Di concerto con i colleghi di Bruxelles, facciamo riferimento alla revisione della Direttiva ETS per comunicarvi gli esiti del Consiglio Ambiente di ieri, che ha visto il primo scambio di vedute sulla proposta presentata a luglio dalla Commissione Europea.
Segnaliamo, inoltre, i recenti sviluppi sul fronte parlamentare nazionale e quelli relativi alle ultime dichiarazioni della Commissione Europea rispetto agli obiettivi UE di riduzione di gas serra.
Consiglio Ambiente 26.10.15:
L'intervento del Ministro Galletti ci è parso positivo rispetto all'assetto generale della proposta e lascia ampio margine di manovra per future possibili modifiche al testo della Commissione Europea. In particolare, il Ministro ha messo in evidenza l'esigenza di garantire un sistema ETS più robusto, più armonizzato e più semplice.
- Più robusto: l’allocazione di quote gratuite all’industria deve riflettere i reali valori tecnologici, deve evitare un taglio lineare indiscriminato (applicazione del fattore di correzione) e deve conseguentemente rivedere i valori di benchmark. Il Ministro ha lasciato intendere una possibile apertura verso la proposta di Regno Unito, Francia, Repubblica Ceca e Slovacchia di prevedere livelli di esposizione differenziati ("tiered") al Carbon Leakage e si è detto contrario alla penalizzazione degli impianti più efficienti.
- Più armonizzato: è fondamentale evitare distorsioni interne e quindi eliminare la compensazione dei costi indiretti attraverso risorse proprie degli Stati Membri. E’ necessaria quindi un’armonizzazione delle compensazioni dei costi indiretti.
- Più semplice: è necessario migliorare la coerenza e la trasparenza dell’ETS, anche per migliorarne la percezione presso gli stakeholder. E’ necessario rivalutare le soglie per l’inclusione dei settori in ETS.
Le reazioni degli Stati Membri rivelano un panorama variegato rispetto ai vari punti oggetto di revisione, ma appare evidente che la proposta della Commissione Europea è soggetta a critiche di varia natura e che si dovrà conseguentemente negoziare sugli aspetti più importanti.
Alcuni Stati Membri, tra i quali la Germania e la Spagna, sono rimasti vaghi e hanno detto che stanno ancora valutando gli impatti della proposta, mentre altri, come il Belgio, ne mettono in discussione l'impianto generale per quanto concerne la suddivisione di quote tra quelle da assegnare a titolo gratuito (43%) e quelle destinate al mercato delle aste (57%).
I Paesi Bassi insistono per un sistema di allocazione di quote più dinamico, proposta che sarebbe sostenuta da Polonia, Romania e Lituania.
Per ora si registra un certo consenso sulla proposta di un approccio differenziato all’esposizione dei settori Carbon Leakage, alla quale hanno già aderito formalmente Regno Unito, Francia, Slovacchia, Repubblica Ceca. Nel dibattito si sono mostrati interessati paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Belgio.
Il Regno Unito si è detto contrario a modificare il quantitativo di quote destinato al mercato delle aste, mentre la Francia sarebbe favorevole a porre un termine all'allocazione gratuita di quote ai settori non riconosciuti a rischio Carbon Leakage già a partire dal 2027.
Per quanto riguarda i costi indiretti, il Regno Unito ha dichiarato la propria contrarietà all'armonizzazione a livello europeo. A favore dell'armonizzazione, invece, si sono espressi, oltre all'Italia, anche la Spagna e il Portogallo.
La Polonia, nonostante abbia rimarcato che il quantitativo di quote destinato al mercato delle aste debba rimanere invariato, ha segnalato la necessità di poter reperire quote gratuite per l'industria anche facendo ricorso alla Market Stability Reserve. La proposta sarebbe sostenuta da altri Stati Membri, soprattutto dell'est.
La Germania, per ora, ha posto in modo evidente soltanto la questione degli atti delegati da parte della Commissione Europea (che non prevedono il coinvolgimento del Parlamento e del Consiglio) e ha espresso la propria contrarietà alla delega ad un livello tecnico di questioni prettamente politiche.
Regno Unito e Francia hanno rilanciato la priorità di un prezzo "forte" della CO2 e hanno fatto appello alla necessità di rivedere l’ETS dopo la Conferenza di Parigi sul clima del prossimo dicembre (COP21), in vista di una possibile estensione del mercato del carbonio ad aree extra-UE e di un possibile rafforzamento degli obiettivi europei.
Dibattito nazionale in Parlamento:
Nella giornata di domani, 28 ottobre, comincerà la discussione della proposta di riforma di Direttiva ETS da parte della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati (relatore On. Stella Bianchi).
Segnaliamo inoltre che lo scorso 16 ottobre la Commissione Ambiente del Senato della Repubblica ha approvato una risoluzione (si veda allegato) sulla proposta di riforma della Direttiva ETS, che chiede di:
- "valutare la sostenibilità economico-finanziaria della proposta di direttiva in relazione alle esigenze delle aziende energivore soggette a sistema EU-ETS;"
- "in via transitoria e fino alla definizione di un sistema di transizione delle emissioni del sistema ETS, non escludere dall’ambito degli interventi, che danno titolo a certificati bianchi, quelli concernenti la produzione di calore da fonti di energia rinnovabile e da calore di scarto, quando sia sostitutiva di fonti fossili, o da gas naturale quando sia in sostituzione del carbone in ambito industriale;"
- "valutare l’opportunità di disincentivi e di forme di tassazione per tutte le attività che emettono gas serra, in modo da rendere onerosa la produzione di alte emissioni e favorire, al contrario, le attività a basse emissioni, indirizzando il sistema economico verso una prospettiva virtuosa."
Ricordiamo che gli atti adottati dalle aule parlamentari nazionali in questa fase non hanno valore vincolante, ma sono di carattere orientativo.
La fase di codecisione che inciderà sulla revisione del testo proposto dalla Commissione Europea coinvolgerà, invece, le Commissioni Ambiente e Industria del Parlamento Europeo.
Dichiarazioni della Commissione Europea e trend di riduzione dei gas serra a livello UE:
Segnaliamo infine che il Commissario responsabile del portafoglio clima ed energia, Miguel Arias Canete, ha recentemente dichiarato che l'obiettivo di riduzione di gas climalteranti del 20% al 2020 verrà sicuramente raggiunto, arrivando addirittura al 24%.
Il dato è supportato dal recente rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente che ha certificato una riduzione dei gas serra in UE del 23% nel 2014 rispetto ai livelli del 1990.
Il Commissario ha quindi aggiunto che l'eventualità di aumentare il livello di ambizione dei target già prima del 2020 (rivedendo l'obiettivo del 20% per portarlo al 30%) non verrà presa in considerazione, a meno che sforzi dello stesso tenore vengano sostenuti dai partner internazionali in occasione della COP 21 di Parigi.
Risoluzione Senato su Direttiva ETS.pdfVisualizza dettagli