A marzo l’indice ISM, basato su un’indagine presso i responsabili degli acquisti delle maggiori aziende americane, è sceso ai minimi da maggio 2013, pur restando sopra quota 50, la soglia che separa espansione da contrazione (a 51,5 da 52,9 in febbraio). In particolare, rallenta la componente dei nuovi ordini (51,8 da 52,5) e segnala variazione nulla quella dell’occupazione (50,0 da 51,4), entrambe ai minimi da 22 mesi.
Nel primo trimestre 2015 il settore manifatturiero ha risentito degli effetti negativi dell’apprezzamento del dollaro (+14,9% il cambio nominale effettivo dal terzo 2014) e del rallentamento delle economie emergenti. A conferma di ciò, molte grandi imprese multinazionali, tra cui IBM, Intel, Honeywell e Procter & Gamble, hanno dichiarato che l’attuale livello del dollaro penalizzerà i loro profitti all’estero nell’anno in corso.
Inoltre, alcuni degli intervistati hanno dichiarato che il settore, che rappresenta circa il 12% dell’economia americana, ha ancora risentito delle agitazioni sindacali, ora terminate, che hanno colpito i porti della West Coast.