Il Governo ha convocato a Palazzo Chigi le parti sociali, per la mattina del 26 febbraio, per illustrare, su tavoli separati, le disposizioni in tema di sicurezza sul lavoro che avrebbe portato in Consiglio dei Ministri nel pomeriggio del medesimo giorno.
L’incontro con i rappresentanti delle imprese - al quale hanno partecipato Confindustria, ANCE, Confapi, Confartigianato, CNA, Confcooperative, Casartigiani, Confimi-industria - non ha avuto ad oggetto un confronto di merito sulle misure, ma, più semplicemente, l’informativa sulle azioni del Governo in materia di lavoro irregolare e salute e sicurezza.
Al tavolo era presente il Ministro Calderone, la quale ha consegnato il testo di tre pacchetti normativi da inserire nel cd DL PNRR, relativo a disposizioni urgenti finalizzate a garantire l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nella rappresentazione del Ministro, i tre pacchetti di disposizioni si muovono su altrettanti filoni di azione: il potenziamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro (con concorsi regionali, soprattutto per profili tecnici); il rafforzamento delle misure per il lavoro irregolare (soprattutto in tema di interposizione di manodopera); la qualificazione delle imprese (regolando puntualmente lo strumento della patente a punti, finora solo previsto nell’art. 27 del Dlgs 81/2008 ma non ancora attuato) ed uno strumento di salvaguardia per le imprese che operano correttamente (una “lista di conformità” contenente il nominativo delle imprese che, all’esito di ispezione, non hanno presentato violazioni o irregolarità e che, per questo motivo, nel successivo anno non possono essere oggetto di ulteriori ispezioni, con esclusione della materia della sicurezza sul lavoro e in caso di richiesta di intervento o di indagini richieste dalla Procura della Repubblica).
Confindustria, evidenziando l’inopportunità di interventi sulla base dell’emozione determinata dagli eventi e prima dell’accertamento delle modalità e cause degli stessi, si è riservata un giudizio di merito sulle norme a valle della loro piena conoscenza.
Pur senza una piena contezza dei particolari del provvedimento e sulla base dell’illustrazione del Ministro del lavoro, Confindustria ha comunque condiviso il principio della lotta al sommerso, fonte di concorrenza sleale e di insicurezza, e questo sia sul versante del rafforzamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro sia su quello del sistema sanzionatorio. Abbiamo, tuttavia, richiesto di tenere distinti il lavoro nero da quello meramente irregolare (sia sul versante previdenziale che su quello della sicurezza sul lavoro).
Sul versante delle misure per la prevenzione ed il contrasto al lavoro irregolare e sul versante della sicurezza sul lavoro, invece, il giudizio è stato negativo.
Confindustria ha espresso notevoli perplessità, sia in tema di perdita dei benefici normativi e contributivi (l. 296/2007, art. 1, c. 1175) che di iscrizione nella cd “Lista di conformità INL”, legata al generico riferimento al termine “violazioni in materia di sicurezza sul lavoro” senza ulteriori qualificazioni (di natura penale, gravi, ripetute, accertate in via definitiva, etc.). In entrambi i casi, infatti, una qualsiasi violazione (anche minima, meramente formale, magari del tutto ininfluente sulla sicurezza, che non preclude il rilascio del DURC, etc.) comporterebbe sia la revoca dei benefici (in caso di mancata regolarizzazione) sia la mancata inclusione nella lista dell’INL.
A proposito delle nuove regole su appalto e subappalto (Dlgs 276/2003, art. 29), Confindustria ha manifestato ferma contrarietà al riferimento al “contratto collettivo maggiormente applicato” in luogo di quello stipulato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.
In ordine alla patente a punti, partendo alle motivazioni che hanno finora impedito l’attuazione della disposizione contenuta nell’art. 27 del Dlgs 81/2008, si è rappresentata la contrarietà ad uno strumento che non sia volto alla qualificazione delle imprese in senso proattivo, che valorizzi, cioè, la qualità delle imprese con misure di favore ma che costituisce esclusivamente uno strumento repressivo e sanzionatorio. In particolare, abbiamo espresso contrarietà all’estensione dello specifico strumento a tutte le imprese “che operano nei cantieri” e non solamente a quelle edili.
Tutte le altre organizzazioni presenti, con qualche distinguo per Ance e Confimi-industria, hanno condiviso la posizione di Confindustria.
Si fa riserva di analizzare il testo approvato dal Consiglio dei Ministri per ulteriori considerazioni in vista di eventuali interventi in sede di conversione in legge del provvedimento.
Nel pomeriggio si è, poi, riunita la Commissione centrale di coordinamento dell’attività di vigilanza presso l’Ispettorato nazionale del lavoro nel corso della quale l’Ispettorato ha illustrato alle parti sociali i risultati dell’azione svolta nel 2023 ed ha presentato la programmazione per il 2024.