Roma, 17 gennaio 2020
I temi della settimana
ECONOMIA: CSC CONFERMA STAGNAZIONE E CRESCITA DEBOLE. RISCHI DA IRAN E LIBIA
tag: pil, produzione, investimenti, export, petrolio
L'economia italiana è appena sopra lo zero, con più occupazione, consumi in debole aumento e tassi sovrani stabili. Per la crescita mancano gli investimenti, che non ripartono, e il credito, che è in calo. Questa l'analisi del centro Studi Confindustria nella Congiuntura Flash. Si conferma anche nel 4° trimestre 2019 il persistere di una sostanziale stagnazione. L'industria è ancora in difficoltà: a dicembre gli ordini sono in parziale recupero, ma il Pmi (Purchasing Managers' Index) è crollato ancor di più (46,2) e il CSC stima una produzione in calo nel trimestre. L'export cresce a fatica, con i mercati extra-Ue cruciali, ma aumentano i rischi. L'instabilità in Iran e Libia potrebbe causare uno shock petrolifero. Il petrolio caro frenerebbe il Pil: un'energia più costosa sottrae risorse a famiglie e imprese nei paesi importatori, come l'Italia. Perciò, tende a frenare la dinamica di consumi e investimenti. Simulazioni con il modello econometrico CSC indicano che un prezzo del petrolio a 70 dollari nel 2020 (dai 63 previsti inprecedenza) avrebbe un impatto sul PIL in Italia di -0,1% all'anno. Se il Brent arrivasse a 80 dollari, sulla scia di una crisi più acuta, il Pil potrebbe perdere lo 0,2%, erodendo la crescita già anemica. A ciò si potrebbe sommare l'impatto derivante da un ribasso della Borsa, sulla scia di maggiore incertezza e aspettative più negative per l'economia.
GOVERNO: TAGLIO CUNEO IMPORTANTE MA NON SUFFICIENTE. SERVE RIFORMA FISCALE ORGANICA PER RILANCIARE LA CRESCITA E GLI INVESTIMENTI
tag: crescita, fisco, lavoro, infrastrutture, parti sociali
La riduzione del cuneo fiscale allo studio del governo va bene, è un aspetto necessario, ma non sufficiente di una riforma fiscale che deve essere più ampia e deve puntare alla riduzione complessiva del carico fiscale e al rilancio degli investimenti. Cosi il presidente Boccia ha commentato l'avvio delle consultazioni da parte del Governo sulla riforma fiscale e sul taglio del cuneo. Ci auguriamo che dopo questa fase post legge di bilancio, si metta mano a una politica per lo sviluppo, l'incremento dell'occupazione e la crescita nel Paese; e' determinante per tutti. Occorre avere un piano di medio-termine, non si possono fare operazioni singole e spot, ma bisogna pensare ad un intervento organico di politica economica. Siamo a disposizione del governo per tutte le proposte che si riterrà di affrontare. Il rallentamento dell'economia globale, le criticità in Medio Oriente, la recessione in Germania, sono le concause di una stagnazione che era prevedibile. Questo scenario ci impone ancora di più la progettazione di un'operazione anticiclica, a partire dalle infrastrutture, sia in chiave italiana che europea. Prima ne prendiamo consapevolezza, e meglio è per tutti.
DAZI: DOPO ACCORDO USA-CINA IN PRIMO PIANO LA NEGOZIAZIONE CON L'EUROPA. ACCORDI ANTIDOTO AL PROTEZIONISMO
tag: internazionalizzazione, export, dazi, Europa, made in italy
In uno scenario internazionale governato da incertezza e spinte protezionistiche, gli accordi commerciali di nuova generazione conclusi negli anni recenti dall'Unione europea con i paesi terzi sono uno strumento strategico per sostenere gli scambi esteri. Insomma, sono antidoto al protezionismo Usa e volano per l'export italiano.
E' quanto sottolinea una nota del Centro studi di Confindustria, rimarcando che, dopo l' intesa commerciale tra Stati Uniti e Cina, torna in primo piano la negoziazione Usa-Ue per disinnescare l'introduzione di nuovi dazi. La sfida è tra Europa e mondo ed Il punto è che cosa facciamo come Europa - ha commentato il presidente Boccia. Dobbiamo portare la questione industriale al centro nell'interesse dell'Italia.
Nel mondo sono attivi 302 accordi commerciali preferenziali. L'Unione europea è la maggiore promotrice di questi trattati: ne ha sottoscritti 42 (con 73 paesi), molti di più di Usa (13) e Cina (15). Gli accordi hanno avuto un forte impatto positivo sulle esportazioni europee. In particolare sugli accordi con Corea del Sud, Canada e Giappone, le tre più grandi economie avanzate extra-Ue, dopo gli Stati Uniti. Secondo stime Csc, hanno generato una maggiore crescita delle vendite italiane in Corea del Sud di circa il 55% e in Canada (con il Ceta di settembre 2017) di quasi il 10% in due anni. L'effetto positivo in Giappone è già visibile ma ridotto, dato il breve periodo di applicazione dell'accordo. Inoltre, le piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza degli esportatori italiani ed europei, sono tra i maggiori beneficiari degli accordi di nuova generazione. Tra i settori, in tutti e tre i paesi considerati le performance migliori sono concentrate nel made in Italy (sistema moda, abbigliamento-calzature-tessile, alimentari e bevande) e nei primi due comparti per peso sul totale esportato dall'Italia nel mondo (macchinari e prodotti in metallo).
Leggi la Congiuntura Flash e la nota sugli accordi commerciali del Centro Studi Confindustria
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/tutti/dettaglio/Congiuntura-flash-gennaio-2020
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/scenari-geoeconomici/tutti/dettaglio/accordi-commerciali-UE-antidoto-protezionismo-USA-e-volano-per-export-italiano