Per ciò che riguarda il Parlamento europeo si riuniranno diverse commissioni parlamentari (di cui si riportano qui di seguito i maggiori punti di interesse per le imprese) e mentre si segnala che il collegio dei Commissari mercoledì sarà impegnato nella preparazione del prossimo Consiglio europeo.
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DOSSIER DI INTERESSE PER LE IMPRESE |
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Delegazione di Confindustria presso l'Unione europea This e-mail and any attachment are confidential and may be covered by legal professional privilege. If you are not the intended recipient, you are hereby notified that any use or distribution of this e-mail is strictly prohibited. Please contact the sender and delete this message from your system. Thank you.
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Europa

ACCADE all'UE n.338
Giuliana Pennisi
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Il Parlamento UE adotta la posizione sul Pacchetto Economia CircolareLo scorso 14 marzo, il Parlamento europeo ha adottato le quattro relazioni dell’On. Simona Bonafé (S&D, IT) sul Pacchetto legislativo sull’Economia Circolare, che la Commissione europa ha presentato a dicembre 2015, contenente quattro proposte di revisione:
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Sintesi riunione Business Europe sul futuro della politica di coesione
Si allega una nota di sintesi su una recente riunione svoltasi in Business Europe sul futuro della politica di coesione. Esiti WG Regional Policy BusinessEurope - Rev.10.03.17.docxVisualizza dettagli |
Indice UE di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) 2017Il 3 marzo la Commissione europea ha presentato l’edizione 2017 delIl 79% dei cittadini europei si connette a Internet almeno una volta alla settimana, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2016; à L’Italia si colloca al 27° posto. Si tratta della peggiore performance per l’Italia. Le attività online effettuate dagli internauti italiani sono di molto inferiori alla media dell’UE.
4. Integrazione delle tecnologie digitali: le imprese sono più digitali e il commercio elettronico progredisce se pur lentamente. Anche il commercio elettronico da parte delle PMI è aumentato lievemente (dal 14% delle PMI nel 2013 al 17% nel 2016). Tuttavia, meno della metà di tali imprese vende in un altro Stato membro dell’UE. à L’Italia si colloca al 19° posto (migliore indicatore). Le imprese che utilizzano la fatturazione elettronica sono il 30%, percentuale di molto superiore alla media dell’UE (18%). Le PMI tuttavia ricorrono raramente ai canali di vendita elettronici.
5. Servizi pubblici digitali: gli europei utilizzano maggiormente i servizi pubblici online. A tal proposito, nell’ambito del piano d’azione per l’eGovernment, la Commissione intende istituire uno sportello digitale unico che garantisca un agevole accesso online a informazioni sul mercato unico e avviare un’iniziativa per digitalizzare ulteriormente la governance e il diritto societario nonché aggiornare il quadro europeo di interoperabilità. à L’Italia si colloca al 21° posto, peggiora la performance di 4 punti percentuali. Secondo la Commissione, l’Italia registra buoni risultati per quanto riguarda l’erogazione online dei servizi pubblici (completamento di servizi online) e i dati aperti (open data), ma presenta uno dei livelli più bassi di utilizzo dei servizi di e-government in Europa.
Prossimi step Basandosi sui risultati del DESI e ad integrazione del Semestre europeo, la Commissione pubblicherà in maggio il suo esame intermedio della Strategia per il mercato unico digitale e individuerà le misure potenzialmente atte a contribuire a migliorare le prestazioni digitali nazionali. |
Economia Circolare: Conferenza degli Stakeholder 2017Il 9 e 10 marzo, la Commissione Europea e il Comitato Economico e Sociale Europeo hanno ospitato la Conferenza degli Stakeholder 2017 sul tema dell’Economia Circolare. Lo scopo delle due giornate di lavoro è stato quello di discutere i risultati raggiunti fino ad oggi dal Piano d’Azione della Commissione UE ed evidenziare le criticità e le sfide future. La Conferenza è stata aperta da Frans Timmermans, primo Vice-Presidente della Commissione UE, che ha dichiarato come oggi non sia più accettabile un conflitto tra ambiente ed economia, perché lo sviluppo economico dovrà necessariamente essere sostenibile dal punto di vista ambientale e che l'Europa dovrà mantenere la leadership su questo fronte. Il VP ha sottolineato come sia finita l’epoca della società “paternalistica” e come il sostegno dei cittadini alle politiche europee si possa guadagnare solo mostrando i benefici concreti per ciascuno, soprattutto in termini di maggiori opportunità di lavoro e una migliore istruzione. Timmermans ha affermato che l’Europa è di fronte alla quarta rivoluzione industriale, sulla quale si gioca “la sopravvivenza della specie umana”. Tale rivoluzione sarà particolarmente dirompente per il mondo occidentale, che però è quello anche più attrezzato ad affrontarla, perché il più “interconnesso” e il più stabile, soprattutto dal punto di vista della benessere generale. Ha poi enumerato alcuni grandi successi europei, come il riutilizzo economico dei rifiuti e lo sviluppo delle fonti rinnovabili ed ha rimarcato che è necessario combattere le resistenze ideologiche, che si oppongono alla riduzione della dipendenza dalle fonti fossili. Ci sono ancora delle sfide, come quella tecnologica che, a suo avviso, non è poi così grande, finanziarie e ambientali. Su queste ultime, il VP ha osservato che il conflitto tra economia e ambiente deve essere smantellato. La vera sfida dell’economia circolare si giocherà sulla governance e sul coinvolgimento di tutti gli attori, dai cittadini al settore privato e alle NGOs. Georges Dassis, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, ha definito l’economia circolare come un’opportunità unica ed ha affermato che la transizione deve avvenire attraverso una strategia ambiziosa, che tenga conto di tutti gli interessi in gioco. Infine, ha preso la parola Karmenu Vella, Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari Marittimi e la Pesca, che ha chiesto il sostegno di tutti gli stakeholder e ha sottolineato come la grande partecipazione all’evento sia un buon segnale di apertura. Gruppi con interessi diversi sono invitati a dialogare, anche attraverso la creazione di nuove piattaforme. Le due giornate sono proseguite con interventi di esponenti del mondo imprenditoriale, politico ed accademico che hanno raccontato la propria esperienza, evidenziando i risultati raggiunti e i gap ancora da colmare. Si sono svolte, inoltre, delle sessioni collaterali che hanno approfondito i temi che saranno oggetto delle prossime iniziative della Commissione UE, annunciate nella Comunicazione dello scorso 26 gennaio: la strategia per la plastica, l’interfaccia tra le normative sulle sostanze chimiche, sui prodotti e sui rifiuti, la promozione e il l riutilizzo dell’acqua, l’innovazione e la politica sul prodotto dal punto di vista dell’efficienza delle risorse. Le conclusioni della Conferenza saranno rese pubbliche dalla Commissione UE nei prossimi giorni. La conferenza si è chiusa con il lancio ufficiale da parte della Commissione UE della Piattaforma degli Stakeholder. |
Riforma Direttiva ETS: accordo raggiunto in ConsiglioLo scorso 28 febbraio, i Ministri UE dell’Ambiente hanno raggiunto un accordo di massima (“general approach”) sulla proposta di riforma della Direttiva Emissions Trading, presentata dalla Commissione UE a luglio 2014. Dopo un anno e mezzo di negoziato controverso e quattro Consigli dell’Ambiente, l’accordo è stato raggiunto con il 71,44% degli Stati Membri a favore. Il Ministro Gianluca Galletti, cosi come i Ministri di Paesi Bassi, Polonia e Ungheria, ha criticato la Presidenza di turno maltese per la poca correttezza del processo decisionale. I Ministri sono arrivati in Consiglio con posizioni divergenti, essendo l’ultimo testo della Presidenza maltese stato respinto in Coreper. Un ruolo cruciale hanno giocato la pressione da parte della Commissione UE e di alcuni Stati Membri per chiudere il dossier il prima possibile, anche in vista di scadenze elettorali molto importanti soprattutto in Francia e Germania, con esiti ancora imprevedibili. Il lavoro sull’ultimo testo della Presidenza maltese (quello del 17 febbraio) è andato avanti per tutta la giornata ed è approdato ad un compromesso che ha visto prevalere la richiesta avanzata dalla Francia e da alcuni Stati membri “like-minded” (SV, NL, LU, DK) di eliminare il surplus di quote di emissione dal sistema ETS, in cambio di una maggiore disponibilità di quote gratuite per l’industria a rischio di carbon leakage (2% in più rispetto a quanto proposto dalla Commissione UE), nel caso in cui il quantitativo proposto dalla Commissione UE sia insufficiente per il periodo 2021-2030 e si debba applicare un fattore di correzione intersettoriale. L’altra questione politica del braccio di ferro tra gli Stati Membri, che ha allineato in blocco i Paesi dell’Est, ha riguardato le condizioni per la concessione di finanziamenti tramite i Fondi di Modernizzazione e Innovazione alimentati da quote di emissione, che alcuni gli Stati Membri dell'Ovest hanno voluto vincolare a tecnologie a basse emissioni, per evitare che in tali progetti rientrassero le fonti fossili, soprattutto il carbone. Per quanto riguarda la protezione del l’industria a rischio di carbon leakage, il testo emerso dall’accordo di massima è complessivamente meno positivo della posizione adottata dal Parlamento UE il 15 febbraio. Oltre ad una richiesta di quote per l’industria di gran lunga minore rispetto a quella avanzata dal Parlamento UE (5%), il Consiglio non ha accettato la proposta dell’Italia e della Francia di istituire un fondo armonizzato per le compensazioni dei costi indiretti, come invece, seppure a copertura parziale, ha chiesto il Parlamento UE. Inoltre, l’accordo, pur lasciando le due categorie di assegnazione di quote gratuite (100% per i settori a rischio e 30% per i settori non a rischio), ha stabilito una soglia per la valutazione qualitativa del rischio dello 0,16%, quindi più elevata di quella chiesta dal Parlamento UE e una soglia minima per l’aggiustamento dell’assegnazione delle quote gratuite in base all’aumento della produzione più elevata (15%). Sebbene il Consiglio abbia deciso di non modificare il fattore lineare di riduzione annuale di quote di emisisione (2,2%), legato all'obiettivo 2030, l’intervento sul mercato europeo delle quote di emissione richiesto dal Consiglio per eliminare il surplus è più radicale di quello richiesto dal Parlamento, che prevede l’aumento temporaneo del tasso annuale di ritiro delle quote e di accantonamento nella Market Stability Reserve dal 12% al 24% e la cancellazione di 800 milioni di quote. Il Consiglio aggiunge un’ulteriore richiesta, che va a toccare la validità delle quote nel sistema ETS, stabilendo che a partire dal 2024 le quote della MSR che superano il quantitativo di quote all’asta nell’anno precedente non saranno più valide. Nei prossimi giorni si avranno notizie sull’avvio del negoziato inter-istituzionale tra Commissione, Consiglio e Parlamento (trilogo). TESTO ACCORDO CONSIGLIO.pdfAfficher les détails TESTO 17 febbraio.pdfAfficher les détails
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Pacchetto Energia Pulita: prime reazioni dei Ministri UE dell'EnergiaLo scorso 27 febbraio, si è tenuto il Consiglio dei Ministri UE dell’Energia. I Ministri hanno avuto uno scambio di opinioni sulle otto proposte legislative del Pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, presentato il 30 novembre 2030 dalla Commissione UE. Inoltre, hanno avuto un dibattito a porte chiuse sulla gov="font-family: arial, sans-serif">. Il primo trilogo sul Regolamento sulla Sicurezza degli approvvigionamenti di gas si è tenuto il 6 febbraio e il secondo si terrà il 2 marzo. La presidenza maltese conta di raggiungere un accordo politico entra le fine del semestre (giugno 2017). Gli elementi principali del negoziato riguardano: la cooperazione regionale, lo scambio di informazioni, la partecipazione alla Energy Community, la solidarietà e la definizione di clienti protetti. In merito al Regolamento sull’Etichettatura energetica, si sono svolti già tre triloghi informali durante la Presidenza slovacca e numerosi incontri tecnici. Un accordo preliminare è stato raggiunto sulle questioni non strettamente politiche, incluso il campo di applicazione, le definizioni, la sorveglianza del mercato e gli standard armonizzati. Nord Stream 2 A seguito della lettera del Presidente della Commissione ITRE del Parlamento UE J. Buzek al Presidente del Consiglio Energia, diversi SM hanno chiesto alla Commissione di chiarire la sua posizione in merito. La Commissione Ue ha risposto che non vede necessità di costruire altre infrastrutture energetiche. Inoltre, la realizzazione di questo gasdotto implicherebbe il rispetto della normativa europea, in particolare quella sul mercato interno dell’energia e sulla concorrenza, come anche la normativa sulla sicurezza degli approvvigionamenti di gas. Infine, ha ricordato che uno degli obiettivi dell’Unione dell’Energia è la diversificazione delle fonti. |