Pubblicato, nella sezione Parlamento europeo, lo studio “I costi della non-Europa nella sharing economy”, che mira a individuare il costo della carenza di opportune azioni a livello europeo in questo campo.
Dallo studio emerge soprattutto che:
- per sfruttare appieno il potenziale economico dell’economia della condivisione sarebbe necessario un intervento europeo, che garantisca un giusto equilibrio tra la necessità di assicurare certezza del diritto, concorrenza leale e protezione dei consumatori con la possibilità per le imprese di innovare e creare nuovi modelli di business;
- il guadagno economico che potrebbe derivare da un migliore utilizzo delle capacità (altrimenti sottoutilizzate) richieste dall’economia della condivisione è di 572 miliardi di euro di consumo annuale in tutta l’UE-28.
- È difficile prevedere con certezza lo sviluppo e il futuro della sharing economy.
- Sotto il profilo economico, le criticità si riscontrano soprattutto sul fronte della fiscalità e della potenziale concorrenza sleale nei confronti di fornitori di servizi tradizionali. Sotto il profilo sociale, l’economia della condivisione ridefinisce il concetto di “occupazione” e ha un importante impatto sul mercato del lavoro. Sotto il profilo ambientale, la sharing economy potrebbe svolgere un ruolo importante in termini di sviluppo sostenibile e transizione ecologica.
- A livello europeo servirebbe dotarsi di una definizione di piattaforme digitali, migliorare i regolamenti applicati alle piattaforme di sharing economy, rivedere l’applicazione della regolamentazione del mercato del lavoro.