Immigrazione: le scelte difficili dell’Europa
Settimana importante a livello europeo per la definizione della doppia strategia UE per fronteggiare l’immigrazione clandestina e dividere l’onere dell’accoglienza fra i 28 paesi membri e non fra i soliti noti.
Mentre si e' fatto strada il volano militare dopo l'intesa politica raggiunta in merito fra i Capi di Stato e di Governo per impedire la partenza dei barconi e scoraggiare questa vera e propria nuova “tratta” della miseria e della disperazione, con la possibilità che il Consiglio di Sicurezza ONU dia in tempi brevi il necessario avallo per l’avvio delle operazioni affidate al comando italiano, più difficile appare l’iter della proposta della Commissione Juncker, peraltro pienamente conforme alla lettera e allo spirito del Trattato di Lisbona, di fissare delle quote di accoglienza in base al PIL nazionale dei paesi membri.
Ai primi distinguo britannici, che si aspettavano visto che quel paese, come Danimarca e Irlanda, ha ottenuto un “opt out” permanente sulle materie riguardanti immigrazione e asilo a livello europeo, si è aggiunto lo scetticismo di alcuni paesi dell’Est come Ungheria e Repubblica Ceca seguito dallo scarto del governo francese, preoccupato che, specie dopo quanto è successo nel gennaio scorso a Parigi, un gesto di endorsment della proposta della Commissione europea aggiungerebbe benzina al sentimento anti europeo e anti immigrazione cavalcato da Marine Le Pen e che trova terreno sempre più fertile nella società francese.
Infine anche la Spagna si è unita alle critiche al Piano della Commissione, che adesso passera' all'esame dei ministri dell'interno per finire poi, inevitabilmente, sul tavolo dei Consiglio europeo di fine giugno.
Vedremo come andrà a finire un dossier che, anche grazie all’efficace lavoro svolto dall’Alto Rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ha incardinato un altro tema “italiano” a livello europeo.
Mercoledì ne discuterà anche il Parlamento europeo e il dibattito non mancherà certo di … calore politico.
GRECIA
Altra settimana “decisiva” per la crisi greca, anche se il confronto fra le parti interessate dà l’impressione di scivolare sempre di più in un dialogo fra sordi.
Infatti la sostituzione di Varoufakis con altri negoziatori più malleabili si scontra con l’intransigenza della base del partito di governo, Syriza, obbligando Tsipras ad una sorta di doppio linguaggio, interno e per gli interlocutori istituzionali, con un ultima proposta di compromesso assortita dalla richiesta di rinegoziazione del debito.
Vedremo come andrà a finire e nulla contraddice l'impressione che si andrà abbondantemente ai tempi supplementari.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria a Strasburgo, con un'agenda, per dire il vero, ancora una volta non particolarmente piena di proposte legislative. L'unica di sicuro interesse per l'industria é quella sulla proposta di Regolamento sui cd "Conflict minerals" che vede prima di tutto lo scontro tra chi sostiene che il meccanismo debba essere obbligatorio (in primis il Gruppo S&D) e chi che debba essere volontario (in primis il gruppo PPE).
Per il resto, mercoledì si terrà un dibattito in plenaria sul tema dell'immigrazione (per un approfondimento si rimanda all'editoriale di questo numero), mentre lunedì in commissione ENVI il commissario Sefcovic si confronterà con i deputati sul mercato unico dell'energia.
Per quanto riguarda il Consiglio, lunedì e martedì si riuniranno i ministri degli Esteri, ancora una volta per parlare di immigrazione, e negli stessi giorni il Consiglio "Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport" discuterà di mercato unico digitale.
Matteo Borsani