Chi semina vento raccoglie….Syriza
E alla fine
La cura della Troika inviata dall’UE al capezzale della Grecia ha in effetti contribuito ad arrestare l’emorragia e a stabilizzare le condizioni del paziente, ma le “controindicazioni” sociali ed economiche per la popolazione sono state così pesanti che il voto a Tsipras è stato una sorta di reazione liberatoria che ha identificato nella sua lista una risposta all’austerity e la speranza di un futuro diverso.
Vedremo ora che succederà, e cioè se alla fine si giungerà ad una composizione o a quel braccio di ferro al quale stanno puntando, forse per pretattica, gli ambienti europei più conservatori. Vi è chi ha letto, ad esempio, nelle decisioni sulla flessibilità adottate due settimane fa dalla Commissione una risposta preventiva al successo di Syriza per evitare così che già a marzo la Grecia sia nuovamente bocciata senza pietà a livello europeo.
Si apre ora una fase interessante anche per le sue ripercussioni sulla serie di elezioni che avranno luogo durante il 2015 in vari paesi europei, tra cui la Spagna dove, guarda caso, è in testa ai sondaggi il partito-fratello di Syriza, Podemos, anch’esso all’insegna del No all’austerity.
Questa settimana si riunisce l’Eurogruppo, vedremo subito all’opera simpatizzanti e avversari di Tsipras.
Tensione in Ucraina e mossa europea
Solo una settimana fa, con una mossa a sorpresa, Federica Mogherini aveva messo sul tavolo dei ministri degli esteri europei un documento di riflessione in cui auspicava un ripensamento della linea politica assunta sin qui dai 28 e si caldeggiava la ripresa di un dialogo costruttivo con Mosca.
Purtroppo, però, anche per la coincidenza con la ripresa delle ostilità, il documento non ha ottenuto il consenso sperato ed è finito, almeno per ora, nel cassetto, mentre ha ripreso vigore l’ala oltransista che chiede nuove e più dure sanzioni, specie dopo i terribili bombardamenti di Mariupol, località strategica perché suscettibile di assicurare un corridoio geografico nei collegamenti con la Crimea.
Un vertice straordinario del Consiglio esteri è convocato giovedì. Vedremo cosa accadrà anche in funzione delle mosse che vorrà decidere Washington.
Di certo, e nell’immediato, non vi è da aspettarsi nulla che vada nella direzione propugnata solo una settimana fa dall’Alto Rappresentante europeo per la Politica estera e la sicurezza.
E probabilmente questo non dispiace troppo al Presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk.
Gianfranco Dell’Alba
La Settimana dal 26 al 30 gennaio 2015
Per la prima volta dalle elezioni europee, questa settimana la sessione plenaria del Parlamento europeo si riunirà a Bruxelles, con all’ordine del giorno, in particolare, il dibattito sul forndo europeo per gli investimenti strategici. E’ facile prevedere, inoltre, che le elezioni greche saranno argomento di discussione nei corridoi, e forse non solo.
Niente di particolare da segnalare per quanto riguarda la Commissione europea, mentre in Consiglio si riunirà l’Eurogruppo e, a seguire l’ECOFIN, con di nuovo all’ordine del giorno la Grecia e la crisi in Ucraina.
Matteo Borsani