Nel corso de Consiglio Ambiente che si è tenuto il 17 ottobre a Bruxelles, i Ministri hanno avuto un dibattito politico sulla proposta presentata dalla Commissione UE lo scorso luglio riguardante il contributo dei settori non-ETS (“Effort Sharing”) all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 e sulla proposta di Regolamento per il settore dell’agricoltura e delle foreste (LULUCF).
I Ministri hanno messo in evidenza l’importanza di questa normativa nel contesto dell’Accordo di Parigi sul Clima, ratificato dall’UE qualche settimana fa. Tuttavia, sono emerse posizioni divergenti su i punti chiave della proposta. Alcune delegazioni hanno osservato che gli obiettivi nazionali per i settori non-ETS assegnati dalla Commissione UE non sono adeguati e hanno chiesto chiarimenti sulla metodologia di calcolo degli obiettivi e una considerazione delle specifiche situazioni nazionali e degli impatti degli obiettivi sulle economie degli Stati Membri.
Anche riguardo alle flessibilità proposte dalla Commissione UE, alcuni Stati Membri hanno dichiarato che non sono sufficienti, mentre altri sono preoccupati di eccessive concessioni. Un altro punto che è stato sollevato dai Ministri riguarda la necessità di riconoscere gli sforzi già fatti per ridurre le emissioni nei settori non-ETS. Riguardo al periodo riferimento per il calcolo degli obiettivi, alcuni Stati Membri hanno osservato che fissare come riferimento le emissioni del periodo 2016-2018 invece che gli obiettivi al 2020, penalizza quegli Stati Membri che hanno compiuto sforzi antecedenti e riduce gli incentivi verso un’ulteriore riduzione. Altri, invece, sono di parere opposto e ritengono che fissare il periodo di riferimento al 2020 ridurrebbe l’ambizione degli sforzi di riduzione delle emissioni.
Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, il Ministro Gianluca Galletti ha osservato che il Paese è tra i best performer nella riduzione di emissioni e intende rimanere tale. Tuttavia, ha dichiarato che la proposta della Commissione UE non riflette né il principio di equità né di convergenza o delle emissioni pro-capite. Il Ministro si è detto molto preoccupato riguardo alla metodologia utilizzata dalla Commissione UE e ha chiesto che si ponga rimedio alle distorsioni. Gli sforzi già intrapresi da un Paese dovrebbero essere riconosciuti dalla normativa e le flessibilità proposte non ricompensano gli Stati che hanno una migliore gestione dell’agricoltura.
La Germania ha osservato che l’UE non dovrebbe tardare negli sforzi per conseguire l’obiettivo del 40%, che rappresenta “il minimo”. Inoltre, ha sottolineato che il dibattito sul contributo dei settori non-ETS dovrebbe evolvere in parallelo con la revisione della Direttiva ETS, in modo da dare un segnale alla comunità internazionale dopo la ratifica dell’Accordo di Parigi. La Francia ha sottolineato che la proposta Effort Sharing rappresenta un onere non indifferente per gli Stati Membri, ma che è una buona base di partenza. La Spagna ha dichiarato che è necessario rivedere la metodologia di calcolo degli obiettivi nazionali, in modo da assicurare uno sforzo equo da parte di tutti.
Il Commissario UE all’Azione per il Clima Miguel Arias Cañete ha dichiarato che la proposta dell’Esecutivo riflette le Conclusioni del Consiglio Europeo del 2014 e che auspica che il Consiglio dia seguito rapidamente alle proposte, in vista della revisione del quadro sull’Unione dell’Energia che avrà luogo nella primavera del 2017.
In merito alla proposta di Regolamento sulle emissioni dall’uso dei terreni, la modifica dell’uso dei terreni e delle foreste (“LULUCF”), alcune delegazioni nazionali hanno richiesto che si tenga conto delle specificità degli Stati Membri, mentre altre hanno dichiarato che i crediti dalla gestione delle foreste dovrebbero essere tenuti in maggior conto.
I Ministri hanno avuto un dibattito sulla gestione sostenibile dell’acqua e hanno adottato Conclusioni politiche al riguardo, rimarcando la necessità di integrare gli obiettivi della politica sull’acqua in altre aree politiche coinvolte (agricoltura, pesca, industria, energia, pianificazione dello spazio). Alcune delegazioni hanno chiesto che gli Stati Membri siano coinvolti nella preparazione della revisione della Direttiva Quadro sull’Acqua nel 2019. I Ministri hanno sottolineato che è necessario mantenere alta l’ambizione degli obiettivi sulla politica per l’acqua in un orizzonte post-2027, ma hanno anche rimarcato che in questo ambito le sfide sono molto diverse a livello nazionale e che si dovrà garantire la necessaria flessibilità sulle misure da adottare per raggiungere gli obiettivi.
Il Consiglio ha adottato Conclusioni sulla Convenzione sulla Diversità Biologica.
Si è discusso anche dei recenti sviluppi del Protocollo di Montreal sulle sostanze che minacciano lo strato di ozono e di proposte per l’utilizzo dei fondi non spesi del programma NER300.
La Commissione UE ha presentato una strategia per una mobilità a basse emissioni, che ha stabilito le iniziative che la Commissione ha in cantiere per i prossimi anni. Infine, la Commissione ha aggiornato sugli sviluppi in seno all’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO), che di recente ha deciso di stabilire una misura di mercato a livello globale (global market based measure - GMBM) per ridurre le emissioni di CO2 del settore dell’aviazione.
Esiti Consiglio Ambiente 17 ottobre.pdfAfficher les détails