In parallelo, al Parlamento europeo si riuniranno diverse commissioni e i gruppi politici in vista della sessione mini plenaria di mercoledì 24 e giovedì 25. Si segnalano due Audizioni pubbliche rispettivamente in commissione ENVI su 'Energy costs and EU industry competitiveness' e in commissione IMCO sulla strategia per il mercato interno. Inoltre, sempre in IMCO, si avrà un esame del progetto di relazione dell’On. Comi sulla strategia per il mercato interno. Per quanto riguarda la plenaria, gli eurodeputati voteranno, tra gli altri dossier, l’introduzione di misure commerciali autonome di emergenza a favore della Tunisia e una risoluzione sull’apertura dei negoziati in vista di un accordo di libero scambio UE-Tunisia.
Per quanto riguarda, invece, la Commissione europea, mercoledì 24 presenterà un pacchetto di misure sul settore del Gas con Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione sul Clima e l’Energia. Inoltre, lo stesso giorno la Commissione europea pubblicherà, nell’ambito del semestre europeo, le relazioni sui singoli paesi (c.d. “relazioni-paese”) che, come nel caso dell’Italia, conterranno anche un esame approfondito degli squilibri macroeconomici individuati in novembre nel “rapporto sul meccanismo di allerta”. Queste relazioni, che fanno seguito all'analisi annuale della crescita adottata a novembre, costituiranno la base analitica per l'adozione, a maggio, delle raccomandazioni specifiche per paese che verranno formulate sulla base dei Piani nazionali di riforme e dei Piani di Stabilità o Crescita che dovranno essere presentate a Bruxelles da ciascuno Stato membro entro fine aprile.
Infine, si segnala che il Direttore Generale della DG GROW, Lowri Evans, mercolerdì sarà a Roma per una serie di incontri istituzionali, incentrati sul mercato unico e sul mercato unico digitale. Nel pomeriggio, la Evans sarà in Confidustria dove inconterà il DG Marcalla Panucci e il Vice DG Daniel Kraus.
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Si segnalano qui di seguito i dossier di interesse per le imprese che verranno discussi nelle commissioni parlamentari:
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Si segnalano, inoltre, i seguenti eventi d’interesse per l’industria: |
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Europa
Accade all'UE . 294
Giuliana Pennisi
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Accade all'UE n. 227
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti l'Accade all'UE di questa settimana, di cui si riportano qui di seguito l'editoriale e "la settimana".
Editoriale
Matteo Renzi ha messo a segno senza dubbio un punto nell'ottenere la nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la Politica estera dell'Unione da parte del Consiglio europeo del 30 agosto scorso. La carica è prestigiosa ed ingrata, vista la ritrosia dei governi nazionali a delegare a livello europeo la propria politica estera, e l'acuirsi dei focolai di crisi internazionali, sui quali peraltro spesso l'Europa si muove in ordine sparso. Il compito è ancora più arduo per quanto riguarda poi la funzione di Vice Presidente della Commissione europea che è collegata alla funzione e che implica una partecipazione attiva alle delibere del Collegio, anche per presidiare, in definitiva, i dossier rilevanti per il sistema paese rappresentato da ogni commissario.. Molto dipenderà, da questo punto di vista, dalle scelte, anche riguardo lo staff, che la Mogherini effettuerà nelle prossime settimane. Senza un adeguato contrappeso nei meccanismi interni di funzionamento della Commissione rischia altrimenti di venir meno quell'interlocuzione "naturale" con il rappresentante del proprio paese all'interno della Commissione. FLESSIBILITA' VO CERCANDO L'altro fronte "caldo" della presidenza italiana in questo momento è certamente quello delle regole economico finanziarie, della politica monetaria e dell'applicazione di margini più o meno ampi di flessibilità alle norme previste dal fiscal compact. Dopo il discorso di Mario Draghi di fronte agli altri banchieri centrali del pianeta si è aperto un acceso dibattito sulla politica della BCE e certamente molti occhi saranno puntati su Francoforte per la riunione mensile del Board della Banca Centrale in calendario giovedì 4 settembre. A livello politico, si studiano varie ipotesi ma tutto resta condizionato da un lato dal completamento delle nomine della nuova squadra dei commissari, previsto per la prossima settimana con, forse, uno sdoppiamento delle attuali competenze del commissario all'economia e finanze per contentare i francesi senza scontentare troppo i "rigoristi', e dall'altro all'avallo politico dei leaders europei ed in particolare dell'"azionista di maggioranza", che non a caso sostiene per la presidenza dell'eurogruppo il ministro dell economia spagnolo con l'impegno di persistere nella linea politica seguita sin qui. Il dibattito è comunque avviato, ne parlerà il PE e lo affronterà il Consiglio Ecofin del 13 settembre. Con la deflazione alle porte, l'economia ai minimi e almeno un altro grande paese, la Francia, in grande difficoltà la linea del "business as usual" non è oggettivamente sostenibile. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Buona ripresa a tutti ! Dopo un mese di chiusura o di attività molto ridotta, le Istituzioni europee riprendono da oggi il lavoro a pieno ritmo, e le agende sono già molto piene: mentre il Presidente designato Juncker, dopo il Consiglio europeo di sabato (per i particolari rimando all’articolo sotto), potrà cominciare a ragionare sui singoli portafogli, molti Ministri italiani, a cominciare da Federica Guidi, saranno impegnati nelle varie commissioni parlamentari a Bruxelles, per illustrare le priorità della Presidenza italiana. Occhi puntati quindi sul Parlamento europeo, dove si riuniscono le commissioni parlamentari. Tra i punti all’ordine del giorno, segnalo:
Infine, segnalo che durante l’estate la Commissione europea ha aperto una consultazione sulla proprietà intellettuale, alla quale potrebbe essere interessante partecipare. Matteo Borsani |
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Accade all'UE n. 228
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione "documenti" il n.228 de "Accade all'UE" di cui si riporta qui di seguito "La settimana".
La settimana dall'8 al 15 settembre Questa settimana sono pochi gli eventi da segnalare: al Parlamento europeo si riuniranno i gruppi politici per preparare la plenaria di settimana prossima, che comunque avrà un’agenda ufficiale “leggera” e sarà utilizzata in realtà piuttosto per preparare le audizioni dei candidati commissari, previste (per ora) per la settimana a cavallo tra settembre e ottobre. Il prossimo 12 settembre si riunirà l’Eurogruppo il quale affronterà, oltre alla situazione riguardante lo stato dell’arte dei piani di aggiustamento di Grecia e Cipro, anche la situazione economica della zona euro. I ministri delle finanze della zona euro avranno poi una discussione sulle riforme volte a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e alla promozione della crescita e della creazione di posti di lavoro. Infine, l’8 e il 9 settembre si terrà a Bruxelles il sesto forum sulla coesione, con un focus sulla crescita e l’occupazione.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 230
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 230, di cui riportiamo di seguito l'editoriale e la settimana.
All'ordine del giorno il tema del rilancio della competitività delle imprese europee attraverso una serie di misure, da tempo preconizzate da Confindustria e BusinessEurope, per far sì che questo obiettivo possa essere presente in ciascuna politica settoriale europea. In tale contesto è prevista una presentazione da parte della Commissione delle due Relazioni sulla competitività, che sarà seguita da un dibattito tra i Ministri sulla base del "discussion paper" fatto circolare dalla presidenza italiana. Gli Stati membri saranno invitati ad indicare le questioni orizzontali e settoriali chiave in cui sono necessari interventi tesi a sostenere l'integrazione della competitività, attraverso tutte le politiche dell'Unione, allo scopo di rafforzare la competitività e la crescita dell'industria europea, e ad adottare le Conclusioni del Consiglio in merito. Tra le questioni sul tappeto figurano: le problematiche generali aventi un impatto sulla competitività dell'industria europea e le possibili azioni volte ad aumentare il livello di industrializzazione all'interno dell'UE; le modalità per assicurare un effettivo mainstreaming di tutte le politiche europee che hanno un impatto sulla competitività industriale; il rafforzamento dei meccanismi di governance per la gestione e il monitoraggio delle riforme strutturali nell'ambito della competitività e dell'economia reale. Le conclusioni del Consiglio, molto dibattute in questi giorni dagli esperti nazionali in vista dell'esame finale dei Ministri, sono importanti perche dal grado di ambizione che avranno dipende l'influenza che questo passaggio potrà avere sulle successive delibere a livello di capi di Stato e di Governo e dell'azione della nuova Commissione Juncker.
Il botta e risposta di Draghi e Merkel
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 22 al 26 settembre
Questa settimana si riuniscono a Bruxelles le commissioni parlamentari. Alla commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON) si terrà il dialogo economico con il governatore della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi e con il commissario per il Mercato interno, Michel Barnier. In commissione Ambiente, verrà votata una mozione, proposta da un deputato del gruppo dei Verdi, volta a bocciare la proposta della Commissione con l’elenco dei settori e dei sottosettori che beneficeranno delle quote gratuite a norma della Direttiva 2003/87/CE (ETS). Inoltre, in commissione Giuridica (JURI) si discuterà la proposta di modifica del Regolamento sul marchio comunitario, mentre in commissione Mercato Interno (IMCO) si completerà il ciclo di presentazioni delle priorità della Presidenza italiana, con i Sottosegretari Vicari e Gozi. Per quanto riguarda la Commissione europea, il presidente Josè Manuel Barroso e l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Catherine Ashton, saranno in visita negli Stati Uniti per la 69esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In Canada si terrà, invece, il Summit Canada-UE. In ultimo, ma non per ordine di importanza, il 25 e il 26 si riunirà a Bruxelles il Consiglio Competitività. Tra i punti in agenda, si segnala il dibattito sulle questioni orizzontali in cui sono necessari interventi tesi a sostenere l'integrazione della competitività attraverso tutte le politiche dell’Unione, allo scopo di rafforzare la competitività e la crescita dell’industria europea, e ad adottare le Conclusioni del Consiglio in merito. Inoltre, i Ministri avranno uno scambio di opinioni sulla consultazione della Commissione europea sulle indicazioni d’origine geografiche dei prodotti non alimentari.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 231
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione "documenti" la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 231, di cui riportiamo di seguito l'editoriale e la settmana.
Settimana della verità per i commissari designati
Durerà dal 29 settembre al 7 ottobre il periodo in cui il Parlamento europeo "esaminerà" i ventisette commissari designati, in vista del voto di fiducia sul nuovo collegio previsto, fino a nuovo ordine, mercoledì 22 ottobre p.v. a Strasburgo. Ogni commissario deve sottoporsi alle domande dei membri delle commissioni parlamentari rilevanti per il suo portafoglio e, come si sa, in passato non sono mancate le bocciature, più o meno clamorose, come quella di Rocco Buttiglione nel 2004. E, in effetti, alcuni candidati sono "a rischio", come la slovena Alenka Bratušek, accusata di essersi "autocandidata" negli ultimi giorni del suo mandato come primo ministro, prima di perdere le elezioni, o l’ungherese Tibor Navracsics per scarsa sensibilità al portafoglio che gli verrebbe affidato, e altri ancora. È probabile però che prevalga un gentlemen’s agreement per far sì che la Commissione Juncker possa effettivamente insediarsi il 1 novembre e mettere fine all’interminabile momento di passaggio che da sei mesi condiziona le Istituzioni europee. È evidente infatti che anche una sola bocciatura ritarderebbe questo momento e, con esso, la prima risposta che è legittimo ora aspettarsi da Jean Claude Juncker riguardo l’orientamento che intende dare al suo mandato. In particolare molti parlamentari europei interrogheranno i Commissari – e così indirettamente Juncker – sul famoso fondo di 300 miliardi destinati a rilanciare l’economia attraverso un ambizioso programma di investimenti pubblico-privati. Come sarà finanziato? Con fondi "freschi" o con un reimpiego di fondi esistenti? Quale sarà la quota di finanziamento pubblico? Quale sarà la destinazione di tali somme, la loro ripartizione "nazionale", il loro valore aggiunto, eccetera? Ecco la domanda che, accanto alle moltissime altre che verranno sottoposte, diventa cruciale per il voto di fiducia che necessita del concorso massiccio almeno dei membri del PPE e del Partito Socialista europeo, sapendo che i due partiti e i loro leader parlamentari, il tedesco Manfred Weber e l’italiano Gianni Pittella, hanno sui 300 miliardi idee non esattamente uguali. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 29 settembre al 3 ottobre
Tutta la settimana avrà come centro di interesse il Parlamento europeo, dove, come riportato nell’editoriale sopra, i candidati commissari saranno “interrogati” dai deputati europei, che poi decideranno se confermare la loro fiducia nella Commissione Junker nel suo complesso.
Non si tratterà di una passeggiata: ogni audizione durerà tre ore, con oltre quaranta interventi da parte dei deputati, ed altrettante risposte da parte dell’interrogato. Per il resto, si segnala la riunione informale dei ministri delle telecomunicazioni, a Milano, per parlare di internet governance.
Infine, si segnala che settimana scorsa la Commissione ha presentato la nuova proposta di revisione delle emissioni delle macchine agricole e forestali (NRMM), che sarà discussa da Parlamento e Consiglio. Per maggiori informazioni, cliccare qui.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 232
Matteo Carlo Borsani
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Francia – Germania: rien ne va plus ? Mentre Angela Merkel si prepara a ricevere in pompa magna il Primo ministro cinese - accompagnato da ben tredici ministri! - a Berlino questa settimana, a conferma della solidità dei rapporti fra i due Paesi e del posizionamento "globale" della Germania, il tradizionale e sin qui granitico asse franco – tedesco si incrina pericolosamente. Il condominio creato negli anni con la storica riconciliazione voluta da De Gaulle e Adenauer poggiava infatti su un postulato giunto ormai al termine: sul principio cioè che la Francia avrebbe assunto la leadership politica europea "sdoganando" l’economia tedesca e permettendole di crescere all’ombra della "grandeur" francese. Dopo la riunificazione tedesca che ha fatto venir meno l’importanza della "force de frappe" nell’equilibrio fra i blocchi successivo alla Guerra Fredda, e a seguito delle riforme economiche di Schröder, la situazione pero’ è rapidamente mutata e oggi è la Germania ad essere l’Asso pigliatutto europeo, diventando altresì l’interlocutore privilegiato in assenza di una vera unità del continente, dei BRICS e degli altri Paesi emergenti. E la Francia, che si sente in declino politico, economico e finanziario, si confronta inevitabilmente con la buona salute della sua controparte. Ed è così che si alimenta il nazionalismo revanscista implicito o esplicito incarnato da Marine Le Pen che è la forma ideologica di questo sentimento di declino che sembrano impotenti ad arrestare i dirigenti politici tradizionali, di destra e di sinistra, tutti usciti peraltro dalle stesse "Grandes Ecoles" parigine. Così va interpretata la sfida lanciata a Bruxelles, e quindi direttamente alla "professoressa" Merkel – come l’ha implicitamente definita Matteo Renzi – da un governo socialista francese confrontato ad una situazione economica paragonabile, mutatis mutandis, a quella italiana e alle prese con dei sondaggi di popolarità disastrosi per il presidente Hollande e per l’intero governo, continuamente minacciato di implosione a sinistra. Il problema di come affrontare la sfida sul Fiscal Compact è quindi molto più complesso del semplice calcolo contabile per sapere se la Francia – come pure l’Italia – debba essere messa unicamente in mora, o debba vedersi comminata la "multa" prevista dalle regole europee in caso di pervicace e continuata violazione della norma, ma investe direttamente il rapporto franco – tedesco e in definitiva l’assetto politico complessivo. Non tenerne conto, nelle prossime settimane, puo’ rinforzare i sentimenti antieuropei e determinare conseguenze a termine molto rilevanti per il proseguimento del progetto europeo basato proprio, sin qui e che lo si voglia o no, sull’asse franco-tedesco. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 6 al 10 ottobre Questa settimana proseguiranno le audizioni dei commissari designati di fronte alle commissioni parlamentari di competenza dei rispettivi portafogli. In attesa del verdetto finale dei deputati, possiamo già fare un parziale bilancio di quanto accaduto finora. Infatti, ben cinque candidati commissari sono stati messi in difficoltà dai deputati, e per loro il semaforo verde non è ancora scattato. Di questi, tre commissari sono stati invitati a rispondere a domande scritte da parte delle commissioni parlamentari competenti. Si tratta di Vera Jourová (Repubblica Ceca), commissario designato per la Giustizia, Consumatori e parità di genere, Jonathan Hill (Regno Unito) per la Stabilità finanziaria, Servizi finanziari e Capital markets, e Tibor Navracsics (Ungheria) commissario designato per Cultura, la Cittadinanza e i Giovani. Ci sono problemi anche per la conferma di Pierre Moscovici (Francia) al portafoglio per Affari economici e finanziari, Fisco e Unione doganale. Inoltre, l’inglese Jonathan Hill sarà nuovamente sentito martedì in audizione dalla commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON). Infine, Il commissario designato per il Clima e l’Energia, lo spagnolo Miguel Arias Canate, sta attendendo invece il risultato dell’analisi del suo portafoglio finanziario da parte della commissione Giuridica (JURI), a seguito delle critiche personali che gli erano state rivolte in audizione. Questa settimana saranno ascoltati i Vice presidenti, tra i quali l’italiana Federica Mogherini (lunedi’ 6 nel tardo pomeriggio). Il calendario prevede inoltre che martedì 7 ottobre, Jean Claude Juncker incontri i coordinatori dei gruppi politici per discutere delle audizioni dei commissari designati, mentre giovedì 9, i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo daranno il loro verdetto finale in merito. Per quanto riguarda il Consiglio, il 6 ottobre si riunirà il Consiglio informale energia, a Milano, mentre l’8 ottobre si riunirà a Lussemburgo quello Trasporti, Telecomunicazioni ed energia. Si segnala, infine, che mercoledì 8 sarà presentata alla stampa una brochure di BusinessEurope sulla proprietà intellettuale. Con l’occasione sarà annunciato il lancio di una campagna di informazione e sensibilizzazione delle istituzioni europee sull’importanza della proprietà intellettuale (in tutte le sue forme, dal brevetto al diritto d’autore) e della lotta alla contraffazione e alla pirateria.
Matteo Carlo Borsani
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Accade all'UE n. 233
Matteo Carlo Borsani
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Nella sezione documenti si pubblica la dichiarazione congiunta del Bilaterale di Bolzano e l'ACCADE n. 233 , di cui si riporta di seguito l'editoriale e la settimana.
I conti dei Paesi membri all’esame dell’Unione europea
Come previsto dal calendario europeo, entro mercoledì 15 ottobre i governi dei Paesi della zona Euro devono presentare alla Commissione le rispettive bozze di legge di stabilità per sottoporsi all’esercizio di coordinamento delle politiche economiche che è una delle regole di governance europea adottate a seguito della crisi. Come è emerso nel dibattito degli ultimi giorni, questo passaggio per alcuni Paesi rischia di essere più importante della stessa procedura parlamentare per la converione in legge. In Belgio addirittura la laboriosa composizione del nuovo governo, che ha preso funzione sabato scorso, è stata accelerata proprio in vista di tale scadenza. Come si sa, sono le prospettive economiche e le misure previste dai governi di Francia e Italia a destare le maggiori preoccupazioni, che avranno i loro riflessi nelle discussioni del Consiglio ECOFIN di questo lunedì e martedì. Se il governo Valls confermerà quanto annunciato, e cioè di non rispettare il cronoprogramma previsto per il rientro del deficit, e quello italiano, pur mantenendosi a pelo sotto o poco al di sopra della fatidica soglia del 3%, ribadirà il rinvio del pareggio strutturale chiesto per il 2015 al 2017, si apriranno due possibili scenari. Lo scenario più rigorista prevede, a norma dei trattati, il diritto-dovere della Commissione – regole vigenti alla mano – di bocciare quanto trasmesso dai governi, invitandoli a riformulare le proposte. In questo caso, e paradossalmente, sarebbe la Commissione uscente, mercoledì 29 o giovedì 30 ottobre, ad emettere tale verdetto. Lo scenario più "realista" potrebbe comportare viceversa una disamina più indulgente delle situazioni Paese, anche alla luce – specie nel caso italiano – dei cantieri di riforma aperti, e rinviare il giudizio definitivo alle successive scadenze istituzionali, che prevedono indicazioni di correzione e moniti, ma non bocciature secche, lasciando il compito al nuovo collegio, sotto presidenza Juncker, che dovrebbe insediarsi ai primi di novembre. Un rigido braccio di ferro, in un momento in cui marca il passo anche l’economia tedesca, proprio per difetto di liquidità, rischia di avere pesanti conseguenze, anche politiche. Allo stesso tempo c’è chi, l’arcigno Ministro dell’economia tedesco Schäuble in testa, paventa che l’allentamento delle maglie può condurre alla vanificazione del principio stesso di governance condivisa. In questo difficile puzzle si inserisce il tentativo italiano di ottenere lo scorporo, in tutto o in parte, del cofinanziamento dei fondi strutturali dal calcolo del deficit, liberando così risorse significative per poter sfruttare a pieno il fondo di coesione europeo. Venerdì 10 ottobre i ministri europei competenti ne hanno discusso in una riunione presieduta dal Sottosegtetario Delrio, facendo un primo passo avanti in questa direzione, anche se una decisione definitiva dovrà essere presa dal Consiglio europeo. Siamo insomma solo all’inizio di una battaglia politico – diplomatica complessa che, proprio sotto presidenza italiana, potrebbe avere una sua conclusione, in un senso o nell’altro.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 13 al 17 ottobre Settimana apparentemente calma a Bruxelles, dove si riuniscono i gruppi politici per preparare la plenaria di settimana prossima, che dovrebbe avere il suo centro nel voto, previsto per il 22 ottobre, sulla nuova Commissione europea. Gli eco delle audizioni parlamentari terranno quindi ancora banco, con un’attenzione particolare alle questione del cambiamento della commissaria slovena, che dovrebbe essere ascoltata dai deputati il 21 ottobre. Nell’eventualità (che molti considerano più teorica che pratica) che anche questa audizione dovesse andare male, comporterebbe lo slittamento del voto sulla Commissione. Guardando, invece, al Consiglio, si riuniranno in Lussemburgo i Ministri delle finanze, anche per preparare il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre pp.vv. e il Consiglio Occupazione, che dovrebbe raggiungere un accordo politico sull’istituzione di una piattaforma europea per la cooperazione contro il lavoro sommerso. Last, but not least, il 15 e il 16 ottobre si svolgerà a Milano il Business Forum Europa – Asia, con oltre 800 partecipanti.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 234
Matteo Carlo Borsani
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Di seguito si pubblica l'editoriale e la settimana dell'ACCADE all'UE n. 234, mentre nella sezione "documenti" si pubblica la versione integrale.
Al via la Commissione Juncker Dopo le ultime tribolazioni, il Parlamento europeo dovrebbe accordare la sua fiducia al nuovo collegio dei commissari presieduto da Jean-Claude Juncker questo mercoledì 22 ottobre. In effetti la sostituzione della slovena Bratusek e il lieve rimaneggiamento nell’attribuzione delle cariche che ne è conseguito, non ha dato luogo ad ulteriori strascichi, perchè la volontà di tutti è ormai quella di completare rapidamente la definizione dell’assetto istituzionale europeo per i prossimi cinque anni.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 20 al 24 ottobre Al centro dell'attenzione del mondo delle istituzioni comunitarie questa settimana ci sarà Strasburgo, dove si riunirà il Parlamento europeo in Sessione plenaria.
In primo luogo, lunedì sarà ascoltata dalla commissione Trasporti la nuova candidata commissaria slovena, Violeta Bulc, che dovrebbe avere, appunto, il portafoglio per i Trasporti, e il candidato alla Vice presidenza della Commissione Maros Sefcovic, che dovrebbe avere la delicata responsabilità per il Mercato unico dell'energia. Se i deputati saranno convinti dalle due prestazioni, il Parlamento darà il via libera definitivo alla Commissione Juncker mercoledì.
Si segnala, inoltre, che il 20 e il 21 si terrà a Bruxelles la quarta edizione della conferenza europea sui cluster industriali, che in questa edizione avrà un'attenzione particolare al ruolo delle PMI.
Infine, si segnala che il 15 ottobre si sono aperti i bandi europei per il programma Horizon 2020 relativi alla tematica ICT. Per maggiori dettagli si rinvia all'apposita sezione.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 235
Matteo Carlo Borsani
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L’Italia fra stress test e parametri europei Settimana di fuoco per lo stato di salute dell’economia italiana e le prospettive del bilancio pubblico. Al Consiglio europeo Renzi ha scelto di “mostrare i muscoli” a Bruxelles con dichiarazioni roboanti e ad effetto sulla euroburocrazia che gli hanno consentito di chiudere poi la partita (con uno sforzo aggiuntivo non indifferente di oltre quattro miliardi ma sempre inferiori a quanto atteso inizialmente), invocando lo sforzo sul fronte delle riforme e l'esistenza delle cosiddette “circostanze eccezionali” per ottenere i margini di flessibilità concessi dalle norme UE di bilancio, la cui applicazione all’Italia era tutt’altro che scontata. Il braccio di ferro con l’Europa, in cui si sono inseriti seppur indirettamente gli esiti degli stress test bancari che hanno mostrato uno stato di sofferenza del nostro sistema, era e resta tutt’altro che semplice anche perché si è visto da subito che non si è creato affatto un fronte “pro crescita” capitanato da Francia ed Italia e Hollande si è ben guardato da un’alleanza che avrebbe compromesso l’asse franco-tedesco, al di là delle divergenze sempre più evidenti fra i due paesi sia dal punto di vista politico che economico. La Francia, che partiva da una posizione di partenza più debole di quella italiana, ha negoziato con Bruxelles passando da Berlino per suo conto e spera anch’essa di cavarsela mediante un ulteriore e non scontato sacrificio sull’altare dell’obiettivo del 3% di deficit. La partita, i cui primi esiti si sapranno già il 29 ottobre, è dunque aperta e una sua conclusione “positiva” per i due paesi più in difficoltà, può essere vista come un timido passo avanti verso la presa in considerazione del fatto che solo se si consente di abbinare giudiziosamente politiche di riforma strutturali e di cambiamento con misure volte a rilanciare i consumi e la crescita si evita l’immagine di un’Europa sempre più percepita come lontana dai cittadini col risultato di accrescere i consensi dei movimenti anti UE. Da questo punto di vista il modo maldestro con il quale sono stati squadernati gli aggiustamenti del conteggio del PIL e le loro ripercussioni per il contributo da versare alle casse dell’Unione non è stato esattamente una buona mossa, offrendo in particolare a David Cameron un formidabile assist per reiterare ad uso interno il celebre “I want my money back”, pur diversamente declinato.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 27 al 31 ottobre La settimana brussellese si presenta tranquilla: il Parlamento europeo è chiuso per le festività di inizio novembre, mentre in Commissione, i vecchi Commissari finiranno di fare le valige, per fare posto ai nuovi, che occuperanno gli uffici da lunedì 3 novembre. L’unica istituzione europea “in funzione” durante questa settimana sarà quindi il Consiglio. In particolare,il 28 ottobre si riunirà in Lussemburgo il Consiglio Ambiente, che discuterà le modifiche alle Direttive sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi, e adotterà il proprio contributo alla prossima conferenza sul cambiamento climatico che si terrà a Lima.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE all'UE n. 237
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 237, di cui di seguito l'editoriale e la settimana.
Settimana non proprio serena per il Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, inseguito dalle polemiche per il suo ruolo di primo ministro di lungo corso (quasi vent’anni) del Lussemburgo e dalla sapiente trasformazione del piccolo stato in vero e proprio paradiso fiscale protetto dalle norme europeo che in materia prevedono l’obbligo dell’unanimità per qualsiasi forma di armonizzazione. Ed è inutile sottolineare le volte in cui proprio il Lussemburgo vi si è opposto con forza. Pur se il tutto era ampiamente noto, l’inchiesta – partita forse non a caso da Londra e cioè dalla capitale del paese che si è opposto fino in fondo alla nomina di Juncker – ha fatto rumore anche perché la commissaria europea alla Concorrenza ha aperto un fascicolo sulla vicenda e perché proprio da Juncker sono venute in questi giorni le parole più severe sull’esigenza di rispettare rigore e disciplina di bilancio, pur coniugate con gli stimoli alla crescita. E’ probabile che alcune forze politiche del PE continueranno a chiedere spiegazioni e ragguagli in occasione della “mini-plenaria” di questa settimana, che vedrà anche la presenza di Beppe Grillo a Bruxelles. Conti italiani Continua l’altalena sulla valutazione dei conti italiani per il definitivo via libera alla legge di stabilità previsto dalle regole del semestre europeo. Dopo il nihil obstat dello scorso 29 ottobre – ottenuto dal governo Renzi dopo il braccio di ferro con Bruxelles e la mediazione per innalzare comunque il volume della manovra di 4,5 miliardi-, che tuttavia era limitato alla “non bocciatura”, nella valutazione di merito la Commissione europea lascia trasparire che possano esserci in ultima istanza altre richieste all’Italia. Richieste aggiuntive, ritenendo insufficiente lo sforzo promesso. In termini contabili e in punta di penna, se la Commissione applica alla lettera quanto previsto dal Fiscal Compact e dagli altri strumenti di governance economica, non vi è dubbio che la manovra italiana non corrisponda alle aspettative. Se viceversa si prendono in esame le condizioni economiche complessive che anche per il 2014 vedono l’Italia in recessione e quindi le cosiddette “circostanze eccezionali” invocate dal governo, nonché le riforme annunciate dal governo il discorso cambia e la valutazione, sul piano politico, potrebbe e dovrebbe essere diversa. La partita è aperta e, a livello della Commissione, si giocherà entro fine mese, per poi passare al vaglio dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona.
Gianfranco Dell’Alba La Settimana La settimana avrà come centro di interessi il Parlamento europeo, non tanto per la mini-plenaria (la legislatura è iniziata da poco tempo e i voti sono ancora pochi) quanto per le riunioni delle commissioni parlamentari, ormai entrate nel pieno della loro attività. Particolarmente carica l’agenda della commissione Affari giudici, dove si discute per la prima volta la proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti, e dove si parlerà molto di proprietà intellettuale, essendoci tra i punti all’ordine del giorno sia la direttiva sui segreti commerciali che un’audizione sul copyright. In commissione Ambiente, invece, si terrà uno scambio di vedute sulla proposta di regolamento sulla riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli da strada. Si segnala, inoltre, che il 12 novembre si terrà il primo trilogo (riunione tra Consiglio, Parlamento e Commissione) per cercare di trovare un accordo sull’importante proposta che riguarda la revisione del regolamento sul marchio comunitario.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE all'UE n. 239
Matteo Carlo Borsani
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Nella sezione documenti si pubblica l'ACCADE all'UE n. 239, di cui di seguito l'editoriale e la settimana.
Piano Juncker e conti dell'Italia
Secondo le ultime voci, la montagna dovrebbe partorire un topolino, con poco più di 20 miliardi di fondi pubblici (già esistenti) suscettibili, secondo i tecnici della Commissione europea, di mobilitare attraverso un effetto leverage i famosi 300 miliardi, per lo più provenienti da capitale privato.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 24 al 28 novembre Il centro della settimana sarà il Parlamento europeo dove il punto all'ordine del giorno maggiormente atteso è il discorso di Sua Santità Papa Francesco davanti alla Plenaria. È la seconda volta che un Sommo Pontefice si rivolge direttamente ai deputati europei, il primo fu Papa Giovanni PaoloII, 26 anni fa.
Inoltre si segnala all'ordine del giorno la risoluzione sul mercato unico digitale.
Per quanto riguarda la Commissione , il punto principale sarà la presentazione del piano Juncker che dovrebbe contenere 300 miliardi di euro, inoltre il President Juncker dovrà fare fronte a una mozione di sfiducia davanti al Parlamento europeo che sarà votata giovedì e che, sebbene abbia ben poche possibilità di essere approvata, sicuramente costituisce un campanello di allarme importante per l'Esecutivo comunitario, ancora incerto nel muovere i primi passi.
Per il Consiglio si segnala la riunione del Consiglio Telecomunicazioni, durante la quale i Ministri saranno chiamati ad adottare le conclusioni sulla governance di internet. In agenda anche la discussione della proposta di modifica del quadro normativo UE per le telecomunicazioni, e il miglioramento dell’accessibilità di internet.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 241
Matteo Carlo Borsani
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I conti dell’Italia : la battaglia delle cifre continua
Il "via libera" ai conti dell’Italia di appena due settimane fa è stato di corto respiro e ben prima della scadenza di marzo la Commissione europea – e con lei, in modo inusuale, tanto da dover poi fare una mezza marcia indietro, il governo tedesco – ha chiesto a gran voce quell’aggiustamento ulteriore di 5/6 miliardi che l’accoppiata Renzi - Padoan era riuscita a scongiurare nell’iter di approvazione della Legge di stabilità per il 2015. La bilancia tra rigoristi e sviluppisti questa settimana è stata tutta a favore dei primi, anche se l’Eurogruppo, con un occhio ai mercati finanziari più attento di quello dei falchi della Commissione europea, ha smorzato i toni e persino Monti ha alzato la voce per chiedere una riforma delle regole UE su deficit e debito pubblico che rischiano, di questo passo, di stringere in una morsa d’acciaio qualsiasi velleità di far tornare a crescere ed essere competitivo il vecchio continente. Il braccio di ferro tra i due campi continua anche in seno alla Banca centrale europea, dove pare crescere, pur restando ancora minoritario, il fronte che si oppone alla visione di Mario Draghi sul ruolo della Banca stessa nella congiuntura economica europea. Il precipitare della crisi greca infine, con l’annuncio di nuove elezioni, e persino gli alti e bassi della politica svedese, che riporterà alle urne il Paese dopo appena due mesi di vita del minoritario governo uscente, mostrano come il persistere delle scelte seguite sin qui possa condurre a una crescente instabilità politica e sociale, poco propizia a far imboccare all’Europa la definitiva uscita dalla crisi.
Accordo raggiunto in extremis sul bilancio UE In questo quadro, non proprio incoraggiante, si è raggiunto finalmente un accordo per il bilancio dell’Unione europea per il 2015. Una notizia positiva, annunciata dal Ministro Padoan e portata a merito della Presidenza italiana, che tra l’altro sblocca il pagamento delle fatture sospese dell’esercizio in corso per un montante superiore ai 28 miliardi di euro. Inoltre, è stata trovata una soluzione strutturale che permetterà di evitare questi problemi in futuro, e cioè di accumulare ogni anno arretrati non pagati. L’accordo raggiunto è quindi importante per evitare soprattutto che ogni anno si ripeta l’incertezza sui pagamenti e sulla credibilità stessa del bilancio UE che non trasmette esattamente un’immagine positiva dell’Unione europea.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dall'8 al 12 dicembre In attesa dell’ultima Plenaria dell’anno, settimana prossima a Strasburgo, questa settimana in Parlamento europeo l’attività sarà ridotta: i gruppi politici si incontreranno per preparare la Plenaria e tra le poche iniziative segnaliamo l’audizione del gruppo S&D sulla proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti. L’istituzione protagonista della settimana sarà quindi il Consiglio, dove la Presidenza italiana, ormai in scadenza, cercherà di raggiungere il maggior numero possibile di risultati. In particolare, si riuniranno il Consiglio Energia, con in agenda il dibattito politico sul Quadro Clima e Energia al 2030 e l’adozione delle conclusioni sul completamento del Mercato interno dell’energia, e il Consiglio Occupazione e il Consiglio Giovani, Cultura e Sport. Infine, tra i numerosi eventi si segnala che il 10 dicembre Confindustria organizzerà un evento dal titolo “HORIZON 2020: I Partenariati pubblico-privati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Sarà possibile partecipare anche in videoconferenza dalla sede di Roma o da Assolombarda.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 242
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti l'Accade all'UE di questa settimana, di cui si riporta di seguito l'editoriale e la settimana.
Si moltiplicano gli attacchi alla “tenuta” economica del nostro paese e i moniti a rimboccarsi le maniche sulle riforme con minacce neanche tanto velate di non voler fare altri “sconti” all’Italia. Non è passato giorno nell’ultima settimana senza che questo concetto fosse ribadito ora da Juncker, con qualche tracotanza, ora da Katainen o da Moscovici e per ultimo dal governatore della Bundesbank, Weidmann, con un’intervista a gamba tesa su “Repubblica”. Non è esattamente un buon viatico per la fine della Presidenza italiana, tanto che all’ultimo consiglio Ecofin della settimana scorsa il Ministro Padoan è dovuto restare sulla difensiva anche sullo spinoso -e ad oggi congelato- argomento dello scorporo degli investimenti dal calcolo di deficit / debito ai fini dell'applicazione del Patto di Stabilità. Si ha l’impressione che, anche a causa della crisi greca, ci sia qualche pentimento sul via libera concesso all’Italia sulla legge di stabilità 2015 e si abbia l’intenzione di voler stringere la cinghia già a marzo prossimo. Nel mirino anche la strategia del Presidente BCE sul quantitative easing che, maggioritaria al Consiglio di Amministrazione della Banca centrale, incassa molti distinguo non solo dai banchieri, ma anche dal mondo politico. E meno male che Draghi c’è. Importante su questo tema l’appuntamento del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre, tappa finale del semestre di Presidenza italiana. All’ordine del giorno in particolare l’approvazione “politica” del piano Juncker dove alcuni snodi non ancora da sciogliere, prima di avviare le procedure formali di adozione per un avvio effettivo non prima di giugno 2015. Vedremo in quella sede se i margini di manovra si allargheranno o se invece ne uscirà una proposta più restrittiva come sembrano chiedere, incredibile ma vero, alcuni stati membri.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 15 al 19 dicembre La Presidenza italiana ormai volge al termine: quella che si apre il 15 dicembre sarà l'ultima settimana di lavoro delle Istituzioni europee sotto Presidenza italiana. A Strasburgo si riunisce il Parlamento europeo con, all'ordine del giorno, tra l'altro, il voto sulla mozione, approvata in commissione ENVI, che respinge la proposta di Direttiva della Commissione europea che stabilisce i metodi di calcolo e gli obblighi di comunicazione ai sensi della Direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel. Inoltre, il 18 e il 19 si riunirà il Consiglio europeo, durante il quale i Capi di Stato e di Governo discuteranno anche del cd "Piano Juncker" e, ancora una volta, dei margini di flessibilità, che molti vorrebbero restringere (come descritto nell'editoriale di questo numero). Infine, il 17 dicembre si riunisce a Bruxelles il Consiglio Ambiente, durante il quale la Presidenza italiana proverà a raggiungere alcuni importanti risultati; come l'orientamento generale sulla Direttiva sulla limitazione delle emissioni nell'aria di alcuni inquinanti da medi impianti di combustione, e l'accordo politico sulle nuove regole sulle emissioni di CO2 delle navi. In ultimo, mentre l'Accade all'UE sarà pubblicato anche lunedi' prossimo, 22 dicembre, con il resoconto di questa settimana, la pubblicazione di questa rubrica verrà sospesa dopo questo numero. Tornerà con l'Accade all'UE che verrà pubblicato il 12 gennaio 2015. Buone vacanze a tutti!
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 243
Giuliana Pennisi
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Consiglio europeo: ancora un nulla di fatto
Settimana dal 15 al 19 dicembre 2014 L’Accade all’UE di questa settimana, l’ultimo prima della pausa natalizia, rendiconta l’attività delle Istituzioni europee della settimana scorsa.
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ACCADE all'UE n. 245
Giuliana Pennisi
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Anche se la Banca centrale europea e le altre istituzioni comunitarie minimizzano, questa settimana può essere decisiva per il futuro della moneta unica e le prospettive di crescita economica. Infatti, da un lato, giovedì il Board della BCE dovrebbe dare vita al famoso “Quantitative easing”, cioè all’acquisto massiccio di titoli di Stato dei paesi membri e, dall’altro, domenica le elezioni politiche in Grecia costituiranno un test importante perché, come si sa, i sondaggi danno in testa il partito che fa campagna per l’uscita del paese dalla zona euro. Dopo averne parlato da oltre due anni, cosa che da sola ha permesso di calmierare i mercati in momenti di massima tensione e divario di spread, Mario Draghi è deciso a giocare fino in fondo la sua parte, incurante degli attacchi ripetuti che riceve dagli ambienti più conservatori tedeschi e di altri paesi del Nord Europa. Da ultimo, ha dovuto trattare un compromesso per far sostenere alle banche centrali dei singoli paesi una parte degli acquisti dei rispettivi titoli di Stato ed evitare così la temuta totale “mutualizzazione” cosi osteggiata dalla Bundesbank, ma la sostanza non cambia, quella cioè -finalmente- di una robusta iniezione di liquidità per rilanciare la domanda interna e spingere verso l’alto l’economia. Chissà se questo intervento in “zona Cesarini” sarà sufficiente ad orientare il voto greco. È probabile di no, e quindi su quel fronte si dovrà attendere quali saranno gli equilibri politici che usciranno dalle urne. Altro appuntamento importante della settimana è il vertice Merkel-Renzi, in programma giovedì a Firenze, nel quadro della preparazione del G7. Molti i temi che potrebbero utilmente figurare in agenda, dalle modalità di applicazione della flessibilità, all’Unione dell’energia ed alla necessità di garantire condizioni di competitività adeguate per i settori industriali dei due Paesi più esposti al rischio di delocalizzazione, nonché, naturalmente, al tema del made-in, il cui iter, come si sa, è bloccato proprio dal voto tedesco. L’occasione dell’incontro sarebbe proficua proprio per favorire una soluzione e ricercare una via d’uscita sulla base delle soluzioni già individuate dal Governo, ma su cui non vi è stato ancora un confronto con le altre parti interessate. Gianfranco Dell’Alba
La settimana sarà incentrata sui lavori del Parlamento europeo, dove si riuniscono le commissioni parlamentari, con all’odg numerosi dossier di interesse per il mondo industriale.
In primis, si segnala il voto, in commissione Industria, sulla bozza di parere dell’On. Tajani (PPE) sulla Costituzione e funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema unionale di scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra. Per quanto riguarda il Consiglio, in tutte le commissioni parlamentari si presenteranno i vari ministri lettoni, per presentare le priorità della Presidenza, che durerà fino alla fine di giugno 2015. Infine, il 22 gennaio a Firenze si terrà il bilaterale italo-tedesco, alla presenza dei due capi di Governo.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 246
Giuliana Pennisi
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Chi semina vento raccoglie….Syriza
E alla fine La cura della Troika inviata dall’UE al capezzale della Grecia ha in effetti contribuito ad arrestare l’emorragia e a stabilizzare le condizioni del paziente, ma le “controindicazioni” sociali ed economiche per la popolazione sono state così pesanti che il voto a Tsipras è stato una sorta di reazione liberatoria che ha identificato nella sua lista una risposta all’austerity e la speranza di un futuro diverso. Vedremo ora che succederà, e cioè se alla fine si giungerà ad una composizione o a quel braccio di ferro al quale stanno puntando, forse per pretattica, gli ambienti europei più conservatori. Vi è chi ha letto, ad esempio, nelle decisioni sulla flessibilità adottate due settimane fa dalla Commissione una risposta preventiva al successo di Syriza per evitare così che già a marzo la Grecia sia nuovamente bocciata senza pietà a livello europeo. Si apre ora una fase interessante anche per le sue ripercussioni sulla serie di elezioni che avranno luogo durante il 2015 in vari paesi europei, tra cui la Spagna dove, guarda caso, è in testa ai sondaggi il partito-fratello di Syriza, Podemos, anch’esso all’insegna del No all’austerity. Questa settimana si riunisce l’Eurogruppo, vedremo subito all’opera simpatizzanti e avversari di Tsipras. Tensione in Ucraina e mossa europea Solo una settimana fa, con una mossa a sorpresa, Federica Mogherini aveva messo sul tavolo dei ministri degli esteri europei un documento di riflessione in cui auspicava un ripensamento della linea politica assunta sin qui dai 28 e si caldeggiava la ripresa di un dialogo costruttivo con Mosca. Purtroppo, però, anche per la coincidenza con la ripresa delle ostilità, il documento non ha ottenuto il consenso sperato ed è finito, almeno per ora, nel cassetto, mentre ha ripreso vigore l’ala oltransista che chiede nuove e più dure sanzioni, specie dopo i terribili bombardamenti di Mariupol, località strategica perché suscettibile di assicurare un corridoio geografico nei collegamenti con la Crimea. Un vertice straordinario del Consiglio esteri è convocato giovedì. Vedremo cosa accadrà anche in funzione delle mosse che vorrà decidere Washington. Di certo, e nell’immediato, non vi è da aspettarsi nulla che vada nella direzione propugnata solo una settimana fa dall’Alto Rappresentante europeo per la Politica estera e la sicurezza. E probabilmente questo non dispiace troppo al Presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 26 al 30 gennaio 2015 Per la prima volta dalle elezioni europee, questa settimana la sessione plenaria del Parlamento europeo si riunirà a Bruxelles, con all’ordine del giorno, in particolare, il dibattito sul forndo europeo per gli investimenti strategici. E’ facile prevedere, inoltre, che le elezioni greche saranno argomento di discussione nei corridoi, e forse non solo.
Niente di particolare da segnalare per quanto riguarda la Commissione europea, mentre in Consiglio si riunirà l’Eurogruppo e, a seguire l’ECOFIN, con di nuovo all’ordine del giorno la Grecia e la crisi in Ucraina.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 247
Giuliana Pennisi
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L’attualità europea è marcata evidentemente dalle mosse del nuovo Governo greco e dal fitto calendario d’incontri internazionali intrapreso da Tsipras con l’obiettivo di incrinare il consenso esistente – anche se non unanimemente condiviso – riguardo alla governance economica europea. E questa settimana sarà importante, se non decisiva, per le decisioni che, in ultima istanza, saranno assunte sulle numerose richieste greche. Sembrerebbero già formati due campi contrapposti: uno più incline a concedere spazio alle richieste di Atene, anche per confermare la necessità di una interpretazione più politica e attenta alle difficoltà del momento delle regole in vigore e l’altra più arroccata a difesa del rispetto degli impegni assunti, per timore che ciò che sarà concesso alla Grecia domani potrà essere richiesto da altri Paesi. Quello che è certo è che non è più in causa il cosiddetto Grexit, e cioè l’uscita della Grecia dall’Euro o dalla stessa Unione europea, ipotesi respinta dall’80% dei cittadini secondo un recente sondaggio. E quello che è certo, altresì, è che comunque vada a finire sarà difficile che sia ancora la Troika europea a decidere delle scelte economiche del nuovo Governo. Una soluzione di compromesso accettabile per tutti è necessaria, anche alla luce delle prossime scadenze elettorali europee che vedranno il rinnovo dei Parlamenti di diversi Paesi come, ad esempio, la Spagna, dove la formazione più vicina a Syriza, Podemos, è nei sondaggi il primo partito.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 2 al 6 febbraio 2015 Sono pochi gli avvenimenti previsti in settimana: il Parlamento europeo sarà concentrato sulla preparazione della prossima plenaria di Strasburgo, e quindi si riuniranno i gruppi politici e non le commissioni parlamentari, con l’eccezione della commissione ECON, dove si terrà un dibattito sull’evasione fiscale (si ricorda che la fiscalità è competenza esclusiva degli Stati membri).
Per quanto riguarda la Commissione, il collegio si riunirà in una località fuori Bruxelles, in “conclave” per discutere di strategie e metodi di lavoro: una riunione ritenuta necessaria date le molte incognite che ancora rimangono irrisolte rispetto alla nuova struttura gerarchica della Commissione e al suo funzionament Infine, rispetto al Consiglio, venerdì si terrà a Riga un convegno sul mercato unico dell’energia.
Matteo Borsani |
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Accade all'UE n. 253
La sfida del TTIP, il Consiglio europeo
Giovedì prossimo nuova riunione a Bruxelles dei Capi di Stato e di Governo europei. Sul piatto vari dossier dall’Unione dell’energia alla sfida terrorista, l’Ucraina, la Libia, lo stato dei rapporti col Governo greco, il TTIP.
Un contesto ancora incerto per quanto riguarda cosa emergerà dall’incontro, proprio nel momento in cui sono riunite - per la prima volta da anni – condizioni ideali per il rilancio della crescita.
Ma pesa su tutto la difficoltà a trovare la quadra con il Governo Tsipras, che sta provocando tra l’altro una spaccatura in Germania, con il ministro Schauble sempre più intollerante e la Merkel a soffiare sul fuoco tanto da invitare a Berlino il leader greco per spegnere l’incendio e provare a trovare una soluzione.
In questo contesto, che prevede domenica prossima elezioni amministrative francesi molto importanti per lo “stato di salute” del Governo socialista in carica e che potrebbero vedere Marine Le Pen in testa in termini di voti percentuali, se non in seggi, l’altro avvenimento rilevante della settimana è l’incontro a Bruxelles, venerdì, fra la Commissaria al Commercio Cecilia Malmstrom e il Capo negoziatore americano Michael Froman riguardo il TTIP, il progetto di trattato tra Europa e Stati Uniti.
Partito in sordina, e in modo poco trasparente, il negoziato commerciale più ambizioso mai tentato dall’Unione europea è finito per diventare, in vari Paesi membri dell’UE, il nuovo “nemico da abbattere” tanto che a difenderne la valenza positiva anche come “benchmark” per ogni futuro accordo di questo tipo è dovuta scendere in campo nei giorni scorsi la Cancelliera Merkel in persona, - ancora lei – anche perché proprio dalla Germania spirano i venti più contrari a qualsiasi intesa con gli americani.
Ma mentre questi ultimi negoziano su più tavoli – ad esempio per un accordo simile con i Paesi dell’area del Pacifico – gli europei hanno pochi colpi in canna, per così dire, avendo anche per ora congelato ai minimi livelli i loro rapporti con la Russia.
Un accordo transatlantico globale stabilirebbe le regole del gioco per tutti, generando benefici che, negli scenari più ambiziosi, tutti gli istituti di ricerca giudicano significativi, segnatamente per il nostro Paese, ma le cose non sono in effetti così semplici a livello emotivo da un lato e negoziale dall’altro.
Alcune cose che chiedono gli americani fanno storcere la bocca a molti, mentre altre rivendicate dagli europei difficilmente saranno avallate da Washington, pur se paradossalmente Obama ha le mani più libere ora, con un Congresso dominato dai rivali repubblicani, che quando era sotto controllo democratico.
L’obiettivo di “portare a casa qualcosa” entro il 2015 è ambizioso, ma perseguibile a condizione di avere una delibera del Congresso americano che affidi maggiori poteri negoziali all’Amministrazione USA e di un voto senza troppi “veti” preventivi del Parlamento europeo.
Importante sarà da questo punto di vista la posizione finale del gruppo socialista e democratico del PE, diviso fra convinti -pur con qualche distinguo- e contrari in modo quasi ideologico e che rischiano di favorire il fronte variegato che a vario titolo si oppone “senza se e senza ma” con motivazioni anche molto diverse, ad un accordo con gli americani.
La partita entra nel vivo. Staremo a vedere.
Gianfranco Dell'Alba
La Settimana
Durante questa settimana si riuniscono i gruppi polici, ma lunedi’ e martedi’ anche alcune commissioni parlamentari di interesse per l’industria. E’ il caso in primis della commissione INTA, dove sarà discusso il progetto di relazione dell’on. Lange (S&D, Germania) sul negoziato di libero con gli Stati Uniti. Il giorno successivo, sempre in INTA si parlerà del dossier “conflict minerals” che continene alcune proposte ad alta sensibilità politica.
Inoltre, il 18 marzo la Commissione dovrebbe presentare il cd “Pacchetto trasparenza” in materia fiscale, per migliorare la cooperazione tra Stati membri in materia fiscale.
Infine, per parlare anche un po’ “di noi” segnalo che lunedi’ e martedi’ la Delegazione di Bruxelles ospiterà il FORM IN 2015, al quale partecipano 25 giovani neo assunti del Sistema di Confindustria.
Matteo Borsani
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Accade all'UE n. 287Accade all’UE
- Scambio di opinioni con Karmenu Vella, commissario per l'ambiente, gli affari marittimi e la pesca, sul pacchetto sull'economia circolare; - Scambio di vedute con il Commissario UE al Clima e l’Energia Miguel Arias Cañete sull’esito della COP21 sul clima.
Commissione TRAN: - Scambio di opinioni con le parti interessate e la Commissione su Uber. |
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ACCADE all'UE n. 293
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'UE n. 295
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'UE n. 296
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ACCADE all'UE n. 308
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ACCADE all'UE n. 309
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ACCADE all'UE n. 310
Giuliana Pennisi
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Si pubblica nella sezione "documenti" la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 229.
Scozia in o out
Il caso più eclatante è naturalmente quello della Catalogna, dove la settimana scorsa due milioni di persone (su un totale di poco più di sette milioni) hanno richiesto al Governo di Madrid di considerare legittimo il referendum che il potere regionale, la Generalitat, organizza sullo stesso argomento; ma poi ci sono le Fiandre, i Paesi Baschi, nonché le posizioni difese in Italia dalla Lega Nord.
Così sia le proposte avanzate dal Ministro Padoan che l’annunciato disegno franco-tedesco sono rimasti senza un seguito concreto e si tornerà in argomento nelle prossime settimane, anche alla luce dell’annunciato piano Juncker da 300 miliardi. Piano Juncker sul quale a parole sono tutti d’accordo, ma che per i rigoristi si declina solo con un mix di fondi privati e riallocazione di risorse esistenti, mentre per altri è il contenitore a partire dal quale vanno iniettate proporzionalmente risorse nazionali aggiuntive. È su questo scenario che si è inserita la scaramuccia con alcuni esponenti delle istituzioni UE che hanno tirato il freno sulle possibili deroghe da concedere all’Italia o ad altri Paesi in difficoltà, rispetto alle regole del Fiscal Compact. Ad inquietare i leader europei, più che le dichiarazioni di Matteo Renzi, è stato nei giorni scorsi l’annuncio formale della Francia di non avere nessuna intenzione, nell’immediato, di seguire i moniti brussellesi, in particolare per il rientro del deficit pubblico, suscitando con ciò le vivaci proteste proprio dei Paesi che si sono ritrovati sotto procedura forzata in questi ultimi anni e che stanno faticosamente rimontando la china. Sarà questa, verosimilmente, la "madre di tutte le battaglie" del semestre italiano, in attesa della presentazione alla Commissione europea entro il 15 ottobre della legge di stabilità per il 2015, e questo sta condizionando un po' tutto, tanto che è incerta persino la tenuta della conferenza sulla disoccupazione giovanile annunciata tempo fa da Renzi per l’inizio di ottobre prossimo.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 15 al 19 settembre 2014 La settimana sarà caratterizzata dalla Sessione plenaria del Parlamento europeo, che vede all’ordine del giorno l’approvazione dell’accordo di associazione commerciale tra l’UE e l’Ucraina (a seguito della crisi con la Russia, di drammatica attualità) e la presentazione dalla bozza di bilancio generale per il 2015. Inoltre, si segnala una dichiarazione della Commissione sul mercato unico digitale. Inoltre, i deputati europei saranno impegnati a preparare le audizioni dei candidati Commissari, in programma per la settimana a cavallo tra settembre e ottobre a Bruxelles. Da parte del Consiglio, si segnala il Consiglio informale Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia, che si terrà in Italia il 16 e il 17 settembre. La Commissione europea si riunirà presieduta da Barroso si riunirà a Strasburgo, ma non ci sono temi particolari da segnalare, ormai probabilmente dovremo aspettare che entri in funzione il nuovo collegio, il che potrebbe accadere, teoricamente, già all’inizio del mese di novembre.
Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.236
Giuliana Pennisi
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Al via la Commissione Juncker
Ha preso avvio lunedì 3 novembre la nuova Commissione. Il suo Presidente, Jean-Claude Juncker, ha scritto una lettera a tutti gli oltre trentamila funzionari per illustrare i nuovi metodi di lavoro che intende applicare, a partire dalla ripartizione in "clusters" dei commissari sotto l’autorità dei Vicepresidenti.
Il calendario istituzionale ha voluto far coincidere l'insediamento dei nuovi commissari con la pubblicazione delle previsioni economiche d'autunno della Commissione, che fotografano un’Europa in affanno, con stime per tutti - compresa la Germania - al ribasso e che confermano il ritardo in particolare dell'Italia con un meno 0,4 per cento per il 2014.
Non proprio un incorragiamento. E certo un incitamento a agire in fretta sul fronte del piano di investimenti promesso a gran voce da Jean Claude Juncker.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 3 al 7 novembre 2014
Al centro dell’attenzione di chi segue da vicino le istituzioni comunitarie questa settimana ci sarà la Commissione europea. Il 3 novembre, infatti, sarà il primo giorno di lavoro per i nuovi commissari, e mercoledì 5 novembre si riunirà per la prima volta il collegio dei commissari presieduto da Jean-Claude Juncker. Inoltre, martedì 4 la Commissione europea adotterà le previsioni economiche d’autunno. Per quanto riguarda il Parlamento europeo, si riuniranno le commissioni parlamentari: in ECON sarà ascoltato in audizione Danièle Nouy, Presidente del Consiglio di Vigilanza della Banca centrale europea (BCE), mentre in ENVI si terrà un workshop sulla proposta di introduzione di una riserva di stabilità di mercato per il sistema di scambio delle emissioni di CO2. Infine, il Consiglio ECOFIN si riunirà venerdì 7, per discutere le previsioni economiche d’autunno, i risultati degli stress test sulle banche europee e alcuni dossier in ambito fiscale.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.240
Giuliana Pennisi
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Nella sezione documenti si pubblica l'ACCADE all'UE n. 240 di cui qui di seguito si riporta l'EDITORIALE e la SETTIMANA.
Promossa con “debiti”. Così si presenta la situazione dell’Italia nella valutazione della legge di stabilità 2015 da parte della Commissione europea. E’ prevalsa una valutazione “politica” nell’esame dei conti dei vari paesi e non quella strettamente contabile dell’epoca Barroso-Rehn. La sfanga così la Francia, dal 2009 tecnicamente in inflazione, e anche l’Italia, il Belgio e altri paesi. Questo risultato era stato concordato “politicamente” fra Renzi e Juncker già da qualche tempo, ma poi il Commissario Moscovici, nel presentare alla stampa i giudizi definitivi sui vari paesi, ha utilizzato per l’Italia toni assai duri chiedendo a gran voce di ricevere presto “prove” che le riforme annunciate per bilanciare il mancato rispetto del cronoprogramma di rientro previsto per l’Italia saranno effettive entro marzo 2015, in coincidenza con le cosiddette “previsioni di primavera”. Compito non facile alla luce della complessa situazione politica in corso. Offensiva di Cameron sull’immigrazione intra UE Pesante sasso nello stagno quello gettato venerdì 28 novembre dal premier inglese David Cameron a pochi mesi dalle elezioni per determinare il prossimo inquilino di Downing Street. Per arginare il consenso crescente al partito antieuropeo UKIP, Cameron ha chiesto ai partner europei di modificare le regole sulla libertà di circolazione e di stabilimento dei cittadini EU negli altri paesi membri, per limitarne il diritto all’assistenza sociale e sanitaria e implicitamente per limitarne l’accesso tout court assimilandoli ai cittadini dei paesi extra-UE. La mossa di Cameron, criticata dalla Confindustria britannica CBI che ha messo in luce i benefici ottenuti proprio dalla libera circolazione per l’economia insulare, rientra in una strategia complessiva per rivendicare il “rimpatrio” di competenze UE a livello nazionale, come si sente dire dai vari partiti e movimenti che vedono i loro suffragi aumentare all’insegna del “no a Bruxelles”. La sfida è lanciata e sarà interessante capire come reagiranno gli altri Governi europei anche in funzione delle rispettive opinioni pubbliche. Consiglio Competitività Si riunisce il 4 e il 5 dicembre l’ultimo Consiglio Competitività sotto presidenza italiana. Tra i punti all’ordine del giorno il rafforzamento del gruppo ad alto livello incaricato di preparare le riunioni e di monitorare le varie politiche UE alla luce dell’esigenza di assicurare la competitività delle imprese europee – che costituisce una delle richieste fatte da Confindustria per aumentare l’apporto dell’industria nel PIL europeo - e uno scambio di vedute sul Regolamento sulla sicurezza dei prodotti e l’obbligo di indicazione di origine (Made In). Su quest’ultimo punto, bloccato da mesi a livello di Stati membri, l’occasione è decisiva per “riaprire” il tavolo attraverso quell’azione politica chiesta a gran voce da Confindustria e dai settori interessati nelle ultime settimane. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Questa settimana particolarmente caldo, nonostante la stagione, sarà il fronte del Parlamento europeo, dove si riuniranno le commissioni parlamentari. Numerosi i punti di interesse che saranno affrontati, tra tutti segnaliamo la discussione in commissione ENVI del progetto di relazione dell’On. Belet sull’istituzione di una riserva di stabilità di mercato per il sistema di sambio di emissioni di CO2, l’audizione in commissione JURI sulla proposta di Direttiva sui diritti degli azionisti, e l’audizione pubblica della commissione INTA sul commercio di minerali originari di zone di conflitto e ad alto rischio. Dal lato del Consiglio, si riuniscono il Consiglio Competitività, per parlare di politica industriale, di turismo e di politica dello spazio, ma anche di Made In (si veda anche l’editoriale di questo numero), e il Consiglio Giustizia e Affari interni, che discuterà il Regolamento sulla protezione dei dati personali.
Matteo Borsani |
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ACCADE ALL'UE n.244
Giuliana Pennisi
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Europa compatta contro il fondamentalismo
Gli attacchi terroristici della settimana scorsa alla redazione di Charlie Hebdo ed in un negozio di prodotti ebraici hanno determinato una reazione senza precedenti dell’opinione pubblica europea ed internazionale e favorito, anche attraverso la spettacolare presenza di decine di capi di Stato e di Governo a Parigi, una ritrovata convergenza dei rappresentanti dei paesi dell’Unione europea e non solo, sui valori fondanti del nostro “stare insieme”.
È a questo leit motif che Matteo Renzi ha dedicato molto spazio nel suo discorso di chiusura del semestre di Presidenza nell’emiciclo di Strasburgo, rivendicando, a giusto titolo, di aver propugnato, sin da luglio, la necessità di far ritrovare all’Europa non solo la via della crescita e della prosperità, ma anche quell’”anima” e quella identità che sembrano a molti perdute e che fanno dubitare sulla scommessa dei Padri fondatori. Quanto al bilancio del semestre propriamente detto, che il Governo ha sintetizzato in un documento, Renzi ha messo l’accento naturalmente sui due grandi cantieri aperti, quello della crescita e quello di una maggiore flessibilità nell’interpretazione delle regole di "governance" economica europea che pur ancora oggi allo stadio embrionale hanno permesso qualche timido, ma decisivo passo avanti rispetto allo stallo dei mesi ed anni precedenti.
Inizia ora la Presidenza lettone che presenterà domani, sempre al Parlamento europeo le sue priorità.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 12 al 16 gennaio 2015 La settimana che si é aperta ieri vedrà l'ultimo atto della Presidenza italiana: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà martedì a Strasburgo per tracciare il bilancio del Semestre italiano di Presidenza, e avere l'ultimo dibattito con i deputati. Lo stesso giorno, la Commissione dovrebbe adottare un'attesa comunicazione su come “fare il miglior uso della flessibilità attraverso le norme contenute nel patto di stabilità e crescita”. Infine, nella giornata del 12 gennaio il Ministro dell'economia Padoan sarà in commissione ECON per un dibattito con i deputati. Sempre rispetto alla plenaria del Parlamento europeo, che costituirà il centro delle attività istituzionali della settimana, mercoledì mattina si presenterà la Presidenza Lettone, mentre giovedì ci sarà un voto sulle risoluzioni sul programma di lavoro della Commissione per il 2015.
Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.248
Giuliana Pennisi
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Consiglio europeo informale del 12 febbraio: Grecia ed Ucraina al centro dell’attenzione
Per motivi diversi i capi di Stato e di Governo dei 28 paesi membri dell’Unione europea, che si riuniranno giovedì a Bruxelles nel primo vertice dell’anno, avranno di fronte due questioni centrali: il contenzioso con il nuovo Governo
Sulla questione Ucraina l’Europa è chiaramente divisa fra i Paesi confinanti con l’orso russo, spalleggiati dalla Gran Bretagna, più vicini alle tesi americane sulla impossibilità di un terreno d’intesa con Putin ed il fronte dei Paesi che ritengono la via diplomatica l’unica percorribile per scongiurare il rischio di un acuirsi e propagarsi del conflitto. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 9 al 13 febbraio 2015 Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce a Strasburgo, per una plenaria che, una volta di più, si presenta con pochi punti all’ordine del giorno di interesse per l’industria. Tra questi menzioniamo il voto sulla risoluzione sull’origine delle carni come ingredienti dei prodotti alimentari. Per il resto, occhi puntati sul Consiglio europeo informale, che discuterà della situazione in Grecia e in Ucraina, come commentato nell’editoriale di questo numero. Degli stessi temi si parlerà sicuramente anche in Parlamento, in plenaria e nei corridoi. Vedremo con quali effetti. Matteo Borsani |
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ACCADE ALL'UE n.252
Giuliana Pennisi
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I primi passi del Fondo Juncker
Nella settimana in cui ha preso avvio effettivo l’operazione di “quantitative easing” voluta da Mario Draghi, i Ministri delle Finanze dei 28 Paesi membri hanno detto la loro sulla proposta di Regolamento relativo al Fondo europeo per gli investimenti, uno dei tre pilastri del Piano Juncker per rilanciare gli investimenti in Europa, prima tappa del processo legislativo che dovrà portare entro luglio alla mobilitazione di risorse fino a 315 miliardi di euro. Nel farlo i Ministri dei tre più grandi Paesi della zona euro hanno innanzitutto confermato quanto ci si aspettava e cioè che i fondi addizionali nazionali (Renzi ha annunciato per l’Italia un contributo di 8 miliardi di euro attraverso la Cassa depositi e prestiti) agiranno in modo complementare al fondo Juncker senza concorrervi direttamente. Naturalmente questo è conseguenza del fatto che non sarebbe stato automatico un utilizzo di tali fondi per progetti del Paese interessato anche se, non si può non sottolineare, questa presa di distanze rischia di far perdere al fondo qualsiasi vocazione solidarista. I Ministri hanno confermato e avallato l’impostazione, data dalla Commissione, insistendo sulla necessità che i fondi vengano realmente utilizzati per la realizzazione di progetti “addizionali”, ossia che non si sarebbero potuti realizzare ricorrendo ai normali strumenti della BEI senza il supporto del fondo. Questo aspetto è importante perché è necessario che la versione finale del regolamento attuativo metta bene in luce che la selezione dei progetti deve avvenire, non solo sulla base della maggiore o minore bontà dei progetti stessi, ma anche in funzione di assicurare le finalità ultime del Piano e cioè quelle di stimolare un rilancio degli investimenti armonico a livello UE partendo da quei Paesi in cui meno si è investito in questi anni, per tutta una serie di fattori che occorre, in parallelo, cercare di rimuovere. La parola passa ora al Parlamento europeo dove tutte le Commissioni sono chiamate a dare il loro parere e dove, in vista della relazione che le commissioni per i problemi economici e monetari e per i bilanci presenteranno in seduta plenaria probabilmente a giugno 2015.
L’auspicio è che questo lavorio congiunto tra Consiglio e Parlamento porti ad una definizione ottimale che metta i progetti, presentati dall’Italia, nelle migliori condizioni per essere finanziati, ivi compresi quelli riguardanti la ricerca ed innovazione e lo sviluppo delle grandi reti trans-europee.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 2 al 6 marzo 2015 Questa settimana si riunisce a Strasburgo la plenaria del Parlamento europeo. Non sono molti i punti di interesse per l'industria che compaiono nell'ordine del giorno; tra questi segnaliamo il rapporto di iniziativa dell'On. Lamassoure sul fondo di investimenti strategici, rispetto al quale la proposta legislativa é ora all'attenzione di molte commissioni parlamentari, in primis della ECON e della BUDG, che si riuniscono giovedì mattina per discutere la bozza di relazione presentata dal relatore. Per quanto riguarda, invece, il Consiglio, il 9 marzo si riunirà a Bruxelles il Consiglio Occupazione, Politica Sociale, Salute e Consumatori, mentre il 12 e il 13 marzo sarà la volta del Consiglio Giustizia e Affari Interni, durante il quale si discuterà anche del Regolamento sulla protezione dei dati personali. Infine, il collegio dei Commissari si riunisce martedi' a Strasburgo, ma non ci dovrebbero essere nuove proposte legislative rilevanti per l'industria sul tavolo di questa riunione dei Commissari.
Matteo Borsani |
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ACCADE ALL'UE n.254
Giuliana Pennisi
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Il cielo sopra Berlino
Di nuovo i prossimi giorni saranno cruciali per capire come finirà la partita dopo che le elezioni, domenica, in Spagna e Francia hanno in parte ridimensionato le paure di un effetto Syriza sui partiti più dichiaratamente anti – europei, ma i margini per un accordo sono ancora stretti e ancora di più quelli di una rinnovata fiducia dei greci nell’Europa e nelle sue istituzioni, e, specularmente, degli europei sulla reale volontà dei greci di concordare congiuntamente un programma strutturale per sormontare la situazione creatasi.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 23 al 27 Marzo 2015 Prima della pausa pasquale, si riuniscono le commissioni parlamentari e si terrà a Bruxelles una mini sessione plenaria.
In commissione ECON si terra l’audizione del presidente della BCE Mario Draghi, mentre in commissione ITRE il vice presidente della Commissione Sefkovic discuterà con i deputati l’attuazione della strategia per l’Unione energetica, presentata lo scorso febbraio.
Per quanto riguarda il consiglio il prossimo 26 marzo si riunirà in modo informale il Consiglio competitività.
Si segnala, inoltre, che il Sistema di Confindustria incontrerà mercoledì 25 marzo i membri della delegazione del PD per avere con loro uno scambio di vedute sul TTIP e che la Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea ha organizzato un incontro, giovedì 26 marzo, con gli assistenti dei deputati italiani sulla proposta di Regolamento che istituisce un fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). Infine, giovedì 26 e venerdì 27 presso la Delegazione di Confindustria si terranno due seminari sulla proprietà intellettuale. Matteo Borsani
Per consultare la versione integrale dell’ACCADE all’UE si prega di cliccare qui.
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ACCADE ALL'UE n.255
Giuliana Pennisi
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Mercoledì 1 aprile va in pensione uno dei meccanismi europei più “famigerati”: quello delle quote latte. Nato per regolare il mercato del latte in un’ottica molto “nord europea” (il Commissario europeo competente era olandese) e concepito quindi per favorire il grande allevamento intensivo del Benelux, della Germania e della Francia, si è mal adattato all’Italia, che peraltro peccò di omissione denunciando una produzione inferiore alla realtà e poi abusando del meccanismo con denunce di produzione rivelatesi farlocche. Risultato: un’accumulazione di multe da far paura, cavalcate politicamente per anni col risultato di trasferire alla fiscalità generale l’onere di svariati miliardi (il Ministro Martina lo quantifica in 75 euro a contribuente) e la penalizzazione di gran parte dei produttori onesti. Da questa settimana si passa al mercato libero e vedremo come il nostro sistema potrà fronteggiare la già agguerrita concorrenza degli altri paesi. La misura è certamente significativa perché si inserisce nella più ampia riforma della Politica Agricola Comune, che ancora incide per oltre la metà nel bilancio comunitario. Grecia: je t’aime, moi non plus
Continua la partita di poker fra il governo greco e l’Unione europea. Si continua a trattare oltre il tempo regolamentare, verrebbe da dire, e si ha l’impressione proprio di trovarsi di fronte ad una sfida in cui il “bluff” o la componente psicologica dei giocatori riveste un ruolo primordiale. Infatti, nessuno può permettersi, ad occhio, di decidere a cuor leggero di abbandonare la Grecia al suo destino (anche se molti ne avrebbero voglia, tanto è spinosa la trattativa con il governo greco e forte il calo di fiducia reciproca).
Si ha la sensazione, insomma, che l’asticella sia deliberatamente alta, per l’impossibilità che si finisca davvero con un ritorno alla dracma. È una scommessa: vedremo presto cosa ne sarà.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 30 marzo al 3 aprile 2015 Settimana corta alle istituzioni europee: mentre molti funzionari sono già in viaggio per tornare nei rispettivi Paesi di origine per le festività pasquali, tra lunedi’ e mercoledi’ si riuniranno le commissioni ENVI e LIBE: nella prima si voterà la modifica della Direttiva sugli imballaggi per ridurre il consumo di borse di plastica, mentre nella seconda si voterà il parere da inviare alla commissione INTA sul TTIP. Inoltre, si riunirà anche la commissione speciale sulle decisioni anticipate in materia fiscale, che incontrerà il commissario Moscovici.
Niente da segnalare per quanto riguarda il Consiglio e la Commissione europea. Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.256
Giuliana Pennisi
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Settimana bianca per le istituzioni europee, con poche attività in calendario
La settimana, che vede una pausa di gran parte delle attività istituzionali, è marcata nuovamente dalla questione greca che rischia di ingarbugliarsi sempre di più. Così, mentre l’ennesimo piano di risanamento prospettato dalla Grecia viene bollato dall’Unione europea come qualcosa che va “nella direzione sbagliata”, il Premier Tsipras pensa bene di volare a Mosca per incontrare Vladimir Putin, mentre i suoi quantificano con precisione il montante dei “danni di guerra” da reclamare alla Germania per il periodo dell’occupazione nazista. Mosse non proprio concilianti e certo non volte a favorire un accordo complessivo sul problema più urgente e cioè quello dell’individuazione della liquidità necessaria per onorare gli impegni ed evitare il default. L’incontro con Putin, poi, in nome di una sorta di solidarietà tra paesi ortodossi e in un momento in cui resta alta la tensione fra l’UE e la Russia, è la classica goccia che rischia di far traboccare il vaso. Un fronte sul quale, invece, un passo avanti importante è stato compiuto con un ruolo rilevante dell’UE è certamente quello dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Voluto fermamente da Obama per bilanciare il fragile equilibrio del Medio Oriente e mandare un segnale al mondo sunnita – così dilaniato al suo interno – riportando l’Iran tra gli interlocutori, è indubbio che anche i paesi europei seduti al tavolo della trattativa e l’Alto Rappresentante UE Federica Mogherini hanno giocato la loro parte per un esito che, seppur condizionato da impegni che dovranno essere definiti nelle prossime settimane, può permettere una riapertura di scambi economici e commerciali con paese che da sempre rappresenta uno dei principali partner dell’Italia nella regione. L’accoglienza entusiasta riservata al Ministro degli Esteri iraniano di ritorno da Losanna è forse anche la prova che il desiderio più grande della popolazione sia la fine definitiva dell’isolamento che da troppi anni tarpa le ali al paese. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana il Parlamento europeo resterà chiuso e i deputati resteranno nelle rispettive circoscrizioni per attività sul territorio. Niente da segnalare di particolare neanche per quanto riguarda il Consiglio e la Commissione europea. Questo numero, di conseguenza, è dedicato al resoconto della settimana che ha preceduto la S.Pasqua
Matteo Borsani |
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ACCADE ALL'UE n.257
Dopo i primi mesi di rodaggio la nuova Commissaria europea alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, é intenzionata ad accusare Google di abuso di posizione dominante per il monopolio che esercita sulle ricerche online.
Si tratta di uno dei filoni, accanto a quello fiscale, dell’inchiesta che da anni la Commissione porta avanti sul colosso americano e che questa settimana potrebbe condurre la Commissione ad aprire formalmente la procedura con il rischio di comminare una multa che secondo le indiscrezioni può salire fino a 6 miliardi di euro.
Dopo il caso Microsoft, che vide scontrarsi la società di Bill Gates con l’allora Commissario europeo Mario Monti, si riapre insomma una partita che naturalmente va al di là del caso singolo perché investe potenzialmente tutti i giganti della new economy che la fanno da padroni nel mondo digitale.
A livello fiscale, ad esempio, molti vedono come un problema il fatto che tutte queste compagnie pesino poco a fronte del regime di assoluto monopolio nel quale anche in Europa operano liberamente.
Non a caso proprio l’economia digitale è al centro dell’attenzione della Commissione europea ed il Vice Presidente Ansip e il Commissario Oettinger, proprio in questi giorni, hanno annunciato le grandi linee della futura strategia europea per lo sviluppo del mercato unico digitale che il Collegio dei Commissari adotterà il 6 maggio prossimo.
L’obiettivo chiaramente espresso è quello proprio di giungere a creare dei concorrenti potenziali di Google, di Facebook e di altri “campioni” americani. Sarà quindi importante seguire l’iter delle misure che la Commissione assumerà in base alle regole di concorrenza europea perché una loro applicazione oltre a costare caro alla società di Mountain Views imporrebbe di fatto la necessità che il mercato diventi più aperto alla concorrenza di altri motori di ricerca o imprese analoghe a quelle oggi dominanti.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana a Bruxelles si svolgerà una mini-plenaria del PE, ma i dossier di maggiore interesse saranno affrontati nelle riunioni delle varie commissioni parlamentari, a cominciare dal voto, previsto per martedì 14, sulla proposta sui cd “conflict minerals” cioè sui minerali provenienti da zone di conflitto, la proposta è limitata a tantalio, tungsteno, stagno e oro, ma alcuni emendamenti proposti dal gruppo S&D mirano ad estendere il campo di applicazione della proposta. Inoltre la commissione ITRE si esprimerà sulla proposta di regolamento FEIS (il cd “Fondo Juncker”) che prevede un taglio della disponibilità finanzia del programma Horizon 2020 di circa 2,7 miliardi di euro: i deputati non sono d’accordo, ma qualora si opponessero con decisione al taglio si profilerebbe un ritardo nell’adozione del piano, e quindi nella sua operatività. Inoltre, in commissione Affari giuridici saranno discussi gli emendamenti presentati sulla proposta di Regolamento sul segreto industriale, per il quale è relatrice la francese On. Le Grip.
Inoltre, va segnalato che lunedì si terrà un evento per il lancio dell’intergruppo parlamentare sul FEIS: il programma prevede un ruolo rilevante dell’On. Simona Bonafè, tra i promotori dell’intergruppo, e del Presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini.
Last, but not least, Il Consiglio delle Rappresentanze Regionali, guidato dal Vice Presidente per il Mezzogiorno e le Politiche regionali di Confindustria Alessandro Laterza, i prossimi 15 e 16 aprile si riunirà a Bruxelles per una due giorni di approfondimento sui temi europei, per incontrare i deputati italiani della commissione REGI e la Delegazione italiana del Comitato delle Regioni.
Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.258Immigrazione, Grecia, TTIP
La settimana europea, che già nel fine settimana aveva visto salire la tensione con le centinaia di manifestazioni anti trattato USA-UE e con dichiarazioni poco incoraggianti sulla questione greca, è iniziata con l’ennesima e forse più grave tragedia del mare: l’annegamento di oltre ottocento profughi nella totale inazione collettiva dei 28. Da qui, ancora una volta, la richiesta italiana – e non solo – di rimettere il punto nell’agenda politica che è sfociata nella convocazione di un Consiglio europeo straordinario questo giovedì. In effetti, TRITON, l’attuale missione comunitaria che ha sostituito Mare nostrum, si è rivelata, come era da prevedere, un completo fallimento anche per l’esiguità dei fondi stanziati (appena 3 milioni al mese a livello UE). Ma le risposte collettive non sono evidenti, perché le reticenze a farsi carico di un flusso rilevanti di richiedenti asilo sono molte e nessuno ha veramente voglia di fare i conti fino in fondo con una situazione libica sempre più ingarbugliata. Eppure il tempo stringe e l’Italia non può essere lasciata sola. Lunedì sera i Ministri degli esteri dei paesi membri hanno convenuto un piano in dieci punti, da sottoporre al Consiglio europeo. Speriamo sia la volta buona, per utilizzare un’espressione cara a Matteo Renzi. Sempre questa settimana i Ministri dell’economia della zona euro dovranno trovare una soluzione, magari temporanea, riguardo la situazione greca, senza la quale il default del Paese appare ineluttabile, nonostante le smentite ufficiali, non da ultima quella di Jean Claude Juncker. Da giorni i tecnici di UE, FMI e BCE stanno tentando di riacciuffare per i capelli una situazione apparentemente senza via d’uscita aprendo spiragli che immediatamente fanno risalire le borse ed abbassare lo spread, salvo poi magari essere smentiti l’indomani. In queste ultime ore sta circolando un’ipotesi "tampone", che potrebbe rimandare ancora la scadenza definitiva. La posta in gioco è alta non solo per i capitali che i vari Paesi membri hanno già dato in prestito alla Grecia, ma anche per gli scenari che il cosiddetto Grexit porrebbe, specie alle economie dei Paesi più deboli.
Anche sul TTIP si aprono i riflettori questa settimana per la ripresa di un nuovo round negoziale tra americani ed europei, ed è proprio per questa scadenza che sono state organizzate le manifestazioni dei giorni scorsi mentre resta alto il livello dello scontro che oppone, in seno al Parlamento europeo, favorevoli e contrari in vista di una pronuncia dell’europarlamento nelle prossime settimane che potrà condizionare il futuro del negoziato stesso. Non a caso proprio il TTIP, con il tema dell’immigrazione, sarà al centro della riunione a Milano, questa settimana, del Partito Popolare Europeo. Una settimana importante, dunque, anche proprio per l'immagine che l'Europa saprà dare di se stessa, delle sue istituzioni, della sua capacità di trasmettere all'esterno coesione e visione. Si è spesso detto in passato che solo nei momenti di crisi l'Europa ha saputo reagire e andare avanti. Questo è certamente uno di quei momenti. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 20 al 24 aprile 2015 La settimana sarà densa di avvenimenti: si comincia lunedì con il voto, nelle commissioni ECON e BUDG, che si riuniranno congiuntamente, sul fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). I deputati sono decisi a chiedere dei cambiamenti al Regolamento, mentre gli Stati membri non sembrano propensi al negoziato: vedremo. Martedì, mentre il Presidente del PE sarà in Italia per una conferenza sui trattati internazionali, presso SEAFOOD, l’evento più grande che ogni anno riempie gli alberghi, i ristoranti e la fiera di Bruxelles, alcune associazioni italiane, tra le quali Federpesca, organizzano una conferenza sulla filiera dei prodotti ittici italiani. Mercoledì e giovedì si riuniscono i gruppi politici, per preparare la plenaria di Strasburgo di settimana prossima. Infine, giovedì ci sarà un Consiglio europeo straordinario, destinato al tema dell’emigrazione tra le due sponde del Mediterraneo. Il vertice è stato convocato dal Presidente Tusk dopo i tragici fatti avvenuti a largo della Libia durante lo scorso fine settimana.
Matteo Borsani
Per consultare la versione integrale del Bollettino di informazione sulle Istituzioni europee si prega di cliccare qui.
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ACCADE all'UE n.259
Matteo Carlo Borsani
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Grecia, immigrazione, Expo
Ancora alla ribalta europea la questione Grecia con il clamoroso ridimensionamento del Ministro Varoufakis, di fatto commissariato nella gestione dei rapporti con gli altri partner europei. La sua prestazione – ed il suo surplace – all’ultimo Consiglio Ecofin, a Riga, sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, molto probabilmente comunicata dalla Merkel al Primo Ministro Tsipras. La nuova squadra di negoziatori e le ultime mosse del Governo di Atene sembrano indicare un cambiamento di rotta che vedremo come potrà influire sulle decisione da prendere, a questo punto, entro l’11 maggio p.v., e cioè una robusta nuova iniezione di liquidità nelle esangui casse greche. Sul fronte immigrazione, l’ultimo Consiglio europeo ha certamente dato una spinta al sin qui modesto sforzo europeo di fronte al fenomeno dell’immigrazione clandestina che interessa le coste sud dell’Europa ed in particolare l’Italia. Prese di posizione significative e sinora mai registrate si sono indubbiamente avute anche con il potenziamento dei fondi destinati all’operazione Triton ed all’invio da parte di alcuni Stati membri di navi nel Mediterraneo. Più complesso appare invece l’aspetto legato alla prevenzione e cioè ad un intervento diretto sulle coste libiche o attraverso un accordo con le autorità di quel Paese, ammesso che ve ne siano in grado di interloquire ed avere il controllo del territorio. Il coinvolgimento dell’ONU, incarnato ieri dall’incontro sulla nave San Giusto del Segretario Generale Ban Ki Moon con il Premier Matteo Renzi e Federica Mogherini, reso necessario dalla natura stessa dell’operazione prospettata, rischia di scontrarsi però con reticenze e veti che già sono emersi. Venerdì 1° maggio s’inaugura l’EXPO 2015 a Milano, alla quale il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria questa settimana a Strasburgo, dedica un dibattito ed una risoluzione giovedì 30 aprile, sottolineando l’importanza per l’Europa del filo conduttore della manifestazione: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Anche l’UE sarà presente all'evento con un proprio padiglione, proprio accanto al Padiglione Italia, che verrà inaugurato, salvo imprevisti, il giorno della festa dell’Europa, il 9 maggio prossimo, dal Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e dall’Alto Rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria a Strasburgo. Tra i punti all'ordine del giorno, si segnalano i voti in seconda lettura sulla Direttiva sulla qualità dei carburanti, sulla Direttiva sulle energie rinnovabili e sulla Direttiva sulla riduzione del consumo di borse di plastica in materiale leggero. Inoltre, i deputati discuteranno della politica europea per l'immigrazione e l'asilo, alla luce dei recenti fatti tragici avvenuti nel mare Mediterraneo. Per quanto riguarda le commissioni parlamentari, si segnala che in commissione ENVI si terrà un dibattito con il commissario responsabile per l'azione per il clima e l'energia Cañete. A margine della plenaria e delle riunioni ufficiali delle commissioni e dei gruppi politici, sarà comunque una settimana importante per i negoziati informali in vista di alcuni prossimi voti rilevanti per l'industria. E' il caso della Direttiva sui diritti degli azionisti (in commissione JURI) e della Direttiva sulle emissioni degli impianti di medie dimensioni (responsabile la commissione ENVI) e del TTIP (Commissione INTA). Niente da segnalare per quanto riguarda la Commissione europea, né per quanto riguarda il Consiglio.
Matteo Borsani
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ACCADE all'UE n.260
Giuliana Pennisi
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Proprio alla vigilia della pubblicazione delle previsioni di primavera da parte della Commissione europea sullo stato di salute delle economie dei Paesi membri, la Corte Costituzionale, bocciando parte della cosiddetta Legge Fornero sulle pensioni, rimette in discussione i conti dell’Italia per un ammontare stimato almeno a nove/dieci miliardi di euro. È un grosso sasso nello stagno questo perché, sempre la Commissione, non ha calcolato sinora l’aggravio per i conti pubblici per questa decisione, e lo farà molto probabilmente la settimana prossima quando renderà note le raccomandazioni– paese nel contesto del “semestre europeo”. Come si ricorderà, il taglio di parte delle pensioni – giudicato dalla Corte come una violazione di diritti acquisiti – era stato deciso dal Governo Monti tra le misure varate per far rientrare l’Italia nei parametri della governance economica europea e della procedura d’infrazione che allora pendeva sul nostro Paese. Tanto è vero che qualcuno, in nome della “primazia” del diritto comunitario sul diritto nazionale, ha ipotizzato un ricorso presso la Corte di Giustizia UE sulla sentenza della consulta (strada che appare poco praticabile). Il problema di fondo, però, c’è tutto e ben presto il Governo dovrà far fronte alla nuova situazione creatasi.
Attesa per le decisioni della Commissione europea e per le elezioni britanniche La settimana è anche marcata da un’importante riunione del Collegio dei Commissari chiamato a varare l’ambiziosa strategia per il mercato unico digitale e a discutere di Made in. Sul primo punto il disegno della Commissione è quello di fare del mercato unico digitale una priorità chiave dell’attuale ciclo istituzionale e di lanciare una serie di cantieri a tutto campo al fine di garantire il libero movimento di prodotti e servizi, creare le giuste condizioni per lo sviluppo delle reti digitali e di servizi e favorire la transizione digitale del manifatturiero. Si tratta naturalmente dell’avvio di un processo che comporterà successivamente concrete proposte legislative e che andrà seguito con grande attenzione per le sue numerose implicazioni. L’altro punto “caldo” dell’agenda dei Commissari europei è l’annunciata discussione sul Made in - sulla quale già nei giorni scorsi Confindustria attraverso la Vice Presidente per l’Europa, Lisa Ferrarini, è intervenuta pubblicamente – per cercare di trovare un compromesso che possa favorire un accordo fra Parlamento europeo e Consiglio, e consenta di sbloccare in senso favorevole agli interessi dell’industria italiana un dossier fermo, ormai, da anni. Giovedì, infine, si tengono le elezioni politiche in Gran Bretagna, il cui esito, al momento ancora incerto, avrà certamente ripercussioni non solo in prospettiva sull’appartenenza o meno di quel paese all’Unione europea, ma anche, più nell’immediato, sul posizionamento del governo, probabilmente di coalizione, che uscirà dalle urne sulle attuali politiche UE
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Questa settimana si riuniranno le commissioni parlamentari, con numerosi punti all'odg di interesse per l'industria. Si comincia dalla commissione Ambiente, dove il 6 maggio sarà votata la relazione dell’On. Grzyb (PPE, Polonia) sulla proposta di Direttiva sulla limitazione delle emissioni di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi.
In commissione Commercio internazionale, nel pomeriggio, si terrà invece uno scambio di opinioni con Cecilia Malmstrom (Commissario Ue per il commercio) in particolare sullo stato dei negoziati sul TTIP. Inoltre, in commissione Affari giuridici il 7 maggio sarà votata la relazione dell'On. Cofferati sulla revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti: un negoziato molto serrato che ha visto i due principali gruppi del PE su fronti molto distanti.
Inoltre, la Commissione europea il 6 maggio presenterà la comunicazione “A Digital Single Market Strategy for Europe”, che contiene le azioni prioritarie sulle quali la Commissione europea si concentrerà nel corso del suo mandato con l’obiettivo di creare un mercato unico digitale. La comunicazione sarà accompagnata da uno staff working document contenente maggiori dettagli sulla natura delle sfide che la Commissione si propone di affrontare e alcuni dati a supporto di tale iniziativa.
Infine, in settimana si riuniranno i ministri degli Affari Esteri, che tra i vari punti parleranno anche del TTIP.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n.261
Giuliana Pennisi
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Immigrazione e conti pubblici, doppia sfida a Bruxelles Nella settimana in cui la Commissione europea dà le pagelle ai Paesi membri della zona euro, rendendo pubbliche le sue “raccomandazioni” nel quadro del Semestre Europeo, la tegola della sentenza della Corte costituzionale sulle aliquote di pensione non versate ha costretto il Ministro Padoan ad una imprevista serie d’incontri con i Commissari responsabili ed i suoi colleghi Ministri, e il Governo a predisporre un piano d’azione all’ordine del giorno della sua riunione di venerdì. Il punto è che gli sforzi fatti fin qui per contenere il deficit, le riforme fatte e quelle in cantiere e consentire così all’Italia di superare in scioltezza la prova dovranno, se non nell’immediato ma nei prossimi mesi, fare i conti con questo esborso non previsto e le sue conseguenze sui conti pubblici. Se, come si prospetta, la Commissione sospenderà il giudizio e manterrà la linea decisa dalla Commissione Juncker, gli sforzi richiesti all’Italia saranno ridotti e le raccomandazioni ricalcheranno sostanzialmente quelle dei mesi precedenti con un invito a fare di più sulla riforma fiscale e del sistema bancario e delle Fondazioni, la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, lo snellimento delle pratiche amministrative, l’accelerazione dei tempi della giustizia, la riforma del mercato del lavoro e la spending review. L’altro fronte “caldo” per il nostro Paese è quello legato al problema degli sbarchi degli immigrati sul quale il Collegio dei Commissari varerà, mercoledì 13 maggio, la sua strategia di ripartizione degli oneri, a precise condizioni, fra i Paesi membri e che invierà a Parlamento europeo e Consiglio. Ed il dibattito non si annuncia certo né semplice né rapido, tanti sono i distinguo già emersi. In parallelo prosegue l’azione diplomatica a livello ONU per ottenere il via libera all’intenzione decisa dall’ultimo Consiglio europeo di intervenire anche militarmente prima che gli sbarchi avvengano, impedendo ai barconi di lasciare le coste libiche e fare in modo che cessi il vero e proprio traffico di esseri umani in atto. Federica Mogherini ha presentato le proposte UE al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e un’intensa attività diplomatica è in corso per convincere i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Russia e Cina in particolare, a non fare uso del loro diritto di veto. Vedremo, nei prossimi giorni, se l’azione europea avrà successo. Elezioni britanniche e loro ripercussioni europee A dispetto degli istituti di sondaggio che hanno fallito miseramente prevedendo un hung Parliament, David Cameron ha brillantemente conquistato la maggioranza assoluta dei seggi a Westminster, sbaragliando e costringendo alle dimissioni i suoi concorrenti e formando già questa settimana un Governo omogeneo conservatore. Il successo dei Tories, unito all’altro fenomeno di queste elezioni e cioè al grande slam del partito nazionalista scozzese che ha conquistato 56 dei 59 seggi in palio in Scozia è frutto non solo delle buone performances economiche del Paese e della linea troppo “tradizionale”, come l’ha definita Tony Blair, del leader laburista Ed Miliband che ha sicuramente spaventato parte dell’elettorato, ma anche al forte accento euroscettico che ha permeato la campagna elettorale di Cameron e compagni. L’annuncio della tenuta di un referendum nel 2017, che adesso pare che Downing Street voglia anticipare già al 2016, sull’appartenenza o meno della Gran Bretagna all’UE è stata certamente una mossa che ha indotto più di un elettore a non votare per il partito più anti UE di tutti, l’UKIP, ma a convergere sul voto ai conservatori proprio per poi potersi “sfogare” nel referendum. Un Cameron trionfante passerà ora all’incasso chiedendo sicuramente all’UE ed alle sue istituzioni ampie concessioni per scongiurare il cosiddetto Brexit. La partita si annuncia insomma complessa anche per gli scenari interni di un Regno che qualche commentatore ha definito più “disunito che mai”.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Insediandosi, il Presidente Juncker aveva promesso un rallentamento nell’attività di presentazione di proposte legislative da parte della Commissione, e guardando ai lavori parlamentari, a qualche mese di distanza, si puo’ dire che, almeno per ora, sta mantenendo la promessa.
Anche questa settimana, infatti, le attività al PE saranno ridotte: si riuniranno solo i gruppi politici per preparare la plenaria di settimana prossima, che comunque si presenta (ancora una volta) piuttosto vuota di relazioni legislative di interesse.
Da segnalare, invece, la riunione dell’Eurogruppo e del Consiglio ECOFIN, rispettivamente i prossimi 11 e 12 maggio, per parlare principalmente di due temi: la situazione in Grecia e l’andamento del negoziato sul Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI).
Sia in Consiglio che in Parlamento, comunque, c’è da scommettere che uno dei temi più discussi informalmente saranno i risultati delle elezioni nel Regno Unito, e loro future implicazioni a livello comunitario.
Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.262
Giuliana Pennisi
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Immigrazione: le scelte difficili dell’Europa
Settimana importante a livello europeo per la definizione della doppia strategia UE per fronteggiare l’immigrazione clandestina e dividere l’onere dell’accoglienza fra i 28 paesi membri e non fra i soliti noti.
Mercoledì ne discuterà anche il Parlamento europeo e il dibattito non mancherà certo di … calore politico.
GRECIA
Altra settimana “decisiva” per la crisi greca, anche se il confronto fra le parti interessate dà l’impressione di scivolare sempre di più in un dialogo fra sordi.
Infatti la sostituzione di Varoufakis con altri negoziatori più malleabili si scontra con l’intransigenza della base del partito di governo, Syriza, obbligando Tsipras ad una sorta di doppio linguaggio, interno e per gli interlocutori istituzionali, con un ultima proposta di compromesso assortita dalla richiesta di rinegoziazione del debito.
Vedremo come andrà a finire e nulla contraddice l'impressione che si andrà abbondantemente ai tempi supplementari.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria a Strasburgo, con un'agenda, per dire il vero, ancora una volta non particolarmente piena di proposte legislative. L'unica di sicuro interesse per l'industria é quella sulla proposta di Regolamento sui cd "Conflict minerals" che vede prima di tutto lo scontro tra chi sostiene che il meccanismo debba essere obbligatorio (in primis il Gruppo S&D) e chi che debba essere volontario (in primis il gruppo PPE).
Per il resto, mercoledì si terrà un dibattito in plenaria sul tema dell'immigrazione (per un approfondimento si rimanda all'editoriale di questo numero), mentre lunedì in commissione ENVI il commissario Sefcovic si confronterà con i deputati sul mercato unico dell'energia.
Per quanto riguarda il Consiglio, lunedì e martedì si riuniranno i ministri degli Esteri, ancora una volta per parlare di immigrazione, e negli stessi giorni il Consiglio "Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport" discuterà di mercato unico digitale.
Matteo Borsani
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Accade all'UE n.263
Matteo Carlo Borsani
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Nelle elezioni amministrative spagnole e presidenziali polacche tenutesi domenica scorsa, come si sa, si sono affermate formazioni o personalità che hanno una caratteristica comune: si collocano al di fuori del perimetro di quelle forze politiche, popolari, social-democratiche e liberali, che costituiscono la “maggioranza” che sostiene in Parlamento europeo l’esecutivo guidato da Jean Claude Juncker e che, tradizionalmente, hanno sempre sostenuto il progetto europeo. Questo voto conferma il trend che ha caratterizzato tutte le elezioni svoltesi dall’inizio dell’anno, a cominciare dalla vittoria di Alexis Tsipras in Grecia a quella di David Cameron nel Regno Unito e all’ingresso al governo in Finlandia del “partito dei finlandesi” fortemente euroscettico. Da destra o da sinistra, chi ha vinto insomma o non sostiene il progetto europeo in quanto tale – e quindi l’idea stessa dell’integrazione europea come sviluppatasi in questi anni – o comunque non condivide le sue politiche, a partire da quella sulla governance economica. Sono segnali importanti che non mancheranno di avere riflessi sul futuro dell’Europa e più concretamente sulle decisioni che dovrà prendere già nelle prossime settimane su alcuni fronti “caldi” come la questione dei migranti o la sua stessa governance complessiva sulla base di un rapporto congiunto dei Presidenti del Consiglio europeo, della Banca Centrale, della Commissione europea e dell’Eurogruppo, Tusk, Draghi, Juncker e Dijsselbloem e dei contributi dei governi nazionali (proprio ieri Italia ha inviato un proprio testo). Non a caso, infatti, già da domani al tradizionale “Discorso della Corona” che apre la nuova legislatura, Elisabetta II leggerà il programma politico di Cameron ed è probabile che, nel capitolo dedicato ai rapporti con l’Europa, emerga la questione della data del referendum e un accenno alle richieste britanniche di quel “meno Europa” che il governo di Sua Maestà invoca per scongiurare l’ipotesi di un’uscita dall’Unione europea. Lunedì Jean-Claude Juncker si è recato in Gran Bretagna per ascoltare in anteprima quali sono quelle richieste che, immaginiamo, siano molte e tali da ipotizzare, comunque le si veda, uno scenario diverso da quello attuale e certamente lontano da quello disegnato da Draghi questo fine settimana, là dove il presidente della BCE ha affermato con chiarezza che senza una maggiore integrazione, che si concretizzi attraverso la condivisione dei rischi e la governance comune delle riforme, prevede un futuro difficile per l’Unione. Due visioni lontane fra loro sulle quasi inizia un confronto che si annuncia serrato, se si tiene contro anche dell’emergere di altre situazioni di tensione, come quella riguardo le posizioni assunte via via dal premier ungherese Orban, e che possono avere riflessi immediati anche sul lavoro per così dire “quotidiano” delle istituzioni europee.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria a Bruxelles (cd “Mini plenaria” che durerà soltanto un giorno), dove interverrà Ban Ki-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite. Inoltre, si riuniscono diverse commissioni parlamentari, a cominciare dalla commisione INTA, dove si voterà il parere dell’On. Lange (S&D, Germania) sull’accordo di libero scambio con gli U.S.A. (cd TTIP). Inoltre, la commissione ENVI approverà l’accordo raggiunto lo scorso 5 maggio sull’MSR. Un altro importante appuntamento sarà il Consiglio Competitività, durante il quale i Ministri discuteranno la proposta di compromesso presentata dalla Presidenza lettone sul cd “Made in”. La proposta, che ha ricevuto critiche sia dal fronte avverso al Made In che da quello a favore, prevederebbe l’introduzione di una marcatura d’origine obbligatoria per soli due settori (calzature e una parte delle caramiche) con una clausola di revisione. Inoltre, il Consiglio avrà anche un primo scambio di opinioni sulla strategia europea per il mercato unico digitale, presentata lo scorso 6 maggio.
Matteo Borsani
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ACCADE ALL'UE n.264
Giuliana Pennisi
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Ultima chiamata per la Grecia Lunedì a Berlino si è tenuto l’ennesimo vertice sulla situazione greca alla presenza di Angela Merkel, padrona di casa, François Hollande, Jean-Claude Juncker, Mario Draghi e Christine Lagarde. Obiettivo: salvare il soldato Tsipras, ma non ad ogni costo. La posta in gioco è sempre la stessa, da una parte la richiesta di una lunga serie di riforme, dall’altra lo sblocco immediato dei finanziamenti che permettano alla Grecia di far fronte ai suoi bisogni e rilanciare la crescita nonché, magari, un’ipotesi di ristrutturazione del debito. Vedremo come andrà a finire con Tsipras, che proprio oggi ha presentato un ennesimo “piano”, alle prese da un lato con questa sorta di ultimatum e dall’altro con la sua base elettorale, che di ultimatum europei non ne vuol sapere. Naturalmente quanto è accaduto ieri è importante anche per altri motivi. Innanzitutto il vertice, informale o meno, si è tenuto come altri in precedenza a Berlino e non a Bruxelles o Francoforte; e poi perché, naturalmente, e come direbbe Nanni Moretti, ci sono occasioni in cui le assenze si notano almeno quanto le presenze.
Made In, ancora un no dal fronte dei paesi contrari. Ma qualcosa si muove Ennesimo scontro frontale sul Made In al Consiglio Competitività tenutosi giovedì 28 maggio a Bruxelles. Il fronte dei Paesi pervicacemente contrario al Made In, non solo alla proposta iniziale della Commissione europea dell’obbligo di indicazione d’origine per l’insieme dei prodotti non alimentari, ma anche alla proposta di mediazione di limitarlo a cinque settori e financo allo striminzito compromesso lettone di ridurne l’applicazione al settore delle calzature e a parte della ceramica, ha cercato fino in fondo di imporre lo stralcio del concetto stesso di Made In dalla proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti discussa giovedì.
Questo tentativo è stato però respinto dal gruppo dei Paesi capitanati da Italia e Francia, i cosiddetti “Amici del Made In”, che hanno appunto contrapposto, sulla base del recente studio commissionato dall’Unione europea, la proposta di limitare l’ambito di applicazione della norma a tessili, calzature, ceramiche, mobili e gioielli, aggiungendo anche, dopo tre o cinque anni, una clausola di revisione. Proposte estremamente misurate specie se confrontate alla situazione in vigore nelle altre aree economiche mondiali, ma che non sono bastate a convincere il fronte dei Paesi più intransigenti. Tutto quindi è ancora una volta rinviato (ed ampiamente commentato, per Confindustria, dalla Vice Presidente per l’Europa Lisa Ferrarini). Ma il lungo dibattito, tenutosi giovedì, ha permesso di far emergere qualche distinguo nel fronte dei Paesi contrari, in particolare da parte della Polonia, e di registrare l’irritazione della Commissione per la totale rigidità dimostrata dal “fronte del no”. Non è molto, ma è qualcosa.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana A giudicare dalle agende delle riunioni ufficiali delle istituzioni europee, la settimana che si è aperta ieri sarà una settimana tranquilla, oltre che fredda: niente da segnalare per quanto riguarda Commissione e Consiglio, mentre in Parlamento si riuniranno i gruppi politici, per preparare la sessione plenaria di Strasburgo di settimana prossima. In aggiunta, si riuniscono anche alcune commissioni parlamentari, tra le quali segnaliamo la commissione LIBE, dove si terrà un dibattito sull’immigrazione e sulla situazione nel mare Mediterraneo.
A livello informale, invece, la situazione è più complessa: lunedì si sono riuniti a Berlino, dalla Cancelliera Merkel, il Presidente francese Hollande e il Presidente della Commissione Juncker, ai quali si sono aggiunti il Presidente Draghi e la Direttrice Generale del Fondo Monetario Internazionale Lagarde, per alcune discussioni informali che, secondo molti, hanno riguardato soprattutto la situazione greca.
Martedì invece, in una riunione che certo susciterà molto meno interesse da parte dei media, il relatore sulla proposta di Direttiva sui diritti degli azionisti, Sergio Cofferati, si riunirà con gli shadow rapporteur dei gruppi politici, per vedere se è possibile trovare un accordo globale in vista del voto, previsto per settimana prossima a Strasburgo.
Matteo Borsani
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ACCADE all'UE n.265Battaglia campale sul TTIP al PE Questa settimana il PE, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, avrebbe dovuto votare sulla relazione del Presidente della Commissione per il Commercio internazionale in merito al negoziato tra Europa e Stati Uniti per dare vita al partenariato transatlantico in materia di commercio e investimenti (TTIP). Con il testo sottoposto all’esame della plenaria, il PE avrebbe voluto “mettere le mani avanti” ed indicare - andando un po’ oltre i suoi poteri, ma forte del fatto di detenere, dopo il trattato di Lisbona, il diritto di ratifica sugli accordi internazionali alla stregua dei parlamenti nazionali - alla Commissione e agli Stati membri le linee rosse da non superare nella fase negoziale che possano pregiudicare, per l’appunto, tale ratifica. Attorno a questo tema, evocato anche dai leaders del G7, che si sono impegnati ad “un’accelerazione del processo negoziale”, si è scatenata un’opposizione all’idea stessa della conclusione di un accordo di queste proporzioni con gli Stati Uniti che ha contribuito molto a rendere incandescente il clima della vigilia parlamentare. Mentre nelle settimane scorse era stato raggiunto a fatica un compromesso fra i principali gruppi politici del PE su un testo che introduceva numerosi elementi nel canovaccio seguito sul tavolo negoziale, ma senza pregiudicarne l’iter, le posizioni sono andate divaricandosi negli ultimi giorni ed una maggioranza del gruppo socialista si è apertamente schierata, in particolare, contro il famoso meccanismo di risoluzione delle controversie in materia di investimenti (ISDS), provocando una spaccatura, che avrebbe rischiato di riprodursi in aula. L’esito del voto, quindi, è stato giudicato talmente incerto, anche perché il peso di quei deputati contrari, a prescindere, a qualsiasi ipotesi anche di un accordo a minima, rischiava, tra il voto degli emendamenti e la votazione finale, di creare il paradosso che il Parlamento non riuscisse in definitiva ad approvare nessun testo che, con una decisione dell’ultimo minuto, il Presidente Schultz ha preferito rinviare il testo in Commissione. La partita, pertanto, per il momento resta aperta. G7, Grecia, Russia, Turchia Settimana ricca di elementi importanti sulle politiche europee, innanzitutto gli esiti del G7, tornato forse ad essere un momento di confronto importante fra le due sponde dell’Atlantico, anche per la sapiente regia della Cancelliera Merkel. Vedremo se sui vari aspetti della dichiarazione finale, dalla lotta ai cambiamenti climatici, alla posizione sulla Russia, al TTIP e più in generale alle misure per rilanciare la crescita, ci sarà un seguito concreto, ma l’impressione trasmessa dal vertice è quella di aver ritrovato uno spirito più coeso che in passato. Ciò detto, ai toni muscolosi di Barack Obama sulla Russia, ha fatto da contrappunto una posizione europea meno oltranzista, con l’Italia che si trova a dover sostenere una posizione comune che provoca pesanti reazioni nei comparti produttivi che più subiscono le conseguenze delle sanzioni, senza poi, almeno per ora, vedere la stessa solidarietà europea applicarsi, pur se in situazioni completamente diverse, a quanto accade sulla sponda sud in materia di immigrazione. La visita di Putin all’EXPO, mercoledì 10 giugno, costituirà da questo punto di vista una scadenza importante. Sempre mercoledì si terrà a Bruxelles un ennesimo mini vertice del gruppo di leader europei che di fatto gestiscono la crisi greca con Alexīs Tsipras, per trovare una soluzione a quella che somiglia sempre più a una “commedia degli equivoci” che regolarmente sembra essere sul punto di trasformarsi in tragedia. Infine, è importante sottolineare, per i riflessi che avrà nella politica complessiva dell’Unione europea nei confronti del Mediterraneo e del Medio Oriente, il mancato “cappotto” di Erdoğan nelle elezioni politiche di domenica scorsa e la necessità per il suo partito di trovare alleati per governare, dopo molti anni di esercizio solitario del potere. Nonostante una vigilia del voto particolarmente tesa e i timori latenti alle derive autoritarie del regime, l’esito del voto turco ha costituito, da questo punto di vista, un bell’esercizio di democrazia.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Questa settimana al centro dell'attenzione ci sarà la plenaria di Strasburgo, dove la tensione maggiore, almeno politicamente, raggiungerà la discussione e la votazione del rapporto del socialista Lange sul partenariato transatlantico (cd TTIP). La pietra di inciampo è il meccanismo ISDS (sorta di giurisdizione privata per la risoluzione delle controversie) che il PPE è pronto ad accettare, ma il gruppo S&D no. La questione, che ha fatto saltare l'accordo raggiunto in commissione INTA, potrebbe addirittura portare alla bocciatura del testo. Dal punto di vista del Consiglio, l'8 giugno i Ministri dell'energia discuteranno la "Energy Union" sulla base del testo presentato nel febbraio dello scorso anno. Il 12 giugno, inoltre, si riunirà il Consiglio Telecomunicazioni: tra i punti all'odg, si segnalano l'accesso digitale alla pubblica amministrazione e una presentazione della strategia sul mercato unico digitale.
Matteo Borsani
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