Consiglio europeo informale del 12 febbraio: Grecia ed Ucraina al centro dell’attenzione
Per motivi diversi i capi di Stato e di Governo dei 28 paesi membri dell’Unione europea, che si riuniranno giovedì a Bruxelles nel primo vertice dell’anno, avranno di fronte due questioni centrali: il contenzioso con il nuovo Governo
greco, da un lato, e l’acuirsi della crisi russo-ucraina, dall’altro.
Sul primo fronte la tournée europea di Tsípras della settimana scorsa non ha prodotto i risultati auspicati dal Premier greco, ma ha anzi rinsaldato le reciproche posizioni di partenza. Inoltre, le dichiarazioni roboanti del Ministro delle finanze e dello stesso Tsípras, che in Parlamento ha rivendicato nei confronti della Germania le riparazioni per i danni subiti dal Terzo Reich durante la guerra, non sembra abbiano contribuito a creare il clima di dialogo più propizio.
Ma un’intesa va trovata rapidamente per evitare il peggio e cioè il default del Paese o la sua uscita dal sistema, scenario che negli ultimi giorni ha ripreso quota.
Una riunione straordinaria dell’Eurogruppo è stata convocata mercoledì per creare un punto di equilibrio da portare sul tavolo del Consiglio europeo.
L’altro fronte caldo è, naturalmente, quello della crisi ucraina, oggetto nei giorni scorsi di un tentativo di mediazione franco-tedesco ricco di significati e di implicite conseguenze.
E questo innanzitutto perché una volta di più una qualsiasi dinamica europea ha ceduto il passo alla “legge del più forte”. Ma anche perché l’iniziativa del duo Merkel-Hollande è stata chiaramente un tentativo di diversificarsi dalla linea della Casa Bianca e dai suoi sviluppi potenziali, anche di aiuti militari all’Ucraina. Non a caso, la Merkel è oggi a Washington, ufficialmente per parlare del prossimo G7, ma sicuramente per confrontare le rispettive posizioni.
Sempre mercoledì è stata convocata a Minsk una nuova e decisiva riunione del Gruppo dei Quattro (con l’Europa sempre assente…) e giovedì il Consiglio europeo dovrà prendere atto di quanto sarà, o non sarà, emerso e trarre le conclusioni anche per quanto riguarda l’implementazione di nuove sanzioni.
Sulla questione Ucraina l’Europa è chiaramente divisa fra i Paesi confinanti con l’orso russo, spalleggiati dalla Gran Bretagna, più vicini alle tesi americane sulla impossibilità di un terreno d’intesa con Putin ed il fronte dei Paesi che ritengono la via diplomatica l’unica percorribile per scongiurare il rischio di un acuirsi e propagarsi del conflitto.
Anche in questo scenario il nuovo Governo greco avrà un ruolo per le posizioni più filorusse assunte in questi primi giorni di mandato e che potranno avere la loro influenza nel complesso dei negoziati di questa settimana.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 9 al 13 febbraio 2015
Questa settimana il Parlamento europeo si riunisce a Strasburgo, per una plenaria che, una volta di più, si presenta con pochi punti all’ordine del giorno di interesse per l’industria. Tra questi menzioniamo il voto sulla risoluzione sull’origine delle carni come ingredienti dei prodotti alimentari.
Per il resto, occhi puntati sul Consiglio europeo informale, che discuterà della situazione in Grecia e in Ucraina, come commentato nell’editoriale di questo numero. Degli stessi temi si parlerà sicuramente anche in Parlamento, in plenaria e nei corridoi. Vedremo con quali effetti.
Matteo Borsani