Il 1° ottobre, in commissione parlamentare per lo Sviluppo regionale (REGI) si è assistito all’audizione del commissario designato alla Politica regionale Corina Cretu, ex ministro rumeno ed europarlamentare del gruppo S&D.
Il commissario designato ha centrato il suo intervento iniziale sull’importante ruolo che svolgerà la politica
Gli strumenti finanziari che le Pmi possono sfruttare per avere un accesso ragionevole ai fondi UE.
Con riferimento al divario nel bilancio UE, Cretu ha assicurato che intende sollevare la questione al collegio dei commissari, affinché sia la Commissione per prima a dare il buon esempio. In questo contesto, Cretu ha chiesto la collaborazione del PE nel sostenere la proposta della Commissione europea per il Bilancio rettificativo 2014, al fine di rallentare l’ormai noto, purtroppo, effetto “palla di neve” delle fatture non pagate ed evitare ulteriori sistematici ritardi nei pagamenti.
Quanto alla contraddizione tra la politica di Coesione e i rigidi parametri di governance economica, Cretu si è detta consapevole del fatto che, proprio per attenersi ai rigidi parametri del Patto di stabilità, a seguito della crisi, molti SM non siano riusciti ad assorbire neppure il 50% di quanto ricevuto nella programmazione 2007-13 - ha citato anche la critica situazione in cui versa la Sicilia -. La macrocondizionalità, così come il Patto di Stabilità sono misure adottate da Consiglio e PE e che, pertanto, vanno adesso attuate. Da parte sua, Cretu cercherà di supportare in ogni modo quei paesi e quelle regioni che, a seguito della crisi, rischierebbero di subire troppo pesantemente le misure di governance economica.
Quanto alla macrocondizionalità, Cretu ha più volte ribadito come si tratti di uno strumento assolutamente eccezionale, una misura prevista in ultima istanza, laddove uno SM non metta in campo adeguate risposte a reiterati richiami sul piano della gestione macroeconomica. La Commissione non sarà il “gendarme” degli Stati membri, ogni possibile caso di sospensione dei fondi di Coesione sarà discusso con il PE, tenendo bene in mente le caratteristiche particolari di ogni singolo paese.
Con riferimento alla questione dell’esclusione della quota di cofinanziamento nazionale dagli indicatori finanziari utilizzati nell’ambito del Patto di stabilità e crescita, Cretu si è detta consapevole si tratti di una preoccupazione più volte avanzata dal PE, dal Comitato delle Regioni e dalla Presidenza italiana. La questione sarà trattata al Consiglio Affari generali di novembre. Fino a quel momento, Cretu ritiene necessario usare la flessibilità già prevista dai Patti e che al momento, a suo avviso, non viene sfruttata a sufficienza.
Cretu si è detta assolutamente convinta, infine, dell'importanza del Partenariato e della governance multilivello e del dovere che hanno i Governi di ascoltare i pareri delle amministrazioni locali, delle parti economiche, sociali e civili nella programmazione 2014-20.
L'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) ha dichiarato il suo pieno supporto al commissario designato, mentre il Partito Popolare Europeo (EPP) ha criticato la mancanza di idee soprattutto con riferimento al problema dei ritardati pagamenti in materia di politica di coesione (che hanno raggiunto i 23 miliardi di euro a fine 2013).
Il voto di fiducia dell’intero collegio dei commissari è previsto il 22 ottobre durante la plenaria di Strasburgo.