Roma, 8 maggio 2020
I temi della settimana
GOVERNO CI ASCOLTI. ALLE IMPRESE SERVONO STRUMENTI PER SUPERARE LA CRISI: IRAP, DEBITI PA, INVESTIMENTI
tag: imprese, fisco, credito, Irap, investimenti, debiti pa, lavoro
Siamo disponibili a un impegno comune ma vanno sentite le imprese. Da Confindustria, arriva una proposta al governo: togliere l'Irap. Siamo delusi dai provvedimenti del governo. Basta con interventi a pioggia che non hanno effetto. Bisogna dare alle imprese gli strumenti per superare la crisi. Veniamo convocati 24 ore prima e ci troviamo di fronte a decisioni prese. I provvedimenti non stanno funzionando: la cassa integrazione la stanno ancora anticipando gli imprenditori, i soldi per la liquidità non stanno arrivando. Sentiamo parlare di nazionalizzazioni, cosa che ci lascia stupefatti. La risposta del governo alla crisi si esaurisce in una distribuzione di denaro a pioggia. Possiamo andare avanti così alcuni mesi. Ma quando le risorse saranno finite senza nel frattempo aver fatto un solo investimento nella ripresa del sistema produttivo, allora la situazione sarà drammatica e si potrebbe rischiare il collasso sociale. Il governo dovrebbe ascoltare le aziende italiane. Noi slamo disponibili ad un impegno comune, siamo disponibili ad uno sforzo collaborativo molto alto, restando sui temi economici, ma occorre la lucidità di capire ciò che serve al sistema economico italiano con concretezza e serietà. Per le aziende occorrono azioni immediate ed efficaci: via l'Irap, quindi. E poi occorre il pagamento dei debiti commerciali alle imprese da parte dello Stato. Non solo: dei 55 miliardi del prossimo decreto solo 10 andranno alle imprese, e non produrranno effetti concreti. Piuttosto, bisogna parlare di investimenti, per far ripartire il paese. Ci sono 35 miliardi a disposizione, che potrebbero essere subito attivati: in 18 mesi è stato realizzato il ponte Morandi a Genova. Se si è fatto li, le opere pubbliche possono e devono essere realizzate in tempi rapidi anche nel resto del Paese. Servono proposte immediate e efficaci e invece sentiamo proposte come quella di ridurre l'orario e pagare lo stesso salario.
LAVORO: GRAVE ERRORE TORNARE A VECCHIE IDEOLOGIE. RIDUZIONE ORARIO NON FERMERÀ LA DISOCCUPAZIONE
tag: lavoro, disoccupazione, salari, sicurezza, sindacati
Sarebbe un errore tornare alle vecchie ideologie. Bisogna agire con concretezza e senza pregiudizi con l'unico obiettivo di risolvere i problemi delle aziende e dei lavoratori. Serve un cambio di passo nelle relazioni industriali e ne rapporti con il Governo. Cosi Confindustria ai sindacati alla vigilia del varo del decreto maggio e dopo le riaperture della Fase 2. Le aziende stanno riaprendo, ma in molti settori c'è un calo della domanda che sfiora il 90 per cento. La necessità di distanziamento, di lavorare per turni, garantire le norme di sicurezza generano un aumento dei costi tra il 30 a il 40 percento. Il possibile taglio dell'orario di lavoro a parità di salario ci preoccupa. Sono in gioco la produttività e la competitività del sistema Paese. La nostra produttività risulta già gravemente compromessa. Avanzare certe soluzioni significa cercare lo scontro con le imprese. In questo frangente invece è più che mai necessario puntare sugli investimenti per la ripresa del sistema produttivo. La riduzione dell'orario di lavoro non riuscirà ad attenuare il problema della disoccupazione. Per riuscirci bisogna mettere il sistema produttivo in condizione di accedere ai mercati con una frequenza maggiore rispetto al passato. Il virus ha provocato effetti asimmetrici tra i Paesi: è fondamentale perciò calibrare bene gli interventi affinché l'Italia non perda terreno. Il blocco dei licenziamenti deve essere perfettamente sovrapponibile al periodo di concessione della cassa integrazione per covid, altrimenti si verificherebbe un buco non giustificato. Non si salvano per legge le aziende dal fallimento. Anche il meccanismo delle riaperture tramite il sistema dei codici Ateco non convince. Le aziende che applicano rigorosamente il protocollo per la sicurezza stipulato dalle parti sociali il 24 aprile devono avere semaforo verde. Nel decreto di maggio inoltre va affrontata la questione della responsabilità dei contagi in capo agli imprenditori. Chi applica i protocolli sulla sicurezza in modo scrupoloso va tutelato. È necessario un meccanismo che riduca il rischio di contenziosi.
FORMAZIONE: SERVE UN PIANO PER IMMAGINARE LA SCUOLA DEL FUTURO, ACCESSIBILE E AVANZATA
tag: scuola, università, formazione, imprese
La scuola, improvvisamente, è diventato un luogo invisibile per milioni di studenti, genitori, educatori - cosi il Vicepresidente Brugnoli in una lettera aperta al Sole24ore. Questa situazione può essere l'occasione per riflettere sul futuro dell'insegnamento e sull'educazione. Abbiamo scoperto anche che serviva il PC ma, il 10% dei ragazzi, fra 6 e 17 anni, non ne dispone, così come accade a 34 famiglie su 100. Che fare allora: tornare in classe a scrivere con il gesso sull'ardesia, o piuttosto, impegnarsi in un grande progetto che consenta alla scuola italiana di usare, quantomeno, anche, gli schermi dei tablet? Il dubbio non è privo di fondamento dal momento che abbiamo scoperto quanto sia profondo, anche da questo punto dì vista, il gap tra nord e sud e l'accesso alla didattica online. Eppure ci sarebbero 130 milioni, circa, tra fondi del "Cura Italia" e PON, destinati proprio per fornire, a famiglie e scuole, PC, tablet e connettività. Sarà una prima toppa all'emergenza, non basterà, certo, ma si potrebbe inserire in un piano nazionale con più risorse, di più lungo respiro che potrebbe giovarsi dei fondi strutturali europei per le aree obiettivo convergenza. La scuola di oggi non può essere un'isola. Deve essere, invece, un grande laboratorio per imparare a conoscere e a conoscersi. Dobbiamo avere una scuola e una Università eccellente ma dobbiamo anche avere, con la medesima qualità e dignità, percorsi professionalizzanti di altissimo livello. Per questo la scuola deve contaminarsi anche con le eccellenze economiche e produttive e dei territori. Serve, proprio in questo momento progettare con insegnati, presidi, professori una scuola in cui laboratori e tecnologie abilitanti esaltino scienza e tecnologia, senza precludersi l'apporto derivate dalla capacità formativa delle imprese, che potranno così condividere il loro know-how di punte avanzate della quarta rivoluzione industriale: finestre spalancate in tempo reale sul cambiamento.
Leggi le interviste e gli interventi del Presidente designato Bonomi e dei Vice Presidenti Stirpe e Brugnoli
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