|
More
Hide
|
Nella congiuntura attuale, con bassi tassi di interesse, bassi costi dell’energia, bassa inflazione e quindi più elevato reddito disponibile, la politica della Riksbank contribuisce a creare condizioni più favorevoli per il finanziamento dei debiti privati. Alimentando ancora di più la bolla immobilaire e aggravando il rischio per la stabilità macroeconomica e finanziaria del paese.
Nella congiuntura attuale, con bassi tassi di interesse, bassi costi dell’energia, bassa inflazione e quindi più elevato reddito disponibile, la politica della Riksbank contribuisce a creare condizioni più favorevoli per il finanziamento dei debiti privati. Alimentando ancora di più la bolla immobilaire e aggravando il rischio per la stabilità macroeconomica e finanziaria del paese.
|
|
|
More
Hide
|
British industrial output suffered its sharpest monthly drop in December since 2012, driven down by declines in mining, oil and gas extraction and manufacturing, official data showed on Wednesday.
Industrial output fell 1.1 percent month-on-month in December after a 0.8 percent drop in November. Output in manufacturing fell for a third month in a row for the first time since early 2009, dropping 0.2 percent on the month after falling 0.3 percent in November.
British industrial output suffered its sharpest monthly drop in December since 2012, driven down by declines in mining, oil and gas extraction and manufacturing, official data showed on Wednesday.
Industrial output fell 1.1 percent month-on-month in December after a 0.8 percent drop in November. Output in manufacturing fell for a third month in a row for the first time since early 2009, dropping 0.2 percent on the month after falling 0.3 percent in November.
|
|
|
More
Hide
|
Doveva essere uno scacco vincente in tre mosse per un sostegno crescente alla Borsa e a un indebolimento dello yen: nell'aprile 2013 l'introduzione della strategia di allentamento quantitativo e qualitativo; nell'ottobre 2014 il suo raddoppio; a fine gennaio 2015 l'introduzione di tassi negativi nel sistema. Ma la strategia promossa dal governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda appare in piena crisi, dopo che oggi la Borsa (con un calo del 5,4%) è tornata nei pressi dei livelli dell'ottobre 2014, mentre lo yen si è rafforzato in modo analogo tornando intorno a quota 115 sul dollaro (come nel novembre 2014).
Su un unico punto questa strategia risulta efficace, ma fin troppo: nell'obbligazionario. La politica monetaria ultraespansiva era finalizzata anche a tenere bassi i tassi a lungo termine, ma dopo l'introduzione di tassi di riferimento negativi dello 0,1% (manovra che scatta a partire dal 16 febbraio o oltre) i rendimenti di mercato sono andati al di là della razionalità: per la prima volta nella storia dei Paesi del G7, tassi a lungo termine diventano negativi (solo la Svizzera li ha ancora più bassi).
I rendimenti dei titoli di Stato decennali giapponesi – che fino a questo mese erano in linea con quelli tedeschi di oggi, poco sopra il +0,2% - sono scesi fino a -0,035 per cento. Solo investitori disorientati e nel panico possono, come sono, essere disposti a pagare lo Stato giapponese (proporzionalmente il più indebitato tra le Nazioni dell'Ocse) perché si degni graziosamente di accettare i loro soldi, anche per 10 anni. Per il resto, in Giappone le aspettative di inflazione sono in chiaro ribasso (anche per via del calo dei prezzi petroliferi) e il target ufficiale della banca centrale del 2% sull'inflazione si allontana sempre più.
Doveva essere uno scacco vincente in tre mosse per un sostegno crescente alla Borsa e a un indebolimento dello yen: nell'aprile 2013 l'introduzione della strategia di allentamento quantitativo e qualitativo; nell'ottobre 2014 il suo raddoppio; a fine gennaio 2015 l'introduzione di tassi negativi nel sistema. Ma la strategia promossa dal governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda appare in piena crisi, dopo che oggi la Borsa (con un calo del 5,4%) è tornata nei pressi dei livelli dell'ottobre 2014, mentre lo yen si è rafforzato in modo analogo tornando intorno a quota 115 sul dollaro (come nel novembre 2014). Su un unico punto questa strategia risulta efficace, ma fin troppo: nell'obbligazionario. La politica monetaria ultraespansiva era finalizzata anche a tenere bassi i tassi a lungo termine, ma dopo l'introduzione di tassi di riferimento negativi dello 0,1% (manovra che scatta a partire dal 16 febbraio o oltre) i rendimenti di mercato sono andati al di là della razionalità: per la prima volta nella storia dei Paesi del G7, tassi a lungo termine diventano negativi (solo la Svizzera li ha ancora più bassi). I rendimenti dei titoli di Stato decennali giapponesi – che fino a questo mese erano in linea con quelli tedeschi di oggi, poco sopra il +0,2% - sono scesi fino a -0,035 per cento. Solo investitori disorientati e nel panico possono, come sono, essere disposti a pagare lo Stato giapponese (proporzionalmente il più indebitato tra le Nazioni dell'Ocse) perché si degni graziosamente di accettare i loro soldi, anche per 10 anni. Per il resto, in Giappone le aspettative di inflazione sono in chiaro ribasso (anche per via del calo dei prezzi petroliferi) e il target ufficiale della banca centrale del 2% sull'inflazione si allontana sempre più.
|
|
|
More
Hide
|
L'economia indiana è cresciuta del 7,3% annuo da ottobre a dicembre, rallentando rispetto al 7,7% da luglio a settembre (rivisto al rialzo rispetto al +7,4% precedentemente annunciato. Nell'anno fiscale 2016, che termina a marzo, l'economia è prevista accelerare a +7,6% rispetto al +7,2% nell'anno fiscale 2015.
Il risultato dà forza al primo ministro Modi che entro febbraio deve presentare il nuovo piano di bilancio pubblico e mira punta all'approvazione dell'attesa imposta unitaria sul valore aggiunto (GST, Goods and Services Tax) che sostituirà sull'intero territorio nazionale le molte imposte indirette dettate dai singoli governi degli stati federali.
L'economia indiana è cresciuta del 7,3% annuo da ottobre a dicembre, rallentando rispetto al 7,7% da luglio a settembre (rivisto al rialzo rispetto al +7,4% precedentemente annunciato. Nell'anno fiscale 2016, che termina a marzo, l'economia è prevista accelerare a +7,6% rispetto al +7,2% nell'anno fiscale 2015. Il risultato dà forza al primo ministro Modi che entro febbraio deve presentare il nuovo piano di bilancio pubblico e mira punta all'approvazione dell'attesa imposta unitaria sul valore aggiunto (GST, Goods and Services Tax) che sostituirà sull'intero territorio nazionale le molte imposte indirette dettate dai singoli governi degli stati federali.
|
|
|
More
Hide
|
Il Comitato di Politica Monetaria della Bank of England ha deciso di lasciare invariato il tasso ufficiale allo 0,5%; la decisione è stata presa per la prima volta da luglio all'unanimità.
La Bank of England ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita (+2,2% nel 2016 e +2,4% nel 2017), mentre ha posticipato al primo trimestre 2018 il raggiungimento dell'obiettivo del 2% per l'inflazione.
Il Comitato di Politica Monetaria della Bank of England ha deciso di lasciare invariato il tasso ufficiale allo 0,5%; la decisione è stata presa per la prima volta da luglio all'unanimità.
La Bank of England ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita (+2,2% nel 2016 e +2,4% nel 2017), mentre ha posticipato al primo trimestre 2018 il raggiungimento dell'obiettivo del 2% per l'inflazione.
|
|
|
More
Hide
|
Secondo Xu Shaoshi, direttore del National Development and Reform Commission, per quest'anno l'obiettivo di crescita del PIL è stato fissato in una fascia tra il 6,5% e il 7,0%; è la prima volta dal 1995 che l'obiettivo non viene fissato in un singolo numero (intorno al 7% nel 2015, tra l'8% e il 9% nel 1995). In ottobre il Presidente Xi aveva detto che il PIL sarebbe dovuto crescere almeno al 6,5% nei prossimi 5 anni per raggiungere entro il 2020 l'obiettivo di raddoppiare il PIL dal livello del 2010.
Secondo Xu Shaoshi, direttore del National Development and Reform Commission, per quest'anno l'obiettivo di crescita del PIL è stato fissato in una fascia tra il 6,5% e il 7,0%; è la prima volta dal 1995 che l'obiettivo non viene fissato in un singolo numero (intorno al 7% nel 2015, tra l'8% e il 9% nel 1995). In ottobre il Presidente Xi aveva detto che il PIL sarebbe dovuto crescere almeno al 6,5% nei prossimi 5 anni per raggiungere entro il 2020 l'obiettivo di raddoppiare il PIL dal livello del 2010.
|
|
|
More
Hide
|
L’Art bonus dà segni di vitalità. A fine ottobre scorso - quando si fece il primo bilancio del credito d’imposta del 65% introdotto nel giugno del 2014 a favore degli investimenti in cultura - si erano presentati all’appello 773 mecenati, che avevano messo a disposizione quasi 34 milioni di euro per i restauri o il sostegno di enti e associazioni, comprese le fondazioni liriche.
Già a fine anno quel bilancio risultava più confortante: i milioni raccolti erano diventati 57 e i mecenati 1.400. È bastato il solo mese di gennaio perché i numeri crescessero ancora: ora le erogazioni liberali hanno toccato quota 62 milioni (quasi un raddoppio su ottobre) e i sostenitori del Bello hanno superato i 2mila (per l’esattezza, 2039).
L'art bonus introdotto in via sperimentale per il triennio 2014-2016 è stato stabilizzato dalla Legge di stabilità 2016 e quindi continuerà a garantire un credito di imposta pari al 65% delle somme erogate a favore della cultura e dei beni culturali pubblici.
L’Art bonus dà segni di vitalità. A fine ottobre scorso - quando si fece il primo bilancio del credito d’imposta del 65% introdotto nel giugno del 2014 a favore degli investimenti in cultura - si erano presentati all’appello 773 mecenati, che avevano messo a disposizione quasi 34 milioni di euro per i restauri o il sostegno di enti e associazioni, comprese le fondazioni liriche.
Già a fine anno quel bilancio risultava più confortante: i milioni raccolti erano diventati 57 e i mecenati 1.400. È bastato il solo mese di gennaio perché i numeri crescessero ancora: ora le erogazioni liberali hanno toccato quota 62 milioni (quasi un raddoppio su ottobre) e i sostenitori del Bello hanno superato i 2mila (per l’esattezza, 2039).
L'art bonus introdotto in via sperimentale per il triennio 2014-2016 è stato stabilizzato dalla Legge di stabilità 2016 e quindi continuerà a garantire un credito di imposta pari al 65% delle somme erogate a favore della cultura e dei beni culturali pubblici.
|
|
|
More
Hide
|
Nel Regno Unito il sondaggio condotto da YouGov a fine gennaio segnala il maggior vantaggio da ottobre 2014 per i favorevoli all'uscita dall'UE: 42% favorevoli a Brexit, 38% contrari, 18% indecisi (2% non voterebbe). La percentuale dei favorevoli è rimasta intatta rispetto al sondaggio di dicembre (42%) mentre hanno perso 3 punti (da 41% a 38%) i contrari (a favore degli indecisi passati da 15% a 18%). https://d25d2506sfb94s.cloudfront.net/cumulus_uploads/document/mg7825gzxs/InternalResults_160128_EURef_Website.pdf
Nel Regno Unito il sondaggio condotto da YouGov a fine gennaio segnala il maggior vantaggio da ottobre 2014 per i favorevoli all'uscita dall'UE: 42% favorevoli a Brexit, 38% contrari, 18% indecisi (2% non voterebbe). La percentuale dei favorevoli è rimasta intatta rispetto al sondaggio di dicembre (42%) mentre hanno perso 3 punti (da 41% a 38%) i contrari (a favore degli indecisi passati da 15% a 18%). https://d25d2506sfb94s.cloudfront.net/cumulus_uploads/document/mg7825gzxs/InternalResults_160128_EURef_Website.pdf
|
|
|
More
Hide
|
La Bank of Japan ha introdotto, a sorpresa e sulla scia di quanto già fatto dalla BCE, tassi di interesse negativi (-0,1%, dal precedente +0.1%) per i depositi in eccesso delle istituzioni finanziarie presso la banca centrale. Una mossa accompagnata dall'affermazione che, se necessario, i tassi diventeranno ancora piu' negativi.
Ridotte le stime sull'inflazione per l'anno fiscale che inizia ad aprile a un +0,8% rispetto al precedente +1,4%; il raggiungimento del sempre più' sfuggente target del 2% sull'inflazione e' stato rinviato, con l'argomento del continuo calo dei prezzi petroliferi, di altri sei mesi intorno alla prima meta' dell'anno fiscale 2017 (marzo-ottobre).
La Bank of Japan ha introdotto, a sorpresa e sulla scia di quanto già fatto dalla BCE, tassi di interesse negativi (-0,1%, dal precedente +0.1%) per i depositi in eccesso delle istituzioni finanziarie presso la banca centrale. Una mossa accompagnata dall'affermazione che, se necessario, i tassi diventeranno ancora piu' negativi. Ridotte le stime sull'inflazione per l'anno fiscale che inizia ad aprile a un +0,8% rispetto al precedente +1,4%; il raggiungimento del sempre più' sfuggente target del 2% sull'inflazione e' stato rinviato, con l'argomento del continuo calo dei prezzi petroliferi, di altri sei mesi intorno alla prima meta' dell'anno fiscale 2017 (marzo-ottobre).
|
|
|
More
Hide
|
South Africa’s central bank on Thursday raised interest rates (50-basis point rise to 6.75%) in a bid to protect the country’s beleaguered currency from continuing global market turmoil.
Central Bank also raised rates at the bank’s final meeting of 2015 in November. That didn’t protect the rand from the global rout around the Fed’s long-awaited rate rise in December and market turmoil emanating from China this year. The rand has hit record lows in each of the past three months, falling more than 13% over that time to around 16.40 to the U.S. dollar.
Political tensions in South Africa have exacerbated the country’s vulnerabilities. President Jacob Zuma fired two finance ministers in four days in December, sending the rand into a tailspin and raising an outcry against what many businesses see as his feckless stewardship of the continent’s most developed economy.
The central bank on Thursday again cut its forecast for economic growth this year to 0.9%, from a forecast of 1.5%. That would mark the third consecutive year of decelerating growth in an economy where about a third of the workforce is out of a job.
South Africa’s central bank on Thursday raised interest rates (50-basis point rise to 6.75%) in a bid to protect the country’s beleaguered currency from continuing global market turmoil. Central Bank also raised rates at the bank’s final meeting of 2015 in November. That didn’t protect the rand from the global rout around the Fed’s long-awaited rate rise in December and market turmoil emanating from China this year. The rand has hit record lows in each of the past three months, falling more than 13% over that time to around 16.40 to the U.S. dollar.
Political tensions in South Africa have exacerbated the country’s vulnerabilities. President Jacob Zuma fired two finance ministers in four days in December, sending the rand into a tailspin and raising an outcry against what many businesses see as his feckless stewardship of the continent’s most developed economy.
The central bank on Thursday again cut its forecast for economic growth this year to 0.9%, from a forecast of 1.5%. That would mark the third consecutive year of decelerating growth in an economy where about a third of the workforce is out of a job.
|
|