L’ultima settimana ha fatto registrare un’ulteriore escalation nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina che potrebbe portare, entro la fine dell’anno, all’applicazione di dazi aggiuntivi sulla quasi totalità dell'interscambio bilaterale.
Sul fronte statunitense, il 23 agosto scorso lo USTR (United States Trade Representative) ha reso noti i dettagli dell’offensiva di Washington per i prossimi mesi attraverso due provvedimenti separati; entrambi si inseriscono nell’ambito dell’investigazione intrapresa contro la Cina ai sensi della Sezione 301 dello US Trade Act.
- Il primo prevede che a partire da domenica 1 settembre siano entrati in vigore dazi del 15% su oltre 3.000 prodotti acquistati dalla Cina, corrispondenti a circa 125 miliardi di USD. Fra le categorie merceologiche colpite figurano in particolare beni di largo consumo quali abbigliamento, prodotti tessili e scarpe, prodotti alimentari e apparecchiature elettroniche. A partire dal 15 dicembre, tale provvedimento si estenderà ad ulteriori 160 miliardi di USD di beni importati dalla Repubblica Popolare, fra i quali prevalentemente apparecchi elettronici e per telecomunicazioni. L’adozione di tale misura era stata minacciata già lo scorso maggio e decisa il 1 agosto con un dazio originario del 10%; la sua entrata in vigore era tuttavia subordinata ad un esito positivo delle trattative in corso fra le delegazioni dei due paesi. Non essendosi tale circostanza verificata, il provvedimento è entrato in vigore e l’entità del dazio è stata maggiorata del 5% (dal 10% al 15%). In allegato si trasmettono gli elenchi contenenti i prodotti oggetto dell’incremento tariffario a partire rispettivamente dal 1 settembre e dal 15 dicembre.
- La seconda disposizione comporta che a partire dal 1 ottobre i beni cinesi già sottoposti a dazi all’import del 25% (per un valore pari a circa 250 miliardi di USD) saranno gravati da tariffe del 30%.
In sintesi lo spettro di dazi paventati dall’amministrazione Trump è stato complessivamente aumentato di un 5% e resta soltanto un’ultima finestra temporale perché colpiscano l’intero export cinese negli USA.
Sul fronte opposto, lo stesso 23 agosto le autorità cinesi avevano annunciato l'intenzione di imporre dazi compresi fra il 5% e il 10% su circa 5.070 categorie di prodotti corrispondenti a 75 miliardi di USD di import dagli USA (in prevalenza beni agricoli fra cui soia, ma anche per la prima volta petrolio greggio). Il provvedimento è anch’esso entrato in vigore il 01/09/2019 nella sua prima parte, mentre una seconda tranche diventerà effettiva il 15 dicembre. Sempre a valere dal 15/12 è inoltre prevista la reintroduzione di dazi del 25% sull’import di auto prodotte negli USA e del 5% sulla relativa componentistica.
Si allegano le liste dei beni USA sottoposti a nuovi dazi nelle due scadenze del 01/09 e del 15/12 pubblicate dal Ministero delle Finanze cinese (la descrizione del prodotto è pertanto in lingua cinese).
In virtù di questi nuovi provvedimenti, entro la fine dell’anno la quasi totalità dell’interscambio commerciale fra Stati Uniti e Cina (oltre 640 miliardi di USD nel 2018, di cui 539 mld di import statunitense e 120 cinese) sarà oggetto di un incremento tariffario dovuto all’acuirsi delle tensioni fra i due paesi.
Nuovi dazi Cina (01_09 e 15_12).zipVisualizza dettagli Nuovi dazi USA (01_09 e 15_12).zipVisualizza dettagli