Il 21 novembre le commissioni parlamentari JURI e IMCO hanno adottato il progetto di relazione congiunto relativo ai contratti di fornitura di contenuto digitale (COM/2015/0634) dei relatori Evelyne Gebhardt (S&D) e Axel Voss (PPE) e il mandato per avviare i negoziati interistituzionali.
Confindustria ha accolto con favore l’iniziativa della Commissione europea di intervenire sul settore della fornitura di contenuti digitali, sia per colmare una lacuna normativa (ad oggi, solo il Regno Unito e l’Olanda hanno adottato una normativa sulla fornitura di contenuti digitali) che per prevenire approcci differenziati da parte degli Stati membri.
Il testo adottato martedì recepisce la maggior parte delle criticità sollevate da Confindustria, da ultimo nella lettera trasmessa in vista del voto agli eurodeputati italiani delle due commissioni coinvolte. Il riferimento è, in particolare, al mantenimento dell’approccio di piena armonizzazione, ad eccezione di pochi articoli; all'inserimento di opportuni riferimenti al Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali (GDPR) sulle parti relative ai dati per evitare sovrapposizioni e incoerenze; la rimozione dell’indicazione di una garanzia legata al ciclo di vita del prodotto; il mantenimento della gerarchia dei rimedi in casi di non conformità e l'introduzione di una seconda opportunità per il trader alla consegna (nella proposta originale, il primo difetto alla consegna si sarebbe dovuto risolvere automaticamente con la risoluzione del contratto).
Rimangono tuttavia compresi nel campo di applicazione del Regolamento le forniture di contenuti digitali aventi una controprestazione di carattere non pecuniario, come i dati personali (è stato però rimosso il concetto di “qualsiasi altro dato”) e i beni con contenuto digitale incorporato.