Informiamo che è stato approvato oggi in Commissione ENVI del Parlamento Europeo l’
accordo raggiunto lo scorso 16 dicembre in trilogo sulla proposta di Regolamento CE sui gas fluorurati a effetto serra.
Il voto di oggi è un primo passaggio formale, a cui seguirà la votazione in seduta plenaria prevista nella sessione del 10-13 marzo a Strasburgo e infine l'adozione formale del Consiglio UE.
Ricordiamo che la Commissione Europea ha presentato la proposta di Regolamento a novembre 2012 con l’obiettivo di ridurre gradualmente (“phase down”) la quantità complessiva dei principali gas fluorurati a effetto serra immessi sul mercato UE fino a raggiungere un target di riduzione di quasi l’80% al 2030.
A giugno 2013 la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha adottato una posizione particolarmente ambiziosa, affidata al relatore verde Bas Eickhout (Paesi Bassi).
Confindustria ha monitorato attentamente l'evoluzione dei negoziati, sollevando il tema anche a livello europeo in ambito BusinessEurope, con cui ha collaborato attivamente per l'elaborazione di una posizione comune sugli aspetti di maggiore rilevanza per il sistema industriale europeo
Il testo approvato presenta importanti miglioramenti rispetto alla proposta iniziale della Commissione (ad esempio è stato eliminato il divieto di pre-carica delle apparecchiature prima dell’immissione nel mercato UE, sostituendolo con un sistema di tracciabilità delle quote di F-gas) e su diversi aspetti è stata attenuata la posizione particolarmente rigida del Parlamento europeo, circoscrivendo notevolmente il campo di applicazione di alcune disposizioni.
Gli aspetti di carattere trasversale e maggiormente rilevanti su cui Confindustria ha focalizzato la propria azione hanno riguardato l’opportunità di:
- garantire la coerenza tra diversi strumenti ed obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (possibilità di esenzione dai divieti in considerazione delle emissioni complessive di CO2 delle apparecchiature in accordo alla Direttiva Ecodesign)
- evitare livelli di riduzione troppo ambiziosi e irrealistici, in assenza di valide e consolidate alternative (la proposta della Commissione sul phase-down è stata ritenuta un compromesso accettabile tra le richieste più stringenti del Parlamento e quelle più realistiche degli Stati Membri, il campo di applicazione dei divieti è stato notevolmente circoscritto e in molti casi le tempistiche slittate)
- evitare ulteriori oneri economici e amministrativi (è stato mantenuto un meccanismo di allocazione gratuita delle quote)
Le principali posizioni di Confindustria sul tema sono disponibili tra i documenti di posizione della cartella "Cambiamenti climatici".