Nei giorni scorsi, l’Amministrazione USA ha annunciato il ripristino delle sanzioni ONU contro l'Iran, in precedenza revocate, come conseguenza del mancato rispetto da parte di Teheran degli impegni presi nell’ambito dell’accordo sul nucleare del 2015 (JCPOA). Tali dichiarazioni fanno seguito alla lettera di notifica inviata, a metà agosto, alla presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, allo scopo di attivare la procedura di 30 giorni per la reimposizione delle sanzioni, il cosiddetto snapback (scadenza: 19 settembre). Nello stigmatizzare l’inazione del Consiglio di Sicurezza ONU in relazione alla proroga dell’embargo sulle armi (circostanza che, ad avviso degli USA, consentirebbe al regime iraniano l’acquisizione di armi non convenzionali), gli Stati Uniti invitano i membri dell’organismo internazionale a conformarsi ai rispettivi obblighi e all’implementazione delle misure, minacciando, in caso contrario, eventuali ripercussioni.
Gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU hanno già pubblicamente contestato l’azione, definendola inaccettabile ed illegittima. Anche la UE, in una nota dell’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ribadisce l’impegno a voler preservare l’accordo del 2015, sottolineando che la procedura americana sia giuridicamente non vincolante, in quanto gli USA, dopo il ritiro deciso unilateralmente nel maggio del 2018, non possono essere considerati uno Stato partecipante al JCPOA e non sarebbero, pertanto, legittimati ad avviare il processo per la completa reintroduzione (snapback) dell’impianto sanzionatorio ONU nei riguardi dell’Iran.
Per approfondimenti e maggiori dettagli, si rimanda alla consultazione dei comunicati del segretario di Stato USA Mike Pompeo e dell’Alto rappresentante UE per la politica estera Josep Borrell.
Ad ogni modo, il 21 settembre l’Amministrazione USA, in un’azione congiunta del Presidente Trump e dei Dipartimenti di Stato, del Commercio e del Tesoro, ha riattivato unilateralmente le sanzioni ONU relative all’embargo sulle armi, introducendo, attraverso un nuovo Executive Order presidenziale, misure volte a colpire entità e soggetti coinvolti nei programmi nucleare e missilistico iraniani ed i trasferimenti di armi convenzionali con l’Iran ed aggiornando con nuove designazioni la lista SDN (https://home.treasury.gov/policy-issues/financial-sanctions/recent-actions/20200921).