Battaglia campale sul TTIP al PE
Questa settimana il PE, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, avrebbe dovuto votare sulla relazione del Presidente della Commissione per il Commercio internazionale in merito al negoziato tra Europa e Stati Uniti per dare vita al partenariato transatlantico in materia di commercio e investimenti (TTIP).
Con il testo sottoposto all’esame della plenaria, il PE avrebbe voluto “mettere le mani avanti” ed indicare - andando un po’ oltre i suoi poteri, ma forte del fatto di detenere, dopo il trattato di Lisbona, il diritto di ratifica sugli accordi internazionali alla stregua dei parlamenti nazionali - alla Commissione e agli Stati membri le linee rosse da non superare nella fase negoziale che possano pregiudicare, per l’appunto, tale ratifica.
Attorno a questo tema, evocato anche dai leaders del G7, che si sono impegnati ad “un’accelerazione del processo negoziale”, si è scatenata un’opposizione all’idea stessa della conclusione di un accordo di queste proporzioni con gli Stati Uniti che ha contribuito molto a rendere incandescente il clima della vigilia parlamentare.
Mentre nelle settimane scorse era stato raggiunto a fatica un compromesso fra i principali gruppi politici del PE su un testo che introduceva numerosi elementi nel canovaccio seguito sul tavolo negoziale, ma senza pregiudicarne l’iter, le posizioni sono andate divaricandosi negli ultimi giorni ed una maggioranza del gruppo socialista si è apertamente schierata, in particolare, contro il famoso meccanismo di risoluzione delle controversie in materia di investimenti (ISDS), provocando una spaccatura, che avrebbe rischiato di riprodursi in aula.
L’esito del voto, quindi, è stato giudicato talmente incerto, anche perché il peso di quei deputati contrari, a prescindere, a qualsiasi ipotesi anche di un accordo a minima, rischiava, tra il voto degli emendamenti e la votazione finale, di creare il paradosso che il Parlamento non riuscisse in definitiva ad approvare nessun testo che, con una decisione dell’ultimo minuto, il Presidente Schultz ha preferito rinviare il testo in Commissione.
La partita, pertanto, per il momento resta aperta.
G7, Grecia, Russia, Turchia
Settimana ricca di elementi importanti sulle politiche europee, innanzitutto gli esiti del G7, tornato forse ad essere un momento di confronto importante fra le due sponde dell’Atlantico, anche per la sapiente regia della Cancelliera Merkel.
Vedremo se sui vari aspetti della dichiarazione finale, dalla lotta ai cambiamenti climatici, alla posizione sulla Russia, al TTIP e più in generale alle misure per rilanciare la crescita, ci sarà un seguito concreto, ma l’impressione trasmessa dal vertice è quella di aver ritrovato uno spirito più coeso che in passato.
Ciò detto, ai toni muscolosi di Barack Obama sulla Russia, ha fatto da contrappunto una posizione europea meno oltranzista, con l’Italia che si trova a dover sostenere una posizione comune che provoca pesanti reazioni nei comparti produttivi che più subiscono le conseguenze delle sanzioni, senza poi, almeno per ora, vedere la stessa solidarietà europea applicarsi, pur se in situazioni completamente diverse, a quanto accade sulla sponda sud in materia di immigrazione.
La visita di Putin all’EXPO, mercoledì 10 giugno, costituirà da questo punto di vista una scadenza importante.
Sempre mercoledì si terrà a Bruxelles un ennesimo mini vertice del gruppo di leader europei che di fatto gestiscono la crisi greca con Alexīs Tsipras, per trovare una soluzione a quella che somiglia sempre più a una “commedia degli equivoci” che regolarmente sembra essere sul punto di trasformarsi in tragedia.
Infine, è importante sottolineare, per i riflessi che avrà nella politica complessiva dell’Unione europea nei confronti del Mediterraneo e del Medio Oriente, il mancato “cappotto” di Erdoğan nelle elezioni politiche di domenica scorsa e la necessità per il suo partito di trovare alleati per governare, dopo molti anni di esercizio solitario del potere.
Nonostante una vigilia del voto particolarmente tesa e i timori latenti alle derive autoritarie del regime, l’esito del voto turco ha costituito, da questo punto di vista, un bell’esercizio di democrazia.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana al centro dell'attenzione ci sarà la plenaria di Strasburgo, dove la tensione maggiore, almeno politicamente, raggiungerà la discussione e la votazione del rapporto del socialista Lange sul partenariato transatlantico (cd TTIP). La pietra di inciampo è il meccanismo ISDS (sorta di giurisdizione privata per la risoluzione delle controversie) che il PPE è pronto ad accettare, ma il gruppo S&D no. La questione, che ha fatto saltare l'accordo raggiunto in commissione INTA, potrebbe addirittura portare alla bocciatura del testo.
Dal punto di vista del Consiglio, l'8 giugno i Ministri dell'energia discuteranno la "Energy Union" sulla base del testo presentato nel febbraio dello scorso anno. Il 12 giugno, inoltre, si riunirà il Consiglio Telecomunicazioni: tra i punti all'odg, si segnalano l'accesso digitale alla pubblica amministrazione e una presentazione della strategia sul mercato unico digitale.
Matteo Borsani