L’audizione pubblica sulla digitalizzazione del settore manifatturiero e delle PMI europee, tenutasi il 12 ottobre presso il Parlamento europeo, ha permesso di approfondire l’importanza della cooperazione transfrontaliera per la digitalizzazione dell’industria, di recente sperimentata con l’iniziativa regionale franco-tedesca nel Reno superiore.
Laurent Zibell, Policy adviser presso il sindacato europeo “IndustriAll”, e il prof. Manuel Gammella del sindacato spagnolo si sono invece soffermati sui rischi della digitalizzazione dell’industria per i lavoratori, con particolare riferimento a un’iniqua concentrazione della ricchezza nella catena del valore, alla dissoluzione dei contratti di lavoro (la digitalizzazione faciliterebbe, a loro avviso, il lavoro precario), al mancato bilanciamento tra vita privata e lavorativa. Zibell ha insistito sull’importanza del dialogo sociale in questo campo. Gammella ha chiesto politiche pubbliche per ovviare a questi possibili rischi.
Tra le conclusioni più interessanti del Prof. Hirsch-Kreinsen, invece, quella sulle possibili perdite di posti di lavoro: queste (limitate ai ruoli rutinari e legati a scarse competenze) avverrebbero nel breve periodo, mentre nel lungo termine si assisterebbe alla creazione di più del doppio di posti di lavoro.
La Commissione UE ha ribadito che sta lavorando sul tema dell’Industry 4.0, seguendo 6 filoni: creazione di un Mercato unico digitale; incentivi agli investimenti; sostegno alle industrie nella trasformazione digitale (specie PMI) favorendo il collegamento tra i centri di competenze; adeguamento della forza lavoro; revisione e semplificazione della normativa.