La settimana del Totonomine
Si apre una settimana “calda” per l’Europa con diversi importanti appuntamenti, dal voto di investitura a Strasburgo del Presidente della Commissione designato Jean Claude Junker, al voto di approvazione dei neo Commissari europei in sostituzione di quelli eletti al Parlamento europeo (per l’Italia l’ex Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci) e, il 16 luglio, ad una nuova riunione del Consiglio europeo per decidere a chi affidare le importanti caselle di Presidente del Consiglio europeo, di Alto Rappresentante per la Politica estera e di Presidente dell’Eurogruppo.
La prima scadenza è quella sulla carta più scontata. Juncker dovrebbe ricevere l’appoggio degli eletti del PPE, del gruppo Socialisti e Democratici, e del Gruppo Liberale. Il voto però è a scrutinio segreto e defezioni, anche significative, possono accadere, anche in funzione del discorso che il Presidente designato pronuncerà in emiciclo prima del voto, nel tentativo di contentare, almeno a parole, le esigenze – a volte inconciliabili – di tutti.
Il fatto nuovo è che siamo di fronte per la prima volta all’emergere di una maggioranza “politica” in seno al Parlamento europeo che ora dovrà trovare le gambe per camminare ed essere capace di incalzare il futuro esecutivo europeo.
Il Parlamento europeo, imponendo di fatto il suo candidato, ha certamente vinto una “battaglia” politica sul Consiglio e sui governi dell’Unione europea. Ora deve dimostrare di saper amministrare questa vittoria.
Mentre il voto ai quattro neo Commissari appare scontato, così che il nuovo titolare del portafoglio dell’industria potrà partecipare a pieno titolo alla riunione informale del Consiglio.
Competitività del 21 luglio p.v. a Milano, più nebuloso appare l’orizzonte per quanto riguarda “Top Jobs” delle Istituzioni europee.
La candidatura Mogherini sembra osteggiata con forza da un gruppo di paesi membri mentre, anche su altre caselle, si registrano, almeno in apparenza, pochi passi avanti. Il pacchetto di nomine, fatta salvo anche in questo caso l’approvazione del Parlamento europeo, è strategico perché è indubbio che in quella sede verranno evocati gli assetti complessivi delle istituzioni UE per gli anni a venire, compreso quindi i portafogli dei futuri Commissari.
Così, il consenso a questo o quel candidato passerà anche dalla garanzia di ricevere questa o quella posizione nel collegio dei Commissari. Un gioco complesso, nel quale entrano in gioco molti fattori, compreso quelli di “genere”, come dimostra l’appello delle Commissarie europee uscenti per un rafforzamento “rosa” dell’esecutivo comunitario.
Un intreccio nel quale è bene “non perdere il nord” in sede negoziale, ben misurando le capacità di interdizione sulle varie politiche europee e in cui un aspetto rilevante è costituito anche dalla composizione dei gabinetti dei futuri Commissari.
Nella Commissione uscente i capigabinetto tedeschi erano ben otto.
Questo, “abisit iniuria verbis” è valso di certo qualcosa nell’elaborazione delle politiche europee.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
La settimana sarà caratterizzata dalla seconda sessione plenaria del PE a Strasburgo: non siamo ancora al ritmo normale, ma l'ordine del giorno prevede già dei dossier settoriali, e alcuni dibattiti di particolare interesse, in primis quello del Presidente Designato della Commissione europea, Juncker, che dopo aver incontrato i gruppi politici settimana scorsa a Bruxelles (e, in qualche caso, aver fatto promesse difficili da mantenere pur di avere il loro consenso) martedì 15 sosterrà un dibattito in plenaria con i deputati, che si esprimeranno lo stesso giorno sulla sua nomina.
Inoltre, a Strasburgo i quattro commissari designati, tra i quali l'italiano Ferdinando Nelli Feroci, sosterranno un mini-hearing presso le rispettive commissioni parlamentari, lunedì in serata. In seguito, la plenaria si esprimerà mercoledì, e in caso di voto positivo i nuovi commissari diverranno entreranno pienamente in carica a partire da giovedì.
Inoltre, il Consiglio europeo si riunirà mercoledì 16, a Bruxelles, per nominare il Presidente della Commissione europea (dopo il voto del parlamento del giorno prima) e l'Alto Rappresentante per la politica estera.
Matteo Carlo Borsani