Il 25 febbraio 2016, la Commissione europea ha presentato l’Indice dell’economia e della società digitali 2016 (DESI) che analizza la performance digitale dell’Europa nel suo complesso e dei singoli Stati membri nel corso del 2015, sulla base di 5 indicatori principali:
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Connettività
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Capitale umano
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Utilizzo di Internet
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Integrazione delle tecnologie digitali
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Servizi pubblici digitali
L’analisi dimostra che sia l’Unione europea nel suo complesso così come i singoli Stati membri si stanno sempre più muovendo verso una economia e società digitali (in un punteggio compreso tra 0 e 1, l’UE ha raggiunto uno score di 0,52 nel 2016, rispetto allo 0,50 dello scorso anno) ma che, allo stesso tempo, gli Stati membri corrono a velocità decisamente diverse. Il miglioramento del punteggio complessivo è stato principalmente determinato da una migliore connettività eintegrazione delle tecnologie digitali.
Gli Stati membri sono stati invece raggruppati in 4 gruppi in base al loro punteggio nel DESI 2016 e alla crescita che hanno registrato tra il 2015 e il 2016.
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Running ahead countries sono i Paesi il cui punteggio è cresciuto più rapidamente di quello della media UE nel corso dell’ultimo anno, ovvero: Austria, Germania, Estonia, Malta, Paesi Bassi e Portogallo.
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Lagging ahead countries sono i Paesi il cui punteggio è comunque superiore alla media UE, ma cresciuto meno rapidamente di quello UE nel corso dell’ultimo anno. Rientrano in questo gruppo: Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Svezia e Regno Unito.
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Catching up countries sono i Paesi il cui punteggio è inferiore alla media europea, ma cresciuto più rapidamente di quello UE nel corso dell’ultimo anno. Rientrano in questo gruppo: Spagna, Croazia, Italia, Lettonia, Romania e Slovenia.
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Falling behind countries sono i Paesi con un punteggio inferiore alla media UE e il cui sviluppo nel corso dell'ultimo anno è stato più lento di quello della UE nel suo insieme, ovvero: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Francia, Ungheria, Polonia e Slovacchia.
Nel corso dello scorso anno, tutti i paesi dell’UE hanno migliorato il proprio punteggio ad eccezione della Svezia, ferma allo 0.67. Inoltre, sembra stia diminuendo il divario tra i paesi “migliori” e i “peggiori”.
è L’Italia, con un punteggio complessivo pari a 0,4 si trova al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri e, come detto, fa parte del gruppo di paesi che stanno recuperando il ritardo. Nell’ultimo anno ha registrato pochi progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori. Una delle eccezioni riguarda il ruolo maggiore del commercio elettronico nel fatturato delle PMI (8,2% del totale). Emerge, in ogni caso, come l’industria italiana potrebbe trarre maggiori vantaggi da un uso più diffuso delle soluzioni di eBusiness. Più nel dettaglio:
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In termini di connettività, la copertura delle reti NGA è passata dal 36% delle famiglie nel 2014 al 44% nel 2015, ma i progressi sono ancora troppo lenti (con un punteggio complessivo di connettività di 0,42, l’Italia si colloca al 27° posto).
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L’assenza di competenze digitali di base è la ragione principale del basso tasso di adozione della banda larga fissa (con un punteggio di 0,42 nel capitale umano, l’Italia è al 24° posto tra i paesi dell’UE). Il 37% della popolazione, infatti, non usa internet regolarmente e il restante 63% svolge poche attività complesse online. Come sottolinea la stessa Commissione, l’Italia non può sperare di cogliere appieno i benefici dell’economia digitale fintanto che un terzo della sua popolazione non utilizza regolarmente Internet. Inoltre, tra gli utenti regolari di Internet, una percentuale consistente (almeno il 31%), manca ancora di competenze digitali di base. Secondo l’indice, la principale causa di questa mancanza di competenze digitali è da ricercarsi nel basso livello di istruzione della popolazione italiana (solo il 42% della popolazione ha un livello di istruzione più alta della secondaria inferiore, il quarto il valore più basso nella UE28), e nell’importante fetta di popolazione anziana. Il livello di laureati STEM è ancora basso, seppur in aumento rispetto allo scorso anno. Anche la quota di specialisti ICT è molto al di sotto della media europea ed è rimasta stabile nel corso dell’ultimo anno. Data la bassa quota di laureati STEM e la lenta integrazione della tecnologia digitale, è molto difficile che la percentuale di specialisti ICT possa aumentare nel prossimo futuro, per ragioni sia di domanda che di offerta.
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In termini di propensione degli individui a utilizzare i servizi Internet, l’Italia ha il punteggio più basso tra i paesi dell’UE. Solo nella fruizione dei contenuti digitali, come la riproduzione di musica, video e giochi (52%) l’Italia fa meglio della media UE. Al contrario, le operazioni complesse come eBanking (43%) e lo shopping online - seppur migliorato di 4 punti percentuali - (39%) sono meno comuni. La lettura di news online è meno diffusa (57%) rispetto alla quasi totalità degli altri membri dell’UE ed è addirittura in diminuzione. I motivi della diminuzione possono essere riconducibili all’ulteriore diffusione di contenuti a pagamento.
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L’integrazione della tecnologia digitale da parte delle imprese è il secondo indicatore migliore per l’Italia: con un punteggio di 0,31 (sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno), l’Italia si colloca al 20° posto tra i paesi UE. L’e-commerce sta guadagnando notevole importanza come canale di vendita, specie tra le PMI. L’adozione di soluzioni eBusiness non ha registrato invece lo stesso progresso, con il 36% - stabile – delle imprese che condividono le informazioni in via elettronica, e il 14% - in leggero aumento – che fa uso dei social media.
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Per quanto riguarda, invece, i servizi pubblici digitali l’Italia si avvicina alla media dell’UE. Si tratta del migliore indicatore per l’Italia, che la vede collocata al 17° posto tra i paesi dell’Unione europea con un punteggio di 0,54. In questo caso, la disponibilità di servizi pubblici online ha registrato dei progressi ma l’uso dei servizi di eGovernment resta il tallone d’Achille del nostro Paese.
Infine, si segnala la pagina della Commissione europea interamente dedicata all’Indice: https://ec.europa.eu/digital-agenda/desi e quella relativa alla performance italiana: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard/italy.
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Per quanto riguarda il Parlamento europeo, si riuniranno i gruppi politici per preparare la seduta plenaria che si terrà a Strasburgo la settimana prossima. Tra le (poche) altre attività di rilievo, segnaliamo l’hearing del Gruppo PPE sull’eventuale concessione dello status di economia di mercato alla Cina, al quale parteciperà anche Confindustria.
Infine, Il 3 marzo p.v. si terrà la terza edizione del BusinessEurope Day, dedicato al tema “Reform to perform”. Si tratta di un evento di alto livello che vedrà riuniti alcuni tra i più importanti esponenti del mondo dell’industria e decision-makers europei.
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Si segnalano, inoltre, i seguenti eventi d’interesse per l’industria:
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Come segnalato agli inizi di febbraio, é in corso in seno alla Commissione europea una riflessione sulla creazione di uno European Innovation Council (EIC), inteso come one stop shop per l’accesso ad una “federazione” di diversi prodotti / strumenti di sostegno all’innovazione nell’UE.
Infatti, pur ritenendo di aver fatto progressi consistenti sul fronte dell’integrazione dell’innovazione nelle politiche e nei programmi dell’UE e, in particolare, in Horizon 2020, la Commissione riconosce che il ventaglio di meccanismi di sostegno all’innovazione esistente a livello europeo risulta di difficile accesso, manca di flessibilità e, soprattutto, non risponde alle esigenze richieste dal mondo degli innovatori.
Secondo il Commissario alla R&I Carlos Moedas, l’Europa vanta una base scientifica eccellente ma manca completamente della capacità di generare e promuovere la cd. “disruptive, market-creating innovation”, ovvero un’innovazione dirompente, in grado di creare nuovi mercati e nuovi posti di lavoro, a cui è generalmente associato un elevato livello di rischio. Siamo quindi nella sfera di un’innovazione radicale, che va oltre il semplice miglioramento di prodotti o servizi esistenti, che non deve essere necessariamente caratterizzata dalla componente tecnologica (si pensa per esempio anche a nuovi modelli di business) e che si sviluppa nelle intersezioni tra diversi settori e discipline.
Attualmente, tutti i nuovi mercati sorti da idee fortemente innovative sono guidati da imprese non europee come Google, Apple, Facebook, Amazon, Alibaba, Tesla, Netflix, etc. Inoltre, mentre il numero di start-ups create in Europa è simile a quello dei suoi principali competitors – a cominciare dagli Stati Uniti –nel nostro continente la capacità di far crescere queste start-ups è assente. Infine, le forme di supporto esistenti a livello UE spesso non tengono conto delle esigenze tipiche degli investitori privati (in primis dei fondi di venture capital) che prima ancora di guardare all’idea o al progetto guardano al team di persone che c’è dietro a quella idea o a quel progetto, anche attraverso colloqui e interviste dirette con questi team.
Il Consiglio Europeo dell’Innovazione potrebbe perciò rappresentare una risposta a questi problemi, ponendosi come contraltare del Consiglio Europeo per la Ricerca e focalizzando la propria azione, così come il CER fa sulla ricerca di frontiera, sull’innovazione radicale e dirompente (e non su quella solo incrementale che già gode di forme di supporto). In particolare il Consiglio Europeo dell’Innovazione potrebbe:
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Raggruppare gli strumenti di sostegno all’innovazione già esistenti, semplificarne l’accesso, rafforzarne la coerenza e potenziarne l’impatto;
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Colmare i vuoti nell’attuale quadro di sostegno all’innovazione fornendo, per esempio, un maggior supporto alle scale-ups, offrendo servizi di mentoring, etc.;
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Fornire una consulenza strategica per migliorare il contesto dell’innovazione, intervenendo sulla regolamentazione, sulle politiche, sulle prassi in uso, etc.
Al fine di raccogliere contributi e suggerimenti da parte di tutti gli stakeholders sulla possibile ratio dell’EIC, sulla sua mission, sulle sue funzioni e modello di governance, sul suo posizionamento nel più ampio eco-sistema europeo di R&I, la Commissione ha lanciato una Call for ideas, pubblicata su una apposita pagina web, con deadline per le risposte fissata al 29 aprile.
http://ec.europa.eu/research/eic/index.cfm?pg=home
Nella pagina web dedicata è possibile scaricare il formulario di consultazione e accedere ai primi contributi già forniti (in particolare quelli di EARTO, del Fraunhofer e dell’Advisory Group del FET) nonché ad altri documenti di background. In sostanza, attraverso le domande poste nel formulario, la Commissione chiede:
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Come poter superare gli ostacoli che frenano il potenziale dell’innovazione dirompente e lo scaling up delle start ups e degli innovatori più promettenti;
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Quali azioni può promuovere l’UE in questo campo e come può migliorare il quadro esistente a sostegno dell’innovazione;
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Quali potrebbero essere il ruolo e le funzioni del futuro Consiglio Europeo dell’innovazione.
Un’analisi delle risposte ricevute sarà pubblicata nel mese di giugno ed utilizzata come base per le proposte specifiche che la Commissione sottoporrà al Consiglio e al Parlamento europeo, presumibilmente nell’ambito della Mid-term review di Horizon, nonché del dibattito sul futuro quadro finanziario pluriennale (post 2020).
Tenuto conto dell’importanza del tema e dell’impatto che le scelte che saranno operate rispetto alla configurazione dell’EIC potranno avere sulle attività di R&I delle imprese, come Confindustria intendiamo predisporre a livello di Sistema un contributo strutturato in risposta alla Call for Ideas lanciata dalla Commissione europea. A questo scopo, ogni Associazione interessata é invitata a fornire un vostro input sul tema entro il prossimo 20 aprile, inviando una email a : [email protected]
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In parallelo, al Parlamento europeo si riuniranno diverse commissioni e i gruppi politici in vista della sessione mini plenaria di mercoledì 24 e giovedì 25. Si segnalano due Audizioni pubbliche rispettivamente in commissione ENVI su 'Energy costs and EU industry competitiveness' e in commissione IMCO sulla strategia per il mercato interno. Inoltre, sempre in IMCO, si avrà un esame del progetto di relazione dell’On. Comi sulla strategia per il mercato interno. Per quanto riguarda la plenaria, gli eurodeputati voteranno, tra gli altri dossier, l’introduzione di misure commerciali autonome di emergenza a favore della Tunisia e una risoluzione sull’apertura dei negoziati in vista di un accordo di libero scambio UE-Tunisia.
Per quanto riguarda, invece, la Commissione europea, mercoledì 24 presenterà un pacchetto di misure sul settore del Gas con Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione sul Clima e l’Energia. Inoltre, lo stesso giorno la Commissione europea pubblicherà, nell’ambito del semestre europeo, le relazioni sui singoli paesi (c.d. “relazioni-paese”) che, come nel caso dell’Italia, conterranno anche un esame approfondito degli squilibri macroeconomici individuati in novembre nel “rapporto sul meccanismo di allerta”. Queste relazioni, che fanno seguito all'analisi annuale della crescita adottata a novembre, costituiranno la base analitica per l'adozione, a maggio, delle raccomandazioni specifiche per paese che verranno formulate sulla base dei Piani nazionali di riforme e dei Piani di Stabilità o Crescita che dovranno essere presentate a Bruxelles da ciascuno Stato membro entro fine aprile.
Infine, si segnala che il Direttore Generale della DG GROW, Lowri Evans, mercolerdì sarà a Roma per una serie di incontri istituzionali, incentrati sul mercato unico e sul mercato unico digitale. Nel pomeriggio, la Evans sarà in Confidustria dove inconterà il DG Marcalla Panucci e il Vice DG Daniel Kraus.
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Si segnalano qui di seguito i dossier di interesse per le imprese che verranno discussi nelle commissioni parlamentari:
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Il 23 febbraio esame del progetto di relazione dell’On. Davide Tamburrano (Italia, EFDD) sulla Proposta di regolamento sull’etichettatura energetica e stralcio della Direttiva 2010/30/EU (Commissione ITRE)
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Il 23 febbraio audizione pubblica sui test sulle emissioni delle automobili in condizioni di guida reali (Real Drive Emissions) (Commissione ENVI)
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Si segnalano, inoltre, i seguenti eventi d’interesse per l’industria:
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Il 24 febbraio si svolgerà a Bruxelles lo stakeholder forum #Digital4EU. Si tratta di un evento di un giorno organizzato dalla Commissione europea. Include quattro workshop: Single Market 2.0 – Going digital; an empowered, protected consumer; tecnologie digitali e copyright; Smart Industry.
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Il 16 febbraio la Commissione Europea ha adottato il Pacchetto sulla sicurezza energetica, contenente d ampio e più liquido rappresenta un’opportunità per l’UE, che è il primo importatore di gas dopo il Giappone. Per questo dovrà essere rafforzata la cooperazione internazionale al fine di promuovere un mercato libero, liquido e trasparente e assicurare che non ci siano barriere per gli attori del mercato, sia in condizioni di mercato normale che nelle emergenze.
Comunicato Stampa
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-16-307_it.htm
Link ai documenti:
https://ec.europa.eu/energy/en/news/commission-proposes-new-rules-gas-and-heating-and-cooling-strategy
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Il 18 febbraio ci sarà uno scambio di opinioni in vista della conferenza sul QFP organizzata dalla Presidenza olandese (Commissione BUDG)
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Finanziamenti UE: eventi informativi
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BusinessEurope ha presentato oggi il position paper sulla revisione della Direttiva Emissions Trading 2003/87/EC e successive modifiche, attualmente al vaglio degli Stati Membri e del Parlamento Europeo.
La proposta, presentata dalla Commissione Europea il 15 luglio 2015, è la prima normativa derivante dall’accordo sugli obiettivi energetici e climatici per il 2030 raggiunto dal Consiglio Europeo. Definisce per il periodo 2021-2030 le misure per ridurre del 43% le emissioni di gas serra degli 11.000 impianti europei (1.300 in Italia) regolati dalla Direttiva, nel contesto dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990. La Direttiva stabilisce contestualmente anche le misure di sostegno per le industrie a rischio di delocalizzazione (carbon leakage). L’industria europea è unanime nel ritenere la proposta dell’Esecutivo comunitario non sufficiente a garantire un’adeguata protezione della competitività dell’industria europea a livello globale. BusinessEurope dichiara che saranno necessarie alcune modiche sostanziali della proposta:
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Modificare la distribuzione tra le quote di emissione messe all’asta e le quote assegnate a titolo gratuito alle imprese europee a rischio di carbon leakage. La proposta attuale non assicura quote sufficienti agli impianti europei più efficienti e implica l’applicazione di un fattore settoriale di correzione (taglio uniforme delle quote assegnate);
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Allineare meglio le quote gratuite ai livelli reali di produzione allo scopo di sostenere la crescita economica ed evitare sovra-allocazioni o insufficienza di quote;
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Assicurare parametri tecnologici di riferimento (benchmark) realistici, basati sui dati forniti dai settori interessati, che tengano conto delle caratteristiche specifiche degli stessi e fissare i benchmark una sola volta ad inizio del periodo di trading, evitando di applicare un tasso di riduzione uniforme. Il livello di ambizione dei benchmark dovrà essere in linea con il progresso tecnologico e garantire la competitività delle imprese europee;
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Definire in modo adeguato la lista dei settori a rischio di carbon leakage, consentendo flessibilità nella valutazione quantitativa e qualitativa del rischio;
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Armonizzare le compensazioni dei costi indiretti (trasferimento del costo della CO2 nella bolletta elettrica) per assicurare una protezione adeguata alle industrie a rischio di delocalizzazione;
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Rendere il fondo per l’innovazione adeguato agli scopi, migliorando i criteri di accesso e riducendo il rischio finanziario delle imprese che intendono investire in progetti di innovazione, con un’attenzione specifica sui settori ETS
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Semplificare il sistema ETS per i piccoli emettitori.
Il prossimo 18 febbraio avranno inizio i lavori del Parlamento Europeo, con una audizione pubblica in Commissione Ambiente (ENVI).
2016-02-10 ETS reform PP FINAL.pdf
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Accade all’UE
La settimana istituzionale europea si apre con un’agenda fitta di impegni per i Commissari, tra i quali si segnalano la visita in Friuli Venezia Giulia di Violeta Bulc, responsabile per i Trasporti, e l'incontro a Parigi tra Pierre Moscovici, responsabile per gli Affari economici e finanziari, con François Hollande e i Presidenti del Gruppo socialista rispettivamente del Parlamento e del Senato francese.
Inoltre il prossimo 10 febbraio la Commissione europea dovrebbe adottare il "Winter Package”, contenente proposte normative per il settore del gas europeo e documenti strategici nel contesto dell’Unione dell’Energia.
Venerdì 12 febbraio si terrà il Consiglio ECOFIN, come sempre preceduto dall’Eurogruppo. Durante la riunione i Ministri delle Finanze dell’UE, oltre a fare il punto sullo stato dell’Unione bancaria e preparare il G20 che si terrà a Shanghai dal 25 al 27 febbraio, affronteranno anche temi legati al bilancio dell’UE, a partire dal problema delle risorse proprie.
Infine, mentre i deputati europei saranno impegnati nelle rispettive circoscrizioni, il Comitato delle Regioni si riunirà in sessione plenaria il 10 e l'11 febbraio pp.vv. L'ordine del giorno prevede, tra i vari dossier, l'adozione il parere del governatore della regione Umbria Catiuscia Marini su “Indicatori dello sviluppo territoriale – non solo PIL”.
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Delegazione di Confindustria presso l'Unione europea
Avenue de la Joyeuse Entrée 1
1040 Bruxelles Belgium
tel. +32 2 2861211 - fax +32 2 2302720
[email protected]
http://www.confindustria.eu
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Lo scorso 3 febbraio, il Parlamento Europeo ha respinto la proposta di risoluzione della Commissione Ambiente contro l’accordo raggiunto in comitologia tra Stati Membri e Commissione Europea il 28 ottobre 2015 sulla proposta di regolamento sui test di emissione delle auto. Il fronte a favore della mozione (S&D, ALDE, Verdi, GUE) ha ottenuto 317 voti, quindi ha mancato di sei voti la maggioranza necessaria per l’approvazione da parte del Parlamento. L’accordo, approvato da un’ampia maggioranza di Stati Membri, tra i quali l’Italia, stabilisce obiettivi per l’adeguamento dei nuovi test sulle emissioni delle auto alle reali condizioni di guida su strada. Di recente la Commissione Europea si è impegnata a rafforzare ulteriormente la normativa dichiarando che rivedrà il fattore di conformità dei test sulle auto su base annuale a partire dal 2017. Lo scorso 27 gennaio, la Commissione Europea ha adottato la proposta di Regolamento sull’omologazione e la vigilanza del mercato dei veicoli a motore. La proposta mira a tre obiettivi: 1) aumentare l'indipendenza e la qualità delle prove per l'immissione dei veicoli sul mercato; 2) introdurre un efficace sistema di vigilanza del mercato per verificare la conformità dei veicoli già in circolazione; 3) rafforzare il sistema di omologazione con una maggiore sorveglianza da parte dell'UE. Secondo la proposta, infatti, la Commissione avrà il potere di sospendere, limitare o ritirare la designazione di servizi tecnici scarsamente efficienti e troppo negligenti nell'applicazione delle norme. In futuro la Commissione sarà in grado di effettuare prove di verifica ex post (tramite il Centro comune di ricerca) e, se necessario, avviare procedure di richiamo. Il progetto di Regolamento sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione. Una volta adottato, sarà direttamente applicabile e abrogherà e sostituirà la direttiva 2007/46/CE ("direttiva quadro").
Lo scorso 21 gennaio, la Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari europei ha approvato la decisione che prevede istituzione di una commissione di indagine (EMIS – Emission Measurements in the Automotive Sector) sulle infrazioni della normativa europea per il controllo delle emissioni delle auto. La commissione sarà costituita da 45 deputati scelti tra tutti i gruppi parlamentari e presenterà un primo rapporto entro 6 mesi dall’avvio dei lavoro e un rapporto finale entro 12 mesi. A febbraio è previsto il primo incontro durante il quale saranno nominati il presidente e i vice-presidenti. Nella commissione sono presenti i seguenti deputati italiani: Massimiliano Salini (EPP), Massimo Paolucci (S&D), Remo Sernagiotto (ECR), Eleonora Evi (EFDD).
Allegati:
Proposta di risoluzione della Commissione Ambiente
Proposta di Regolamento sull’omologazione e la vigilanza del mercato dei veicoli a motore
Decisione sull'istituzione della EMIS
Proposal for a decision to set up Committee of Inquiry.pdf|Afficher les détails Proposta Regolamento COM 2016 31 final.pdf|Afficher les détails Proposta di risoluzione del PE.pdf|Afficher les détails
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Nell’ambito della strategia “Open innovation, open science and openess to the world” presentata dal Commissario europeo per la Ricerca e l’Innovazione Carlos Moedas lo scorso giugno e, più nello specifico, del pilastro relativo alla “Open innovation”, la Commissione ha avviato una riflessione su una delle proposte formulate dal Commissario, quella relativa alla possibile creazione di uno European Innovation Council (EIC), che agisca come one stop shop per l’innovazione nell’UE.
Al fine di sviluppare il concetto di EIC, una task force composta da esperti di varie direzioni generali della Commissione e presieduta da Peter Droll, Direttore Innovazione alla DG R&I, ha iniziato a lavorare e raccogliere idee sulla possibile ratio dell’EIC, sulla sua mission, sulle sue funzioni e modello di governance, sul suo posizionamento nel più ampio eco-sistema europeo di R&I.
Fin da subito, il mondo dell’innovazione ha dimostrato un certo interesse nei confronti dell’idea di EIC avanzata dalla Commissione, come dimostrano alcuni documenti di posizione, tra cui quelli pubblicati da EARTO (European Association of Research and Technology Organisation), dal FET Advisory Group e dal Fraunhofer.
Allo stato attuale della riflessione, sono stati ipotizzati una serie di scenari, ma non è stata tratta ancora nessuna conclusione e molti aspetti devono essere approfonditi e ulteriormente discussi per poter giungere ad una proposta solida sul futuro EIC.
Per ora, rispetto a tre ampi modelli presi in considerazione per l’EIC (ovvero: 1) advisory body, 2) funding body e 3) una combinazione tra i due), la task force sembra essere orientata per un approccio basato sull’opzione 3), con l’idea di assegnare all’EIC tanto una funzione strategica e di advisory quanto una funzione esecutiva di implementazione / gestione di un programma di finanziamento.
Inoltre, così come il concetto di European Research Council è stato sviluppato sulla condivisione del principio di fondo per cui esso debba sostenere la ricerca di frontiera, il consenso che internamente alla Commissione sembra si stia profilando è che il futuro EIC debba essere focalizzato sul sostegno alla “breackthrough innovation”, ovvero all’innovazione radicale (e non incrementale) e disruptive (piuttosto che sustaining).
In parallelo al lavoro interno della task force, la Commissione ha intenzione di coinvolgere tutti i soggetti interessati attraverso una consultazione che dovrebbe essere lanciata nelle prossime settimane. I risultati della consultazione saranno presentati alla riunione di maggio del Consiglio Competitività, nonché resi pubblici a tutti gli stakeholders.
Le prime proposte più concrete sull’EIC saranno presentate e discusse nell’ambito della Mid-term review di Horizon, con l’idea che già nel 2018/2020 possano essere lanciate delle azioni pilota nell’ambito di Horizon, nonché del dibattito sul futuro quadro finanziario pluriennale (post 2020).
Tenuto conto dell’importanza del tema e dell’impatto che le scelte che saranno operate rispetto alla configurazione dell’EIC potranno avere sulle attività di R&I delle imprese, Confindustria continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi del dibattito, sia direttamente che attraverso BUSINESSEUROPE, a darne tempestivamente conto al Sistema associativo e ad attrezzarsi per contribuire attivamente alle discussioni.
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Un contesto politico che sostiene l'innovazione e promuove la capacità delle imprese di competere a livello globale, adattarsi ai cambiamenti, sfruttare le nuove tecnologie e i nuovi modelli di business, é essenziale per le prospettive di crescita dell'UE. Per questa ragione, la business community ha accoltof">
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Accade all’UEseduta plenaria.
I dibattiti di interesse non mancheranno, a cominciare da quello di apertura con il Presidente della BCE, Mario Draghi, seguito dall’interrogazione orale (senza risoluzione) sui rapporti commerciali tra UE e Cina, in particolare in relazione all’eventuale concessione dello status di economia di mercato alla Cina.
Il prossimo 3 febbraio, inoltre, i deputati voteranno la mozione di risoluzione che chiede di respingere l’accordo raggiunto in comitologia sul Regolamento sui test di emissione delle auto (RTE). L’accordo, approvato da un’ampia maggioranza di Stati Membri, tra i quali l’Italia, stabilisce obiettivi molto ambiziosi per l’adeguamento dei nuovi test sulle emissioni delle auto alle reali condizioni di guida su strada. Il Regolamento rappresenta un passaggio fondamentale per stimolare l’innovazione del settore e segnare un percorso verso una maggiore efficienza, tenendo conto delle effettive potenzialità tecnologiche. Tuttavia, al momento diversi gruppi politici, a partire dal Gruppo S&D, ritengono che il testo non sia abbastanza ambizioso e sono orientati a votare in favore della mozione di rigetto del testo.
Infine, il 2 febbraio si terrà la terza riunione dell’high level group sulla semplificazione dei Fondi strutturali. Il focus sarà sull’accesso ai finanziamenti da parte delle PMI e sugli strumenti finanziari. Tra i relatori interverrà anche il Direttore dell’Area politiche Regionali e della Coesione Territoriale di Confindustria Massimo Sabatini.
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A margine della Sessione Plenaria di Strasburgo si riunirà la Commissione LIBE durante la quale il Commissario Věra Jourová illustrerà lo stato dei negoziati UE-USA su un nuovo accordo “Safe Harbor”.
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Si segnalano, inoltre, i seguenti eventi d’interesse per l’industria:
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Finanziamenti UE: eventi informativi
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Delegazione di Confindustria presso l'Unione europea
Avenue de la Joyeuse Entrée 1
1040 Bruxelles Belgium
tel. +32 2 2861211 - fax +32 2 2302720
[email protected]
http://www.confindustria.eu
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