Si mantiene stabile il valore delle esportazioni delle province e delle regioni del Mezzogiorno nel primo semestre del 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-0,1%): il Sud ha, infatti, esportato merci per un valore pari a 21,2 miliardi di euro (pari all’10,2% del totale nazionale, che ha un valore assoluto di circa 206 miliardi di euro). A crescere è soprattutto il valore delle esportazioni del Mezzogiorno continentale (11,1%), al contrario di quello insulare (-23,1%), che ne perde, viceversa, una quota significativa (pari a oltre 1,5 miliardi di euro).
4 regioni su 8 registrano valori positivi: particolarmente alto è l’incremento di Molise (+92,8%) e Basilicata (+82,7%), le due regioni con le variazioni tendenziali più significative strettamente connesse al proseguo della ripresa dell’automotive, avviatasi già lo scorso anno. Il settore degli autoveicoli registra, infatti, una crescita in Molise pari al 66% e dell’114,5% in Basilicata. Seguono poi Abruzzo (+13,6) e Calabria (+6,1%).
In caduta libera, invece, il valore dell’export di Sardegna (-30,5%) e Sicilia (-18,6%) che continuano a risentire della contrazione delle vendite di prodotti petroliferi: il settore dei prodotti raffinati (coke e prodotti petroliferi) registra, infatti, un calo rispettivamente di -33,6% e -26,9%. Siracusa e Cagliari sono, non a caso le province che contribuiscono maggiormente alla diminuzione delle vendite sui mercati esteri. In calo anche l’export in Puglia (-2,7%) e Campania (-0,3%), quest’ultima con una variazione più contenuta. In particolare, la Puglia, dopo un periodo di lenta e lieve crescita torna a registrare valori negativi: fa registrare cali nell’agroalimentare (-29%); nei prodotti di estrazione mineraria (-43%); nei prodotti di metallo (-27,5%) e nei prodotti petroliferi (-56,7%).
Guardando il dato settoriale della macroarea meridionale, cresce lievemente la manifattura (+0,3%), con un valore pari a circa il 10% di quello nazionale, mentre sono in calo agroalimentare (-4,2%) e, soprattutto, i prodotti di estrazione mineraria (-28,8%).
Scendendo ancora di più nel dettaglio della manifattura del Mezzogiorno, tra i settori che registrano una variazione negativa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno emergono il settore dei tessili e delle pelli (-4,2%); il legno e prodotti in legno (-8,3%); le sostanze chimiche (-12,3%); i coke e i prodotti raffinati (-30,7%). Al contrario, aumentano il loro export il settore farmaceutico (+9,3%); i metalli (16,6%); i mezzi di trasporto (28,6%).
Su base provinciale, guardando alle singole tipologie di merce, le variazioni delle esportazioni percentuali più significative rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente si osservano nelle seguenti province:
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· Agroalimentare: Bari (-64,4%)
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· Estrazione mineraria: Taranto (-92,4%);
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· Manifattura: Potenza (+101,7%); Campobasso (+118,8%)
Le principali province esportatrici (da 500 mln € per trimestre in su) presentano i seguenti andamenti sul totale:
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· Chieti (+14,5%)
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· Cagliari (-31,6%)
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· Napoli (+4,7%)
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· Salerno (-5%%)
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· Bari (-7,1%)
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· Siracusa (-24,7%)
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· Messina (-19,5%
Negativi, tuttavia, i valori di Taranto, sia per quanto riguarda l’estrazione di minerali sia per la manifattura.
Si conferma anche in questa prima parte dell’anno la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati che ha pesato in modo significativo, come già detto, in Sicilia e in Sardegna quest’ultima la regione d’Italia che ha registrato la variazione tendenziale più bassa in assoluto. Sia Siracusa che Cagliari registrano una ripresa nei prodotti di estrazione, ma continua la diminuzione in quelli di manifattura. Guardando, infine, ai mercati di destinazione, rispetto al I semestre 2015, le regioni meridionali registrano una crescita del 5,2% con riferimento alle esportazioni nell’Ue ed in particolare verso i Paesi Bassi (+20,8%) e la Spagna (+23,8); aumentano, in particolare, le esportazioni verso gli Stati Uniti (+77,3%), mentre diminuisce il valore dell’export soprattutto verso la Turchia (-38,5%) e il Medio Oriente (-28,2%), proseguendo una tendenza già avviata nei trimestri precedenti.