In allegato, il documento sui dubbi delle imprese in merito alla figura del Data Protection Officer (DPO), che Confindustria ha trasmesso agli Uffici del Garante privacy.
L’obiettivo del documento è di evidenziare all’Autorità le incertezze che ancora caratterizzano il DPO in ambito privato, al fine di ottenere dei chiarimenti, anche attraverso la pubblicazione di FAQ.
DPO - alcuni dubbi del mondo imprenditoriale - Dicembre 2017.docx
DPO - alcuni dubbi del mondo imprenditoriale - Dicembre 2017.pdf
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Da qualche mese il sistema camerale ha lanciato il “Cassetto digitale dell'imprenditore”.
Si tratta di un innovativo applicativo informatico, che consente di accedere in tempo reale e in maniera gratuita alle informazioni e ai documenti ufficiali dell’impresa – storico compreso – contenute nel Registro delle imprese (es. informazioni relative al pagamento del diritto annuale, bilanci, visure), nonché di individuare le PMI e le start-up innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese. Inoltre, se l’impresa ha avviato una pratica presso un SUAP gestito dal sistema camerale, l’applicativo consente l’accesso al relativo fascicolo informatico e di monitorare l’iter della procedura.
Al cassetto digitale, disponibile al sito https://impresa.italia.it/itlg/app/public/#/login, è possibile accedere usando le credenziali digitali:
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SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), vale a dire il sistema di autenticazione che consente alle imprese e ai cittadini di accedere ai servizi online della PA con un’identità digitale unica. Le credenziali sono rilasciate gratuitamente da determinati soggetti abilitati (es. Aruba, Infocert, Namirial, Poste, Register, Sielte e Tim); oppure
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CNS/CRS (Carta Nazionale/Regionale dei Servizi), consistente sempre in un sistema di autenticazione digitale che, attraverso un dispositivo (Smart Card o chiavetta USB), consente di usufruire dei servizi online erogati dalle PA. La carta è rilasciata da soggetti certificatori (es. CCIAA).
Per maggiori informazioni sullo strumento e sulle iniziative promozionali avviate, è possibile consultare:
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Sul sito di Confindustria - sezione “Eventi”- è disponibile il form per l'iscrizione online al Convegno organizzato da Confindustria il prossimo 1°ottobre per presentare le nuove Linee Guida per la costruzione dei modelli organizzativi ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001.
Sarà possibile seguire il Convegno anche attraverso la diretta streaming riservata alle Associazioni.
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Il 19 marzo scorso, il Consiglio Direttivo di Confindustria ha approvato il Position Paper “Riforme istituzionali”.
Il documento individua obiettivi e strumenti per creare un ambiente istituzionale e amministrativo efficiente e migliorare così i rapporti tra Pubbliche Amministrazioni e imprese.
In particolare, il Position Paper propone interventi per:
a) razionalizzare, velocizzare e semplificare il processo legislativo;
b) rivedere il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni in materie strategiche per lo sviluppo;
c) ridurre i centri di decisione politico-amministrativa e rendere più efficiente la loro azione.
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Vi ricordiamo che il 23 marzo 2020 è il termine ultimo per la presentazione delle domande di conversione dei marchi collettivi esistenti nei nuovi marchi collettivi o marchi di certificazione, pena la decadenza del marchio collettivo esistente.
A tal riguardo alleghiamo la circolare del Mise - UIBM, con le istruzioni operative per la conversione del marchio collettivo, registrato secondo la normativa previgente, in marchio collettivo o di certificazione ai sensi della nuova disciplina introdotta dal D.lgs. 15/2019 che attua il pacchetto marchi. Come disposto dall’articolo 33 del citato decreto, entro il 23 marzo del 2020, tutti i titolati di marchi collettivi registrati dovranno presentare domanda per la conversione degli stessi in marchi collettivi o di certificazione come ridefiniti dal D.Lgs. 15/2019. La domanda dovrà essere corredata dal regolamento d’uso aggiornato in coerenza alla disciplina in vigore e alla scelta di conversione formulata dall'istante.
Ferma restando la continuità con il marchio collettivo registrato, ai sensi della normativa previgente, gli effetti della registrazione del nuovo marchio decorrono dalla data di deposito della domanda di conversione.
Vi segnaliamo che, come previsto dal comma 5 dell'art. 33 del Decreto legislativo, in caso di mancata presentazione della domanda di conversione il marchio decadrà a decorrere dalla termine per la presentazione della domanda di conversione.
Per la conversione dei marchi collettivi esistenti, dovrà essere presentata una domanda di conversione ex art. 157 del DLgs. 30/2005, con il relativo regolamento d'uso che indichi anche " i prodotti o i servizi contemplati dal marchio collettivo (...)".
A tal riguardo, l'elencazione dei beni e servizi può ricalcare quella della domanda già presentata a suo tempo. Quindi si può fare riferimento sia alla classificazione di Nizza, sia alle classe merceologica, sia alla tipologia, riassumendo i beni e servizi anche per sommi capi. Non è quindi richiesto un elenco dettagliato di ciascun bene o servizio per la conversione e futura registrazione del marchio collettivo.
Poiché si tratta di conversione, la domanda deve limitarsi agli stessi beni e servizi già inclusi nella precedente domanda di registrazione o a beni e servizi oggetto di successive integrazioni, sempre usando la metodologia di elencazione già usata. Nella conversione non si possono includere nuovi beni e servizi che non siano già rappresentati dal marchio collettivo convertito.
Anche la rappresentazione grafica deve essere identica al marchio collettivo già registrato.
Occorre invece porre attenzione al soggetto legittimato a essere titolare del marchio collettivo nuovo, perché l'art. 11 del CPI limita tale diritto solo a: "persone giuridiche di diritto pubblico e associazioni di categoria di fabbricanti, produttori, prestatori di servizi o commercianti, escluse le società di cui al libro quinto, titolo quinto, capi quinto, sesto e settimo, del codice civile, possono ottenere la registrazione di marchi collettivi che hanno la facoltà di concedere in uso a produttori o commercianti." Il termine associazione deve essere inteso in senso ampio, tale da comprendere forme organizzative diverse, purché caratterizzate da un assetto associativo.
Circolare n. 607 Disposizoni conversione segno marchiocollettiv o marchiodicertificazione (1).pdf|Visualizza dettagli
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Il 21 novembre le commissioni parlamentari JURI e IMCO hanno adottato il progetto di relazione congiunto relativo ai contratti di fornitura di contenuto digitale (COM/2015/0634) dei relatori Evelyne Gebhardt (S&D) e Axel Voss (PPE) e il mandato per avviare i negoziati interistituzionali.
Confindustria ha accolto con favore l’iniziativa della Commissione europea di intervenire sul settore della fornitura di contenuti digitali, sia per colmare una lacuna normativa (ad oggi, solo il Regno Unito e l’Olanda hanno adottato una normativa sulla fornitura di contenuti digitali) che per prevenire approcci differenziati da parte degli Stati membri.
Il testo adottato martedì recepisce la maggior parte delle criticità sollevate da Confindustria, da ultimo nella lettera trasmessa in vista del voto agli eurodeputati italiani delle due commissioni coinvolte. Il riferimento è, in particolare, al mantenimento dell’approccio di piena armonizzazione, ad eccezione di pochi articoli; all'inserimento di opportuni riferimenti al Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali (GDPR) sulle parti relative ai dati per evitare sovrapposizioni e incoerenze; la rimozione dell’indicazione di una garanzia legata al ciclo di vita del prodotto; il mantenimento della gerarchia dei rimedi in casi di non conformità e l'introduzione di una seconda opportunità per il trader alla consegna (nella proposta originale, il primo difetto alla consegna si sarebbe dovuto risolvere automaticamente con la risoluzione del contratto).
Rimangono tuttavia compresi nel campo di applicazione del Regolamento le forniture di contenuti digitali aventi una controprestazione di carattere non pecuniario, come i dati personali (è stato però rimosso il concetto di “qualsiasi altro dato”) e i beni con contenuto digitale incorporato.
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Nella sezione Documenti - Decreto 231, sono disponibili le nuove Linee Guida di Confindustria (Parte generale e Parte speciale) per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001.
Le nuove Linee Guida integrano e modificano il testo del 2008 per adeguarlo alle novità legislative, giurisprudenziali e della prassi applicativa nel frattempo intervenute, mantenendo la distinzione tra le due Parti, generale e speciale.
In particolare, le principali innovazioni della Parte generale riguardano: il nuovo capitolo sui lineamenti della responsabilità da reato e la tabella di sintesi dei reati presupposto; il sistema disciplinare e i meccanismi sanzionatori; l’organismo di vigilanza, con particolare riferimento alla sua composizione; il fenomeno dei gruppi di imprese.
La Parte speciale, dedicata all'approfondimento dei reati presupposto attraverso appositi case study, è stata oggetto di una consistente rivisitazione, volta a trattare le nuove fattispecie di reato presupposto e a introdurre un metodo di analisi schematico e di più facile fruibilità per gli operatori interessati.
Come previsto dallo stesso D. Lgs. n. 231/2001 (art. 6, co. 3) , le Linee Guida sono state sottoposte al vaglio del Ministero della Giustizia che lo scorso 21 luglio ne ha comunicato l’approvazione definitiva.
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Il 12 giugno scorso, in Conferenza Unificata, è stato sancito un accordo tra Governo, Regioni ed Enti Locali per l’adozione dei moduli unici riguardanti la segnalazione certificata di inizio attività edilizia (SCIA) e la richiesta del permesso di costruire.
I modelli fanno seguito alla consultazione del Governo sulla riforma della PA e costituiscono un importante strumento di semplificazione come più volte evidenziato da Confindustria.
I moduli, infatti, standardizzano le modalità di presentazione della SCIA edilizia e del permesso di costruire, con l’obiettivo di uniformarne gli adempimenti su tutto il territorio nazionale. I Comuni sono tenuti ad adeguare la modulistica in uso ai nuovi modelli edilizi e ad assicurarne la massima diffusione tra cittadini e imprese.
Nei moduli sono previste anche delle sezioni variabili, che tengono conto delle diverse specificità regionali e che, pertanto, le Regioni dovranno aggiornare.
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Facendo seguito al c.d. Pacchetto Omnibus, presentato lo scorso 26 febbraio dalla Commissione Ue con l’obiettivo di semplificare le normative sulla sostenibilità, forniamo di seguito alcuni aggiornamenti.
Il 16 aprile u.s., è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE la direttiva (UE) 2025/794 - c.d. “Direttiva Stop the clock” parte del pacchetto “Omnibus I” - che modifica le scadenze relative alla direttiva (UE) 2022/2464 sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e alla direttiva 2024/1760 sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CS3D).
In particolare, sono stati previsti due rinvii significativi:
- di due anni, l’applicazione degli obblighi di cui alla CSRD per le grandi imprese che non hanno ancora avviato la rendicontazione e per le PMI quotate; quindi, le grandi imprese e le imprese madri di un grande gruppo dovranno pubblicare la prima rendicontazione di sostenibilità a partire dagli esercizi aventi inizio il 1° gennaio 2027 (invece che 2025) e le PMI quotate a partire dagli esercizi aventi inizio il 1° gennaio 2028 (invece che 2026);
- di un anno, il termine di recepimento e la prima fase di applicazione della CS3D; quindi, gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro il 26 luglio 2027 e le società di grandi dimensioni, che per prime sono tenute all’applicazione, dovranno farlo a partire dal 26 luglio 2028.
Gli Stati membri dovranno ora adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per il recepimento entro il 31 dicembre 2025.
E’ plausibile, quindi, sostenere che lo slittamento al 2027 dei nuovi obblighi sulla rendicontazione di sostenibilità per le grandi imprese italiane, entrato in vigore quest’anno in attuazione del D.lgs. n. 125/2024, sarà definitivamente confermato e recepito nel nostro ordinamento nei prossimi mesi. Vi terremo aggiornati sui tempi di recepimento, anticipando che evidenzieremo al Governo l’importanza di un pronto allineamento con le nuove disposizioni.
Si evidenzia che la nuova Direttiva è stata approvata da Parlamento e Consiglio europeo senza modifiche e in tempi rapidi, per garantire alle imprese europee la necessaria certezza del diritto sugli obblighi da adempiere in tema di sostenibilità. Ragione per la quale lo stop-the-clock è stato fin dall’inizio una delle richieste proposte da Confindustria e sostenuto con forza fino al termine di questo primo iter legislativo. Si sottolinea altresì che il lavoro dei colegislatori europei sta proseguendo per concordare le ulteriori modifiche sostanziali alla CSRD e alla CS3D, proposte anch'esse dalla Commissione nell'ambito del pacchetto "Omnibus I". In proposito, Confindustria ha contribuito alla redazione di un Position Paper di Business Europe sulle modifiche prioritarie da apportare alle attuali discipline, che sarà pubblicato e condiviso nei prossimi giorni.
Trovate in allegato la Direttiva in oggetto e la Nota di aggiornamento al COPRE dello scorso 19 marzo, che riassume fra l’altro i contenuti del Pacchetto Omnibus.
Cordiali saluti.
Alessia Bausano
Direttiva-UE-2025_794.pdf|Visualizza dettagli
Nota COPRE - Regolamentazione omnibus e Clean industrial deal.pdf|Visualizza dettagli
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Lo scorso 24 febbraio, è stata pubblicata nella GU n. 45 la legge di conversione del DL n. 202/2024, c.d. Milleproroghe 2025, recante Disposizioni urgenti in materia di termini normativi (Legge n. 15/2025)
Il provvedimento, inter alia, interviene sulle disposizioni temporanee in materia di svolgimento delle assemblee di società ed enti, prorogandole nuovamente dal 30 aprile 2024 al 31 dicembre 2025 (art.3, co. 14-sexies del DL Milleproroghe 2025; art. 3, co. 12-duodecies, del DL Milleproroghe 2024; art. 3, co. 10-undecies, del DL Milleproroghe 2023; art. 3, co. 1, del DL Milleproroghe 2022; art. 106, co. 7, del DL n. 18/2020, c.d. Cura Italia).
Si ricorda che il DL Cura Italia ha previsto:
- lo svolgimento delle assemblee di società (di capitali, cooperative e mutue assicuratrici) e di enti e l’intervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione, nonché l’espressione del voto per via elettronica o per corrispondenza, anche in deroga alle disposizioni statutarie (art. 106, co. 2);
- per le S.r.l., la facoltà di disporre l’espressione del voto mediante consultazione scritta o per consenso espresso per iscritto, anche in deroga alle disposizioni codicistiche e statutarie (art. 106, co. 3);
- per le società con azioni quotate (o ammesse alla negoziazione su un sistema multilaterale di negoziazione o con azioni diffuse fra il pubblico in misura rilevante) la possibilità di avvalersi dell’istituto del rappresentante designato, anche ove disposto diversamente dallo statuto (art. 106, co. 4 e 5).
Si precisa che le disposizioni temporanee si applicano alle assemblee tenute - quindi non solo convocate - entro il termine fissato dalle previsioni normative, oggetto di proroga nel corso degli anni.
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Vi ricordiamo che domani 28 febbraio 2025, dalle ore 10 alle ore 13, a Roma presso il MAXXI si terrà la seconda edizione dello Zero Corruption Forum 2025, organizzato da Business at OECD (BIAC), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L'evento ha l'obiettivo di promuovere l'adozione di principi di integrità e rafforzare l'impegno globale per combattere la corruzione a tutti i livelli, riunendo esperti di business integrity, leader del settore pubblico e privato, accademici, società civile e rappresentanti di istituzioni internazionali. In particolare la mattinata sarà dedicata, con la partecipazione anche di Confindustria, a discutere soluzioni innovative per la lotta alla corruzione, con un focus specifico sull’impatto delle tecnologie nella prevenzione e nel contrasto e sul ruolo delle piccole e medie imprese (PMI).
In allegato il programma e di seguito il link here per chi fosse ancora interessato a partecipare in presenza.
Evidenzio, infine, che per seguire l'evento è stato previsto anche il livestream al seguente link
https://youtube.com/live/vJuhuyeP7lM?feature=share
Rimanendo a disposizione per eventuali approfondimenti si inviano cordiali saluti.
Alessia Bausano
Zero Corruption 2025 Agenda!.pdf|Visualizza dettagli
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L’Università della Calabria e il Politecnico di Bari hanno lanciato una interessante iniziativa volta ad analizzare l’impiego delle tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale (AI) e il loro impatto sull’efficienza e l’efficacia nei processi di recruitment.
Si tratta di una ricerca che mira a comprendere come le Organizzazioni stiano adottando e integrando strumenti tecnologici avanzati per supportare le decisioni nei processi di recruitment, raccogliendo sfide, opportunità e contributi da parte dei Professionisti HR coinvolti.
Al riguardo, i suddetti Atenei hanno predisposto il questionario “Uso delle tecnologie AI nei processi di reclutamento del personale”, che Vi invitiamo a diffondere tra le Associate, sollecitandone la compilazione entro e non oltre il 6 marzo 2025, da parte di:
- Responsabili HR e manager impegnati nei processi di selezione del personale;
- Imprenditori di PMI che seguono direttamente il processo di selezione del personale;
- Professionisti HR di società specializzate che operano per conto di altre aziende nei processi di selezione del personale.
Per accedere al questionario, cliccare qui. La compilazione richiederà circa 20 minuti. Per assistenza tecnica, è possibile inviare una e-mail al seguente indirizzo support.sondaggi@echopress.it.
Il questionario è strutturato con un sistema di domande a cascata: in base alle risposte fornite, si attivano automaticamente ulteriori domande seguendo condizioni predefinite.
Si segnala che la compilazione del questionario non consentirà, neppure indirettamente, l'identificazione del partecipante, né dell’Organizzazione di appartenenza. Le informazioni raccolte saranno trattate dall’Università della Calabria e dal Politecnico di Bari esclusivamente in forma anonima e aggregata, in conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (Regolamento UE 2016/679 – c.d. GDPR) e del D.Lgs. n. 196/2003 e s.m.i. (c.d. Codice Privacy). Per garantire la completa anonimizzazione delle informazioni raccolte e del compilatore che le fornisce, il sistema di raccolta dati impiegato dall’Università della Calabria e del Politecnico di Bari per la ricerca utilizza un portale sicuro con crittografia end-to-end. I dati sono archiviati su server protetti da adeguate misure di sicurezza tecnico-organizzative, che non consentono la possibilità di risalire, anche indirettamente, all’identità del compilatore e/o della relativa Organizzazione di appartenenza.
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Vi ricordiamo che il 28 febbraio 2025, dalle ore 10 alle ore 13, a Roma presso il MAXXI si terrà la seconda edizione dello Zero Corruption Forum 2025, organizzato da Business at OECD (BIAC), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’iniziativa dal titolo “ Innovative Solutions for Business Integrity” è volta a promuovere l'adozione di principi di integrità e a rafforzare l'impegno globale per combattere la corruzione a tutti i livelli, riunendo esperti di business integrity, leader del settore pubblico e privato, accademici, società civile e rappresentanti di istituzioni internazionali. In particolare la mattinata sarà dedicata a discutere soluzioni innovative per la lotta alla corruzione, con un focus specifico sull’impatto delle tecnologie nella prevenzione e nel contrasto e sul ruolo delle piccole e medie imprese (PMI).
In allegato la bozza del programma e di seguito il link here per iscriversi e confermare la propria partecipazione in presenza.
Rimanendo a disposizione per eventuali approfondimenti si inviano cordiali saluti.
Alessia Bausano
Agenda_Zero Corruption Forum 2025 v2.pdf|Visualizza dettagli
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Con riferimento al tema della sostenibilità, riportiamo di seguito alcuni aggiornamenti sulle ultime iniziative legislative europee.
La Commissione Europea, infatti, ha dichiarato la volontà di consolidare in una regolamentazione Omnibus le discipline Corporate Sustainability Reporting Dirtective (CSRD), Tassonomia e Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D), con l’obiettivo di ridurre il regulatory burden per gli operatori, semplificando il quadro normativo senza comprometterne l’efficacia.
La valutazione di Confindustria è che tali annunci rappresentino un segnale importante per una modifica degli indirizzi seguiti per il Green Deal, nell’ottica di quell’auspicato Clean Industrial Deal, che dovrebbe tenere insieme obiettivi di sostenibilità e competitività del sistema produttivo europeo.
In questo quadro si è aperto un confronto a livello nazionale sulle necessarie modifiche, sia con altre organizzazioni di rappresentanza, sia con il Governo che sta raccogliendo dal mondo imprenditoriale osservazioni e spunti da trasferire in sede europea per orientare questo processo di revisione.
In allegato una prima nota di Confindustria (elaborata insieme alle aree Credito e Finanza e Politiche per l’Ambiente, Energia e la Mobilità), che si articola in due parti. Nella prima - considerata l’incertezza sul perimetro dell’azione legislativa europea – si chiede di intervenire immediatamente sui tempi di entrata in vigore delle nuove disposizioni, sospendendoli per due anni, in attesa che si completi il lavoro di modifica e semplificazione; nella seconda sono riportate una serie di proposte concrete per alleggerire gli oneri a carico delle imprese derivanti, anzitutto, dalle nuove regole sulla rendicontazione di sostenibilità.
Infine, si segnala che Confindustria ha sottoscritto nelle scorse settimane, insieme alle organizzazioni imprenditoriali tedesca e francese, rispettivamente BDI e Medef , una lettera indirizzata alla Presidente Von Der Leyen per ribadire l’opportunità di procedere ad un significativo ripensamento delle tre discipline considerate, al fine di supportare la competitività delle imprese europee. Il documento è disponibile in allegato.
Rimanendo a disposizione, vi terremo aggiornati sulle prossime azioni della Commissioni.
Cordiali saluti.
Alessia Bausano
Proposte Confindustria regolamentazione Omnibus - gennaio 2025.pdf|Visualizza dettagli Letter to Ursula von der Leyen on Omnibus.pdf|Visualizza dettagli Annex to Letter on Omnibus.pdf|Visualizza dettagli
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Vi informiamo che il 28 febbraio 2025, dalle ore 10 alle ore 13, a Roma presso il MAXXI si terrà la seconda edizione dello Zero Corruption Forum, organizzato da Business at OECD (BIAC), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’iniziativa dal titolo " Innovative Solutions for Business Integrity: High Level Principles and Focus on SMEs", è volta a promuovere l'adozione di principi di integrità e a rafforzare l'impegno globale per combattere la corruzione a tutti i livelli, riunendo esperti di business integrity, leader del settore pubblico e privato, accademici, società civile e rappresentanti di istituzioni internazionali. In particolare la mattinata sarà dedicata a discutere soluzioni innovative per la lotta alla corruzione, con un focus specifico su tre aspetti chiave:
- L’adozione dei nuovi High-Level Principles on Anti-Corruption Capacity-Building del G7;
- L’impatto delle tecnologie nella prevenzione e nel contrasto della corruzione;
- Il ruolo cruciale delle piccole e medie imprese (PMI) nella stabilizzazione e nella trasparenza delle catene di fornitura.
Nei prossimi giorni seguiranno informazioni dettagliate sul programma dei lavori e sulle modalità per partecipare in presenza o in collegamento.
Cordiali saluti
Alessia Bausano
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Con riferimento alla nuova disciplina sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, introdotta dalla CSRD e recepita nel nostro ordinamento dal D.lgs.n.125/2024, si comunica che l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha pubblicato lo standard di rendicontazione volontario (di seguito VSME) che le PMI non quotate, non obbligate dalla normativa, possono adottare per fornire le proprie informazioni di sostenibilità nell’interlocuzione con grandi imprese, banche e altri soggetti del mercato finanziario.
A tal proposito ricordiamo che, nei mesi scorsi, l’EFRAG ha svolto una consultazione pubblica sulla bozza di standard, alla quale Confindustria ha risposto (si veda in proposito la comunicazione dello scorso maggio), esprimendo una valutazione in generale positiva sulla bozza, ma evidenziando, allo stesso tempo, la necessità di apportare ulteriori semplificazioni ad alcune informazioni sociali e ambientali, ritenute troppo complesse per una piccola impresa, e di consentire flessibilità in merito alla presentazione e collocazione del report di sostenibilità.
Il VSME si pone l'obiettivo di individuare una parte sostanziale delle richieste provenienti da partner commerciali che le PMI già ricevono, sostituendosi agli attuali questionari multipli e non coordinati sui dati ESG. Inoltre viste le richieste - emerse nella consultazione - di integrare lo standard con orientamenti aggiuntivi e materiali complementari per facilitarne l'adozione, l'EFRAG ha anticipato che nel 2025 attiverà una serie di iniziative in tal senso, tra cui l'emissione di guide di supporto e l'organizzazione di eventi di formazione e sensibilizzazione.
Nel merito del documento, disponibile al seguente link: https://www.efrag.org/en/news-and-calendar/news/efrag-releases-the-voluntary-sustainability-reporting-standard-for-nonlisted-smes-vsme , evidenziamo che alcune semplificazioni sono state apportate, ma sono ancora sono molte le informazioni richiamate. Ci riserviamo di fornire in seguito ulteriori approfondimenti.
Cordiali saluti
Alessia Bausano
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Con riferimento alla consultazione ANAC sullo schema di Linee Guida in materia di whistleblowing sui canali interni di segnalazione - di cui alla precedente comunicazione del 19 novembre u.s alla quale si rinvia per eventuali approfondimenti - vi informiamo che Confindustria ha risposto inviando le proprie osservazioni che tengono conto delle riflessioni pervenute dal Sistema.
In linea generale, è emerso un complessivo apprezzamento per il lavoro dell’Autorità, che è intervenuta chiarendo diversi profili rilevanti per l’applicazione delle nuove norme, in linea anche con le soluzioni indicate nella Guida Operativa di Confindustria pubblicata a ottobre 2023 (es. ruolo consultivo delle organizzazioni sindacali; ruolo dell’Organismo di Vigilanza quale gestore della segnalazione o in coordinamento con il gestore; definizione delle attività di gestione della segnalazione).
Al contempo, è stata evidenziata per alcuni aspetti, soprattutto con riferimento al tema dell'adeguamento del Modello 231, della formazione e della disciplina whistleblowing nei gruppi d’imprese, la necessità di introdurre modifiche e semplificazioni per non ingessare le procedure aziendali e per tener conto delle soluzioni che gli operatori, nel rispetto del quadro regolatorio, hanno nel frattempo adottato, con sforzi organizzativi rilevanti.
Si allega di seguito la risposta di Confindustria inviata all’ANAC attraverso la compilazione di un questionario online sul sito dell’Autorità.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi del lavoro.
Cordiali saluti
Alessia Bausano

Consultazione LG whistleblowing canali interni-Risposta Confindustria.pdf|Visualizza dettagli
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Con riferimento all’applicazione della nuova disciplina sulla rendicontazione di sostenibilità, vi informiamo che è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea del 13 novembre 2024 la Comunicazione della Commissione sull’interpretazione di talune disposizioni giuridiche relative alla rendicontazione di sostenibilità sotto forma di FAQ.
L’obiettivo del documento è quello di facilitare l’adozione delle norme, risolvendo i principali dubbi operativi e garantendo uniformità interpretativa tra gli Stati membri.
Il testo si compone di otto sezioni, di cui le prime due forniscono una panoramica sulla normativa e sugli obblighi di rendicontazione di sostenibilità introdotti dalla CSRD (recepiti nel nostro ordinamento dal D.lgs.125/2024), mentre le successive sei (dalla III all’VIII) sono una raccolta di domande frequenti e rispettive risposte riguardanti l’applicazione di alcune disposizioni giuridiche riferite a:
- Direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD - Direttiva (UE) 2022/2464), che introduce obblighi per le imprese in materia di sostenibilità con l’obiettivo di garantire trasparenza e comparabilità delle informazioni ESG;
- Direttiva contabile (Direttiva 2013/34/UE), che regola la preparazione e pubblicazione dei bilanci delle imprese;
- Direttiva sulla revisione contabile (Direttiva 2006/43/CE), che regola le attività di revisione contabile delle imprese con l’obiettivo di garantire l’affidabilità delle informazioni riportate circa le dichiarazioni finanziarie e non finanziarie;
- Direttiva sulla trasparenza (Direttiva 2004/109/CE), che include obblighi di trasparenza sulle informazioni finanziarie e non finanziarie rilasciate dalle società quotate agli investitori;
- Regolamento sulla revisione contabile (Regolamento (UE) n. 537/2014), che stabilisce i requisiti per la revisione contabile degli enti di interesse pubblico, anche in relazione alla certificazione delle informazioni non finanziarie;
- Regolamento SFDR (Regolamento (UE) 2019/2088), sulla trasparenza in materia di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, che impone agli operatori di divulgare le informazioni sui rischi ESG legati ai loro investimenti;
- Regolamento delegato ESRS (Regolamento delegato (UE) 2023/2772), che stabilisce la prima serie di principi europei di rendicontazione di sostenibilità.
In allegato trovate il documento in oggetto la cui consultazione può essere utile per approfondire alcuni aspetti operativi del nuovo quadro normativo.
Cordiali saluti
Alessia Bausano
2024-304_SAEC-EUR_FA_Allegato_C_2024_6792_chiarimenti-UE-ESG.pdf|Visualizza dettagli
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Con riferimento alla nuova disciplina in materia di whistleblowing, comunichiamo che l’ANAC ha aperto una nuova consultazione sulle annunciate Linee Guida (di seguito LG) dedicate ai canali interni di segnalazione (in allegato).
In via generale e in linea con la posizione espressa da Confindustria a luglio scorso, in occasione del tavolo di confronto convocato da ANAC, le Linee Guida declinano una serie di suggerimenti operativi individuando spesso soluzioni alternative e tenendo conto, seppur con alcune eccezioni, delle prassi già implementate dagli operatori economici.
Nel merito, si rileva positivamente che, per molti profili, le LG riprendono le indicazioni della Guida Operativa di Confindustria pubblicata a ottobre scorso (es. ruolo delle organizzazioni sindacali; istituzione del canale e adeguamento del MO 231; ruolo dell’OdV quale gestore o in coordinamento con il gestore della segnalazione; gestione della segnalazione). Per altri versi, emergono alcuni profili che meriterebbero, invece, un ulteriore approfondimento, nonché una riformulazione per evitare di generare confusione (es. unicità o duplicità del canale 231 e whistleblowing; soggetti destinatari delle sanzioni applicabili all’ente; rapporto tra il gestore e organi di vertice).
Infine, con riferimento alla gestione del canale nei gruppi di impresa con più di 249 dipendenti, viene positivamente rilevato il riconoscimento della possibilità di affidare a un soggetto terzo (che può essere la società capogruppo) anche la gestione e non solo la ricezione della segnalazione, in linea con le nostre posizioni, tuttavia, rispetto a questa ipotesi, permane per il segnalante la possibilità di scegliere comunque di rivolgersi alla propria società, che in tal caso resterebbe l’unico soggetto legittimato a gestire la segnalazione.
Sul punto, si anticipa l'intenzione di ribadire che tale soluzione esporrebbe l’impresa controllata, che decide di esternalizzare l'istituzione e la gestione del canale interno di segnalazione, alla necessità di prevedere doppi canali, con duplicazione di oneri e maggior rischio di confusione anche ai fini degli obblighi di riservatezza.
La risposta alla consultazione deve essere inviata entro il 9 dicembre p.v. e al fine di poter finalizzare il contributo complessivo di Confindustria, eventuali ulteriori osservazioni possono essere inviate ai seguenti indirizzi ([email protected]; [email protected]) entro il 28 novembre p.v..
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi del lavoro.
Cordiali saluti
Alessia Bausano
Linee guida whistleblowing sui canali interni di segnalazione - Consultazione on line - 07.11.2024.pdf|Visualizza dettagli
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E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n. 136/2024 recante disposizioni integrative e correttive al codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza di cui al decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14.
Si tratta del terzo intervento di revisione del Codice (c.d. Correttivo-ter), che ha il dichiarato obiettivo di agevolare l’effettività e l’efficienza del sistema di gestione della crisi e dell’insolvenza. A tal fine, è stato svolto un importante lavoro volto a correggere i difetti di coordinamento tra istituti e tra disposizioni emersi a seguito dei precedenti interventi e a emendare taluni errori materiali; coordinare meglio la disciplina processuale con le previsioni di carattere sostanziale; migliorare il testo di molte norme e fornire chiarimenti in merito a questioni interpretative e applicative sorte nei primi anni di applicazione del Codice.
Il provvedimento, che si compone di 57 articoli, è entrato in vigore a partire dallo scorso 28 settembre.
E' disponibile una nota di aggiornamento sulle principali modifiche che hanno interessato: la composizione negoziata della crisi e gli obblighi di segnalazione per l’emersione anticipata della stessa; il procedimento unitario; gli accordi di ristrutturazione dei debiti; il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione e il concordato preventivo.
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Il prossimo 7 novembre, si terrà in collegamento telematico l’Annual Forum 2024 organizzato dall’Oversight Committee che monitora l’applicazione dei Best Practice Principles cui aderiscono i principali proxy advisor. Il programma è disponibile al seguente link dove è possibile iscriversi all’evento: https://grow.glasslewis.com/bpp-oc-forum-2024
Oltre alle relazioni introduttive e conclusive (affidate rispettivamente a Jen Sisson - CEO, ICGN e Carmine di Noia - Director for Financial and Enterprise Affairs, OECD), quest’anno l’evento prevede anzitutto la consueta illustrazione dei risultati dell’analisi effettuata dall’Oversight Committee circa il contenuto dei “compliance statements” riferiti all’esercizio 2023 pubblicati dai proxy advisor aderenti ai Best Practice Principles.
Seguiranno poi due tavole rotonde: alla prima, parteciperanno esponenti di investitori istituzionali ed emittenti (i cui nominativi sono ancora in corso di definizione), che avranno modo di rappresentare il punto di vista del mercato sui Best Practice Principles; alla seconda, parteciperanno esclusivamente esponenti dei cinque proxy advisor attualmente aderenti ai Best Practice Principles, che avranno modo di illustrare i rispettivi punti di vista circa le modalità attraverso cui in concreto i medesimi proxy advisor realizzano le finalità indicate nei medesimi Principles
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Facendo seguito alle precedenti comunicazioni sul recepimento della nuova normativa europea sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, si evidenzia che nei giorni scorsi si è concluso l’iter .
Il Decreto legislativo 125/2024, che recepisce la Direttiva (UE) 2022/2464 (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD), è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 settembre u.s ed entrerà in vigore il 25 settembre p.v..
In allegato è disponibile il testo del decreto e una nota che riepiloga i nuovi obblighi di reportistica di maggior impatto per le imprese.
Rimanendo a disposizione si inviano cordiali saluti
Alessia Bausano
Dlgs rendicontazione societaria sostenibilità-GU.pdf|Visualizza dettagli
Nota aggiornamento - Decreto recepimento CSRD.pdf|Visualizza dettagli
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Dopo l'approvazione in via definita dello scorso 24 maggio, lo scorso 5 luglio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la Direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (c.d. Corporate Sustainability Due Diligence Directive - CS3D).
La Direttiva sancisce obblighi per le imprese in merito agli impatti negativi, effettivi e potenziali, sui diritti umani e sull'ambiente derivanti dalle proprie attività, dalle attività delle loro filiazioni e dei loro partner commerciali nelle catene di attività cui partecipano; nonché obblighi specifici relativi alla lotta ai cambiamenti climatici.
A questo fine, gli Stati membri devono assicurare che le società definiscano e implementino misure di due diligence in materia di diritti umani e ambiente volte a: i) integrare il dovere di diligenza nelle politiche aziendali e nei sistemi di gestione dei rischi; ii) individuare e valutare gli impatti negativi su diritti umani e ambiente, adottando un approccio basato sul rischio; iii) prevenire e attenuare gli impatti negativi potenziali e arrestare e riparare quelli effettivi; iv) svolgere un dialogo significativo con gli stakeholder; v) istituire e mantenere un meccanismo di notifica e una procedura di reclamo; vi) monitorare l’efficacia della politica e delle misure adottate; vi) rendicontare pubblicamente circa il dovere di diligenza.
Inoltre, le società devono adottare un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici, al fine di rendere i propri modelli e strategia aziendali compatibili con il limite di 1,5 °C di aumento della temperatura media del Pianeta rispetto ai livelli preindustriali, così come previsto dagli Accordi sul clima di Parigi, e per conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
A presidio del rispetto di tali obblighi, viene delineato un sistema di enforcement imperniato sul coinvolgimento di autorità nazionali di controllo - dotate del potere di ordinare provvedimenti correttivi e forme di riparazione e di irrogare sanzioni anche pecuniarie (con un massimo non inferiore al 5% del fatturato mondiale) - e su un regime di responsabilità civile delle società per i danni causati dalle violazioni dei predetti obblighi.
La Direttiva si applica a: i) le società costituite conformemente alla normativa di uno Stato membro con più di 1000 dipendenti e più di 450 milioni di euro di fatturato netto annuale a livello mondiale; ii) le società capogruppo di un gruppo che abbia raggiunto tali limiti minimi; iii) i franchising che operano nell'Unione con un fatturato superiore a 80 milioni di euro, di cui almeno 22,5 derivanti da royalties; iv) le imprese, le società capogruppo e i franchising di Paesi terzi che raggiungono le predette soglie di fatturato all'interno dell’Unione.
La Direttiva entrerà in vigore il 25 luglio 2024 e gli Stati membri dovranno recepirla entro due anni. Tuttavia, per gli obblighi di due diligence è prevista un’applicazione graduale: a 3 anni per le imprese con più di 5000 dipendenti e 1,5 milioni di fatturato (26 luglio 2027); a 4 anni per le imprese con più di 3000 dipendenti e 900 milioni di fatturato (26 luglio 2028); a 5 anni per le imprese con più di 1000 dipendenti e 450 milioni di fatturato (26 luglio 2029).
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Con riferimento al tema della reportistica di sostenibilità, si segnala che lo scorso 24 giugno il MEF ha aperto una consultazione pubblica sul “Documento per il dialogo di sostenibilità tra PMI e banche”, sviluppato nell’ambito dei lavori del Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile, costituito e presieduto dal MEF e composto, tra gli altri, da MIMIT, MASE, Banca d’Italia, CONSOB e IVASS.
Per favorire lo scambio di informazioni di sostenibilità tra PMI e banche, il Documento (in allegato) identifica una lista di 45 informazioni (generali, mitigazione e adattamento al rischio climatico, ambiente, società e forza lavoro, governance e condotta aziendale) che le banche potrebbero chiedere alle imprese clienti in base alle regole di vigilanza cui sono soggette e ad altre norme europee (es. CSRD e SFDR).
La consultazione chiuderà il prossimo 2 agosto e Confindustria intende rispondere con una propria posizione. Pertanto, insieme alle altre Aree competenti (Credito e Finanza, Politiche per l’Ambiente, l’Energia e la Mobilità e Lavoro, Welfare e Capitale Umano), raccoglieremo eventuali osservazioni sui diversi aspetti, entro il prossimo 18 luglio.
Per ulteriori approfondimenti sulla consultazione si rinvia alla comunicazione dell'Area Credito e Finanza.
Rimanendo a disposizione si inviano cordiali saluti
Alessia Bausano
Dialogo-di-sostenibilita-tra-PMI-e-Banche.pdf|Visualizza dettagli
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Facendo seguito alle precedenti comunicazioni sul tema in oggetto, si evidenzia che il Consiglio dei Ministri del 10 giugno u.s. ha approvato in sede preliminare lo schema di Decreto legislativo di recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive che rafforza ed estende gli obblighi in tema di reporting di sostenibilità.
Nel nuovo testo diverse osservazioni di Confindustria, formulate nella risposta alla consultazione del MEF dei mesi scorsi, sono state accolte e il documento risulta migliorativo per le imprese. Restano però alcuni profili di incertezza, in particolare sul tema delle sanzioni penali correlate all'inadempimento ai nuovi obblighi, che evidenzieremo alle Commissioni parlamentari competenti a esprime il proprio parere, entro il 20 luglio p.v., prima dell’approvazione definitiva da parte del Governo.
In allegato il testo del decreto e una nota di commento sulle principali modifiche intervenute di maggior interesse per il nostro sistema.
Rimanendo a disposizione, si inviano cordiali saluti.
Alessia Bausano
Atti 160 dlgs rendicontazione societaria.pdf|Visualizza dettagli
NOTA- Schema Decreto recepimento CSRD.pdf|Visualizza dettagli
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