L'Italia rischia di dover pagare sanzioni all'Unione europea per 482 milioni di euro l'anno, dal 2016, se entro il 2015 non dimostrerà che tutti gli agglomerati urbani con più di 2.000 abitanti siano dotati di reti fognarie e depurative.
Le risorse, utili a a realizzare fogne e depuratori nelle aree sotto infrazione (1.025 agglomerati su 3.193), sarebbero in parte già disponibili (ma ancora non appaltati) perché ricadenti tra le risorse della programmazione della politica di coesione 2007-13 (Fondi europei e Fondo Sviluppo e Coesione) per un valore complessivo di circa 2,7 miliardi.
L'obiettivo enunciato dal capo della struttura di missione di palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e per le infrastrutture idriche, durante il convegno "Stati generali acque pulite" è di passare da un investimento di circa 1,7 miliardi all'anno a 3 miliardi l'anno, di cui 2,5 dai gestori del servizio idrico e 500 milioni con Fondi UE e FSC.
Durante il convegno è stato anche presentato il sito di monitoraggio sugli investimenti idrici, raggiungibile a questo indirizzo www.acqua.gov.it.
Cliccare qui per l'articolo del Sole24Ore.