BusinessEurope ha presentato oggi il position paper sulla revisione della Direttiva Emissions Trading 2003/87/EC e successive modifiche, attualmente al vaglio degli Stati Membri e del Parlamento Europeo.
La proposta, presentata dalla Commissione Europea il 15 luglio 2015, è la prima normativa derivante dall’accordo sugli obiettivi energetici e climatici per il 2030 raggiunto dal Consiglio Europeo. Definisce per il periodo 2021-2030 le misure per ridurre del 43% le emissioni di gas serra degli 11.000 impianti europei (1.300 in Italia) regolati dalla Direttiva, nel contesto dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990. La Direttiva stabilisce contestualmente anche le misure di sostegno per le industrie a rischio di delocalizzazione (carbon leakage). L’industria europea è unanime nel ritenere la proposta dell’Esecutivo comunitario non sufficiente a garantire un’adeguata protezione della competitività dell’industria europea a livello globale. BusinessEurope dichiara che saranno necessarie alcune modiche sostanziali della proposta:
- Modificare la distribuzione tra le quote di emissione messe all’asta e le quote assegnate a titolo gratuito alle imprese europee a rischio di carbon leakage. La proposta attuale non assicura quote sufficienti agli impianti europei più efficienti e implica l’applicazione di un fattore settoriale di correzione (taglio uniforme delle quote assegnate);
- Allineare meglio le quote gratuite ai livelli reali di produzione allo scopo di sostenere la crescita economica ed evitare sovra-allocazioni o insufficienza di quote;
- Assicurare parametri tecnologici di riferimento (benchmark) realistici, basati sui dati forniti dai settori interessati, che tengano conto delle caratteristiche specifiche degli stessi e fissare i benchmark una sola volta ad inizio del periodo di trading, evitando di applicare un tasso di riduzione uniforme. Il livello di ambizione dei benchmark dovrà essere in linea con il progresso tecnologico e garantire la competitività delle imprese europee;
- Definire in modo adeguato la lista dei settori a rischio di carbon leakage, consentendo flessibilità nella valutazione quantitativa e qualitativa del rischio;
- Armonizzare le compensazioni dei costi indiretti (trasferimento del costo della CO2 nella bolletta elettrica) per assicurare una protezione adeguata alle industrie a rischio di delocalizzazione;
- Rendere il fondo per l’innovazione adeguato agli scopi, migliorando i criteri di accesso e riducendo il rischio finanziario delle imprese che intendono investire in progetti di innovazione, con un’attenzione specifica sui settori ETS
- Semplificare il sistema ETS per i piccoli emettitori.
Il prossimo 18 febbraio avranno inizio i lavori del Parlamento Europeo, con una audizione pubblica in Commissione Ambiente (ENVI).
2016-02-10 ETS reform PP FINAL.pdfAfficher les détails