A seguito di contraddittorio con le Autorità italiane sullo stato di avanzamento della messa in regola delle discariche dichiarate non conformi alle direttive europee 77/442 e 91/96, la Direzione generale Ambiente della Commissione europea ha cancellato 25 di questi siti dall’elenco di quelli ritenuti abusivi ai sensi della sentenza del 2 dicembre 2014 con cui la Corte di giustizia UE ha condannato il nostro Paese a corrispondere una rilevante penalità semestrale.
La maggior parte dei siti esclusi dalla condanna, ben 14, riguarda la Regione Campania, 4 l'Abruzzo, 3 il Lazio, e una a testa la Sicilia, l'Umbria, il Veneto e la Toscana. L’elenco nominativo è disponibile cliccando il seguente link.
Pertanto, dalla lista iniziale che contava 200 siti in infrazione, con una prima sanzione semestrale a carico del bilancio nazionale di 39,8 milioni di euro, ad oggi rimangono 77 discariche abusive distribuite in diverse regioni italiane (23 in Calabria, 14 in Abruzzo, 11 in Campania, 10 in Sicilia, 6 nel Lazio, in Puglia e in Veneto, una nelle Marche), cui corrisponde un costo per il quinto semestre successivo alla sentenza di 16 milioni di euro.
Si tratta di ingenti somme, alla cui copertura, peraltro, si fa spesso fronte mediante l’improprio utilizzo di risorse destinate alla politica di coesione. La progressiva riduzione dei siti abusivi è perciò un risultato importante, determinando la diminuzione di costi ambientali ed economici inaccettabili per i contribuenti e favorendo al contempo un corretto impiego delle risorse disponibili in favore di risanamento, sviluppo e investimenti.