I dati ISTAT sull’occupazione in giugno confermano che il mercato del lavoro italiano si è stabilizzato, al di là delle fluttuazioni mensili. L’ultima variazione mensile (+50mila unità) e quella precedente (+32mila unità) compensano la perdita di aprile (-79mila unità) portando a una variazione trimestrale nulla. Il tasso di disoccupazione si è attestato in giugno al 12,3% (-0,3 su maggio) grazie a una forza lavoro in contrazione (-0,1%), segnale che il mercato del lavoro resta debole.
L’impatto della crisi continua a essere più marcato per i giovani: tra i 15-24enni il tasso di disoccupazione in giugno è salito al 43,7% dal 43,1% del mese precedente.
Tasso di disoccupazione in calo anche nella media dell’Eurozona (11,5% in giugno dall’11,6% dei due mesi precedenti); elevatissimo in Spagna (24,5%), ma in lenta riduzione dal picco di febbraio 2013 (26,4%); in leggero aumento in Francia al 10,2% (da 10,1% di maggio e aprile), fermo in Germania al 5,1%. Tra i 15-24enni il tasso di disoccupazione medio europeo è al 23,2% (dal 23,9% di un anno prima), con ancora più ampia variabilità tra paesi membri: 53,5% in Spagna, 22,4% in Francia e 7,8% in Germania.
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A maggio il commercio mondiale dimunuisce dello 0,6% rispetto ad aprile, considerando la media degli ultimi tre mesi (marzo-maggio) resta ancora debolmente positivo (+0,2%) rispetto ai precedenti tre mesi (dicembre-febbraio). La contrazione di maggio è giudata dalla riduzione delle importazioni mondiali (-1,9% rispetto a aprile) mentre le esportazioni mondiali restano ancora in territorio positivo (+0,6%). In particolare le importazioni degli emergenti asiatici, che pesano più del 20% del commercio mondiale, sono crollate del 5,2% (maggio su aprile), in forte riduzione anche quelle dell'Europa centro-orientale (-3,7%). Tale contrazione non essendo controbilanciata da forti incrementi nelle altre aree contribuirà a mantenere gli scambi mondiali sotto al 3% nella media dell'anno in corso, in linea con le previsioni del CSC di giugno.
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L’indice di fiducia dei consumatori italiani è diminuito in giugno per il secondo mese consecutivo (104,6 da 105,6 in maggio e 106,2 in aprile), mostrando un arretramento di tutte le componenti. Tra quelle più strettamente correlate con la spesa delle famiglie, i saldi dei giudizi e delle attese sul bilancio familiare sono calati di due punti; -3 punti i giudizi sulle opportunità attuali all’acquisto di beni durevoli; invariati quelli sul bilancio familiare (che erano diminuiti nei tre mesi precedenti). Il peggioramento delle valutazioni negli ultimi mesi è coerente con il proseguimento di una significativa debolezza della spesa delle famiglie, in linea con la dinamica evidenziata dagli hard data già disponibili (immatricolazioni di auto, ICC e vendite al dettaglio).
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Ripartono le esportazioni italiane in maggio (+2,2% nominale su aprile), grazie alla migliore dinamica delle vendite extra-Ue (+5,4%) che ha più che controbilanciato la battuta di arresto di quelle intra-Ue (-0,4%). Al raffreddamento della domanda intra-Ue ha contribuito soprattutto la marcia indietro della locomotiva tedesca (-3,4% le importazioni tedesche in maggio su aprile).
Finalmente una schiarita anche dal lato della domanda interna italiana, con il ritorno in territorio espansivo delle importazioni (+3,2%) per la prima volta dall’inizio dell’anno.
Per il terzo trimestre sono buone le prospettive per le esportazioni: in aumento il PMI sugli ordini esteri in giugno (57,6) e in consolidamento le aspettative delle imprese esportatrici sulla dinamica della domanda estera (indagine Banca d’Italia-Il Sole 24Ore).
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Nel I trimestre 2014 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Complessivamente i prezzi sono caduti del 4,6% nell'ultimo anno e dell'11,5% negli ultimi due anni e mezzo. Il ritmo di discesa dei prezzi è comunque in rallentamento.
L'aggiustamento dei prezzi verso la media di lungo periodo (in rapporto al reddito disponibile pro-capite) non è ancora completo. Serve allora un aumento del reddito per tornare in equilibrio e favorire un'inversione di tendenza nella dinamica dei prezzi.
Ci sono, finalmente, dei segnali congiunturali positivi. Si riducono i costi del servizio di un nuovo mutuo (ancora troppo alti) e migliorano le condizioni sia di offerta sia di domanda di mutui. In miglioramento le attese delle agenzie immobiliari sulle condizioni del mercato e sulla variazione dei prezzi.
Il mercato però è ancora fermo: ai massimi i tempi di vendita e vicino ai minimi il numero di compravendite (che hanno registrato un aumento nel I trimestre 2014 ma soprattutto a causa della riduzione delle imposte di registro, che ha spinto gli acquirenti a posticipare la stipula delle compravendite avvenute a fine 2013).
Per molte grandezze economiche si è aperta, negli ultimi mesi, una forbice tra indicatori qualitativi, in miglioramento, e dinamiche reali, deludenti. Conviene allora aspettare qualche mese per capire se le migliori aspettative nel mercato immobiliare saranno realizzate.
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L’attività industriale nell’Eurozona continua ad espandersi a un ritmo lento: in luglio il PMI manifatturiero è rimasto fermo sui livelli di giugno (51,8), minimo da sette mesi. All’interno dell’area le dinamiche sono state divergenti: i livelli del PMI sono coerenti con un’accelerazione dell’attività in Germania (52,4, massimo da tre mesi), una crescita più lenta in Spagna (53,9, minimo da maggio) e Italia (51,9) e una maggiore contrazione in Francia (47,8, minimo da sette mesi).
In Italia, in particolare, il PMI è sceso a 51,9 (minimo da gennaio), da 52,6 in giugno. Il rallentamento è dovuto alla più lenta espansione delle componenti produzione (53,7 da 54,9), occupazione (51,6 da 52,0) e nuovi ordini totali (52,2 da 53,4); è giudicato in forte attenuazione - rispetto a giugno - il ritmo di incremento degli ordini esteri (indice a 54,7 da 57,6).
Questo andamento del PMI manifatturiero conferma che l’attuale fase di debolezza del ciclo produttivo italiano proseguirà anche nel terzo trimestre.
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Il clima di fiducia complessivo delle imprese italiane in luglio è migliorato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo i livelli di tre anni fa (90,9) grazie soprattutto al rimbalzo che si è avuto nei servizi di mercato (+4,4). Secondo incremento di fila anche nelle costruzioni (+1,6 su giugno) e quarto nel commercio al dettaglio, dove il recupero in luglio è stato marginale (+0,4).
Nel manifatturiero si è avuto un modesto arretramento (-0,2 punti), come in giugno, dopo che l’indicatore di fiducia aveva raggiunto il livello massimo su tre anni in maggio; sono migliorate le attese di produzione ma peggiorati i giudizi sugli ordini (sia interni sia esteri), specie per il maggiore calo della componente interna della domanda; il saldo dei giudizi sui livelli di produzione è diminuito di un punto. Queste valutazioni riflettono una sostanziale debolezza dell’attività manifatturiera anche in avvio di terzo trimestre.
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L'FMI ha rivisto al ribasso la crescita globale nel 2014 di 0,3 punti percentuali a 3,4, lasciando inalterato il 2005 (+4,0%). Per gli USA previsioni in ribasso nel 2014 a +1,7% e il rialzo al +3,0% nel 2015; per la Cina previsioni in ribasso di 0,2 punti percentuali nel 2014 e 2015 (a +7,4% e +7,1%), una previsione che è molto vicina a quella che il CSC ha fatto già a dicembre 2013 (+7,3% nel 2014 e +7,0% nel 2015). Per l'Italia il Fondo prevede +0,3% nel 2014 e +1,1% nel 2015. Importante notare come con la revisione delle parità di potere di acquisto (PPA), applicata a partire da questo aggiornamento del WEO, il peso dei paesi emergenti e in via di sviluppo (EVS) sul livello del PIL mondiale sale di molto. Per il 2013 il peso degli EVS passa dal 50,6%, calcolato con le vecchie PPA, al 56,4%. Se finora si considerava il 2013 come l'anno del sorpasso degli emergenti sugli avanzati, grazie ai nuovi dati il sorpasso dovrà essere anticipato di qualche anno.
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Il PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,8% congiunturale nel 2° trimestre (+3,1% annuo), confermando la variazione registrata nel primo. La produzione è cresciuta in 2 dei 4 settori principali: servizi +1,0% e industria +0,4%, mentre hanno registrato un calo dello 0,5% le costruzioni e dello 0,2% l'agricoltura. Nel 2° trimestre 2014 il PIL britannico ha superato dello 0,2% il picco precrisi del 1° trimestre 2008; tra i G7 solo l'Italia manca a questo appello. Ieri l'FMI ha rivisto al rialzo la propria revisione sull'economia UK per il 2014 a +3,2% (+0,4 punti percentuali) e per il 2015 a +2,7% (+0,2 pp); in giugno previsione CSC a +3,0% e +2,5%).

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L'attività manifatturiera in Cina è cresciuta in luglio al massimo da 18 mesi, secondo il Flash PMI di luglio (52,0 da 50,7 in giugno; consensus 51,0). Le componenti produzione (52,8) e nuovi ordini (53,7) hanno toccato i rispettivi massimi da 18 e 16 mesi. I risultati sono compatibili con l'aspettativa che gli stimoli di bilancio e monetario degli ultimi 2 mesi continuerano ad esercitare effetti positivi nel terzo trimestre.
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