siderurgico (si stimano 200mila tonnellate di prodotti in acciaio trasportati su rotaia al giorno).
Lo sciopero è l'ottavo e il più lungo di una disputa tra il sindacato dei conducenti di treno (GDL) e la Deutsche Bahn, le ferrovie statali tedesche, centrata non tanto sugli aumenti salariali (5% la richiesta, 4,7% più una tantum di 1.000 euro l'offerta), quanto su un braccio di ferro relativo alla rappresentanza. La GDL rivendica il diritto a firmare un contratto separato per i conducenti di treno (in linea con l'orientamento giurisprudenziale prevalente da giugno 2010), opponendosi all'applicazione di un rinnovo unitario negoziato dal sindacato di settore maggioritario (EVG).
Un disegno di legge, la cui approvazione è attesa per il mese corrente, sta per reintrodurre in Germania il principio dell'estensione erga omnes dei contratti collettivi firmati dai sindacati più rappresentativi, istituzionalizzando la prassi che era prevalsa fino al 2010. La GDL, insieme ad altri sindacati minoritari, ha già minacciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale se la legge dovesse essere approvata dal Parlamento.
|
Continua in aprile, per il ventiduesimo mese consecutivo, sebbene a ritmi leggermente più bassi, l’espansione dell’attività manifatturiera nell’Area euro, con il PMI a 52,0 (rispetto a 52,2 in marzo).
La frenata è guidata da un marginale rallentamento in Germania (a 52,1 da 52,8) e da un peggioramento delle condizioni in Francia (a 48,0 da 48,8). Gli ordini esteri, comunque, continuano ad aumentare in quasi tutti i paesi (con l’eccezione di Francia e Grecia), favoriti dall’euro debole, e l’occupazione accelera al ritmo più rapido da agosto 2011 (a 51,9 da 51,6).
Tornano a salire, per la prima volta da agosto 2014, i prezzi di vendita, segnalando un probabile miglioramento della domanda. E così l’inflazione al consumo nell’Eurozona, ferma a marzo sui livelli di un anno prima, dopo quattro mesi di variazioni negative, potrebbe tornare positiva già in aprile.
|