I dati pubblicati dall'Istat ieri fanno riferimento al mese di maggio 2019.
Vi è una precisazioni da fare prima di passare ai numeri: i dati mensili sull'occupazione andrebbero sempre guardati per capire la direzione dell'andamento occupazionale più che la sua intensità. Sono infatti dati più ballerini di quelli trimestrali (il campione di risposte è più piccolo di quello trimestrale quindi c'è più probabilità di errore statistico).
Detto ciò, il dato di maggio relativo all'occupazione complessiva è positivo: dopo lo stallo di aprile, l’occupazione sarebbe cresciuta di 67mila unità (+0,3%).
Guardando alle tabelle con il dettaglio delle scomposizioni, si scopre che l'aumento occupazionale è tutto per la componente maschile: +66 mila occupati uomini, +1 mila occupate donne.
La componente giovanile è ferma, mentre l'aumento si concentra soprattutto tra gli over-50 (+88 mila).
L'aumento dell'occupazione totale nel mese risulterebbe da un aumento sia della componente dipendente (+0,2%, per 39 mila unità in più) sia, più intensamente (considerando le proporzioni), della componente indipendente (+0,5%, per 28 mila unità in più). Scomponendo, a sua volta, l'aumento dell'occupazione dipendente, quella a termine mostra timidi segnali di ripresa (+0,4%, +13mila); continua a crescere l'occupazione a tempo indeterminato, ma meno intensamente (+0,2%, +27mila).
Volendo ipotizzare un commento sintetico, si può fare riferimento a due criteri: i volumi e la loro qualità.
La crescita del volume occupazionale rimane, comunque, modesta così come modesta appare la crescita del Pil, la cui ultima stima che riguarda il primo trimestre 2019 (+0,1% rispetto al mese precedente) è esattamente un quarto di quella media europea. In una fase di rallentamento dell'economia e indici della produzione industriale non positivi, la crescita dell'occupazione è certamente una buona notizia, ma quanto destinata a durare nel tempo?
Infine, sempre per quanto riguarda i volumi, è possibile che la crescita occupazionale sia da ricollegare al boom di trasformazioni osservato lungo tutto il 2018, che i dati da indagine statistica stiano registrando adesso.
Per quanto, invece, riguarda la qualità, i numeri di ieri andrebbero letti unitamente a quelli, molto più dettagliati, pubblicati qualche settimana fa sempre dall'Istat (report sul primo trimestre 2019).
Nel report di ieri si vede che la crescita è a vantaggio esclusivo degli uomini e degli over-50 mentre i giovani (15-24) non hanno registrato variazione alcuna. Nel report trimestrale, si vede che la dell'occupazione permanente è la risultante di una diminuzione dell'occupazione permanente a tempo pieno e di un aumento di quella a part-time.
Inoltre, se consideriamo anche gli ultimi aggiornamenti dell'Osservatorio sul Precariato (INPS) e di quello sulle partite IVA (MEF), si può vedere che, a fronte di una diminuzione dei contratti a termine del 9,6%, si registra un incremento delle partite IVA aperte da persone fisiche del 14% (possibile effetto perverso del combinato disposto di decreto dignità e flat tax sulle partite IVA?)