Si pubblica nella sezione documenti l'ACCADE all'UE n. 235, di cui si riportano di seguito l'editoriale e la settimana.
L’Italia fra stress test e parametri europei
Settimana di fuoco per lo stato di salute dell’economia italiana e le prospettive del bilancio pubblico.
Al Consiglio europeo Renzi ha scelto di “mostrare i muscoli” a Bruxelles con dichiarazioni roboanti e ad effetto sulla euroburocrazia che gli hanno consentito di chiudere poi la partita (con uno sforzo aggiuntivo non indifferente di oltre quattro miliardi ma sempre inferiori a quanto atteso inizialmente), invocando lo sforzo sul fronte delle riforme e l'esistenza delle cosiddette “circostanze eccezionali” per ottenere i margini di flessibilità concessi dalle norme UE di bilancio, la cui applicazione all’Italia era tutt’altro che scontata.
Il braccio di ferro con l’Europa, in cui si sono inseriti seppur indirettamente gli esiti degli stress test bancari che hanno mostrato uno stato di sofferenza del nostro sistema, era e resta tutt’altro che semplice anche perché si è visto da subito che non si è creato affatto un fronte “pro crescita” capitanato da Francia ed Italia e Hollande si è ben guardato da un’alleanza che avrebbe compromesso l’asse franco-tedesco, al di là delle divergenze sempre più evidenti fra i due paesi sia dal punto di vista politico che economico.
La Francia, che partiva da una posizione di partenza più debole di quella italiana, ha negoziato con Bruxelles passando da Berlino per suo conto e spera anch’essa di cavarsela mediante un ulteriore e non scontato sacrificio sull’altare dell’obiettivo del 3% di deficit.
La partita, i cui primi esiti si sapranno già il 29 ottobre, è dunque aperta e una sua conclusione “positiva” per i due paesi più in difficoltà, può essere vista come un timido passo avanti verso la presa in considerazione del fatto che solo se si consente di abbinare giudiziosamente politiche di riforma strutturali e di cambiamento con misure volte a rilanciare i consumi e la crescita si evita l’immagine di un’Europa sempre più percepita come lontana dai cittadini col risultato di accrescere i consensi dei movimenti anti UE.
Da questo punto di vista il modo maldestro con il quale sono stati squadernati gli aggiustamenti del conteggio del PIL e le loro ripercussioni per il contributo da versare alle casse dell’Unione non è stato esattamente una buona mossa, offrendo in particolare a David Cameron un formidabile assist per reiterare ad uso interno il celebre “I want my money back”, pur diversamente declinato.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 27 al 31 ottobre
La settimana brussellese si presenta tranquilla: il Parlamento europeo è chiuso per le festività di inizio novembre, mentre in Commissione, i vecchi Commissari finiranno di fare le valige, per fare posto ai nuovi, che occuperanno gli uffici da lunedì 3 novembre.
L’unica istituzione europea “in funzione” durante questa settimana sarà quindi il Consiglio. In particolare,il 28 ottobre si riunirà in Lussemburgo il Consiglio Ambiente, che discuterà le modifiche alle Direttive sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi, e adotterà il proprio contributo alla prossima conferenza sul cambiamento climatico che si terrà a Lima.
Matteo Carlo Borsani