Europa compatta contro il fondamentalismo
Gli attacchi terroristici della settimana scorsa alla redazione di Charlie Hebdo ed in un negozio di prodotti ebraici hanno determinato una reazione senza precedenti dell’opinione pubblica europea ed internazionale e favorito, anche attraverso la spettacolare presenza di decine di capi di Stato e di Governo a Parigi, una ritrovata convergenza dei rappresentanti dei paesi dell’Unione europea e non solo, sui valori fondanti del nostro “stare insieme”.
È a questo leit motif che Matteo Renzi ha dedicato molto spazio nel suo discorso di chiusura del semestre di Presidenza nell’emiciclo di Strasburgo, rivendicando, a giusto titolo, di aver propugnato, sin da luglio, la necessità di far ritrovare all’Europa non solo la via della crescita e della prosperità, ma anche quell’”anima” e quella identità che sembrano a molti perdute e che fanno dubitare sulla scommessa dei Padri fondatori.
Quanto al bilancio del semestre propriamente detto, che il Governo ha sintetizzato in un documento, Renzi ha messo l’accento naturalmente sui due grandi cantieri aperti, quello della crescita e quello di una maggiore flessibilità nell’interpretazione delle regole di "governance" economica europea che pur ancora oggi allo stadio embrionale hanno permesso qualche timido, ma decisivo passo avanti rispetto allo stallo dei mesi ed anni precedenti.
Da questo punto di vista la coincidenza del semestre italiano con la fase di rinnovo delle istituzioni UE se ha limitato il margine di manovra su molti dossier legislativi, ha consentito di abbinare l’azione del Governo al programma della nuova Commissione che ha voluto imprimere da subito un forte segnale di discontinuità con quella precedente proprio su queste due grandi questioni, essendosi convinta che altrimenti il già esiguo consenso a livello di opinione pubblica sarebbe evaporato sempre di più.
Il piano Juncker ed il documento che, proprio oggi la Commissione europea adotterà sull’interpretazione da dare al patto si stabilità, sono da questo punto di vista due passi nella buona direzione e certamente vanno nella linea preconizzata dalla Presidenza italiana. Presidenza che naturalmente ha conosciuto anche alcuni passi falsi come la mancata adozione del pacchetto Telecom, del regolamento sui dispositivi medici, per non parlare del Made in, dossier rimasto assolutamente fermo nonostante la forte pressione affinché un compromesso potesse essere trovato entro dicembre.
Inizia ora la Presidenza lettone che presenterà domani, sempre al Parlamento europeo le sue priorità.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 12 al 16 gennaio 2015
La settimana che si é aperta ieri vedrà l'ultimo atto della Presidenza italiana: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà martedì a Strasburgo per tracciare il bilancio del Semestre italiano di Presidenza, e avere l'ultimo dibattito con i deputati.
Lo stesso giorno, la Commissione dovrebbe adottare un'attesa comunicazione su come “fare il miglior uso della flessibilità attraverso le norme contenute nel patto di stabilità e crescita”.
Infine, nella giornata del 12 gennaio il Ministro dell'economia Padoan sarà in commissione ECON per un dibattito con i deputati.
Sempre rispetto alla plenaria del Parlamento europeo, che costituirà il centro delle attività istituzionali della settimana, mercoledì mattina si presenterà la Presidenza Lettone, mentre giovedì ci sarà un voto sulle risoluzioni sul programma di lavoro della Commissione per il 2015.
Matteo Borsani