Nella sezione documenti si pubblica l'ACCADE all'UE n. 240 di cui qui di seguito si riporta l'EDITORIALE e la SETTIMANA.
L’Italia promossa con “debiti”
Promossa con “debiti”. Così si presenta la situazione dell’Italia nella valutazione della legge di stabilità 2015 da parte della Commissione europea. E’ prevalsa una valutazione “politica” nell’esame dei conti dei vari paesi e non quella strettamente contabile dell’epoca Barroso-Rehn. La sfanga così la Francia, dal 2009 tecnicamente in inflazione, e anche l’Italia, il Belgio e altri paesi. Questo risultato era stato concordato “politicamente” fra Renzi e Juncker già da qualche tempo, ma poi il Commissario Moscovici, nel presentare alla stampa i giudizi definitivi sui vari paesi, ha utilizzato per l’Italia toni assai duri chiedendo a gran voce di ricevere presto “prove” che le riforme annunciate per bilanciare il mancato rispetto del cronoprogramma di rientro previsto per l’Italia saranno effettive entro marzo 2015, in coincidenza con le cosiddette “previsioni di primavera”.
Compito non facile alla luce della complessa situazione politica in corso.
Offensiva di Cameron sull’immigrazione intra UE
Pesante sasso nello stagno quello gettato venerdì 28 novembre dal premier inglese David Cameron a pochi mesi dalle elezioni per determinare il prossimo inquilino di Downing Street.
Per arginare il consenso crescente al partito antieuropeo UKIP, Cameron ha chiesto ai partner europei di modificare le regole sulla libertà di circolazione e di stabilimento dei cittadini EU negli altri paesi membri, per limitarne il diritto all’assistenza sociale e sanitaria e implicitamente per limitarne l’accesso tout court assimilandoli ai cittadini dei paesi extra-UE. La mossa di Cameron, criticata dalla Confindustria britannica CBI che ha messo in luce i benefici ottenuti proprio dalla libera circolazione per l’economia insulare, rientra in una strategia complessiva per rivendicare il “rimpatrio” di competenze UE a livello nazionale, come si sente dire dai vari partiti e movimenti che vedono i loro suffragi aumentare all’insegna del “no a Bruxelles”.
La sfida è lanciata e sarà interessante capire come reagiranno gli altri Governi europei anche in funzione delle rispettive opinioni pubbliche.
Consiglio Competitività
Si riunisce il 4 e il 5 dicembre l’ultimo Consiglio Competitività sotto presidenza italiana.
Tra i punti all’ordine del giorno il rafforzamento del gruppo ad alto livello incaricato di preparare le riunioni e di monitorare le varie politiche UE alla luce dell’esigenza di assicurare la competitività delle imprese europee – che costituisce una delle richieste fatte da Confindustria per aumentare l’apporto dell’industria nel PIL europeo - e uno scambio di vedute sul Regolamento sulla sicurezza dei prodotti e l’obbligo di indicazione di origine (Made In). Su quest’ultimo punto, bloccato da mesi a livello di Stati membri, l’occasione è decisiva per “riaprire” il tavolo attraverso quell’azione politica chiesta a gran voce da Confindustria e dai settori interessati nelle ultime settimane.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana
Questa settimana particolarmente caldo, nonostante la stagione, sarà il fronte del Parlamento europeo, dove si riuniranno le commissioni parlamentari.
Numerosi i punti di interesse che saranno affrontati, tra tutti segnaliamo la discussione in commissione ENVI del progetto di relazione dell’On. Belet sull’istituzione di una riserva di stabilità di mercato per il sistema di sambio di emissioni di CO2, l’audizione in commissione JURI sulla proposta di Direttiva sui diritti degli azionisti, e l’audizione pubblica della commissione INTA sul commercio di minerali originari di zone di conflitto e ad alto rischio.
Dal lato del Consiglio, si riuniscono il Consiglio Competitività, per parlare di politica industriale, di turismo e di politica dello spazio, ma anche di Made In (si veda anche l’editoriale di questo numero), e il Consiglio Giustizia e Affari interni, che discuterà il Regolamento sulla protezione dei dati personali.
Matteo Borsani