Oggi la Commissione Europea ha presentato il nuovo Pacchetto sull’Economia Circolare “Closing the loop: an EU action plan for the circular economy”.
Come è noto, nel 2014 la Commissione Juncker aveva ritirato il pacchetto precedentemente adottato nel luglio 2014 “Towards a circular economy: a zero waste programme for Europe”, negoziato dall’allora Commissario UE all’Ambiente J. Potocnik, perché non ritenuto sufficientemente in linea con gli obiettivi di crescita e occupazione fissati dall’agenda Juncker.
Rispetto al Pacchetto 2014, l’approccio politico appare generalmente più integrato e mirato. L’obiettivo del Pacchetto è creare un adeguato quadro normativo a livello europeo per lo sviluppo dell’economia circolare nel mercato interno e per dare un segnale agli operatori economici e alla società in generale sul percorso futuro, con obiettivi e misure concrete da avviare entro il 2020.
L’economia circolare dovrà stimolare la competitività, consentendo alle imprese di affrontare meglio la scarsità di risorse e la volatilità dei prezzi e facilitando al creazione di opportunità economiche e di modalità di produzione e consumo più innovative.
A differenza del Pacchetto 2014, la Commissione UE non propone un obiettivo sull’efficienza delle risorse (30%), che a suo tempo era stato oggetto di un accesso dibattito politico nelle istituzioni UE.
L’azione a livello comunitario è giustificata dalla necessità di stimolare gli investimenti e creare un condizioni di concorrenza paritarie all’interno dell’UE, rimuovere ostacoli derivanti dalle normative europee e da un’insufficiente implementazione a livello nazionale, rafforzare il mercato interno e assicurare condizioni favorevoli all’innovazione e al coinvolgimento degli stakeholder.
L’approccio integrato va oltre il focus sui rifiuti e comprende azioni per promuovere l’economia circolare in ogni fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione ai prodotti secondari e coinvolge tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del consumo. Diventano quindi prioritarie aree come la progettazione del prodotto, i processi di produzione, il consumo, la gestione dei rifiuti, le materie prime secondarie.
Inoltre, azioni specifiche riguarderanno alcune aree identificate come prioritarie: plastica, rifiuti alimentari, materie prime critiche, costruzione e demolizioni, biomassa e prodotti bio-based.
La Comunicazione è accompagnata da proposte legislative per la revisione delle seguenti Direttive UE:
- Direttiva Quadro sui Rifiuti
- Direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio;
- Direttiva sui rifiuti da apparecchiature elettriche e ed elettroniche
- Direttiva sulle discariche
Rispetto alle proposte del 2014, la Commissione UE ha rivisto tutti gli obiettivi.
L’obiettivo di riciclaggio dei rifiuti urbani al 2030 è stato stabilito del 65% (70% nella proposta del 2014).
Riguardo agli obiettivi sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, nel 2014 si prevedevano obiettivi intermedi del 60% per il 2020, del 70% per il 2025 e dell’80% per il 2030. Nella proposta attuale, invece, la Commissione stabilisce un obiettivo generale intermedio del 65% al 2025, con i seguenti obiettivi per ogni singolo materiale:
- 55% per la plastica
- 60% per il legno
- 75% per i materiali ferrosi
- 75% per l’alluminio
- 75% per il vetro
- 75% per la carta e il cartone
L’obiettivo finale per il 2030 è stabilito del 75%, con i seguenti obiettivi per i singoli materiali:
- 75% per il legno
- 85% per i materiali ferrosi
- 85% per l’alluminio
- 85% per il vetro
- 85% per la carta e cartone
Per quanto riguarda il conferimento in discarica, la proposta del 2014 prevedeva un obiettivo del 25% al 2025 come percentuale massima di conferimento in discarica di materiali riciclabili. Nella proposta attuale, si prevede invece un obiettivo del 10% al 2030.
Riguardo i rifiuti alimentari, l’approccio è molto cambiato: nel 2014 si prevedeva una riduzione dei rifiuti alimentari del 30% entro il 2025, mentre ora la Commissione indica genericamente nuove misure per promuovere la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti alimentari.
Infine, l’attuale proposta legislativa punta ad una migliore armonizzazione e semplificazione del quadro giuridico sui sottoprodotti e sullo stato “end-of-waste”, l’introduzione di requisiti minimi per la responsabilità estesa del produttore e la semplificazione e razionalizzazione degli obblighi di comunicazione.
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