Si pubblica nella sezione "documenti" la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 232, di cui riportiamo qui di seguito l'editoriale e la settimana.
Francia – Germania: rien ne va plus ?
Mentre Angela Merkel si prepara a ricevere in pompa magna il Primo ministro cinese - accompagnato da ben tredici ministri! - a Berlino questa settimana, a conferma della solidità dei rapporti fra i due Paesi e del posizionamento "globale" della Germania, il tradizionale e sin qui granitico asse franco – tedesco si incrina pericolosamente.
Il condominio creato negli anni con la storica riconciliazione voluta da De Gaulle e Adenauer poggiava infatti su un postulato giunto ormai al termine: sul principio cioè che la Francia avrebbe assunto la leadership politica europea "sdoganando" l’economia tedesca e permettendole di crescere all’ombra della "grandeur" francese.
Dopo la riunificazione tedesca che ha fatto venir meno l’importanza della "force de frappe" nell’equilibrio fra i blocchi successivo alla Guerra Fredda, e a seguito delle riforme economiche di Schröder, la situazione pero’ è rapidamente mutata e oggi è la Germania ad essere l’Asso pigliatutto europeo, diventando altresì l’interlocutore privilegiato in assenza di una vera unità del continente, dei BRICS e degli altri Paesi emergenti.
E la Francia, che si sente in declino politico, economico e finanziario, si confronta inevitabilmente con la buona salute della sua controparte.
Ed è così che si alimenta il nazionalismo revanscista implicito o esplicito incarnato da Marine Le Pen che è la forma ideologica di questo sentimento di declino che sembrano impotenti ad arrestare i dirigenti politici tradizionali, di destra e di sinistra, tutti usciti peraltro dalle stesse "Grandes Ecoles" parigine.
Così va interpretata la sfida lanciata a Bruxelles, e quindi direttamente alla "professoressa" Merkel – come l’ha implicitamente definita Matteo Renzi – da un governo socialista francese confrontato ad una situazione economica paragonabile, mutatis mutandis, a quella italiana e alle prese con dei sondaggi di popolarità disastrosi per il presidente Hollande e per l’intero governo, continuamente minacciato di implosione a sinistra.
Il problema di come affrontare la sfida sul Fiscal Compact è quindi molto più complesso del semplice calcolo contabile per sapere se la Francia – come pure l’Italia – debba essere messa unicamente in mora, o debba vedersi comminata la "multa" prevista dalle regole europee in caso di pervicace e continuata violazione della norma, ma investe direttamente il rapporto franco – tedesco e in definitiva l’assetto politico complessivo.
Non tenerne conto, nelle prossime settimane, puo’ rinforzare i sentimenti antieuropei e determinare conseguenze a termine molto rilevanti per il proseguimento del progetto europeo basato proprio, sin qui e che lo si voglia o no, sull’asse franco-tedesco.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 6 al 10 ottobre
Questa settimana proseguiranno le audizioni dei commissari designati di fronte alle commissioni parlamentari di competenza dei rispettivi portafogli. In attesa del verdetto finale dei deputati, possiamo già fare un parziale bilancio di quanto accaduto finora.
Infatti, ben cinque candidati commissari sono stati messi in difficoltà dai deputati, e per loro il semaforo verde non è ancora scattato. Di questi, tre commissari sono stati invitati a rispondere a domande scritte da parte delle commissioni parlamentari competenti. Si tratta di Vera Jourová (Repubblica Ceca), commissario designato per la Giustizia, Consumatori e parità di genere, Jonathan Hill (Regno Unito) per la Stabilità finanziaria, Servizi finanziari e Capital markets, e Tibor Navracsics (Ungheria) commissario designato per Cultura, la Cittadinanza e i Giovani. Ci sono problemi anche per la conferma di Pierre Moscovici (Francia) al portafoglio per Affari economici e finanziari, Fisco e Unione doganale.
Inoltre, l’inglese Jonathan Hill sarà nuovamente sentito martedì in audizione dalla commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON). Infine, Il commissario designato per il Clima e l’Energia, lo spagnolo Miguel Arias Canate, sta attendendo invece il risultato dell’analisi del suo portafoglio finanziario da parte della commissione Giuridica (JURI), a seguito delle critiche personali che gli erano state rivolte in audizione.
Questa settimana saranno ascoltati i Vice presidenti, tra i quali l’italiana Federica Mogherini (lunedi’ 6 nel tardo pomeriggio).
Il calendario prevede inoltre che martedì 7 ottobre, Jean Claude Juncker incontri i coordinatori dei gruppi politici per discutere delle audizioni dei commissari designati, mentre giovedì 9, i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo daranno il loro verdetto finale in merito.
Per quanto riguarda il Consiglio, il 6 ottobre si riunirà il Consiglio informale energia, a Milano, mentre l’8 ottobre si riunirà a Lussemburgo quello Trasporti, Telecomunicazioni ed energia.
Si segnala, infine, che mercoledì 8 sarà presentata alla stampa una brochure di BusinessEurope sulla proprietà intellettuale. Con l’occasione sarà annunciato il lancio di una campagna di informazione e sensibilizzazione delle istituzioni europee sull’importanza della proprietà intellettuale (in tutte le sue forme, dal brevetto al diritto d’autore) e della lotta alla contraffazione e alla pirateria.
Matteo Carlo Borsani