In parallelo, al Parlamento europeo si riuniranno diverse commissioni e i gruppi politici in vista della sessione mini plenaria di mercoledì 24 e giovedì 25. Si segnalano due Audizioni pubbliche rispettivamente in commissione ENVI su 'Energy costs and EU industry competitiveness' e in commissione IMCO sulla strategia per il mercato interno. Inoltre, sempre in IMCO, si avrà un esame del progetto di relazione dell’On. Comi sulla strategia per il mercato interno. Per quanto riguarda la plenaria, gli eurodeputati voteranno, tra gli altri dossier, l’introduzione di misure commerciali autonome di emergenza a favore della Tunisia e una risoluzione sull’apertura dei negoziati in vista di un accordo di libero scambio UE-Tunisia.
Per quanto riguarda, invece, la Commissione europea, mercoledì 24 presenterà un pacchetto di misure sul settore del Gas con Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione sul Clima e l’Energia. Inoltre, lo stesso giorno la Commissione europea pubblicherà, nell’ambito del semestre europeo, le relazioni sui singoli paesi (c.d. “relazioni-paese”) che, come nel caso dell’Italia, conterranno anche un esame approfondito degli squilibri macroeconomici individuati in novembre nel “rapporto sul meccanismo di allerta”. Queste relazioni, che fanno seguito all'analisi annuale della crescita adottata a novembre, costituiranno la base analitica per l'adozione, a maggio, delle raccomandazioni specifiche per paese che verranno formulate sulla base dei Piani nazionali di riforme e dei Piani di Stabilità o Crescita che dovranno essere presentate a Bruxelles da ciascuno Stato membro entro fine aprile.
Infine, si segnala che il Direttore Generale della DG GROW, Lowri Evans, mercolerdì sarà a Roma per una serie di incontri istituzionali, incentrati sul mercato unico e sul mercato unico digitale. Nel pomeriggio, la Evans sarà in Confidustria dove inconterà il DG Marcalla Panucci e il Vice DG Daniel Kraus.
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Si segnalano qui di seguito i dossier di interesse per le imprese che verranno discussi nelle commissioni parlamentari:
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Si segnalano, inoltre, i seguenti eventi d’interesse per l’industria: |
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Europa
Accade all'UE . 294
Giuliana Pennisi
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Accade all'UE n. 227
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti l'Accade all'UE di questa settimana, di cui si riportano qui di seguito l'editoriale e "la settimana".
Editoriale
Matteo Renzi ha messo a segno senza dubbio un punto nell'ottenere la nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la Politica estera dell'Unione da parte del Consiglio europeo del 30 agosto scorso. La carica è prestigiosa ed ingrata, vista la ritrosia dei governi nazionali a delegare a livello europeo la propria politica estera, e l'acuirsi dei focolai di crisi internazionali, sui quali peraltro spesso l'Europa si muove in ordine sparso. Il compito è ancora più arduo per quanto riguarda poi la funzione di Vice Presidente della Commissione europea che è collegata alla funzione e che implica una partecipazione attiva alle delibere del Collegio, anche per presidiare, in definitiva, i dossier rilevanti per il sistema paese rappresentato da ogni commissario.. Molto dipenderà, da questo punto di vista, dalle scelte, anche riguardo lo staff, che la Mogherini effettuerà nelle prossime settimane. Senza un adeguato contrappeso nei meccanismi interni di funzionamento della Commissione rischia altrimenti di venir meno quell'interlocuzione "naturale" con il rappresentante del proprio paese all'interno della Commissione. FLESSIBILITA' VO CERCANDO L'altro fronte "caldo" della presidenza italiana in questo momento è certamente quello delle regole economico finanziarie, della politica monetaria e dell'applicazione di margini più o meno ampi di flessibilità alle norme previste dal fiscal compact. Dopo il discorso di Mario Draghi di fronte agli altri banchieri centrali del pianeta si è aperto un acceso dibattito sulla politica della BCE e certamente molti occhi saranno puntati su Francoforte per la riunione mensile del Board della Banca Centrale in calendario giovedì 4 settembre. A livello politico, si studiano varie ipotesi ma tutto resta condizionato da un lato dal completamento delle nomine della nuova squadra dei commissari, previsto per la prossima settimana con, forse, uno sdoppiamento delle attuali competenze del commissario all'economia e finanze per contentare i francesi senza scontentare troppo i "rigoristi', e dall'altro all'avallo politico dei leaders europei ed in particolare dell'"azionista di maggioranza", che non a caso sostiene per la presidenza dell'eurogruppo il ministro dell economia spagnolo con l'impegno di persistere nella linea politica seguita sin qui. Il dibattito è comunque avviato, ne parlerà il PE e lo affronterà il Consiglio Ecofin del 13 settembre. Con la deflazione alle porte, l'economia ai minimi e almeno un altro grande paese, la Francia, in grande difficoltà la linea del "business as usual" non è oggettivamente sostenibile. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana Buona ripresa a tutti ! Dopo un mese di chiusura o di attività molto ridotta, le Istituzioni europee riprendono da oggi il lavoro a pieno ritmo, e le agende sono già molto piene: mentre il Presidente designato Juncker, dopo il Consiglio europeo di sabato (per i particolari rimando all’articolo sotto), potrà cominciare a ragionare sui singoli portafogli, molti Ministri italiani, a cominciare da Federica Guidi, saranno impegnati nelle varie commissioni parlamentari a Bruxelles, per illustrare le priorità della Presidenza italiana. Occhi puntati quindi sul Parlamento europeo, dove si riuniscono le commissioni parlamentari. Tra i punti all’ordine del giorno, segnalo:
Infine, segnalo che durante l’estate la Commissione europea ha aperto una consultazione sulla proprietà intellettuale, alla quale potrebbe essere interessante partecipare. Matteo Borsani |
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Accade all'UE n. 228
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione "documenti" il n.228 de "Accade all'UE" di cui si riporta qui di seguito "La settimana".
La settimana dall'8 al 15 settembre Questa settimana sono pochi gli eventi da segnalare: al Parlamento europeo si riuniranno i gruppi politici per preparare la plenaria di settimana prossima, che comunque avrà un’agenda ufficiale “leggera” e sarà utilizzata in realtà piuttosto per preparare le audizioni dei candidati commissari, previste (per ora) per la settimana a cavallo tra settembre e ottobre. Il prossimo 12 settembre si riunirà l’Eurogruppo il quale affronterà, oltre alla situazione riguardante lo stato dell’arte dei piani di aggiustamento di Grecia e Cipro, anche la situazione economica della zona euro. I ministri delle finanze della zona euro avranno poi una discussione sulle riforme volte a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e alla promozione della crescita e della creazione di posti di lavoro. Infine, l’8 e il 9 settembre si terrà a Bruxelles il sesto forum sulla coesione, con un focus sulla crescita e l’occupazione.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 230
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 230, di cui riportiamo di seguito l'editoriale e la settimana.
All'ordine del giorno il tema del rilancio della competitività delle imprese europee attraverso una serie di misure, da tempo preconizzate da Confindustria e BusinessEurope, per far sì che questo obiettivo possa essere presente in ciascuna politica settoriale europea. In tale contesto è prevista una presentazione da parte della Commissione delle due Relazioni sulla competitività, che sarà seguita da un dibattito tra i Ministri sulla base del "discussion paper" fatto circolare dalla presidenza italiana. Gli Stati membri saranno invitati ad indicare le questioni orizzontali e settoriali chiave in cui sono necessari interventi tesi a sostenere l'integrazione della competitività, attraverso tutte le politiche dell'Unione, allo scopo di rafforzare la competitività e la crescita dell'industria europea, e ad adottare le Conclusioni del Consiglio in merito. Tra le questioni sul tappeto figurano: le problematiche generali aventi un impatto sulla competitività dell'industria europea e le possibili azioni volte ad aumentare il livello di industrializzazione all'interno dell'UE; le modalità per assicurare un effettivo mainstreaming di tutte le politiche europee che hanno un impatto sulla competitività industriale; il rafforzamento dei meccanismi di governance per la gestione e il monitoraggio delle riforme strutturali nell'ambito della competitività e dell'economia reale. Le conclusioni del Consiglio, molto dibattute in questi giorni dagli esperti nazionali in vista dell'esame finale dei Ministri, sono importanti perche dal grado di ambizione che avranno dipende l'influenza che questo passaggio potrà avere sulle successive delibere a livello di capi di Stato e di Governo e dell'azione della nuova Commissione Juncker.
Il botta e risposta di Draghi e Merkel
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 22 al 26 settembre
Questa settimana si riuniscono a Bruxelles le commissioni parlamentari. Alla commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON) si terrà il dialogo economico con il governatore della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi e con il commissario per il Mercato interno, Michel Barnier. In commissione Ambiente, verrà votata una mozione, proposta da un deputato del gruppo dei Verdi, volta a bocciare la proposta della Commissione con l’elenco dei settori e dei sottosettori che beneficeranno delle quote gratuite a norma della Direttiva 2003/87/CE (ETS). Inoltre, in commissione Giuridica (JURI) si discuterà la proposta di modifica del Regolamento sul marchio comunitario, mentre in commissione Mercato Interno (IMCO) si completerà il ciclo di presentazioni delle priorità della Presidenza italiana, con i Sottosegretari Vicari e Gozi. Per quanto riguarda la Commissione europea, il presidente Josè Manuel Barroso e l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Catherine Ashton, saranno in visita negli Stati Uniti per la 69esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In Canada si terrà, invece, il Summit Canada-UE. In ultimo, ma non per ordine di importanza, il 25 e il 26 si riunirà a Bruxelles il Consiglio Competitività. Tra i punti in agenda, si segnala il dibattito sulle questioni orizzontali in cui sono necessari interventi tesi a sostenere l'integrazione della competitività attraverso tutte le politiche dell’Unione, allo scopo di rafforzare la competitività e la crescita dell’industria europea, e ad adottare le Conclusioni del Consiglio in merito. Inoltre, i Ministri avranno uno scambio di opinioni sulla consultazione della Commissione europea sulle indicazioni d’origine geografiche dei prodotti non alimentari.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 231
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione "documenti" la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 231, di cui riportiamo di seguito l'editoriale e la settmana.
Settimana della verità per i commissari designati
Durerà dal 29 settembre al 7 ottobre il periodo in cui il Parlamento europeo "esaminerà" i ventisette commissari designati, in vista del voto di fiducia sul nuovo collegio previsto, fino a nuovo ordine, mercoledì 22 ottobre p.v. a Strasburgo. Ogni commissario deve sottoporsi alle domande dei membri delle commissioni parlamentari rilevanti per il suo portafoglio e, come si sa, in passato non sono mancate le bocciature, più o meno clamorose, come quella di Rocco Buttiglione nel 2004. E, in effetti, alcuni candidati sono "a rischio", come la slovena Alenka Bratušek, accusata di essersi "autocandidata" negli ultimi giorni del suo mandato come primo ministro, prima di perdere le elezioni, o l’ungherese Tibor Navracsics per scarsa sensibilità al portafoglio che gli verrebbe affidato, e altri ancora. È probabile però che prevalga un gentlemen’s agreement per far sì che la Commissione Juncker possa effettivamente insediarsi il 1 novembre e mettere fine all’interminabile momento di passaggio che da sei mesi condiziona le Istituzioni europee. È evidente infatti che anche una sola bocciatura ritarderebbe questo momento e, con esso, la prima risposta che è legittimo ora aspettarsi da Jean Claude Juncker riguardo l’orientamento che intende dare al suo mandato. In particolare molti parlamentari europei interrogheranno i Commissari – e così indirettamente Juncker – sul famoso fondo di 300 miliardi destinati a rilanciare l’economia attraverso un ambizioso programma di investimenti pubblico-privati. Come sarà finanziato? Con fondi "freschi" o con un reimpiego di fondi esistenti? Quale sarà la quota di finanziamento pubblico? Quale sarà la destinazione di tali somme, la loro ripartizione "nazionale", il loro valore aggiunto, eccetera? Ecco la domanda che, accanto alle moltissime altre che verranno sottoposte, diventa cruciale per il voto di fiducia che necessita del concorso massiccio almeno dei membri del PPE e del Partito Socialista europeo, sapendo che i due partiti e i loro leader parlamentari, il tedesco Manfred Weber e l’italiano Gianni Pittella, hanno sui 300 miliardi idee non esattamente uguali. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 29 settembre al 3 ottobre
Tutta la settimana avrà come centro di interesse il Parlamento europeo, dove, come riportato nell’editoriale sopra, i candidati commissari saranno “interrogati” dai deputati europei, che poi decideranno se confermare la loro fiducia nella Commissione Junker nel suo complesso.
Non si tratterà di una passeggiata: ogni audizione durerà tre ore, con oltre quaranta interventi da parte dei deputati, ed altrettante risposte da parte dell’interrogato. Per il resto, si segnala la riunione informale dei ministri delle telecomunicazioni, a Milano, per parlare di internet governance.
Infine, si segnala che settimana scorsa la Commissione ha presentato la nuova proposta di revisione delle emissioni delle macchine agricole e forestali (NRMM), che sarà discussa da Parlamento e Consiglio. Per maggiori informazioni, cliccare qui.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 232
Matteo Carlo Borsani
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Francia – Germania: rien ne va plus ? Mentre Angela Merkel si prepara a ricevere in pompa magna il Primo ministro cinese - accompagnato da ben tredici ministri! - a Berlino questa settimana, a conferma della solidità dei rapporti fra i due Paesi e del posizionamento "globale" della Germania, il tradizionale e sin qui granitico asse franco – tedesco si incrina pericolosamente. Il condominio creato negli anni con la storica riconciliazione voluta da De Gaulle e Adenauer poggiava infatti su un postulato giunto ormai al termine: sul principio cioè che la Francia avrebbe assunto la leadership politica europea "sdoganando" l’economia tedesca e permettendole di crescere all’ombra della "grandeur" francese. Dopo la riunificazione tedesca che ha fatto venir meno l’importanza della "force de frappe" nell’equilibrio fra i blocchi successivo alla Guerra Fredda, e a seguito delle riforme economiche di Schröder, la situazione pero’ è rapidamente mutata e oggi è la Germania ad essere l’Asso pigliatutto europeo, diventando altresì l’interlocutore privilegiato in assenza di una vera unità del continente, dei BRICS e degli altri Paesi emergenti. E la Francia, che si sente in declino politico, economico e finanziario, si confronta inevitabilmente con la buona salute della sua controparte. Ed è così che si alimenta il nazionalismo revanscista implicito o esplicito incarnato da Marine Le Pen che è la forma ideologica di questo sentimento di declino che sembrano impotenti ad arrestare i dirigenti politici tradizionali, di destra e di sinistra, tutti usciti peraltro dalle stesse "Grandes Ecoles" parigine. Così va interpretata la sfida lanciata a Bruxelles, e quindi direttamente alla "professoressa" Merkel – come l’ha implicitamente definita Matteo Renzi – da un governo socialista francese confrontato ad una situazione economica paragonabile, mutatis mutandis, a quella italiana e alle prese con dei sondaggi di popolarità disastrosi per il presidente Hollande e per l’intero governo, continuamente minacciato di implosione a sinistra. Il problema di come affrontare la sfida sul Fiscal Compact è quindi molto più complesso del semplice calcolo contabile per sapere se la Francia – come pure l’Italia – debba essere messa unicamente in mora, o debba vedersi comminata la "multa" prevista dalle regole europee in caso di pervicace e continuata violazione della norma, ma investe direttamente il rapporto franco – tedesco e in definitiva l’assetto politico complessivo. Non tenerne conto, nelle prossime settimane, puo’ rinforzare i sentimenti antieuropei e determinare conseguenze a termine molto rilevanti per il proseguimento del progetto europeo basato proprio, sin qui e che lo si voglia o no, sull’asse franco-tedesco. Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 6 al 10 ottobre Questa settimana proseguiranno le audizioni dei commissari designati di fronte alle commissioni parlamentari di competenza dei rispettivi portafogli. In attesa del verdetto finale dei deputati, possiamo già fare un parziale bilancio di quanto accaduto finora. Infatti, ben cinque candidati commissari sono stati messi in difficoltà dai deputati, e per loro il semaforo verde non è ancora scattato. Di questi, tre commissari sono stati invitati a rispondere a domande scritte da parte delle commissioni parlamentari competenti. Si tratta di Vera Jourová (Repubblica Ceca), commissario designato per la Giustizia, Consumatori e parità di genere, Jonathan Hill (Regno Unito) per la Stabilità finanziaria, Servizi finanziari e Capital markets, e Tibor Navracsics (Ungheria) commissario designato per Cultura, la Cittadinanza e i Giovani. Ci sono problemi anche per la conferma di Pierre Moscovici (Francia) al portafoglio per Affari economici e finanziari, Fisco e Unione doganale. Inoltre, l’inglese Jonathan Hill sarà nuovamente sentito martedì in audizione dalla commissione parlamentare per i Problemi economici e monetari (ECON). Infine, Il commissario designato per il Clima e l’Energia, lo spagnolo Miguel Arias Canate, sta attendendo invece il risultato dell’analisi del suo portafoglio finanziario da parte della commissione Giuridica (JURI), a seguito delle critiche personali che gli erano state rivolte in audizione. Questa settimana saranno ascoltati i Vice presidenti, tra i quali l’italiana Federica Mogherini (lunedi’ 6 nel tardo pomeriggio). Il calendario prevede inoltre che martedì 7 ottobre, Jean Claude Juncker incontri i coordinatori dei gruppi politici per discutere delle audizioni dei commissari designati, mentre giovedì 9, i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo daranno il loro verdetto finale in merito. Per quanto riguarda il Consiglio, il 6 ottobre si riunirà il Consiglio informale energia, a Milano, mentre l’8 ottobre si riunirà a Lussemburgo quello Trasporti, Telecomunicazioni ed energia. Si segnala, infine, che mercoledì 8 sarà presentata alla stampa una brochure di BusinessEurope sulla proprietà intellettuale. Con l’occasione sarà annunciato il lancio di una campagna di informazione e sensibilizzazione delle istituzioni europee sull’importanza della proprietà intellettuale (in tutte le sue forme, dal brevetto al diritto d’autore) e della lotta alla contraffazione e alla pirateria.
Matteo Carlo Borsani
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Accade all'UE n. 233
Matteo Carlo Borsani
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Nella sezione documenti si pubblica la dichiarazione congiunta del Bilaterale di Bolzano e l'ACCADE n. 233 , di cui si riporta di seguito l'editoriale e la settimana.
I conti dei Paesi membri all’esame dell’Unione europea
Come previsto dal calendario europeo, entro mercoledì 15 ottobre i governi dei Paesi della zona Euro devono presentare alla Commissione le rispettive bozze di legge di stabilità per sottoporsi all’esercizio di coordinamento delle politiche economiche che è una delle regole di governance europea adottate a seguito della crisi. Come è emerso nel dibattito degli ultimi giorni, questo passaggio per alcuni Paesi rischia di essere più importante della stessa procedura parlamentare per la converione in legge. In Belgio addirittura la laboriosa composizione del nuovo governo, che ha preso funzione sabato scorso, è stata accelerata proprio in vista di tale scadenza. Come si sa, sono le prospettive economiche e le misure previste dai governi di Francia e Italia a destare le maggiori preoccupazioni, che avranno i loro riflessi nelle discussioni del Consiglio ECOFIN di questo lunedì e martedì. Se il governo Valls confermerà quanto annunciato, e cioè di non rispettare il cronoprogramma previsto per il rientro del deficit, e quello italiano, pur mantenendosi a pelo sotto o poco al di sopra della fatidica soglia del 3%, ribadirà il rinvio del pareggio strutturale chiesto per il 2015 al 2017, si apriranno due possibili scenari. Lo scenario più rigorista prevede, a norma dei trattati, il diritto-dovere della Commissione – regole vigenti alla mano – di bocciare quanto trasmesso dai governi, invitandoli a riformulare le proposte. In questo caso, e paradossalmente, sarebbe la Commissione uscente, mercoledì 29 o giovedì 30 ottobre, ad emettere tale verdetto. Lo scenario più "realista" potrebbe comportare viceversa una disamina più indulgente delle situazioni Paese, anche alla luce – specie nel caso italiano – dei cantieri di riforma aperti, e rinviare il giudizio definitivo alle successive scadenze istituzionali, che prevedono indicazioni di correzione e moniti, ma non bocciature secche, lasciando il compito al nuovo collegio, sotto presidenza Juncker, che dovrebbe insediarsi ai primi di novembre. Un rigido braccio di ferro, in un momento in cui marca il passo anche l’economia tedesca, proprio per difetto di liquidità, rischia di avere pesanti conseguenze, anche politiche. Allo stesso tempo c’è chi, l’arcigno Ministro dell’economia tedesco Schäuble in testa, paventa che l’allentamento delle maglie può condurre alla vanificazione del principio stesso di governance condivisa. In questo difficile puzzle si inserisce il tentativo italiano di ottenere lo scorporo, in tutto o in parte, del cofinanziamento dei fondi strutturali dal calcolo del deficit, liberando così risorse significative per poter sfruttare a pieno il fondo di coesione europeo. Venerdì 10 ottobre i ministri europei competenti ne hanno discusso in una riunione presieduta dal Sottosegtetario Delrio, facendo un primo passo avanti in questa direzione, anche se una decisione definitiva dovrà essere presa dal Consiglio europeo. Siamo insomma solo all’inizio di una battaglia politico – diplomatica complessa che, proprio sotto presidenza italiana, potrebbe avere una sua conclusione, in un senso o nell’altro.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 13 al 17 ottobre Settimana apparentemente calma a Bruxelles, dove si riuniscono i gruppi politici per preparare la plenaria di settimana prossima, che dovrebbe avere il suo centro nel voto, previsto per il 22 ottobre, sulla nuova Commissione europea. Gli eco delle audizioni parlamentari terranno quindi ancora banco, con un’attenzione particolare alle questione del cambiamento della commissaria slovena, che dovrebbe essere ascoltata dai deputati il 21 ottobre. Nell’eventualità (che molti considerano più teorica che pratica) che anche questa audizione dovesse andare male, comporterebbe lo slittamento del voto sulla Commissione. Guardando, invece, al Consiglio, si riuniranno in Lussemburgo i Ministri delle finanze, anche per preparare il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre pp.vv. e il Consiglio Occupazione, che dovrebbe raggiungere un accordo politico sull’istituzione di una piattaforma europea per la cooperazione contro il lavoro sommerso. Last, but not least, il 15 e il 16 ottobre si svolgerà a Milano il Business Forum Europa – Asia, con oltre 800 partecipanti.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 234
Matteo Carlo Borsani
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Di seguito si pubblica l'editoriale e la settimana dell'ACCADE all'UE n. 234, mentre nella sezione "documenti" si pubblica la versione integrale.
Al via la Commissione Juncker Dopo le ultime tribolazioni, il Parlamento europeo dovrebbe accordare la sua fiducia al nuovo collegio dei commissari presieduto da Jean-Claude Juncker questo mercoledì 22 ottobre. In effetti la sostituzione della slovena Bratusek e il lieve rimaneggiamento nell’attribuzione delle cariche che ne è conseguito, non ha dato luogo ad ulteriori strascichi, perchè la volontà di tutti è ormai quella di completare rapidamente la definizione dell’assetto istituzionale europeo per i prossimi cinque anni.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 20 al 24 ottobre Al centro dell'attenzione del mondo delle istituzioni comunitarie questa settimana ci sarà Strasburgo, dove si riunirà il Parlamento europeo in Sessione plenaria.
In primo luogo, lunedì sarà ascoltata dalla commissione Trasporti la nuova candidata commissaria slovena, Violeta Bulc, che dovrebbe avere, appunto, il portafoglio per i Trasporti, e il candidato alla Vice presidenza della Commissione Maros Sefcovic, che dovrebbe avere la delicata responsabilità per il Mercato unico dell'energia. Se i deputati saranno convinti dalle due prestazioni, il Parlamento darà il via libera definitivo alla Commissione Juncker mercoledì.
Si segnala, inoltre, che il 20 e il 21 si terrà a Bruxelles la quarta edizione della conferenza europea sui cluster industriali, che in questa edizione avrà un'attenzione particolare al ruolo delle PMI.
Infine, si segnala che il 15 ottobre si sono aperti i bandi europei per il programma Horizon 2020 relativi alla tematica ICT. Per maggiori dettagli si rinvia all'apposita sezione.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 235
Matteo Carlo Borsani
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L’Italia fra stress test e parametri europei Settimana di fuoco per lo stato di salute dell’economia italiana e le prospettive del bilancio pubblico. Al Consiglio europeo Renzi ha scelto di “mostrare i muscoli” a Bruxelles con dichiarazioni roboanti e ad effetto sulla euroburocrazia che gli hanno consentito di chiudere poi la partita (con uno sforzo aggiuntivo non indifferente di oltre quattro miliardi ma sempre inferiori a quanto atteso inizialmente), invocando lo sforzo sul fronte delle riforme e l'esistenza delle cosiddette “circostanze eccezionali” per ottenere i margini di flessibilità concessi dalle norme UE di bilancio, la cui applicazione all’Italia era tutt’altro che scontata. Il braccio di ferro con l’Europa, in cui si sono inseriti seppur indirettamente gli esiti degli stress test bancari che hanno mostrato uno stato di sofferenza del nostro sistema, era e resta tutt’altro che semplice anche perché si è visto da subito che non si è creato affatto un fronte “pro crescita” capitanato da Francia ed Italia e Hollande si è ben guardato da un’alleanza che avrebbe compromesso l’asse franco-tedesco, al di là delle divergenze sempre più evidenti fra i due paesi sia dal punto di vista politico che economico. La Francia, che partiva da una posizione di partenza più debole di quella italiana, ha negoziato con Bruxelles passando da Berlino per suo conto e spera anch’essa di cavarsela mediante un ulteriore e non scontato sacrificio sull’altare dell’obiettivo del 3% di deficit. La partita, i cui primi esiti si sapranno già il 29 ottobre, è dunque aperta e una sua conclusione “positiva” per i due paesi più in difficoltà, può essere vista come un timido passo avanti verso la presa in considerazione del fatto che solo se si consente di abbinare giudiziosamente politiche di riforma strutturali e di cambiamento con misure volte a rilanciare i consumi e la crescita si evita l’immagine di un’Europa sempre più percepita come lontana dai cittadini col risultato di accrescere i consensi dei movimenti anti UE. Da questo punto di vista il modo maldestro con il quale sono stati squadernati gli aggiustamenti del conteggio del PIL e le loro ripercussioni per il contributo da versare alle casse dell’Unione non è stato esattamente una buona mossa, offrendo in particolare a David Cameron un formidabile assist per reiterare ad uso interno il celebre “I want my money back”, pur diversamente declinato.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 27 al 31 ottobre La settimana brussellese si presenta tranquilla: il Parlamento europeo è chiuso per le festività di inizio novembre, mentre in Commissione, i vecchi Commissari finiranno di fare le valige, per fare posto ai nuovi, che occuperanno gli uffici da lunedì 3 novembre. L’unica istituzione europea “in funzione” durante questa settimana sarà quindi il Consiglio. In particolare,il 28 ottobre si riunirà in Lussemburgo il Consiglio Ambiente, che discuterà le modifiche alle Direttive sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi, e adotterà il proprio contributo alla prossima conferenza sul cambiamento climatico che si terrà a Lima.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE all'UE n. 237
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti la versione integrale dell'ACCADE all'UE n. 237, di cui di seguito l'editoriale e la settimana.
Settimana non proprio serena per il Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, inseguito dalle polemiche per il suo ruolo di primo ministro di lungo corso (quasi vent’anni) del Lussemburgo e dalla sapiente trasformazione del piccolo stato in vero e proprio paradiso fiscale protetto dalle norme europeo che in materia prevedono l’obbligo dell’unanimità per qualsiasi forma di armonizzazione. Ed è inutile sottolineare le volte in cui proprio il Lussemburgo vi si è opposto con forza. Pur se il tutto era ampiamente noto, l’inchiesta – partita forse non a caso da Londra e cioè dalla capitale del paese che si è opposto fino in fondo alla nomina di Juncker – ha fatto rumore anche perché la commissaria europea alla Concorrenza ha aperto un fascicolo sulla vicenda e perché proprio da Juncker sono venute in questi giorni le parole più severe sull’esigenza di rispettare rigore e disciplina di bilancio, pur coniugate con gli stimoli alla crescita. E’ probabile che alcune forze politiche del PE continueranno a chiedere spiegazioni e ragguagli in occasione della “mini-plenaria” di questa settimana, che vedrà anche la presenza di Beppe Grillo a Bruxelles. Conti italiani Continua l’altalena sulla valutazione dei conti italiani per il definitivo via libera alla legge di stabilità previsto dalle regole del semestre europeo. Dopo il nihil obstat dello scorso 29 ottobre – ottenuto dal governo Renzi dopo il braccio di ferro con Bruxelles e la mediazione per innalzare comunque il volume della manovra di 4,5 miliardi-, che tuttavia era limitato alla “non bocciatura”, nella valutazione di merito la Commissione europea lascia trasparire che possano esserci in ultima istanza altre richieste all’Italia. Richieste aggiuntive, ritenendo insufficiente lo sforzo promesso. In termini contabili e in punta di penna, se la Commissione applica alla lettera quanto previsto dal Fiscal Compact e dagli altri strumenti di governance economica, non vi è dubbio che la manovra italiana non corrisponda alle aspettative. Se viceversa si prendono in esame le condizioni economiche complessive che anche per il 2014 vedono l’Italia in recessione e quindi le cosiddette “circostanze eccezionali” invocate dal governo, nonché le riforme annunciate dal governo il discorso cambia e la valutazione, sul piano politico, potrebbe e dovrebbe essere diversa. La partita è aperta e, a livello della Commissione, si giocherà entro fine mese, per poi passare al vaglio dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona.
Gianfranco Dell’Alba La Settimana La settimana avrà come centro di interessi il Parlamento europeo, non tanto per la mini-plenaria (la legislatura è iniziata da poco tempo e i voti sono ancora pochi) quanto per le riunioni delle commissioni parlamentari, ormai entrate nel pieno della loro attività. Particolarmente carica l’agenda della commissione Affari giudici, dove si discute per la prima volta la proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti, e dove si parlerà molto di proprietà intellettuale, essendoci tra i punti all’ordine del giorno sia la direttiva sui segreti commerciali che un’audizione sul copyright. In commissione Ambiente, invece, si terrà uno scambio di vedute sulla proposta di regolamento sulla riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli da strada. Si segnala, inoltre, che il 12 novembre si terrà il primo trilogo (riunione tra Consiglio, Parlamento e Commissione) per cercare di trovare un accordo sull’importante proposta che riguarda la revisione del regolamento sul marchio comunitario.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE all'UE n. 239
Matteo Carlo Borsani
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Nella sezione documenti si pubblica l'ACCADE all'UE n. 239, di cui di seguito l'editoriale e la settimana.
Piano Juncker e conti dell'Italia
Secondo le ultime voci, la montagna dovrebbe partorire un topolino, con poco più di 20 miliardi di fondi pubblici (già esistenti) suscettibili, secondo i tecnici della Commissione europea, di mobilitare attraverso un effetto leverage i famosi 300 miliardi, per lo più provenienti da capitale privato.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 24 al 28 novembre Il centro della settimana sarà il Parlamento europeo dove il punto all'ordine del giorno maggiormente atteso è il discorso di Sua Santità Papa Francesco davanti alla Plenaria. È la seconda volta che un Sommo Pontefice si rivolge direttamente ai deputati europei, il primo fu Papa Giovanni PaoloII, 26 anni fa.
Inoltre si segnala all'ordine del giorno la risoluzione sul mercato unico digitale.
Per quanto riguarda la Commissione , il punto principale sarà la presentazione del piano Juncker che dovrebbe contenere 300 miliardi di euro, inoltre il President Juncker dovrà fare fronte a una mozione di sfiducia davanti al Parlamento europeo che sarà votata giovedì e che, sebbene abbia ben poche possibilità di essere approvata, sicuramente costituisce un campanello di allarme importante per l'Esecutivo comunitario, ancora incerto nel muovere i primi passi.
Per il Consiglio si segnala la riunione del Consiglio Telecomunicazioni, durante la quale i Ministri saranno chiamati ad adottare le conclusioni sulla governance di internet. In agenda anche la discussione della proposta di modifica del quadro normativo UE per le telecomunicazioni, e il miglioramento dell’accessibilità di internet.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 241
Matteo Carlo Borsani
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I conti dell’Italia : la battaglia delle cifre continua
Il "via libera" ai conti dell’Italia di appena due settimane fa è stato di corto respiro e ben prima della scadenza di marzo la Commissione europea – e con lei, in modo inusuale, tanto da dover poi fare una mezza marcia indietro, il governo tedesco – ha chiesto a gran voce quell’aggiustamento ulteriore di 5/6 miliardi che l’accoppiata Renzi - Padoan era riuscita a scongiurare nell’iter di approvazione della Legge di stabilità per il 2015. La bilancia tra rigoristi e sviluppisti questa settimana è stata tutta a favore dei primi, anche se l’Eurogruppo, con un occhio ai mercati finanziari più attento di quello dei falchi della Commissione europea, ha smorzato i toni e persino Monti ha alzato la voce per chiedere una riforma delle regole UE su deficit e debito pubblico che rischiano, di questo passo, di stringere in una morsa d’acciaio qualsiasi velleità di far tornare a crescere ed essere competitivo il vecchio continente. Il braccio di ferro tra i due campi continua anche in seno alla Banca centrale europea, dove pare crescere, pur restando ancora minoritario, il fronte che si oppone alla visione di Mario Draghi sul ruolo della Banca stessa nella congiuntura economica europea. Il precipitare della crisi greca infine, con l’annuncio di nuove elezioni, e persino gli alti e bassi della politica svedese, che riporterà alle urne il Paese dopo appena due mesi di vita del minoritario governo uscente, mostrano come il persistere delle scelte seguite sin qui possa condurre a una crescente instabilità politica e sociale, poco propizia a far imboccare all’Europa la definitiva uscita dalla crisi.
Accordo raggiunto in extremis sul bilancio UE In questo quadro, non proprio incoraggiante, si è raggiunto finalmente un accordo per il bilancio dell’Unione europea per il 2015. Una notizia positiva, annunciata dal Ministro Padoan e portata a merito della Presidenza italiana, che tra l’altro sblocca il pagamento delle fatture sospese dell’esercizio in corso per un montante superiore ai 28 miliardi di euro. Inoltre, è stata trovata una soluzione strutturale che permetterà di evitare questi problemi in futuro, e cioè di accumulare ogni anno arretrati non pagati. L’accordo raggiunto è quindi importante per evitare soprattutto che ogni anno si ripeta l’incertezza sui pagamenti e sulla credibilità stessa del bilancio UE che non trasmette esattamente un’immagine positiva dell’Unione europea.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dall'8 al 12 dicembre In attesa dell’ultima Plenaria dell’anno, settimana prossima a Strasburgo, questa settimana in Parlamento europeo l’attività sarà ridotta: i gruppi politici si incontreranno per preparare la Plenaria e tra le poche iniziative segnaliamo l’audizione del gruppo S&D sulla proposta di revisione della Direttiva sui diritti degli azionisti. L’istituzione protagonista della settimana sarà quindi il Consiglio, dove la Presidenza italiana, ormai in scadenza, cercherà di raggiungere il maggior numero possibile di risultati. In particolare, si riuniranno il Consiglio Energia, con in agenda il dibattito politico sul Quadro Clima e Energia al 2030 e l’adozione delle conclusioni sul completamento del Mercato interno dell’energia, e il Consiglio Occupazione e il Consiglio Giovani, Cultura e Sport. Infine, tra i numerosi eventi si segnala che il 10 dicembre Confindustria organizzerà un evento dal titolo “HORIZON 2020: I Partenariati pubblico-privati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Sarà possibile partecipare anche in videoconferenza dalla sede di Roma o da Assolombarda.
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 242
Matteo Carlo Borsani
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Si pubblica nella sezione documenti l'Accade all'UE di questa settimana, di cui si riporta di seguito l'editoriale e la settimana.
Si moltiplicano gli attacchi alla “tenuta” economica del nostro paese e i moniti a rimboccarsi le maniche sulle riforme con minacce neanche tanto velate di non voler fare altri “sconti” all’Italia. Non è passato giorno nell’ultima settimana senza che questo concetto fosse ribadito ora da Juncker, con qualche tracotanza, ora da Katainen o da Moscovici e per ultimo dal governatore della Bundesbank, Weidmann, con un’intervista a gamba tesa su “Repubblica”. Non è esattamente un buon viatico per la fine della Presidenza italiana, tanto che all’ultimo consiglio Ecofin della settimana scorsa il Ministro Padoan è dovuto restare sulla difensiva anche sullo spinoso -e ad oggi congelato- argomento dello scorporo degli investimenti dal calcolo di deficit / debito ai fini dell'applicazione del Patto di Stabilità. Si ha l’impressione che, anche a causa della crisi greca, ci sia qualche pentimento sul via libera concesso all’Italia sulla legge di stabilità 2015 e si abbia l’intenzione di voler stringere la cinghia già a marzo prossimo. Nel mirino anche la strategia del Presidente BCE sul quantitative easing che, maggioritaria al Consiglio di Amministrazione della Banca centrale, incassa molti distinguo non solo dai banchieri, ma anche dal mondo politico. E meno male che Draghi c’è. Importante su questo tema l’appuntamento del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre, tappa finale del semestre di Presidenza italiana. All’ordine del giorno in particolare l’approvazione “politica” del piano Juncker dove alcuni snodi non ancora da sciogliere, prima di avviare le procedure formali di adozione per un avvio effettivo non prima di giugno 2015. Vedremo in quella sede se i margini di manovra si allargheranno o se invece ne uscirà una proposta più restrittiva come sembrano chiedere, incredibile ma vero, alcuni stati membri.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 15 al 19 dicembre La Presidenza italiana ormai volge al termine: quella che si apre il 15 dicembre sarà l'ultima settimana di lavoro delle Istituzioni europee sotto Presidenza italiana. A Strasburgo si riunisce il Parlamento europeo con, all'ordine del giorno, tra l'altro, il voto sulla mozione, approvata in commissione ENVI, che respinge la proposta di Direttiva della Commissione europea che stabilisce i metodi di calcolo e gli obblighi di comunicazione ai sensi della Direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel. Inoltre, il 18 e il 19 si riunirà il Consiglio europeo, durante il quale i Capi di Stato e di Governo discuteranno anche del cd "Piano Juncker" e, ancora una volta, dei margini di flessibilità, che molti vorrebbero restringere (come descritto nell'editoriale di questo numero). Infine, il 17 dicembre si riunisce a Bruxelles il Consiglio Ambiente, durante il quale la Presidenza italiana proverà a raggiungere alcuni importanti risultati; come l'orientamento generale sulla Direttiva sulla limitazione delle emissioni nell'aria di alcuni inquinanti da medi impianti di combustione, e l'accordo politico sulle nuove regole sulle emissioni di CO2 delle navi. In ultimo, mentre l'Accade all'UE sarà pubblicato anche lunedi' prossimo, 22 dicembre, con il resoconto di questa settimana, la pubblicazione di questa rubrica verrà sospesa dopo questo numero. Tornerà con l'Accade all'UE che verrà pubblicato il 12 gennaio 2015. Buone vacanze a tutti!
Matteo Carlo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 243
Giuliana Pennisi
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Consiglio europeo: ancora un nulla di fatto
Settimana dal 15 al 19 dicembre 2014 L’Accade all’UE di questa settimana, l’ultimo prima della pausa natalizia, rendiconta l’attività delle Istituzioni europee della settimana scorsa.
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ACCADE all'UE n. 245
Giuliana Pennisi
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Anche se la Banca centrale europea e le altre istituzioni comunitarie minimizzano, questa settimana può essere decisiva per il futuro della moneta unica e le prospettive di crescita economica. Infatti, da un lato, giovedì il Board della BCE dovrebbe dare vita al famoso “Quantitative easing”, cioè all’acquisto massiccio di titoli di Stato dei paesi membri e, dall’altro, domenica le elezioni politiche in Grecia costituiranno un test importante perché, come si sa, i sondaggi danno in testa il partito che fa campagna per l’uscita del paese dalla zona euro. Dopo averne parlato da oltre due anni, cosa che da sola ha permesso di calmierare i mercati in momenti di massima tensione e divario di spread, Mario Draghi è deciso a giocare fino in fondo la sua parte, incurante degli attacchi ripetuti che riceve dagli ambienti più conservatori tedeschi e di altri paesi del Nord Europa. Da ultimo, ha dovuto trattare un compromesso per far sostenere alle banche centrali dei singoli paesi una parte degli acquisti dei rispettivi titoli di Stato ed evitare così la temuta totale “mutualizzazione” cosi osteggiata dalla Bundesbank, ma la sostanza non cambia, quella cioè -finalmente- di una robusta iniezione di liquidità per rilanciare la domanda interna e spingere verso l’alto l’economia. Chissà se questo intervento in “zona Cesarini” sarà sufficiente ad orientare il voto greco. È probabile di no, e quindi su quel fronte si dovrà attendere quali saranno gli equilibri politici che usciranno dalle urne. Altro appuntamento importante della settimana è il vertice Merkel-Renzi, in programma giovedì a Firenze, nel quadro della preparazione del G7. Molti i temi che potrebbero utilmente figurare in agenda, dalle modalità di applicazione della flessibilità, all’Unione dell’energia ed alla necessità di garantire condizioni di competitività adeguate per i settori industriali dei due Paesi più esposti al rischio di delocalizzazione, nonché, naturalmente, al tema del made-in, il cui iter, come si sa, è bloccato proprio dal voto tedesco. L’occasione dell’incontro sarebbe proficua proprio per favorire una soluzione e ricercare una via d’uscita sulla base delle soluzioni già individuate dal Governo, ma su cui non vi è stato ancora un confronto con le altre parti interessate. Gianfranco Dell’Alba
La settimana sarà incentrata sui lavori del Parlamento europeo, dove si riuniscono le commissioni parlamentari, con all’odg numerosi dossier di interesse per il mondo industriale.
In primis, si segnala il voto, in commissione Industria, sulla bozza di parere dell’On. Tajani (PPE) sulla Costituzione e funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema unionale di scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra. Per quanto riguarda il Consiglio, in tutte le commissioni parlamentari si presenteranno i vari ministri lettoni, per presentare le priorità della Presidenza, che durerà fino alla fine di giugno 2015. Infine, il 22 gennaio a Firenze si terrà il bilaterale italo-tedesco, alla presenza dei due capi di Governo.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 246
Giuliana Pennisi
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Chi semina vento raccoglie….Syriza
E alla fine La cura della Troika inviata dall’UE al capezzale della Grecia ha in effetti contribuito ad arrestare l’emorragia e a stabilizzare le condizioni del paziente, ma le “controindicazioni” sociali ed economiche per la popolazione sono state così pesanti che il voto a Tsipras è stato una sorta di reazione liberatoria che ha identificato nella sua lista una risposta all’austerity e la speranza di un futuro diverso. Vedremo ora che succederà, e cioè se alla fine si giungerà ad una composizione o a quel braccio di ferro al quale stanno puntando, forse per pretattica, gli ambienti europei più conservatori. Vi è chi ha letto, ad esempio, nelle decisioni sulla flessibilità adottate due settimane fa dalla Commissione una risposta preventiva al successo di Syriza per evitare così che già a marzo la Grecia sia nuovamente bocciata senza pietà a livello europeo. Si apre ora una fase interessante anche per le sue ripercussioni sulla serie di elezioni che avranno luogo durante il 2015 in vari paesi europei, tra cui la Spagna dove, guarda caso, è in testa ai sondaggi il partito-fratello di Syriza, Podemos, anch’esso all’insegna del No all’austerity. Questa settimana si riunisce l’Eurogruppo, vedremo subito all’opera simpatizzanti e avversari di Tsipras. Tensione in Ucraina e mossa europea Solo una settimana fa, con una mossa a sorpresa, Federica Mogherini aveva messo sul tavolo dei ministri degli esteri europei un documento di riflessione in cui auspicava un ripensamento della linea politica assunta sin qui dai 28 e si caldeggiava la ripresa di un dialogo costruttivo con Mosca. Purtroppo, però, anche per la coincidenza con la ripresa delle ostilità, il documento non ha ottenuto il consenso sperato ed è finito, almeno per ora, nel cassetto, mentre ha ripreso vigore l’ala oltransista che chiede nuove e più dure sanzioni, specie dopo i terribili bombardamenti di Mariupol, località strategica perché suscettibile di assicurare un corridoio geografico nei collegamenti con la Crimea. Un vertice straordinario del Consiglio esteri è convocato giovedì. Vedremo cosa accadrà anche in funzione delle mosse che vorrà decidere Washington. Di certo, e nell’immediato, non vi è da aspettarsi nulla che vada nella direzione propugnata solo una settimana fa dall’Alto Rappresentante europeo per la Politica estera e la sicurezza. E probabilmente questo non dispiace troppo al Presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 26 al 30 gennaio 2015 Per la prima volta dalle elezioni europee, questa settimana la sessione plenaria del Parlamento europeo si riunirà a Bruxelles, con all’ordine del giorno, in particolare, il dibattito sul forndo europeo per gli investimenti strategici. E’ facile prevedere, inoltre, che le elezioni greche saranno argomento di discussione nei corridoi, e forse non solo.
Niente di particolare da segnalare per quanto riguarda la Commissione europea, mentre in Consiglio si riunirà l’Eurogruppo e, a seguire l’ECOFIN, con di nuovo all’ordine del giorno la Grecia e la crisi in Ucraina.
Matteo Borsani |
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ACCADE all'UE n. 247
Giuliana Pennisi
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L’attualità europea è marcata evidentemente dalle mosse del nuovo Governo greco e dal fitto calendario d’incontri internazionali intrapreso da Tsipras con l’obiettivo di incrinare il consenso esistente – anche se non unanimemente condiviso – riguardo alla governance economica europea. E questa settimana sarà importante, se non decisiva, per le decisioni che, in ultima istanza, saranno assunte sulle numerose richieste greche. Sembrerebbero già formati due campi contrapposti: uno più incline a concedere spazio alle richieste di Atene, anche per confermare la necessità di una interpretazione più politica e attenta alle difficoltà del momento delle regole in vigore e l’altra più arroccata a difesa del rispetto degli impegni assunti, per timore che ciò che sarà concesso alla Grecia domani potrà essere richiesto da altri Paesi. Quello che è certo è che non è più in causa il cosiddetto Grexit, e cioè l’uscita della Grecia dall’Euro o dalla stessa Unione europea, ipotesi respinta dall’80% dei cittadini secondo un recente sondaggio. E quello che è certo, altresì, è che comunque vada a finire sarà difficile che sia ancora la Troika europea a decidere delle scelte economiche del nuovo Governo. Una soluzione di compromesso accettabile per tutti è necessaria, anche alla luce delle prossime scadenze elettorali europee che vedranno il rinnovo dei Parlamenti di diversi Paesi come, ad esempio, la Spagna, dove la formazione più vicina a Syriza, Podemos, è nei sondaggi il primo partito.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 2 al 6 febbraio 2015 Sono pochi gli avvenimenti previsti in settimana: il Parlamento europeo sarà concentrato sulla preparazione della prossima plenaria di Strasburgo, e quindi si riuniranno i gruppi politici e non le commissioni parlamentari, con l’eccezione della commissione ECON, dove si terrà un dibattito sull’evasione fiscale (si ricorda che la fiscalità è competenza esclusiva degli Stati membri).
Per quanto riguarda la Commissione, il collegio si riunirà in una località fuori Bruxelles, in “conclave” per discutere di strategie e metodi di lavoro: una riunione ritenuta necessaria date le molte incognite che ancora rimangono irrisolte rispetto alla nuova struttura gerarchica della Commissione e al suo funzionament Infine, rispetto al Consiglio, venerdì si terrà a Riga un convegno sul mercato unico dell’energia.
Matteo Borsani |
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Accade all'UE n. 253
La sfida del TTIP, il Consiglio europeo
Giovedì prossimo nuova riunione a Bruxelles dei Capi di Stato e di Governo europei. Sul piatto vari dossier dall’Unione dell’energia alla sfida terrorista, l’Ucraina, la Libia, lo stato dei rapporti col Governo greco, il TTIP.
Un contesto ancora incerto per quanto riguarda cosa emergerà dall’incontro, proprio nel momento in cui sono riunite - per la prima volta da anni – condizioni ideali per il rilancio della crescita.
Ma pesa su tutto la difficoltà a trovare la quadra con il Governo Tsipras, che sta provocando tra l’altro una spaccatura in Germania, con il ministro Schauble sempre più intollerante e la Merkel a soffiare sul fuoco tanto da invitare a Berlino il leader greco per spegnere l’incendio e provare a trovare una soluzione.
In questo contesto, che prevede domenica prossima elezioni amministrative francesi molto importanti per lo “stato di salute” del Governo socialista in carica e che potrebbero vedere Marine Le Pen in testa in termini di voti percentuali, se non in seggi, l’altro avvenimento rilevante della settimana è l’incontro a Bruxelles, venerdì, fra la Commissaria al Commercio Cecilia Malmstrom e il Capo negoziatore americano Michael Froman riguardo il TTIP, il progetto di trattato tra Europa e Stati Uniti.
Partito in sordina, e in modo poco trasparente, il negoziato commerciale più ambizioso mai tentato dall’Unione europea è finito per diventare, in vari Paesi membri dell’UE, il nuovo “nemico da abbattere” tanto che a difenderne la valenza positiva anche come “benchmark” per ogni futuro accordo di questo tipo è dovuta scendere in campo nei giorni scorsi la Cancelliera Merkel in persona, - ancora lei – anche perché proprio dalla Germania spirano i venti più contrari a qualsiasi intesa con gli americani.
Ma mentre questi ultimi negoziano su più tavoli – ad esempio per un accordo simile con i Paesi dell’area del Pacifico – gli europei hanno pochi colpi in canna, per così dire, avendo anche per ora congelato ai minimi livelli i loro rapporti con la Russia.
Un accordo transatlantico globale stabilirebbe le regole del gioco per tutti, generando benefici che, negli scenari più ambiziosi, tutti gli istituti di ricerca giudicano significativi, segnatamente per il nostro Paese, ma le cose non sono in effetti così semplici a livello emotivo da un lato e negoziale dall’altro.
Alcune cose che chiedono gli americani fanno storcere la bocca a molti, mentre altre rivendicate dagli europei difficilmente saranno avallate da Washington, pur se paradossalmente Obama ha le mani più libere ora, con un Congresso dominato dai rivali repubblicani, che quando era sotto controllo democratico.
L’obiettivo di “portare a casa qualcosa” entro il 2015 è ambizioso, ma perseguibile a condizione di avere una delibera del Congresso americano che affidi maggiori poteri negoziali all’Amministrazione USA e di un voto senza troppi “veti” preventivi del Parlamento europeo.
Importante sarà da questo punto di vista la posizione finale del gruppo socialista e democratico del PE, diviso fra convinti -pur con qualche distinguo- e contrari in modo quasi ideologico e che rischiano di favorire il fronte variegato che a vario titolo si oppone “senza se e senza ma” con motivazioni anche molto diverse, ad un accordo con gli americani.
La partita entra nel vivo. Staremo a vedere.
Gianfranco Dell'Alba
La Settimana
Durante questa settimana si riuniscono i gruppi polici, ma lunedi’ e martedi’ anche alcune commissioni parlamentari di interesse per l’industria. E’ il caso in primis della commissione INTA, dove sarà discusso il progetto di relazione dell’on. Lange (S&D, Germania) sul negoziato di libero con gli Stati Uniti. Il giorno successivo, sempre in INTA si parlerà del dossier “conflict minerals” che continene alcune proposte ad alta sensibilità politica.
Inoltre, il 18 marzo la Commissione dovrebbe presentare il cd “Pacchetto trasparenza” in materia fiscale, per migliorare la cooperazione tra Stati membri in materia fiscale.
Infine, per parlare anche un po’ “di noi” segnalo che lunedi’ e martedi’ la Delegazione di Bruxelles ospiterà il FORM IN 2015, al quale partecipano 25 giovani neo assunti del Sistema di Confindustria.
Matteo Borsani
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Accade all'UE n. 287Accade all’UE
- Scambio di opinioni con Karmenu Vella, commissario per l'ambiente, gli affari marittimi e la pesca, sul pacchetto sull'economia circolare; - Scambio di vedute con il Commissario UE al Clima e l’Energia Miguel Arias Cañete sull’esito della COP21 sul clima.
Commissione TRAN: - Scambio di opinioni con le parti interessate e la Commissione su Uber. |
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ACCADE all'UE n. 293
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'UE n. 295
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'UE n. 296
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'Ue n. 301
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ACCADE all'UE n. 302
Giuliana Pennisi
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ACCADE all'UE n. 303
Giuliana Pennisi
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