Il 27 febbraio 2018 il Consiglio ha adottato il Regolamento per vietare il blocco geografico ingiustificato nel mercato interno (geoblocking). L’adozione del Consiglio segue quella del Parlamento europeo del 6 febbraio 2018.
La Commissione europea effettuerà una prima valutazione d’impatto delle nuove norme sul mercato interno due anni dopo la loro entrata in vigore.
La valutazione includerà una possibile applicazione delle nuove regole a servizi attualmente esclusi dal regolamento, ossia servizi in cui la caratteristica principale è la fornitura di accesso e utilizzo di contenuti protetti da copyright o la vendita di opere protette dal diritto d'autore in forma immateriale (es. servizi di streaming musicale, e-book, giochi online e software); servizi finanziari, audiovisivi, di trasporto, sanitari e sociali, in linea con la direttiva sui servizi.
Il Regolamento verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE entro la fine di marzo 2018 ed entrerà in vigore nove mesi dopo.
Link alla press release: http://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2018/02/27/geo-blocking-council-adopts-regulation-to-remove-barriers-to-e-commerce/?utm_source=dsms-auto&utm_medium=email&utm_campaign=Geo-blocking%3a+Council+adopts+regulation+to+remove+barriers+to+e-commerce
|
Il 25 febbraio 2016, la Commissione europea ha presentato l’Indice dell’economia e della società digitali 2016 (DESI) che analizza la performance digitale dell’Europa nel suo complesso e dei singoli Stati membri nel corso del 2015, sulla base di 5 indicatori principali:
-
Connettività
-
Capitale umano
-
Utilizzo di Internet
-
Integrazione delle tecnologie digitali
-
Servizi pubblici digitali
L’analisi dimostra che sia l’Unione europea nel suo complesso così come i singoli Stati membri si stanno sempre più muovendo verso una economia e società digitali (in un punteggio compreso tra 0 e 1, l’UE ha raggiunto uno score di 0,52 nel 2016, rispetto allo 0,50 dello scorso anno) ma che, allo stesso tempo, gli Stati membri corrono a velocità decisamente diverse. Il miglioramento del punteggio complessivo è stato principalmente determinato da una migliore connettività eintegrazione delle tecnologie digitali.
Gli Stati membri sono stati invece raggruppati in 4 gruppi in base al loro punteggio nel DESI 2016 e alla crescita che hanno registrato tra il 2015 e il 2016.
-
Running ahead countries sono i Paesi il cui punteggio è cresciuto più rapidamente di quello della media UE nel corso dell’ultimo anno, ovvero: Austria, Germania, Estonia, Malta, Paesi Bassi e Portogallo.
-
Lagging ahead countries sono i Paesi il cui punteggio è comunque superiore alla media UE, ma cresciuto meno rapidamente di quello UE nel corso dell’ultimo anno. Rientrano in questo gruppo: Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Svezia e Regno Unito.
-
Catching up countries sono i Paesi il cui punteggio è inferiore alla media europea, ma cresciuto più rapidamente di quello UE nel corso dell’ultimo anno. Rientrano in questo gruppo: Spagna, Croazia, Italia, Lettonia, Romania e Slovenia.
-
Falling behind countries sono i Paesi con un punteggio inferiore alla media UE e il cui sviluppo nel corso dell'ultimo anno è stato più lento di quello della UE nel suo insieme, ovvero: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Francia, Ungheria, Polonia e Slovacchia.
Nel corso dello scorso anno, tutti i paesi dell’UE hanno migliorato il proprio punteggio ad eccezione della Svezia, ferma allo 0.67. Inoltre, sembra stia diminuendo il divario tra i paesi “migliori” e i “peggiori”.
è L’Italia, con un punteggio complessivo pari a 0,4 si trova al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri e, come detto, fa parte del gruppo di paesi che stanno recuperando il ritardo. Nell’ultimo anno ha registrato pochi progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori. Una delle eccezioni riguarda il ruolo maggiore del commercio elettronico nel fatturato delle PMI (8,2% del totale). Emerge, in ogni caso, come l’industria italiana potrebbe trarre maggiori vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni di eBusiness. Più nel dettaglio:
-
In termini di connettività, la copertura delle reti NGA è passata dal 36% delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015, ma i progressi sono ancora troppo lenti (con un punteggio complessivo di connettività di 0,42, l’Italia si colloca al 27° posto).
-
L’assenza di competenze digitali di base è la ragione principale del basso tasso di adozione della banda larga fissa (con un punteggio di 0,42 nel capitale umano, l’Italia è al 24° posto tra i paesi dell’UE). Il 37% della popolazione, infatti, non usa internet regolarmente e il restante 63% svolge poche attività complesse online. Come sottolinea la stessa Commissione, l’Italia non può sperare di cogliere appieno i benefici dell’economia digitale fintanto che un terzo della sua popolazione non utilizza regolarmente Internet. Inoltre, tra gli utenti regolari di Internet, una percentuale consistente (almeno il 31%), manca ancora di competenze digitali di base. Secondo l’indice, la principale causa di questa mancanza di competenze digitali è da ricercarsi nel basso livello di istruzione della popolazione italiana (solo il 42% della popolazione ha un livello di istruzione più alta della secondaria inferiore, il quarto il valore più basso nella UE28), e nell’importante fetta di popolazione anziana. Il livello di laureati STEM è ancora basso, seppur in aumento rispetto allo scorso anno. Anche la quota di specialisti ICT è molto al di sotto della media europea ed è rimasta stabile nel corso dell’ultimo anno. Data la bassa quota di laureati STEM e la lenta integrazione della tecnologia digitale, è molto difficile che la percentuale di specialisti ICT possa aumentare nel prossimo futuro, per ragioni sia di domanda che di offerta.
-
In termini di propensione degli individui a utilizzare i servizi Internet, l’Italia ha il punteggio più basso tra i paesi dell’UE. Solo nella fruizione dei contenuti digitali, come la riproduzione di musica, video e giochi (52%) l’Italia fa meglio della media UE. Al contrario, le operazioni complesse come eBanking (43%) e lo shopping online - seppur migliorato di 4 punti percentuali - (39%) sono meno comuni. La lettura di news online è meno diffusa (57%) rispetto alla quasi totalità degli altri membri dell’UE ed è addirittura in diminuzione. I motivi della diminuzione possono essere riconducibili all’ulteriore diffusione di contenuti a pagamento.
-
L’integrazione della tecnologia digitale da parte delle imprese è il secondo indicatore migliore per l’Italia: con un punteggio di 0,31 (sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno), l’Italia si colloca al 20° posto tra i paesi UE. L’e-commerce sta guadagnando notevole importanza come canale di vendita, specie tra le PMI. L’adozione di soluzioni eBusiness non ha registrato invece lo stesso progresso, con il 36% - stabile – delle imprese che condividono le informazioni in via elettronica, e il 14% - in leggero aumento – che fa uso dei social media.
-
Per quanto riguarda, invece, i servizi pubblici digitali l’Italia si avvicina alla media dell’UE. Si tratta del migliore indicatore per l’Italia, che la vede collocata al 17° posto tra i paesi dell’Unione europea con un punteggio di 0,54. In questo caso, la disponibilità di servizi pubblici online ha registrato dei progressi ma l’uso dei servizi di eGovernment resta il tallone d’Achille del nostro Paese.
Infine, si segnala la pagina della Commissione europea interamente dedicata all’Indice: https://ec.europa.eu/digital-agenda/desi e quella relativa alla performance italiana: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard/italy.
|
Pubblicato, nella sezione Parlamento europeo, lo studio “I costi della non-Europa nella sharing economy”, che mira a individuare il costo della carenza di opportune azioni a livello europeo in questo campo.
Dallo studio emerge soprattutto che:
-
per sfruttare appieno il potenziale economico dell’economia della condivisione sarebbe necessario un intervento europeo, che garantisca un giusto equilibrio tra la necessità di assicurare certezza del diritto, concorrenza leale e protezione dei consumatori con la possibilità per le imprese di innovare e creare nuovi modelli di business;
-
il guadagno economico che potrebbe derivare da un migliore utilizzo delle capacità (altrimenti sottoutilizzate) richieste dall’economia della condivisione è di 572 miliardi di euro di consumo annuale in tutta l’UE-28.
-
È difficile prevedere con certezza lo sviluppo e il futuro della sharing economy.
-
Sotto il profilo economico, le criticità si riscontrano soprattutto sul fronte della fiscalità e della potenziale concorrenza sleale nei confronti di fornitori di servizi tradizionali. Sotto il profilo sociale, l’economia della condivisione ridefinisce il concetto di “occupazione” e ha un importante impatto sul mercato del lavoro. Sotto il profilo ambientale, la sharing economy potrebbe svolgere un ruolo importante in termini di sviluppo sostenibile e transizione ecologica.
-
A livello europeo servirebbe dotarsi di una definizione di piattaforme digitali, migliorare i regolamenti applicati alle piattaforme di sharing economy, rivedere l’applicazione della regolamentazione del mercato del lavoro.
|
Lo scorso 30 settembre la Commissione europea ha adottato un
La seconda, invece,riguarda i covered bonds, e in particolare la possibilità di creare un quadro paneuropeo e il possibile uso di strutture di covered bonds a copertura dei prestiti alle PMI.
La terza consultazione, infine, punta a raccogliere evidenza empirica sull’impatto cumulativo della normativa finanziaria adottata a seguito della crisi, grazie alla quale la Commissione intende individuare eventuali difformità, incoerenze e lacune delle norme in materia finanziaria, nonché oneri normativi non necessari e fattori che incidono negativamente sugli investimenti e la crescita a lungo termine.
È qui disponibile una nota di sintesi sui contenuti del Piano d'azione della Commissione per un'Unione dei mercati dei capitali.
Lente sull'UE-CMU(2).pdf|Afficher les détails
Per ulteriori informazioni si prega di fare riferimento a Francesca Brunori (mail: [email protected]; tel. 065903608), Lucia Pace (mail: [email protected]; tel. 065903524), Ciro Ascione (mail: [email protected]; tel. 065903698), Viviana Padelli (mail: [email protected]; tel. +32 22861213) e Pietro Mambriani (mail: [email protected]; tel. +32 22861242).
Modificato il da Viviana Padelli A8A38FF8-4198-FDE1-C125-77AC003B72CE [email protected]
|
Deutschland Über Alles
Mai come in questi ultimi giorni Angela Merkel, col suo spariglio delle regole europee e l’apertura delle frontiere ai rifugiati siriani senza limiti e a prescindere dal Paese di prima provenienza, è apparsa tanto “imperiale“ anche a prezzo di un certo mugugno nel suo stesso partito.
Mai la Germania è apparsa in una luce tanto positiva, di nuova “terra promessa” per i diseredati del mondo.
Mai, col suo gesto unilaterale, la Merkel è parsa così dominatrice al punto da lasciare nelle peste il fedele Hollande, costretto a un’improbabile minaccia militare per non poter rispondere per le rime alla mossa tedesca per la sua virulenta opposizione interna ad eccessive concessioni sugli immigrati, e spiazzando anche i Paesi dell’Est risolutamente contrari a una solidarietà umana, prima che politica, che peraltro è stata esercita nei loro confronti all’indomani del crollo della cortina di ferro.
Si ha l’impressione, in questo confronto destinato a far discutere anche alla luce delle proposte che il Presidente Juncker metterà sulla tavola mercoledì nel suo discorso sullo stato dell’Unione davanti al PE, che reagiranno d’istinto in modo più coeso i Paesi che hanno dato vita alla prima aggregazione continentale, in seno alla “Comunità europea”, mentre restano prigionieri di un’ottica di chiusura i paesi che hanno aderito direttamente “all’Unione europea”, senza aver sedimentato il valore aggiunto di condivisione e solidarietà meglio rappresentato dal concetto di “Comunità” che da quello di “Unione”.
Dalla Gran Bretagna, alla Polonia e alla Repubblica Ceca con la significativa eccezione dei Paesi scandinavi, si ha l’impressione insomma che l’appartenenza all’Unione viene vista non nell’ottica di un progetto politico più vasto, dalla moneta unica ad una solidarietà effettiva di fronte a sfide epocali, ma come un’appartenenza di ragione dalla quale “prendere” (vedi fondi strutturali), senza necessariamente “dare”.
I Paesi dell’Est hanno spesso messo in avanti che l’essere usciti da una forma di cooperazione e di interdipendenza, chiamata “Patto di Varsavia”, li ha resi guardinghi, ma i nodi di una partecipazione non propiamente entusiasta alla costruzione europea vengono al pettine. Se a questo si aggiunge che in Gran Bretagna , proprio per via della crisi immigrazione, per la prima volta i “si” all’uscita dall’UE nei sondaggi pre- referendum superano i no e che in catalogna il fronte indipendentista alle regionali del 27 settembre sembra avviato alla vittoria, si vede bene che le sfide a cui l’Europa si confronta alla ripresa delle attività sono non poche nè marginali.
A queste sfide è chiamato a dare una risposta Juncker, col suo discorso di domani, anche per provare a mostrare che la Commissione, e in generale le istituzioni europee, hanno un ruolo da giocare, senza essere sistematicamente scavalcate dai Governi dei Paesi membri.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 7 all’11 settembre 2015
Nella settimana segnata dalla prima plenaria del PE a Strasburgo dopo la pausa estiva, il dibattito politico sarà in larga parte monopolizzato dall'emergenza immigrazione, e non solo nei corridoi: martedì la Commissione europea, su proposta dell'Alto Rappresentante Federica Mogherini, presenterà una serie di proposte, anche legislative, per rafforzare le norme europee in materia. Il tema sarà anche trattato durante il discorso sullo stato dell'Unione e che il Presidente Juncker terrà in plenaria mercoledì mattina e che sarà seguito da un dibattito con i deputati.
Dal lato del Consiglio, si segnala che lunedì si sono riuniti i ministri dell'Agricoltura: con l'occasione, a Bruxelles (ed in contemporanea in altre città europee) si è tenuta un'imponente manifestazione degli agricoltori, che hanno reclamato delle regole a loro più favorevoli per l'origine dei prodotti agricoli.
Matteo Borsani
|
Lo scorso 28 febbraio, i Ministri UE dell’Ambiente hanno raggiunto un accordo di massima (“general approach”) sulla proposta di riforma della Direttiva Emissions Trading, presentata dalla Commissione UE a luglio 2014.
Dopo un anno e mezzo di negoziato controverso e quattro Consigli dell’Ambiente, l’accordo è stato raggiunto con il 71,44% degli Stati Membri a favore. Il Ministro Gianluca Galletti, cosi come i Ministri di Paesi Bassi, Polonia e Ungheria, ha criticato la Presidenza di turno maltese per la poca correttezza del processo decisionale.
I Ministri sono arrivati in Consiglio con posizioni divergenti, essendo l’ultimo testo della Presidenza maltese stato respinto in Coreper. Un ruolo cruciale hanno giocato la pressione da parte della Commissione UE e di alcuni Stati Membri per chiudere il dossier il prima possibile, anche in vista di scadenze elettorali molto importanti soprattutto in Francia e Germania, con esiti ancora imprevedibili.
Il lavoro sull’ultimo testo della Presidenza maltese (quello del 17 febbraio) è andato avanti per tutta la giornata ed è approdato ad un compromesso che ha visto prevalere la richiesta avanzata dalla Francia e da alcuni Stati membri “like-minded” (SV, NL, LU, DK) di eliminare il surplus di quote di emissione dal sistema ETS, in cambio di una maggiore disponibilità di quote gratuite per l’industria a rischio di carbon leakage (2% in più rispetto a quanto proposto dalla Commissione UE), nel caso in cui il quantitativo proposto dalla Commissione UE sia insufficiente per il periodo 2021-2030 e si debba applicare un fattore di correzione intersettoriale.
L’altra questione politica del braccio di ferro tra gli Stati Membri, che ha allineato in blocco i Paesi dell’Est, ha riguardato le condizioni per la concessione di finanziamenti tramite i Fondi di Modernizzazione e Innovazione alimentati da quote di emissione, che alcuni gli Stati Membri dell'Ovest hanno voluto vincolare a tecnologie a basse emissioni, per evitare che in tali progetti rientrassero le fonti fossili, soprattutto il carbone.
Per quanto riguarda la protezione del l’industria a rischio di carbon leakage, il testo emerso dall’accordo di massima è complessivamente meno positivo della posizione adottata dal Parlamento UE il 15 febbraio. Oltre ad una richiesta di quote per l’industria di gran lunga minore rispetto a quella avanzata dal Parlamento UE (5%), il Consiglio non ha accettato la proposta dell’Italia e della Francia di istituire un fondo armonizzato per le compensazioni dei costi indiretti, come invece, seppure a copertura parziale, ha chiesto il Parlamento UE. Inoltre, l’accordo, pur lasciando le due categorie di assegnazione di quote gratuite (100% per i settori a rischio e 30% per i settori non a rischio), ha stabilito una soglia per la valutazione qualitativa del rischio dello 0,16%, quindi più elevata di quella chiesta dal Parlamento UE e una soglia minima per l’aggiustamento dell’assegnazione delle quote gratuite in base all’aumento della produzione più elevata (15%).
Sebbene il Consiglio abbia deciso di non modificare il fattore lineare di riduzione annuale di quote di emisisione (2,2%), legato all'obiettivo 2030, l’intervento sul mercato europeo delle quote di emissione richiesto dal Consiglio per eliminare il surplus è più radicale di quello richiesto dal Parlamento, che prevede l’aumento temporaneo del tasso annuale di ritiro delle quote e di accantonamento nella Market Stability Reserve dal 12% al 24% e la cancellazione di 800 milioni di quote. Il Consiglio aggiunge un’ulteriore richiesta, che va a toccare la validità delle quote nel sistema ETS, stabilendo che a partire dal 2024 le quote della MSR che superano il quantitativo di quote all’asta nell’anno precedente non saranno più valide.
Nei prossimi giorni si avranno notizie sull’avvio del negoziato inter-istituzionale tra Commissione, Consiglio e Parlamento (trilogo).
TESTO ACCORDO CONSIGLIO.pdf|Afficher les détails TESTO 17 febbraio.pdf|Afficher les détails
|
Pubblicata sul sito della Delegazione di Confindustria di Bruxelles la lista dei seminari di approfondimento sulle politiche ed i programmi europei d'interesse per il Sistema, per l'anno 2016: http://www.confindustria.eu/it/categoria/5-i_seminari_della_delegazione
|
Il 17 maggio il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la propria posizione in prima lettura sulla Direttiva sulla Sicurezza delle Reti e dell’Informazione (NIS), che stabilisce nuove regole per aumentare la sicurezza delle reti e dei sistemi di informazione in Europa. La Direttiva prevede l’obbligo, per gli Stati membri, di adottare una strategia e designare un'autorità nazionale per prevenire, gestire e rispondere a rischi e incidenti informatici. Si vuole inoltre creare un meccanismo di cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione per scambiare informazioni e contrastare le minacce e gli incidenti sulle reti informatiche. Si pone infine l’obbligo, per alcune imprese (energia, trasporti, sanità) e servizi digitali (motori di ricerca, servizi IT, servizi cloud), di adottare pratiche di gestione del rischio e segnalare gli incidenti all'autorità nazionale competente, per sviluppare una gestione del rischio condivisa e garantire lo scambio di informazioni tra pubblico e privato. La proposta di Direttiva è stata pubblicata nel 2013, ma l’accordo tra Parlamento e Consiglio si è raggiunto solo nel dicembre 2015. La posizione adottata ora dal Consiglio conferma quanto stabilito con il Parlamento e le nuove regole entreranno in vigore probabilmente ad agosto 2016, dopo la seconda lettura del Parlamento. La presidenza olandese del Consiglio dell’Ue, insieme con l’Agenzia per la Sicurezza delle Reti e dell’Informazione (ENISA), stanno già preparando linee guida per l’implementazione della Direttiva.
|
Nella sezione "Newsletter UE", è possibile scaricare la Lente sull'UE n.43 dedicata al piano d'azione sulla digitalizzazione dell'industria europea.
|
il 19 aprile, la Commissione europea ha presentato il piano d’azione sulla digitalizzazione dell’industria europea. L’iniziativa si inserisce nel terzo pilastro della strategia per il Mercato Unico digitale, “Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale europea”, che ha come principale destinatario l’industria e la sua trasforropa.eu/digital-single-market/news-redirect/30687">Brochure on Digitising European Industry
Infographic on Digitising European Industry
Infographic on European Cloud Initiative
Map overview of Digitising European Industry Initiatives across Europe
Background documents
|
Confindustria, insieme ai principali interlocutori operanti sul tema della Cooperazione allo sviluppo dell’Unione europea, organizza un Roadshow sul territorio nazionale, dedicato ai nuovi trend ed alle opportunità che essa offre oggi alle imprese italiane.
L’iniziativa, che prosegue dopo la prima tappa trevigiana dedicata all’Etiopia, quella fiorentina dedicata alla Nigeria e quella romana dedicata all’Angola, ha lo scopo di informare il Sistema associativo sugli strumenti ed i finanziamenti a disposizione delle imprese sui mercati di maggiore interesse nel continente africano selezionati tenendo conto delle proiezioni di crescita dei singoli mercati, delle allocazioni di budget dell’UE e delle priorità segnalate dal nostro sistema associativo nell’ambito dell’ultima indagine internazionale.
La prossima tappa del Roadshow sarà dedicata al Mozambico e verrà realizzata a Milano il 25 gennaio p.v. in collaborazione con Confindustria Lombardia.
Durante il pomeriggio di lavoro, verranno illustrate le opportunità di business – commerciali e di investimento – in Mozambico, e gli strumenti messi a disposizione dalla Cooperazione UE in quel mercato. Inoltre, verranno approfonditi i meccanismi di funzionamento generale della Cooperazione allo Sviluppo dell’UE, in modo da fornire ai partecipanti informazioni e strumenti utili ad affrontare anche altri mercati di loro interesse, al di là del focus specifico della singola tappa.
L’Unione europea (UE) si è infatti dotata di un budget di 82,3 miliardi di euro per programmi di cooperazione internazionale per il periodo 2014-2020, di cui 734 milioni destinati a progetti in Mozambico. L’UE sta inoltre rafforzando il proprio ruolo nel facilitare l’impegno delle imprese a favore dello sviluppo, destinando una sempre maggiore percentuale di fondi a strumenti finanziari quali prestiti, garanzie, strumenti di condivisione dei rischi, strumenti di equity o quasi equity. Uno dei principali obiettivi di questi strumenti è quello di sbloccare investimenti privati dimostratisi finanziariamente sostenibili, ma che non trovano sufficienti finanziamenti sul mercato.
In questo quadro, numerose sono le opportunità per le imprese italiane interessate ad operare in Paesi in via di sviluppo, approfittando di bandi europei per l’acquisto di servizi, forniture o lavori, oppure di finanziamenti per progetti di interesse per il Paese destinatario.
In allegato una prima bozza di programma.
Le imprese interessate possono registrarsi all’evento compilando il formulario al link entro il 20 gennaio :
http://www.confindustria.it/Aree/opp70.nsf/iscrizione?openform
Per maggiori informazioni contattare Leonardo Pinna ([email protected])
BROCHURE ROADSHOW CONFINDUSTRIA.pdf|Afficher les détails| 151202_Programma Roadshow cooperazione_Focus Mozambico.pdf|Afficher les détails
Modificato il da Ilaria Giannico EB7A5BD3-BA28-68A5-C125-7C19004E2FFB [email protected]
|
Lo scorso 12 dicembre, nel corso della 21° Conferenza delle Parti sul Clima delle Nazioni Unite (COP21), è stato raggiunto a Parigi il primo accordo globale sui cambiamenti climatici.
L’Accordo, definito dal Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius “storico, ambizioso, giusto, sostenibile, dinamico, equilibrato e legalmente vincolante”, è stato firmato da 195 Paesi. Francois Hollande lo ha definito “il primo accordo globale nella storia dei cambiamenti c cambiamenti climatici (Art. 7).
Per quanto riguarda gli aspetti finanziari (Art.9), i Paesi sviluppati si impegnano ad assistere finanziariamente i Paesi in via di sviluppo sia sul fronte della riduzione delle emissioni (mitigazione) che degli adattamenti, con una progressione degli sforzi finanziari nel tempo e con un equilibrio tra le azioni di sostegno alla mitigazione e quelle agli adattamenti. Il Meccanismo Finanziario della Convenzione fungerà da meccanismo finanziario dell’Accordo. Il riferimento alla mobilitazione dei 100 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020 è nominato nelle decisioni e non nel testo dell’Accordo.
Il trasferimento tecnologico (Art. 10) per accelerare, incoraggiare e promuovere l’innovazione, sarà finanziato attraverso il Meccanismo Finanziario, mentre un Meccanismo Tecnologico della Convenzione definirà il quadro normativo di riferimento per facilitare la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo e l’accesso alle tecnologie, specie nei primi stadi di sviluppo delle stesse. I Paesi sviluppati si impegnano a sostenere Paesi in via di sviluppo, anche finanziariamente, nell’implementazione di questo articolo e dovranno rendere conto dei loro sforzi nella revisione (“global stocktake”). Riguardo al capacity building, dovrà essere collettivo ma specifico per ogni Paese e rispondere a esigenze nazionali, con un’attenzione particolare per i Paesi più vulnerabili. La cooperazione dovrà riguardare anche le misure per aumentare l’educazione, la consapevolezza e la partecipazione pubblica.
Il principio di “differenziazione” è presente anche negli obblighi di trasparenza (Art.13). Qui il testo dell’Accordo si fa ambiguo perché da una parte si intende stabilire un quadro comune che richieda a tutti i Paesi di informare sulle emissioni nel loro territorio e sui progressi verso i rispettivi contributi nazionali, dall’altra si lascia flessibilità a quei Paesi in via di sviluppo alla luce delle proprie capacità e si specifica che le modalità del quadro di riferimento saranno stabilite nel 2016. Infine, si dichiara che per i Paesi meno sviluppati l’implementazione di questo obbligo non dovrà comportare azioni intrusive, punitive o onerose.
L’Accordo prevede un inventario globale periodico ai fini di valutare il progresso collettivo nell’implementazione degli obiettivi dell’Accordo e i suoi obiettivi a lungo termine (“global stoacktake”). Il primo inventario globale è stabilito per ora nel 2023 e ogni 5 anni a partire da questa data.
Per facilitare l’implementazione e promuovere il recepimento delle clausole dell’Accordo, viene istituito un comitato, che dovrà operare in modo trasparente e non punitivo, nel rispetto delle capacità e delle circostanze di tutte le Parti.
Testo dell’Accordo in inglese
http://unfccc.int/documentation/documents/advanced_search/items/6911.php?priref=600008829
Modificato il da Barbara Mariani 11396CBB-AD50-5ED1-C125-77450036943E
|
Lo scorso 30 novembre e 1° dicembre, il Consiglio Competitività ha tenuto la sua ultima riunione sotto Presidenza lussemburghese, affrontando numerosi temi.
Nella formazione “Mercato interno e industria”
|
Il 27 ottobre 2015 durante la Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo il Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha presentato il programma di lavoro della Commissione per il 2016. Il Programma si basa essenzialmente sulle dieci priorità del Presidente Juncker e prevede, per l'anno prossimo, 23 iniziative legislative e non legislative, 20 ritiri o modifiche di proposte pendenti e 40 azioni REFIT con lo scopo di riesaminare la qualità della normativa vigente dell'UE.
Al seguente link tutti i documenti riguardanti il programma di lavoro per il 2016 - http://ec.europa.eu/atwork/key-documents/index_en.htm
|
Il 26 ottobre si riunirà a Lussemburgo il Consiglio dei Ministri UE dell’Ambiente presieduto dal Ministro lussemburghese Carole Dieschbourg, al quale parteciperanno i Commissari UE A. Canete (Clima), K. Vella (Ambiente) e E. Bienwkoska (Industria). I Ministri avranno un primo dibattito orientativo sulla proposta di revisione della Direttiva ETS, presentata dalla Commissione UE a luglio 2015 nel contesto del conseguimento dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030.
I Ministri risponderanno a tre domande: 1) l’attuale proposta è uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi climatici europei del prossimo decennio, incluso il finanziamento ai Paesi in via di sviluppo? 2) le nuove regole per l’assegnazione delle quote di emissione a titolo gratuito assicurano un equilibrio tra il rischio di delocalizzazione delle emissioni (carbon leakage), la protezione della competitività dell’industria ad alta intensità energetica e il rafforzamento della spinta verso l’innovazione in direzione di una economia a basse emissioni di carbonio? 3) le proposte sui meccanismi di finanziamento per l’innovazione dell’industria e la modernizzazione del settore energetico sono uno stimolo sufficiente a mobilitare gli investimenti necessari a raggiungere gli obiettivi per il 2030?
I Ministri avranno uno scambio di opinioni su come assicurare un ruolo sempre attivo alla dimensione ambientale nel processo del Semestre Europeo. In questo contesto, discuteranno della graduale eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente e dell'attuazione della politica e della legislazione ambientale.
E’ previsto anche uno scambio di vedute su come attuare la strategia “2030 - Agenda per lo sviluppo sostenibile "Trasformare il nostro mondo", approvata dalle Nazioni Unite a settembre. I Ministri discuteranno le principali priorità dell'UE per la sua attuazione, il ruolo della politica e gli strumenti per monitorarne i progressi.
Infine, i Ministri avranno un dibattito sugli ultimi eventi internazionali in materia di clima in vista della Conferenza di Parigi (30 novembre – 11 dicembre); sul sistema di controllo delle emissioni auto; sull’iniziativa “Make it work” il cui scopo è creare un dialogo tra Paesi Membri, Consiglio e Commissione Europea al fine di migliorare la legislazione in materia ambientale e lo scambio di “best practices” nel recepimento da parte degli Stati membri delle normative europee in materia ambientale.
In allegato il documento preparatorio predisposto dalla Presidenza lussemburghese.
Background Consiglio Ambiente 26 ottobre.pdf|Afficher les détails
|
L’audizione pubblica sulla digitalizzazione del settore manifatturiero e delle PMI europee, tenutasi il 12 ottobre presso il Parlamento europeo, ha permesso di approfondire l’importanza della cooperazione transfrontaliera per la digitalizzazione dell’industria, di recente sperimentata con l’iniziativa regionale franco-tedesca nel Reno superiore.
Laurent Zibell, Policy adviser presso il sindacato europeo “IndustriAll”, e il prof. Manuel Gammella del sindacato spagnolo si sono invece soffermati sui rischi della digitalizzazione dell’industria per i lavoratori, con particolare riferimento a un’iniqua concentrazione della ricchezza nella catena del valore, alla dissoluzione dei contratti di lavoro (la digitalizzazione faciliterebbe, a loro avviso, il lavoro precario), al mancato bilanciamento tra vita privata e lavorativa. Zibell ha insistito sull’importanza del dialogo sociale in questo campo. Gammella ha chiesto politiche pubbliche per ovviare a questi possibili rischi.
Tra le conclusioni più interessanti del Prof. Hirsch-Kreinsen, invece, quella sulle possibili perdite di posti di lavoro: queste (limitate ai ruoli rutinari e legati a scarse competenze) avverrebbero nel breve periodo, mentre nel lungo termine si assisterebbe alla creazione di più del doppio di posti di lavoro.
La Commissione UE ha ribadito che sta lavorando sul tema dell’Industry 4.0, seguendo 6 filoni: creazione di un Mercato unico digitale; incentivi agli investimenti; sostegno alle industrie nella trasformazione digitale (specie PMI) favorendo il collegamento tra i centri di competenze; adeguamento della forza lavoro; revisione e semplificazione della normativa.
|
Lo scorso 22 settembre il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan, insieme ad altri tre suoi corrispettivi di Germania, Spagna e Francia, ha avuto uno scambio di opinioni con la Commissione speciale sulle decisioni anticipate in materia fiscale (TAXE) del Parlamento Europeo.
Il ministro ha rilevato subito la centralità del progetto BEPS anche al livello UE, dove si può e si deve fare di più nell’implementazione dei suoi principi in Europa. Padoan ha sottolineato il ruolo rivestito dall’Italia in tal senso durante il semestre di presidenza europea, richiamando la lettera che insieme ai ministri dell’economia francese e tedesco inviò al commissario Moscovici alla fine dell’anno scorso e dove auspicava l’adozione di una direttiva anti-BEPS.
Secondo Padoan un primo passo è stato compiuto con le cinque aree di intervento previste all’interno del Piano d’azione sulla tassazione delle imprese presentato dalla Commissione a giugno.
“La concorrenza fiscale dannosa spesso compromette la capacità degli altri Stati di riscuotere le imposte dovute”, ha affermato Padoan. Il ministro ha poi evidenziato come rispetto all’inizio della crisi finanziaria si siano fatti enormi passi avanti nel dibattito fiscale, a partire dall’eliminazione del segreto bancario e dalla centralità dello scambio automatico di informazioni. “È importante”, ha aggiunto “capire cosa va armonizzato e cosa no in materia di tassazione”.
Infine ha ribadito il sostegno dell’Italia al country-by-country-reporting nel contesto della Direttiva sui diritti degli investitori, e all’intenzione della Commissione di riproporre un base imponibile comune a livello UE basata su due fasi.
|
Nel quadro dei seminari formativi sui temi europei che la Delegazione di Confindustria Bruxelles organizza, informiamo che i prossimi 28 e 29 ottobre terremo un Seminario su “Economia circolare, pacchetto clima energia 2030, Unione dell’energia: nuove normative europee in arrivo nei prossimi anni”.
In allegato la presentazione del seminario, il programma e la scheda d’iscrizione.
Presentazione seminario.pdf|Afficher les détails Programma_seminario.pdf|Afficher les détails Scheda di iscrizione seminario.pdf|Afficher les détails
|
Il Pacchetto di misure adottato il 15 luglio dalla Commissione Europea (“Summer Package") segna una tappa importante nel programma presentato a febbraio nella Comunicazione sulla creazionee="font-family: arial, helvetica, sans-serif">http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-5358_en.htm
NEW DEAL FOR CONSUMERS
http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-15-5351_en.htm
ENERGY EFFICIENT LABEL REVISION
http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-15-5350_en.htm
Modificato il da Barbara Mariani 11396CBB-AD50-5ED1-C125-77450036943E
|
 
Si pubblica nella sezione "documenti" la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 231, di cui riportiamo di seguito l'editoriale e la settmana.
Settimana della verità per i commissari designati
Durerà dal 29 settembre al 7 ottobre il periodo in cui il Parlamento europeo "esaminerà" i ventisette commissari designati, in vista del voto di fiducia sul nuovo collegio previsto, fino a nuovo ordine, mercoledì 22 ottobre p.v. a Strasburgo.
Ogni commissario deve sottoporsi alle domande dei membri delle commissioni parlamentari rilevanti per il suo portafoglio e, come si sa, in passato non sono mancate le bocciature, più o meno clamorose, come quella di Rocco Buttiglione nel 2004.
E, in effetti, alcuni candidati sono "a rischio", come la slovena Alenka Bratušek, accusata di essersi "autocandidata" negli ultimi giorni del suo mandato come primo ministro, prima di perdere le elezioni, o l’ungherese Tibor Navracsics per scarsa sensibilità al portafoglio che gli verrebbe affidato, e altri ancora.
È probabile però che prevalga un gentlemen’s agreement per far sì che la Commissione Juncker possa effettivamente insediarsi il 1 novembre e mettere fine all’interminabile momento di passaggio che da sei mesi condiziona le Istituzioni europee.
È evidente infatti che anche una sola bocciatura ritarderebbe questo momento e, con esso, la prima risposta che è legittimo ora aspettarsi da Jean Claude Juncker riguardo l’orientamento che intende dare al suo mandato.
In particolare molti parlamentari europei interrogheranno i Commissari – e così indirettamente Juncker – sul famoso fondo di 300 miliardi destinati a rilanciare l’economia attraverso un ambizioso programma di investimenti pubblico-privati.
Come sarà finanziato? Con fondi "freschi" o con un reimpiego di fondi esistenti? Quale sarà la quota di finanziamento pubblico? Quale sarà la destinazione di tali somme, la loro ripartizione "nazionale", il loro valore aggiunto, eccetera?
Ecco la domanda che, accanto alle moltissime altre che verranno sottoposte, diventa cruciale per il voto di fiducia che necessita del concorso massiccio almeno dei membri del PPE e del Partito Socialista europeo, sapendo che i due partiti e i loro leader parlamentari, il tedesco Manfred Weber e l’italiano Gianni Pittella, hanno sui 300 miliardi idee non esattamente uguali.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 29 settembre al 3 ottobre
Tutta la settimana avrà come centro di interesse il Parlamento europeo, dove, come riportato nell’editoriale sopra, i candidati commissari saranno “interrogati” dai deputati europei, che poi decideranno se confermare la loro fiducia nella Commissione Junker nel suo complesso.
Non si tratterà di una passeggiata: ogni audizione durerà tre ore, con oltre quaranta interventi da parte dei deputati, ed altrettante risposte da parte dell’interrogato.
Per il resto, si segnala la riunione informale dei ministri delle telecomunicazioni, a Milano, per parlare di internet governance.
Infine, si segnala che settimana scorsa la Commissione ha presentato la nuova proposta di revisione delle emissioni delle macchine agricole e forestali (NRMM), che sarà discussa da Parlamento e Consiglio. Per maggiori informazioni, cliccare qui.
Matteo Carlo Borsani
|
La Comunità della conoscenza e dell’innovazione (KIC) EIT ICT Labs, uno dei partenariati tematici creati dall’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), ha lanciato la competizione “Idea Challenge”
Idea Challenge è una grande competizione europea indirizzata agli innovatori con lo scopo di creare nuove imprese e start-up in fase iniziale. Per la seconda volta quest’hanno, EIT ICT LABS invita coloro che hanno spirito imprenditoriale e talento nel settore ICT a sviluppare idee di business rivoluzionarie nei seguenti settori:
-
Cyber security e privacy
-
Internet degli oggetti
-
Vita urbana e mobilità
-
Sistemi energetici intelligenti
Il primo round dell’Idea Challenge ha raccolto oltre 300 iscrizioni provenienti 25 paesi dell'UE. 12 start-up europee hanno vinto un importo complessivo di 320.000 euro e stanno già lavorando a stretto contatto con gli acceleratori d’impresa dell'EIT ICT Labs per sviluppare ulteriormente le loro idee.
E’ possibile candidarsi presentando le proprie proposte sulla piattaforma online dedicata alla competizioneentro il 30 settembre. I partecipanti hanno l'opportunità di vincere un premio in denaro di 15 mila, 24 mila o 40 mila euro. I migliori candidati dovranno presentare le proprie proposte di fronte a una giuria di esperti a Berlino, Trento, Stoccolma o Londra (a seconda del tema).
Ulteriori informazioni in merito alle modalità di candidatura e ai criteri di eleggibilità sono disponibili sullapagina dedicata del sito web di EIT ICT Labs.
|
Confindustria organizza il webinar “Regolamento UE sulla Deforestazione: cosa cambia per le imprese e la filiera produttiva”, che si terrà il 20 febbraio 2025, dalle ore 14:30 alle ore 16:30.
Lo scorso 17 dicembre 2024 è stato approvato, dai rappresentati dei 27 Stati membri che siedono nel Consiglio ambiente, l'accordo politico provvisorio per ritardare l'applicazione delle nuove norme sulla deforestazione relative al Regolamento inerente alla messa a disposizione sul mercato dell’Unione e all’esportazione dall’UE di determinate materie prime e specifici prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale (c.d. EUDR), (UE) 2023/1115 già approvato lo scorso 31 maggio 2023.
Sotto proposta della Commissione, il 16 ottobre 2024, il Consiglio ha concordato un rinvio di 12 mesi per l'applicazione di alcuni provvedimenti del Regolamento, successivamente confermato anche dal Parlamento in data 17 dicembre 2024. Il 23 dicembre u.s. sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2024/3234 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 dicembre 2024, che modifica il Regolamento (UE) 2023/1115 per quanto riguarda le disposizioni relative alla data di applicazione.
La proroga concederà quindi alle imprese un periodo di introduzione graduale aggiuntivo di 12 mesi, spostando l’entrata in vigore delle disposizioni al 30 dicembre 2025 per le medie e grandi imprese, e al 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese, in modo da assicurare certezza del diritto, prevedibilità e tempo sufficiente per un'agevole ed effettiva attuazione delle norme, compresa la piena istituzione di sistemi di dovuta diligenza riguardanti tutte le materie prime e i prodotti interessati.
Il Regolamento mira a ridurre al minimo il rischio di deforestazione e degrado forestale associato ai prodotti immessi sul mercato dell'UE o da essa esportati. L'obiettivo principale del Regolamento è garantire che i prodotti e le rispettive catene di approvvigionamento siano a “deforestazione zero”.
L’obiettivo dell'incontro è quello di approfondire i principali aspetti del Regolamento e della sua attuazione, con particolare riguardo agli obblighi e alle tempistiche di attuazione per ciascun settore e per la relativa legislazione secondaria che ne deriverà.
Interverrà all’incontro il Dott. Alessio Cartosio, Policy Officer, DG Ambiente, Unità F1 – Planetary Common Goods, Universal Values, and Environmental Security.
Al termine degli interventi, ci sarà una sessione di Q&A aperta a tutti i partecipanti.
Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizione al seguente link:
https://confindustria.zoom.us/webinar/register/WN_8isPRtmCQeCVJilfjCHdNQ
Il link di partecipazione all’evento verrà generato al momento dell’iscrizione nella pagina del form e vi arriverà una mail qualche secondo dopo. Suggeriamo di controllare anche la casella posta indesiderata.
L’appuntamento è gratuito ed è rivolto alle Associazioni del Sistema e alle imprese associate.
Per qualsiasi ulteriore informazione potete scrivere a f.lolli@confindustria.eu
In allegato trovate l’informativa sul trattamento dei dati personali dei soggetti che parteciperanno al Webinar.
Informativa sul trattamento dei dati personali Webinar.pdf
|
Confindustria organizza il webinar “Riforma del mercato elettrico: impatti sui prezzi, stabilità e transizione energetica”, che si terrà il 22 novembre 2024, dalle ore 11:00 alle ore 13:00.
Presentato dalla Commissione Europea a marzo 2023, il pacchetto di riforma del mercato elettrico dell'Unione Europea è composto dal Regolamento (UE) 2024/1747 e dalla Direttiva (UE) 2024/1711, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale UE nel giugno 2024. La riforma nasce in risposta all’aumento e alla volatilità dei prezzi dell’energia registrati nel 2022, con l’obiettivo di rendere i prezzi dell'elettricità più stabili e meno dipendenti dalle fluttuazioni dei combustibili fossili, favorendo l'integrazione delle energie rinnovabili e di tecnologie a zero emissioni, come il nucleare. Il Regolamento introduce nuove misure per il funzionamento del mercato, comprese quelle volte a migliorare l'efficienza dei mercati intraday e day-ahead, mentre la Direttiva si concentra su strumenti per tutelare i consumatori e garantire la sicurezza dell'approvvigionamento.
Tra le novità principali del pacchetto vi sono i contratti per differenza (CfD), che stabiliscono una remunerazione fissa per i produttori di energia rinnovabile, e i Power Purchase Agreements (PPA), pensati per incentivare gli investimenti a lungo termine in nuove capacità di generazione rinnovabile. La riforma prevede inoltre misure per affrontare le crisi di prezzo e proteggere i consumatori più vulnerabili, come il divieto di interruzione della fornitura per chi si trova in condizioni di povertà energetica.
L’obiettivo dell'incontro è quello di analizzare i principali aspetti della riforma e i suoi impatti sul mercato elettrico italiano, con un focus specifico sugli effetti per i grandi consumatori di energia, come le imprese, e sulle dinamiche di prezzo.
Interverranno all’incontro:
- Andrea Maria Felici, Direttore Generale della Direzione generale domanda ed efficienza energetica (DEE) del Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE)
- Anne Radermecker, Policy Officer Direzione Generale dell’Energia (DG ENER), Commissione Europea
Al termine degli interventi, ci sarà una sessione di Q&A aperta a tutti i partecipanti.
Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizione al seguente link:
https://confindustria.zoom.us/webinar/register/WN_yz73dw4nQ72hWcADJWEwCQ
Il link di partecipazione all’evento verrà generato al momento dell’iscrizione nella pagina del form e vi arriverà una mail qualche secondo dopo. Suggeriamo di controllare anche la casella posta indesiderata.
L’appuntamento è gratuito ed è rivolto alle Associazioni del Sistema e alle imprese associate.
In allegato troverete l’informativa sul trattamento dei dati personali dei soggetti che parteciperanno al Webinar.
Per qualsiasi ulteriore informazione potete scrivere a [email protected]
Informativa sul trattamento dei dati personali Webinar.pdf
Modificato il da Federica Lolli 27690055-0DE7-5FE0-C125-8816004B7D7B [email protected]
|
Confindustria organizza il webinar “Il pacchetto UE gas decarbonizzati e idrogeno: gli impatti per l'industria”, che si terrà il 24 ottobre 2024, dalle ore 11:00 alle ore 12:30.
Presentato dalla Commissione Europea nel mese di dicembre 2021, il Pacchetto sui Mercati Interni del Gas Naturale e Rinnovabile e dell’Idrogeno comprende una proposta di Regolamento e una proposta di Direttiva, recentemente pubblicate nella Gazzetta Ufficiale UE nel giugno 2024. Questo pacchetto mira a rivedere la struttura del mercato del gas nell'Unione Europea per facilitare l'integrazione di gas rinnovabili, a basso contenuto di carbonio e dell'idrogeno. Il Regolamento si concentra sull'aggiornamento delle normative per l'accesso ai sistemi di trasmissione e sulla creazione di un mercato competitivo per l'idrogeno. La Direttiva, invece, stabilisce regole comuni per i mercati interni di gas e idrogeno, con l’obiettivo di decarbonizzare industrie ad alta intensità e di promuovere una gestione indipendente delle reti.
Il pacchetto introduce innovazioni significative per il settore, come la creazione del European Network of Network Operators for Hydrogen (ENNOH), un'entità separata dedicata alla gestione delle reti di idrogeno. Inoltre, sono previsti meccanismi di supporto per lo sviluppo del mercato dell'idrogeno, sostenuti dall’Unione Europea tramite la Banca Europea dell'Idrogeno. Le autorità nazionali potranno stabilire tariffe di rete specifiche per l'idrogeno, in coordinamento con le autorità vicine e con l'approvazione di ACER, per garantire un accesso equo ed efficiente alle infrastrutture.
Ulteriori misure comprendono l’approvvigionamento prioritario di idrogeno per le industrie difficili da decarbonizzare, come quella siderurgica, e una maggiore integrazione tra i settori dell'idrogeno e dell'elettricità, insieme a una tutela del consumatore rafforzata.
L’obiettivo dell'incontro è quello di approfondire i principali aspetti del pacchetto e i suoi impatti sull’industria italiana.
Interverranno all’incontro:
- Andrea Andreuzzi, Senior Adviser Energia e Sviluppo sostenibile, Confindustria
- Federico Marco, Legal and Policy Officer, Directorate-General for Energy Unit C3 -Internal Energy Market, Commissione Europea
Al termine degli interventi, ci sarà una sessione di Q&A aperta a tutti i partecipanti.
Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizione al seguente link:
https://confindustria.zoom.us/webinar/register/WN_ig5SZiX3S8-P12RFvvUf0A
Il link di partecipazione all’evento verrà generato al momento dell’iscrizione nella pagina del form e vi arriverà una mail qualche secondo dopo. Suggeriamo di controllare anche la casella posta indesiderata.
L’appuntamento è gratuito ed è rivolto alle Associazioni del Sistema e alle imprese associate.
In allegato troverete l’informativa sul trattamento dei dati personali dei soggetti che parteciperanno al Webinar.
Per qualsiasi ulteriore informazione potete scrivere a [email protected]
Informativa sul trattamento dei dati personali Webinar.pdf
|
Confindustria organizza il webinar "Net Zero Industry Act: sfide, opportunità e implementazione”, che si terrà il 15 luglio 2024, dalle ore 15:00 alle ore 16:30.
Il 27 maggio il Consiglio ha formalmente adottato il Regolamento Net Zero Industry Act, volto a istituire un quadro di misure per l'aumento della capacità di produzione di tecnologie a zero emissioni, al fine di sostenere gli obiettivi dell'Unione per il 2030 e il 2050 e di garantire l'accesso a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di tecnologie a zero emissioni nette.
Il Regolamento 2024/1735 è stato pubblicato il 28 giugno sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE per entrare in vigore il 29 giugno 2024.
Confindustria ha presidiato l’intero iter legislativo ed ha accolto con favore il raggiungimento di un accordo sul NZIA che include numerose tecnologie chiave per l’Italia e stabilisce condizioni più favorevoli per l’accesso al mercato e per le procedure di rilascio delle autorizzazioni per la costruzione o l'espansione di grandi progetti produttivi di tecnologie a zero emissioni nette. Confindustria continuerà a lavorare nei prossimi mesi per seguire con attenzione le fasi di implementazione, sia a livello EU che a livello nazionale.
L'incontro intende approfondire i principali aspetti e l'attuazione del Regolamento, con particolare riguardo al campo di applicazione, alla creazione della Piattaforma Net-Zero Europe e al suo futuro ruolo di supporto, al sistema per la concessione dello status di progetto strategico, all’applicazione dei requisiti relativi alle disposizioni in materia di aste e appalti pubblici, agli strumenti di finanziamento dei progetti net zero che potranno essere messi in campo.
Interverranno all’incontro:
- Stefano Soro, Head of Unit Net Zero Industries, Sustainable and Circular Products, DG Grow, Commissione europea;
- Michelangelo Nerini e Caterina Attiani, Consiglieri alla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’UE;
- Paolo Casalino, Direttore generale al MIMIT e Adriano Ippoliti, Dirigente MIMIT.
Al termine degli interventi, ci sarà una sessione di Q&A aperta a tutti i partecipanti.
Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizione al seguente link:
https://confindustria.zoom.us/webinar/register/WN_bw0YKP8RSP2qqYyBVJadHw
Il link di partecipazione all’evento verrà generato al momento dell’iscrizione nella pagina del form e vi arriverà una mail qualche secondo dopo. Suggeriamo di controllare anche la casella posta indesiderata.
In allegato troverete l’informativa sul trattamento dei dati personali dei soggetti che parteciperanno al Webinar.
L’appuntamento è gratuito ed è rivolto alle Associazioni del Sistema e alle imprese associate.
Per qualsiasi ulteriore informazione potete scrivere a [email protected]
Informativa sul trattamento dei dati personali Webinar.pdf
Modificato il da Federica Lolli 27690055-0DE7-5FE0-C125-8816004B7D7B [email protected]
|