Venerdì scorso il DFP ha pubblicato la Relazione sugli oneri amministrativi introdotti ed eliminati nel 2014 prevista dall’art. 8 dello Statuto delle imprese.
La Relazione - disponibile su http://www.funzionepubblica.gov.it/comunicazione/notizie/2015/aprile/rel2on-cittadini-imprese.aspx - evidenzia, rispetto al 2013, un leggero miglioramento delle attività di valutazione e monitoraggio degli oneri amministrativi. Tuttavia, il DFP ha registrato un approccio ancora troppo formale da parte delle amministrazioni nei confronti degli strumenti di valutazione normativa (es. quantificazione del costo unitario dell’onere senza identificare la platea dei destinatari; stime relative agli schemi degli atti normativi e non ai testi definitivi; stime non in linea con le metodologie) e le difficoltà derivanti dal processo decisionale (es. decretazione d’urgenza; rinvio a provvedimenti di attuazione). Sul punto, il DFP ha sottolineato l’importanza della quantificazione degli oneri, quale strumento idoneo a prevenire nuove complicazioni e a rispondere alle esigenze di imprese e cittadini.
In merito al contributo da parte delle associazioni di categoria, la Relazione mostra grande apprezzamento da parte del DFP e del DAGL nei confronti delle segnalazioni pervenute, aventi a oggetto non solo gli oneri introdotti (in alcuni casi non presi in considerazione dalle stesse amministrazioni), ma anche diverse ipotesi di oneri eliminati. Sulla base delle segnalazioni delle associazioni, il DFP e il DAGL hanno chiesto alle amministrazioni di rivedere il proprio bilancio e le nuove informazioni saranno oggetto di una nota di aggiornamento alla Relazione che il DFP predisporrà entro il prossimo 31 maggio.
La Relazione individua anche una serie di correttivi volti a migliorare le attività di quantificazione degli oneri e a potenziarne gli effetti. Si tratta di azioni che recepiscono diverse proposte di Confindustria e che consistono nel:
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dare cadenza periodica alle attività di verifica degli oneri introdotti ed eliminati, in modo da rendere costante il confronto tra Governo, PA e associazioni di categoria ed evitare di concentrare in un unico momento la predisposizione del bilancio;
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assicurare qualità alle attività di quantificazione degli oneri, limitandole agli atti normativi che hanno impatti più rilevanti sui destinatari. Ciò consentirebbe di perfezionare le stime e di prestare più attenzione al fenomeno del gold plating;
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rafforzare la formazione del personale pubblico, in modo da accrescere la sensibilità e le competenze dei soggetti impegnati nelle attività di quantificazione;
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includere nell’ambito degli oneri oggetto di quantificazione anche quelli in materia tributaria e creditizia, che attualmente sono esclusi.