Il Consiglio Competitività di giovedi 4 dicembre rappresentava l’ultima occasione del semestre italiano per interrompere lo stallo della discussione sul “Made in”. La nostra sollecitazione a tutti i livelli politici nazionali ed europei era di individuare un compromesso politico, in primis con la Germania. Essa si è ulteriormente intensificata da settembre, quando su iniziativa di alcuni paesi contrari, il Consiglio ha richiesto alla Commissione uno studio di impatto i cui esiti saranno noti a semestre concluso. Il sospetto che i reali intenti di questa richiesta fossero essenzialmente dilatori non ci ha mai del tutto abbandonato. A tal fine, in occasione dell’incontro con le associazioni a Milano il 14 novembre scorso, abbiamo individuato una serie di punti tecnici per il negoziato, fornendo al governo la possibilità di basare la propria strategia su una proposta concreta. Purtroppo, con il Consiglio di giovedi non si è registrato l’avanzamento auspicato, rinviando il dibattito alla presentazione dello studio di impatto, in presidenza lettone. Se da un lato permane la sensazione che l’esito interlocutorio di questa importante scadenza poteva essere diverso, dall’altro, non vi è ragione di escludere che si aprano spazi per una trattativa con il governo tedesco. Per quanto riguarda Confindustria, l’azione proseguirà con la consueta determinazione, da oggi ancora maggiore.