Settimana cruciale per il futuro dell'Unione europea
Questa e' davvero una settimana particolare per l'UE, tanti sono i dossier sul tavolo.
Proviamo qui a sintetizzarli:
A. Innanzitutto ovviamente la questione greca. In zona Cesarini, è proprio il caso di dirlo, il Governo greco ha finalmente trasmesso a Bruxelles le sue proposte per sbloccare la situazione e consentire quel nuovo intervento finanziario internazionale necessario per evitare il default e l'uscita dalla moneta unica.
Il testo nel suo complesso è stato giudicato positivamente da molti commentatori, mentre i falchi, Schauble in testa, continuano a rimanere scettici, anche per fare aumentare la pressione su Atene, in materia in particolare di pensioni ed IVA.
La convinzione predominante è che si giunga ad un accordo tra giovedì e venerdì. Resta da superare però un ultimo decisive scoglio: la ratifica degli impegni presi da parte del Parlamento greco e di alcuni Parlamenti nazionali, a cominciare dal Bundestag.
E non è detto che questo passaggio sia una formalita', visto che quello sul tavolo non e' certo il programma con il quale Alexis Tzipras ha vinto le elezioni. Staremo a vedere.
B. immigrazione: su questo fronte dopo tante polemiche, qualcosa si è mosso. Innanzitutto lunedì i Ministri degli esteri europei hanno adottato la prima fase del "Piano Mogherini" che prevede di portare a termine una sorta di blocco navale in acque internazionali, sotto comando italiano, per tentare di fronteggiare scafisti e trafficanti di esseri umani. E' la prima volta che un'operazione di questo tipo, che potrebbe estendersi in un secondo tempo alle coste libiche se passa la risoluzione ONU in tal senso, viene varata. Inoltre, pur in una versione diversa dall'originale piano della Commissione, il Consiglio europeo dovrebbe approvare il principio dell'assorbimento ripartito tra i Paesi membri di una quota di 40.000 asilanti, di cui 24.000 presenti sul territorio italiano, e 20.000 rifugiati, per lo piu' siriani ed eritrei, in base a criteri che saranno successivamente definiti dai Ministri degli interni dei paesi UE.
C. E' stato reso pubblico il rapporto dei cinque Presidenti sul futuro della governance politica ed economica europea, per essere discusso dai capi di Stato e di Governo giovedi e venerdi prossimo.
Il rapporto, pur senza avere l'ambizione del contributo italiano trasmesso qualche settimana fa a Bruxelles, contiene molti spunti positivi- e oggettivamente ineludibili - per imprimere una marcia in più all'Unione economica e monetaria e giungere ad un miglior coordinamento delle politiche economiche all'interno della zona euro.
Per farlo si propone una roadmap in due tempi, la prima che non implica di toccare i trattati esistenti, per aspettare le elezioni in Francia e Germania del 2017 ed il referendum britannico, ed una seconda che invece presuppone una riforma dei trattati e in definitva uno scenario, non detto ma implicito, di Europa a due velocità.
Vedremo quale sara la reazione dei Governi.
E' certo che finalmente qualcosa di concreto per dare all'Europa i mezzi delle proprie ambizioni è sul tavolo.
Allo stesso tempo Cameron squadernerà giovedì il decalogo della "Reformed Europe" che chiede, per scongiurare il BREXIT ed ancorare definitivamente la Gran Bretagna all'UE, come chiede a gran voce ad esempio il mondo dell imprese e della finanza, giustamente preoccupato delle conseguenze di un tale scenario. Conciliare le esigenze di chi vuole "più Europa" e chi ne pretende sempre di meno non sarà impresa facile.
D. Questa settimana saranno adottate formalmente anche le raccomandazioni paese, nel quadro del semestre europeo.
L'Italia, sempre "sorvegliata speciale" ne ha numerose ed, allo stato, molte disattese.
E. Si darà un forte impulso politico alla priorità "assoluta" della Commissione Juncker, quella del mercato unico digitale.
Molti altri Paesi si sono attrezzati da tempo, Germania in testa, per essere pronti alla sfida di "Industria 4.0".
Occorre che lo faccia in fretta anche il nostro.
F. Infine il Consiglio europeo ratificherà il prolungamento per altri sei mesi delle sanzioni alla Russia, mossa che determinerà certamente la conferma dell'embargo russo di vari prodotti europei, a partire dall'agroalimentare.
L'Europa lo fara senza strombazzarlo troppo perche' crescono i "distinguo" sui costi/benefici di tale politica che non sembra minimamente aver scalfito le ambizioni e la vision geo-politica di Vladimir Putin, nonostante l'obiettiva crisi dell'economia russa ed il crollo della sua moneta.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Durante questa settimana si riuniscono sia le commissioni parlamentari (lunedì’e martedì) che la mini plenaria del Parlamento a Bruxelles (mercoledì). Tra i punti da discutere, si segnalano in plenaria la preparazione del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno e una discussione sull’applicazione del patto di stabilità e crescita.
Per quanto riguarda il Consiglio, al centro dell’attenzione c’è naturalmente la crisi greca, che sarà oggetto di discussione a livello di Capi di Stato e di Governo sia lunedì che giovedì e venerdì. La crisi con la Russia e l’emergenza immigrazione, inoltre, saranno comunque oggetto di discussioni e dell’attenzione del Consiglio europeo.
Per quanto riguarda la Commissione, mercoledì dovrebbero essere resi noti una serie di spostamenti di Direttori Generali. Si tratta di un normale avvicendamento di alti funzionari, ma il numero delle DG coinvolte e il ruolo ricoperto dai direttori generali, che di fatto sono la cerniera tra il livello politico e i servizi della Commissione, rendono le decisioni che saranno prese degne della massima attenzione.
Matteo Borsani